Valutazione per il contest "4 canzoni"
Grammatica e stile: 9.2/10 [grammatica: 4.5/5 + 4.7/5]
Da un punto di vista grammaticale la storia è molto pulita. Ho solo due appunti da farti:
Ché la corsa ti aveva stancato- allora, riposa, amore. Il trattino tra due parole/proposizioni deve essere lungo: – (e non questo: -) e ci vuole uno spazio tra la prima parola e il trattino. L’errore è sistematico. -0.5 complessivo
La e accentata maiuscola va scritta non così: E’, ma così: È. Si tratta di un errore piuttosto comune, per fare la e accentata corretta bisogna attivare la combinazione di tasti ALT + 0200.
Da un punto di vista stilistico, devo distinguere il discorso in due parti. Iniziamo da stile come capacità di scrittura: per quanto riguarda questo aspetto, hai dimostrato sicuramente molta padronanza. Mi è piaciuta l’articolazione dei periodi, l’uso delle figure retoriche (le similitudini e le anafore, principalmente) e l’abilità con cui sei riuscita ad enfatizzare alcuni passaggi – abilità che si è tradotta nell’uso azzeccato della punteggiatura, dei corsivi e delle ripetizioni (che non sono sembrate mai “troppe” ma sempre inserite al punto giusto). Quello che appare, leggendo il testo tutto di seguito, è un flusso di coscienza in cui si mescolano ricordi ed emozioni, un flusso che hai saputo tenere bene insieme in maniera fluida (perdonami la ripetizione), proprio grazie al ritorno continuo sugli stessi concetti e alla ripresa di elementi comuni: quel contare fino a cento, sicuramente, ma forse ancor di più il prompt che avevi a disposizione. Ti segnalo una frase che mi è piaciuta particolarmente (ma ce ne sono diverse, a essere sincera):
L’ho rimessa a nuovo
e l’ho dipinta di blu, perché a te non piace, il blu,
ma a me sì e devo pur trovare un modo per sentirti urlare, per sentirti ancora.
Questa mi è piaciuta principalmente perché si riconnette a quel “Pensavo di averti sentito…” che è la suggestione del prompt appunto e che torna in effetti nella frase immediatamente successiva. Il blu che si fa provocazione per sentire la presenza dell’amore perduto è un dettaglio che riesce ad arrivare molto.
Hai utilizzato la suggestione delle frasi della canzone dei REM in maniera davvero potente. Ciò che emerge dunque è un modo di scrivere evocativo, fluido, incisivo, consapevole e direi soprattutto poetico.
Proprio da questo aggettivo, poetico, inizio invece per parlare della seconda parte della questione “stile”: la forma in cui presenti il testo, l’impaginazione. Ovviamente andare a capo in mancanza di un punto è un errore in prosa, ma non l’ho segnalato perché dopo poche righe (o dovrei dire versi?) mi sono resa conto di trovarmi di fronte a una vera e propria poesia, che coerentemente ha anche un unico allineamento centrato. Come poesia è resa bene: tutti gli elementi sono al posto giusto, vai a capo al momento opportuno, crei appunto con le figure retoriche un bel ritmo e una bella cadenza, che nella forma poetica appunto risalta ancora di più. Come taglio è anche adatto a quello che hai scelto di raccontare e c’è sicuramente un accordo tra come scrivi e l’impostazione: come a dire, sei stata in grado di sostenere la scelta ardita della poesia. Mentre, però, di nuovo ti faccio i complimenti, non posso fare a meno di esprimere la mia perplessità per l’impostazione poetica che non mi ha convinta del tutto. Nonostante la fluidità che sei riuscita a creare, secondo me la storia è troppo lunga per mantenere fino in fondo l’attenzione: resta una oneshot, resta un racconto, che per quanto reso in forma poetica, resta prosa. Questo è un parere soggettivo me ne rendo conto, ed è dettato anche dal fatto che non mi era mai capitato prima di valutare poesia. Ripeto, è un appunto soggettivo che nulla toglie alla tua ottima capacità di scrittura, però comunque volevo segnalare la mia non piena convinzione per l’impostazione. Credo che scrivere tutto in prosa ma adottando lo stile poetico sarebbe stato preferibile. Si tratta di qualcosa di soggettivo (perché, ripeto, non c’è niente nella poesia che vada male), quindi ti tolgo solo qualche punticino. Perplessità mia a parte, comunque, non posso che apprezzare davvero il modo in cui questa storia è scritta, brava!
Trama e personaggi: 5/10
Questo, purtroppo, è il tasto dolente della valutazione. La forma poetica e la scelta del flusso di coscienza della protagonista si prestano molto a una trama “sfuggente”– lo intendo non in senso negativo, semplicemente voglio dire che non è dettagliata e dev’essere ricostruita di fatto dopo la lettura dallo stesso lettore. Inserisci degli indizi tra i versi: la guerra, l’esperienza del vivere insieme e ricordare i dettagli dell’altro nei momenti felici, infine la perdita e l’acquisto di una casa che è nostra ma per lei in solitudine. Come idea è suggestiva ed è molto bello questo tentativo di voler parlare di un amore in bilico tra il prima e il dopo, tra la gioia e lo struggimento della mancanza.
