Valutazione per il contest "4 canzoni"
Grammatica e stile: 5.6/10 [grammatica: 2.1/5 + 3.5/5]
Da un punto di vista grammaticale, innanzitutto ho riscontrato frequenti problemi relativamente alla spaziatura e ai puntini di sospensione. Si tratta di tre tipologie, di cui mi limito a riportarti alcuni esempi, anche se l’errore è sistematico:
i puntini di sospensione devono essere sempre tre (non due, non quattro).
Esempi: -Ora basta!… Non ce la faccio più, Bella….- qui sono quattro dopo “Bella”.
sul vetro.. qui sono due.
Dopo i puntini di sospensione ci vuole sempre uno spazio.
Esempio: “Li stringo forte…le”
Non ci vuole mai uno spazio prima.
un pezzo di raso …ma Ti segnalo questo caso perché è proprio il classico esempio sbagliato: “un pezzo di raso… ma” sarebbe la scrittura corretta.
(-1 per tutti i problemi dei puntini di sospensione)
Per quanto riguarda poi la spaziatura, ti segnalo anche che non bisogna mai lasciare uno spazio prima dei punti interrogativi o esclamativi: -Che diamine vorresti fare, Rod ?- è un errore. -0.5 complessivo
Allo stesso modo, è errore lasciare uno spazio prima della virgola, ma questo l’ho notato solamente in un caso quindi si tratta semplicemente di una svista: Il mio cuore perde un battito, perché pronuncia quel te come se lo sputasse , con tutto il disprezzo di cui è capace. - > tra “sputasse” e “con” non ci vuole lo spazio.
Altra imprecisione che ho trovato in alcuni casi la doppia spaziatura tra le parole: lo spazio tra una parola e l’altra (o tra un segno di punteggiatura e una parola) deve essere sempre uno. Esempio: Con un gesto rabbioso scaglia il bicchiere ormai vuoto contro il muro, mille pezzi di vetro schizzano tutto intorno. Tra la virgola e “mille” ci sono due spazi.
(-0.2 complessivo per la spaziatura, errore non troppo diffuso che attribuisco a sviste)
Errore è, infine, il modo in cui imposti il dialogo. Il trattino deve essere lungo – e non breve - ma in ogni caso ti consiglierei o le virgolette basse « o quelle alte “. -0.5
-Che diamine vorresti fare, Rod ?- di nuovo quel sorrisetto sprezzante che mi manda in bestia. Qui il problema è la minuscola in “di nuovo”: andrebbe con la maiuscola perché la frase non regge la domanda, quindi non continua il periodo ma ne crea uno nuovo. -0.2
Altri due errori non sistematici sono poi l’andare a capo nel bel mezzo della frase (questo si può fare in poesia, non in prosa):
Forse tornerai,
ma io starò cercando un’altra strada -0.2
E la mancanza del punto fermo alla fine di questa frase: A quelle parole mi giro di scatto, gli occhi fuori dalle orbite, e sputo fuori tutto il rancore trattenuto negli ultimi tempi -0.2
Altri appunti fuori dal discorso spaziatura/punteggiatura sono:
firewhisky -> va scritto con la maiuscola. -0.1
E’ -> È, si ottiene con la combinazione sulla tastiera ALT+0200 (è un errore molto comune che io stessa ho fatto spesso e quindi non considero).
Si tratta, come vedi, di errori molto frequenti ma non grammaticali in senso stretto. Ne ho dovuto tenere conto anche perché sono molteplici e sistematici, ma mi danno più l’idea (correggimi se sbaglio) di una poca confidenza con la scrittura delle regole su tastiera piuttosto che una non conoscenza della grammatica; anzi, da un punto di vista sintattico, semantico e di inserimento della punteggiatura non ho trovato alcun tipo di problema. Sono, infatti, i classici problemi che si vengono a creare nella formattazione su computer, mentre credo proprio che su carta non faresti alcun errore. Ti invito dunque a prestare più attenzione a queste parti per così dire più “grafiche”, perché è un peccato venire penalizzati per questo.
