Recensioni per
Casa nostra (contare fino a cento).
di Exentia_dream2

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/07/21, ore 19:13

Ciao :)
Scorrendo sul tuo profilo ho trovato questa storia, e Fred e Hermione sono tra le mie coppie preferite e quindi ho voluto leggerla. Sappi che mi si è spezzato il cuore, ma d'altronde era inevitabile vista la fine che fa Fred, ma comunque ha fatto male. La tua storia, che poi è strutturata come una poesia, mi è piaciuta tantissimo, è scritta dal punto di vista di Hermione ed è attraverso i suoi occhi che noi vediamo Fred, che noi vediamo quello che succede. È come se i momenti che costituiscono la loro storia insieme scorressero uno dietro l'altro, come in un film. Ci beiamo di questi momenti pur sapendo che arriverà la fine inevitabile, infatti tra le altre cose questa storia, oltre ad essere molto sentita, è anche malinconica... lei è sopravvissuta, lei andrà avanti, ma dovrà farlo da sola perché Fred se n'è andato... e forse guarda, sarebbe stato bello fuggire, abbandonare tutto, egoistico, certo, ma dopotutto l'amore rende egoisti a volte. Però alla fine entrambi affrontano la guerra, con ciò che ne consegue. A me è piaciuta molto, soprattutto nello stile... sinceramente non so se sarei capace di impostare una storia in questo modo, quindi tanto di cappello.
A presto ^^

Nao

Recensore Master
10/02/21, ore 22:49

Valutazione per il contest "4 canzoni"

Grammatica e stile: 9.2/10 [grammatica: 4.5/5 + 4.7/5]
Da un punto di vista grammaticale la storia è molto pulita. Ho solo due appunti da farti:
Ché la corsa ti aveva stancato- allora, riposa, amore. Il trattino tra due parole/proposizioni deve essere lungo: – (e non questo: -) e ci vuole uno spazio tra la prima parola e il trattino. L’errore è sistematico. -0.5 complessivo
La e accentata maiuscola va scritta non così: E’, ma così: È. Si tratta di un errore piuttosto comune, per fare la e accentata corretta bisogna attivare la combinazione di tasti ALT + 0200.
Da un punto di vista stilistico, devo distinguere il discorso in due parti. Iniziamo da stile come capacità di scrittura: per quanto riguarda questo aspetto, hai dimostrato sicuramente molta padronanza. Mi è piaciuta l’articolazione dei periodi, l’uso delle figure retoriche (le similitudini e le anafore, principalmente) e l’abilità con cui sei riuscita ad enfatizzare alcuni passaggi – abilità che si è tradotta nell’uso azzeccato della punteggiatura, dei corsivi e delle ripetizioni (che non sono sembrate mai “troppe” ma sempre inserite al punto giusto). Quello che appare, leggendo il testo tutto di seguito, è un flusso di coscienza in cui si mescolano ricordi ed emozioni, un flusso che hai saputo tenere bene insieme in maniera fluida (perdonami la ripetizione), proprio grazie al ritorno continuo sugli stessi concetti e alla ripresa di elementi comuni: quel contare fino a cento, sicuramente, ma forse ancor di più il prompt che avevi a disposizione. Ti segnalo una frase che mi è piaciuta particolarmente (ma ce ne sono diverse, a essere sincera):
L’ho rimessa a nuovo
e l’ho dipinta di blu, perché a te non piace, il blu,
ma a me sì e devo pur trovare un modo per sentirti urlare, per sentirti ancora.
Questa mi è piaciuta principalmente perché si riconnette a quel “Pensavo di averti sentito…” che è la suggestione del prompt appunto e che torna in effetti nella frase immediatamente successiva. Il blu che si fa provocazione per sentire la presenza dell’amore perduto è un dettaglio che riesce ad arrivare molto.
Hai utilizzato la suggestione delle frasi della canzone dei REM in maniera davvero potente. Ciò che emerge dunque è un modo di scrivere evocativo, fluido, incisivo, consapevole e direi soprattutto poetico.
Proprio da questo aggettivo, poetico, inizio invece per parlare della seconda parte della questione “stile”: la forma in cui presenti il testo, l’impaginazione. Ovviamente andare a capo in mancanza di un punto è un errore in prosa, ma non l’ho segnalato perché dopo poche righe (o dovrei dire versi?) mi sono resa conto di trovarmi di fronte a una vera e propria poesia, che coerentemente ha anche un unico allineamento centrato. Come poesia è resa bene: tutti gli elementi sono al posto giusto, vai a capo al momento opportuno, crei appunto con le figure retoriche un bel ritmo e una bella cadenza, che nella forma poetica appunto risalta ancora di più. Come taglio è anche adatto a quello che hai scelto di raccontare e c’è sicuramente un accordo tra come scrivi e l’impostazione: come a dire, sei stata in grado di sostenere la scelta ardita della poesia. Mentre, però, di nuovo ti faccio i complimenti, non posso fare a meno di esprimere la mia perplessità per l’impostazione poetica che non mi ha convinta del tutto. Nonostante la fluidità che sei riuscita a creare, secondo me la storia è troppo lunga per mantenere fino in fondo l’attenzione: resta una oneshot, resta un racconto, che per quanto reso in forma poetica, resta prosa. Questo è un parere soggettivo me ne rendo conto, ed è dettato anche dal fatto che non mi era mai capitato prima di valutare poesia. Ripeto, è un appunto soggettivo che nulla toglie alla tua ottima capacità di scrittura, però comunque volevo segnalare la mia non piena convinzione per l’impostazione. Credo che scrivere tutto in prosa ma adottando lo stile poetico sarebbe stato preferibile. Si tratta di qualcosa di soggettivo (perché, ripeto, non c’è niente nella poesia che vada male), quindi ti tolgo solo qualche punticino. Perplessità mia a parte, comunque, non posso che apprezzare davvero il modo in cui questa storia è scritta, brava!