A mancare però sono due aspetti: la linearità (problema ovviabile, vista la struttura poetica), ma soprattutto l’appiglio a elementi concreti. La storia sfugge, e stavolta lo dico con un senso un po’ negativo, perché è come sospesa su una montagna di headcanon e si aggrappa a elementi che non sono reali. Mi spiego meglio: hai voluto creare una poesia, hai voluto parlare del dolore e della sofferenza e questi arrivano tantissimo – ma è un dolore impersonale, che il lettore potrebbe assumersi dentro facilmente grazie alla tua capacità stilistica, ma che di fatto appare non legato a nessun personaggio. Parli di una casa nostra che assume significato se paragonata a una casa che c’è stata prima, a una casa crollata, ma questa casa nel canon non esiste; parli di una storia d’amore vissuta ma questa storia nel canon non c’è stata. Addirittura fai riferimento all’Incendio della Tana, che c’è solo nei film quindi mi viene da chiedermi se anche questo non fosse forse un headcanon. Mi sfugge l’ordine degli eventi, non soltanto come Hermione e Fred si siano avvicinati, ma anche quando. Per di più, se non fosse stato per alcuni dettagli (soprattutto gli “scherzi”) non avrei mai pensato a Fred e Hermione e non solo perché i personaggi non sono caratterizzati con tratti peculiari, ma perché gli eventi che li riguardano e che ci racconti non appartengono alla loro storia. Questo non sarebbe stato un problema se fossero stati spiegati meglio e perlomeno contestualizzati nell’ordine cronologico degli eventi della saga. Nella poesia mancano nomi, ma non è questo il problema: caratterizzando con alcuni elementi caratteristici Fred e Hermione, facendo riferimento a eventi concreti da loro vissuti e poi magari fondare su questi il tuo headcanon della loro storia sarebbe stato sicuramente più rispondente al raccontare una trama priva di buchi. La trama e i personaggi sarebbero risultati forse un pochino evanescenti anche in una storia originale, ma qui parliamo di una fanfiction, quindi i personaggi – specialmente se non originali – si devono sentire, così come le scene del mondo potteriano (anche se non canoniche ovviamente, nel loro rapporto col canon). Il risultato del racconto è, invece, purtroppo una sensazione di non comprensione della linea degli eventi e dello sviluppo della trama dei personaggi.
Mi rendo conto di essere molto severa su questo parametro, ma sto ragionando proprio in rapporto al parametro: devo valutare la trama e purtroppo non l’ho trovata ben espressa né lineare, e la scarsa caratterizzazione dei personaggi in quanto loro ha influito. Nulla toglie che la tua poesia abbia valore, semplicemente ha una debolezza evidente su questo punto. Non per forza una storia deve avere una trama, sia chiaro, ma a me tocca qui valutarlo nel momento in cui c’è un parametro specifico.
Titolo e introduzione: 3/5 [titolo: 2/ 2.5 + introduzione: 1/ 2.5]
L’introduzione non mi piace da un punto di vista di forma: dopo aver scritto la partecipazione al forum, saresti potuta andare a capo per parlare della storia, invece di mettere un trattino (tra l’altro sbagliato, perché ci sarebbe voluto un trattino lungo invece di quello breve). Molto bene, invece, per quello che hai scelto di dire come introduzione, anche se lo avrei accompagnato con un estratto del testo: senza invece, da un lato risulta troppo scarno infatti, dall’altro non rende a sufficienza conto della potenza evocativa del tuo testo.
Il titolo nella sua globalità mi piace. Rispecchia il tono generale della poesia e racchiude, enfatizzandoli, quelli che sono gli elementi più importanti: il contare fino a cento e la casa. Inizialmente non mi aveva convinta al 100% perché collega due elementi di fatto tra loro separati, eppure proprio questo collegare (con l’espediente della parentesi) è funzionale a renderlo più particolare rispetto a un semplice “Casa nostra” oppure “Contare fino a cento”. Lo trovo dunque azzeccato, sia per adattamento alla storia, sia per come suona, sia infine per il senso che racchiude. Mi ha colpita, ed è questo il motivo per cui ti ho attribuito i tre punti bonus. L’unico problema per cui ti ho sottratto mezzo punto è di tipo grammaticale: non va mai messo un punto fermo alla fine dei titoli.
Gradimento personale: 4.5/5
Nonostante non abbia compreso fino in fondo tutta la trama e nonostante non abbia sentito i personaggi in quanto loro nella storia, ci tengo a farti capire che a me questa poesia è piaciuta davvero tanto. È scritta benissimo, l’emozione arriva forte e chiara, forse proprio perché trascende qualsiasi storia singola. Se il fatto che i personaggi – come dici tu stessa nelle note – potrebbero essere chiunque crea un problema nella trama, dall’altro aspetto ha l’effetto di potenziare la portata emotiva: tutti, leggendo il tuo lavoro, possiamo immaginare quel dolore, comprendere il senso dell’attesa vana e del contare fino a cento. O forse non tutti, ma a me sicuramente è successo. Ti rinnovo i miei complimenti, è stata proprio una bellissima lettura.
Bonus titolo: 3/3
Totale: 21,7/30 + 3/3 = 24,7/30 |