Da un punto di vista stilistico, ho trovato il testo immediato. Si presenta come un flusso di pensieri di Rodolphus che è rispecchiato in molti dettagli appunto stilistici che si rivelano coerenti con l’impostazione: la prima persona, le frequenti ripetizioni, l’andare a capo a ogni punto, l’utilizzo continuo dei puntini di sospensione. Li ho trovati po’ troppo ridondanti (specialmente i puntini di sospensione) e normalmente avrei storto il naso per questa scelta che finisce quasi sempre per appesantire la lettura; tuttavia, restando nell’ottica del tuo intento di introspezione fluida, credo invece siano scelte adatte e azzeccate. Tutto sommato le avrei semplicemente limate un pochino (andare a capo un po’ meno, sostituire alcuni punti di sospensione con un punto fermo o una virgola).
Il lessico e la costruzione delle frasi sono semplici, ma questo non è affatto un difetto: anche questa scelta, infatti, mi è sembrata coerente con la volontà di mostrare dei pensieri in divenire. Ho apprezzato poi molto il seguire della canzone. Quello che ti faccio notare però a questo proposito è l’allineamento diverso per la prima strofa della canzone che non viene mantenuto per le altre strofe: ti consiglio di adottare una scelta unica per una questione di pulizia del testo.
L’unica frase che mi ha creato una perplessità è questa:
Mi manca l’aria ma, a pensarci bene, è solo lei che mi manca, ma forse è la stessa cosa.. Credo che quel “ma” ripetuto, oltre che essere una semplice ripetizione che stona e che andrebbe sostituita, non permette neanche di comprendere a pieno il senso. Forse il primo “ma” avresti potuto sostituirlo con un “oppure” o un “anche se”.
Altri appunti a livello stilistico sono questi:
Con un gesto rabbioso scaglia il bicchiere ormai vuoto contro il muro, mille pezzi di vetro schizzano tutto intorno, si volta verso di me a guardarmi, come se volesse incenerirmi, poi raccoglie la sua bacchetta posata sul tavolino, si gira e, quasi danzando, se ne va… – Ti consiglio di sostituire la prima virgola (tra muro e mille) con i due punti.
pronuncia quel te come se lo sputasse – qui il corsivo dovrebbe essere riferito solo al “te” per far capire che è la parola pronunciata.
Infine, ho notato che a circa metà storia c’è uno slittamento nel modo di riferirsi a Bella: dal “lei” al “tu” come apostrofe. È un elemento di non coerenza, però non suona male e anzi, secondo me, riesce a farci addentrare ancor di più pian piano nella mente di Rodolphus, quindi te lo faccio notare come cosa che ho apprezzato.
Il giudizio non risulta molto alto a livello numerico facendo la somma dei due parametri, ma ti sottolineo come a pesare siano stati soprattutto gli errori di impaginazione/formattazione che ti ho segnalato – e che hanno influito in alcuni casi anche sullo stile. Credo che togliendo queste ingenuità il punteggio sarebbe sicuramente stato più alto – e lo sarà nei successivi contest a cui parteciperai. I miei appunti vogliono essere costruttivi in modo da poter migliorare questi punti critici, quindi non prenderla assolutamente come una stroncatura: sono aspetti che puoi recuperare facilmente.