Trama e personaggi: 5/10
Questo, purtroppo, è il tasto dolente della valutazione. La forma poetica e la scelta del flusso di coscienza della protagonista si prestano molto a una trama “sfuggente”– lo intendo non in senso negativo, semplicemente voglio dire che non è dettagliata e dev’essere ricostruita di fatto dopo la lettura dallo stesso lettore. Inserisci degli indizi tra i versi: la guerra, l’esperienza del vivere insieme e ricordare i dettagli dell’altro nei momenti felici, infine la perdita e l’acquisto di una casa che è nostra ma per lei in solitudine. Come idea è suggestiva ed è molto bello questo tentativo di voler parlare di un amore in bilico tra il prima e il dopo, tra la gioia e lo struggimento della mancanza.
A mancare però sono due aspetti: la linearità (problema ovviabile, vista la struttura poetica), ma soprattutto l’appiglio a elementi concreti. La storia sfugge, e stavolta lo dico con un senso un po’ negativo, perché è come sospesa su una montagna di headcanon e si aggrappa a elementi che non sono reali. Mi spiego meglio: hai voluto creare una poesia, hai voluto parlare del dolore e della sofferenza e questi arrivano tantissimo – ma è un dolore impersonale, che il lettore potrebbe assumersi dentro facilmente grazie alla tua capacità stilistica, ma che di fatto appare non legato a nessun personaggio. Parli di una casa nostra che assume significato se paragonata a una casa che c’è stata prima, a una casa crollata, ma questa casa nel canon non esiste; parli di una storia d’amore vissuta ma questa storia nel canon non c’è stata. Addirittura fai riferimento all’Incendio della Tana, che c’è solo nei film quindi mi viene da chiedermi se anche questo non fosse forse un headcanon. Mi sfugge l’ordine degli eventi, non soltanto come Hermione e Fred si siano avvicinati, ma anche quando. Per di più, se non fosse stato per alcuni dettagli (soprattutto gli “scherzi”) non avrei mai pensato a Fred e Hermione e non solo perché i personaggi non sono caratterizzati con tratti peculiari, ma perché gli eventi che li riguardano e che ci racconti non appartengono alla loro storia. Questo non sarebbe stato un problema se fossero stati spiegati meglio e perlomeno contestualizzati nell’ordine cronologico degli eventi della saga. Nella poesia mancano nomi, ma non è questo il problema: caratterizzando con alcuni elementi caratteristici Fred e Hermione, facendo riferimento a eventi concreti da loro vissuti e poi magari fondare su questi il tuo headcanon della loro storia sarebbe stato sicuramente più rispondente al raccontare una trama priva di buchi. La trama e i personaggi sarebbero risultati forse un pochino evanescenti anche in una storia originale, ma qui parliamo di una fanfiction, quindi i personaggi – specialmente se non originali – si devono sentire, così come le scene del mondo potteriano (anche se non canoniche ovviamente, nel loro rapporto col canon). Il risultato del racconto è, invece, purtroppo una sensazione di non comprensione della linea degli eventi e dello sviluppo della trama dei personaggi.
Mi rendo conto di essere molto severa su questo parametro, ma sto ragionando proprio in rapporto al parametro: devo valutare la trama e purtroppo non l’ho trovata ben espressa né lineare, e la scarsa caratterizzazione dei personaggi in quanto loro ha influito. Nulla toglie che la tua poesia abbia valore, semplicemente ha una debolezza evidente su questo punto. Non per forza una storia deve avere una trama, sia chiaro, ma a me tocca qui valutarlo nel momento in cui c’è un parametro specifico.

Titolo e introduzione: 3/5 [titolo: 2/ 2.5 + introduzione: 1/ 2.5]
L’introduzione non mi piace da un punto di vista di forma: dopo aver scritto la partecipazione al forum, saresti potuta andare a capo per parlare della storia, invece di mettere un trattino (tra l’altro sbagliato, perché ci sarebbe voluto un trattino lungo invece di quello breve). Molto bene, invece, per quello che hai scelto di dire come introduzione, anche se lo avrei accompagnato con un estratto del testo: senza invece, da un lato risulta troppo scarno infatti, dall’altro non rende a sufficienza conto della potenza evocativa del tuo testo.
Il titolo nella sua globalità mi piace. Rispecchia il tono generale della poesia e racchiude, enfatizzandoli, quelli che sono gli elementi più importanti: il contare fino a cento e la casa. Inizialmente non mi aveva convinta al 100% perché collega due elementi di fatto tra loro separati, eppure proprio questo collegare (con l’espediente della parentesi) è funzionale a renderlo più particolare rispetto a un semplice “Casa nostra” oppure “Contare fino a cento”. Lo trovo dunque azzeccato, sia per adattamento alla storia, sia per come suona, sia infine per il senso che racchiude. Mi ha colpita, ed è questo il motivo per cui ti ho attribuito i tre punti bonus. L’unico problema per cui ti ho sottratto mezzo punto è di tipo grammaticale: non va mai messo un punto fermo alla fine dei titoli.

Gradimento personale: 4.5/5
Nonostante non abbia compreso fino in fondo tutta la trama e nonostante non abbia sentito i personaggi in quanto loro nella storia, ci tengo a farti capire che a me questa poesia è piaciuta davvero tanto. È scritta benissimo, l’emozione arriva forte e chiara, forse proprio perché trascende qualsiasi storia singola. Se il fatto che i personaggi – come dici tu stessa nelle note – potrebbero essere chiunque crea un problema nella trama, dall’altro aspetto ha l’effetto di potenziare la portata emotiva: tutti, leggendo il tuo lavoro, possiamo immaginare quel dolore, comprendere il senso dell’attesa vana e del contare fino a cento. O forse non tutti, ma a me sicuramente è successo. Ti rinnovo i miei complimenti, è stata proprio una bellissima lettura.

Bonus titolo: 3/3

Totale: 21,7/30 + 3/3 = 24,7/30

Recensore Junior
21/01/21, ore 22:40

Ciao!
Ho trovato la tua storia per caso sul sito: amo alla follia la Fremione anche quando mi strazia il cuore! La tua sicuramente mi ha fatta piangere un sacco ma è davvero bellissima. Complimenti.

Recensore Veterano
14/01/21, ore 14:53

Ciao :)

Eccomi qui! Allora... proprio perché non hai messo nomi, all'inizio non avevo pensato a Fred e Hermione; non sapevo bene a chi rivolgere il mio pensiero, poi quando hai nominato la Tana il cerchio si è ristretto, ma a loro due non ci sarei arrivata mai e poi mai perché è da veramente pochissimo tempo che sto leggendo di questa coppia. Non ho ancora capito se questi due personaggi insieme mi piacciano :/ mi piace però il fatto che si prestino molto all'angst, così come mi è piaciuta la forte carica drammatica della trama!

Vorrei dirti altro, ma non posso... aspetterò quindi di valutare la storia, anche se le valutazioni di noi partecipanti saranno anonime. E niente, sappi che mi è piaciuta!