Personaggi e trama: 9.5/10
Questo penso sia il punto forte della storia e il parametro che me l’ha fatta apprezzare. Hai scelto un momento particolare, l’addio tra Bellatrix e Rodolphus, rileggendolo dalla prospettiva dell’uomo. Di lui non sappiamo nulla, quindi è difficile poter parlare di IC, eppure gli hai dato una voce e un’introspezione sufficiente per permetterci di inquadrare e comprendere il suo dolore per quell’amore finito, per la decisione di mandare via la donna che pure ama. Personalmente, riesco a immaginarlo realmente innamorato e stregato da lei ma allo stesso tempo, a questo punto, consumato ormai dalla gelosia e dalla consapevolezza del divario tra loro. È un dolore che arriva al punto da non riconoscere più la donna che ha sposato (o forse vederla davvero) e rinnegare anche la causa del Signore Oscuro, causa indiretta di questo stesso divario. Altrettanto bene è caratterizzata Bellatrix specialmente dai dettagli che la fanno immaginare: il sorrisetto mentre parla, il gesto di pulirsi la bocca dopo aver bevuto il Firewhisky. Questo tuo show don’t tell mi è parso ben riuscito! Sempre con poco, hai anche fatto un cenno a come loro si sono avvicinati (un contratto d’affari, dove però lui la voleva a dispetto di chi lo scoraggiava) e a come si sono separati con la scena iniziale e con il riferimento implicito più volte presente a Voldemort. Non leggo spesso di questi personaggi, ma secondo me qui hai fatto un buon lavoro di caratterizzazione.
Per la trama, mi è piaciuta come ti dicevo la scelta stessa del momento e anche come sia davvero adatta alla canzone, in particolare alla frase proposta. Il guanto è l’elemento finale che chiude in modo azzeccato tutta la presa di coscienza di questo abbandono, mentre l’implorazione di Rodolphus di volerla vedere andar via fanno percepire il pieno senso del brano. L’unico appunto che posso farti è quello di una maggior coerenza globale (avrei diviso meno il testo con i versi della canzone, avrei creato meno scarti tra il momento dell’addio e quelli di riflessione personale e di ricordo). Sono appunti, come vedi, ancora una volta grafici, ma rientrano nella trama perché la sua struttura e presentazione finisce per essere un pochino “spezzata”.
Titolo e introduzione: 3/5 [titolo: 1/ 2.5 + introduzione: 2/2.5]
L’introduzione è molto semplice: una citazione che non rivela troppo del testo e una minisintesi della situazione in corso. Tuttavia, risulta secondo me abbastanza efficace per capire di cosa si sta parlando e per attirare l’attenzione del lettore, senza dire troppo e senza annoiare. In poco sei stata essenziale, quindi brava. Il mio unico consiglio qui è di marcare con delle virgolette l’estratto in modo da far capire che si tratta di una citazione, oppure di metterla in corsivo.
Il titolo è sicuramente adatto alla storia (venendo ripreso nel finale) e rispecchia lo spirito della canzone. Non mi ha convinto del tutto però per la lunghezza e per la ripetizione che finisce per “allungarlo” ancora di più. L’effetto negativo è quello di non catturare a sufficienza e allo stesso tempo di svelare troppo: personalmente l’avrei intitolata solamente “Solo un guanto” oppure anche “E profuma di te”. Più breve significa più di impatto. Ultimo appunto a livello stilistico sempre riguardo alla snellezza della forma è poi quel “che” tra parentesi; già sarebbe risultato migliore sostituendo il che con la congiunzione e: “Un guanto, solo un guanto (e profuma di te)”. Infine, c’è un errore grammaticale – curiosamente nello specchietto, ma non all’interno del testo – che riguarda le parentesi: anche qui la spaziatura non va mai tra la parentesi e una parola, né nel caso della parentesi di apertura né di quella di chiusura.
Gradimento personale: 4/5
La tua storia mi è piaciuta: ho apprezzato lo sguardo che hai voluto gettare su questa coppia nel momento della rottura, ho apprezzato l’immediatezza delle scelte stilistiche che tra loro risultano coerenti e, soprattutto, l’atmosfera della canzone che risalta molto. Una maggiore cura del testo e della sua presentazione (titolo, impaginazione) mi avrebbe convinta pienamente.
Bonus titolo: no
Totale:22,1/30 + 0/3 |