In bocca al lupo anche a te ;)

Recensore Master
08/01/21, ore 20:23

Ciao Giorgia!
Come promesso eccomi!
Questa storia è straziante, non saprei definirla in altro modo.
Alla fine della lettura mi sono ritrovata commossa, quasi sbriciolata dalla portata di questo amore così forte, così intenso.
Io non ho mai scritto su loro due, proprio perché li ritengo molto complessi da gestire forse un giorno lo farò, ma questa tua composizione, che davvero è lirica pura mi ha colpito. Ti abbraccio e ti faccio i complimenti, meravigliosa., come sempre.

Recensore Veterano
08/01/21, ore 17:51

Ciao!
E' difficile buttare giù due parole dopo la potenza che ha raccolto questa storia. La potenza della delicatezza, dell'amore, della mancanza. Quella sola degli addii. E come fare a respirare quando tutto quello che è attorno è un manifesto di una presenza che non c'è più e che, contro la volontà della vita che avanti, resta adesa alle pareti blu - torna a dirmi che lo odi, urlamelo! -, ai cuscini non più stropicciati, a quelle crepe che dovevi riparare e ho riparato io, per due. Hermione festeggia per due, ama per due, vive per due. Ma fa più male quando sai che l'altra persona non è lì perchè non può e non perchè non vuole. Perchè in due è meglio; lei lo sapeva, lui lo sapeva. Ma non può, non può più canticchiare, ridere, farle scherzi. Non possono più litigare per il colore delle pareti o, magari, per la sveglia troppo mattiniera di chi ha la vita metodica e quella casuale di chi ha sempre vissuto con il riso in faccia.
Vorrei dire tante cose ma mi sembrano tutte un tentativo pallido di commentare la bellezza di ciò che hai scritto.
Perciò, solo grazie per averlo condiviso! Ti abbraccio.

Recensore Master
08/01/21, ore 15:26

Ciao ❤
Io dovrei studiare, perché sono un sacco indietro con la mia tabella di marcia e vorrei scrivere e vorrei cantare, ma entro su Facebook e trovo una storia. E tu mi dici che ti vergogni e io ti dico che dovresti vergognarti della tua vergogna. Non c'è vergogna, nella perfezione.
La tua storia è quella che toglie aria dai polmoni, letteralmente: persino Hermione non sa come respirare in quella casa blu (e su questo punto tornerò, sappilo), quando tocca l'altro lato del letto di quella casa che non sta in piedi e non ci trova un corpo che respira o un corpo che è infastidito dai suoi lunghi capelli ricci. Fred non c'è più, anche se lei conta fino a cento e non ci sono più i litigi, non ci sono più i baci, le risate e un canto. Fred non l'ho mai visto uno da canto, lo vedo uno da arrivo tardi a casa e metto su un vinile e ti prendo tra le miei braccia e balliamo fino a dire basta e basta è l'alba, ma vederlo cantare mi prende il cuore in una morsa, perché Fred poi non canta più e allora Hermione non respira perché lo pensa. Come fa a dimenticarlo? Quando tutti vanno avanti, tutti camminano con le proprie gambe, tutti stanno fuori da quella casa blu, come fa lei a dimenticarlo se si sveglia la mattina e lui non c'è? E non c'è intorno alla casa, non è nella neve, non è perso tra gli alberi, non gira in mutande perché ha troppo casa, non mette a posto niente, in una casa che è blu, ma lui il blu non l'ha scelto, lui il blu lo odia. Qui, in questo preciso passaggio, ho creduto di perdere me stessa senza riuscire a trovarla. Hermione che dipinge la casa blu perché lui lo odia e così lo può sentire di nuovo urlare: lo vuole ritrovare anche nelle cose brutte, perché le cose brutte con lui sono belle, sono meravigliose ed eterne. Scusa per lo sproloquio che ti sto lasciato qui, ma io li amo così tanto che mi viene da piangere solo a pensarci, al loro modo di respirare ed essere meglio insieme. Lei tutta libri e lui tutti scherzi, ma esistono i libri comici per un motivo, no? Ed esistono un sacco di cose che sono loro e per questo li amo, perché sono anche vita e sono quotidianità, per me.
Certo, qui mi hai strappato il cuore, ma ci ho ritrovato anche un sacco di cose meravigliose, una casa che ha saputo essere vita e ha saputo essere risate e ha saputo essere canti. Quindi smettila di vergognarti, perché è stato un viaggio meraviglioso,
Sia ❤