Ciao,
non ricordo se ho mai letto qualcosa di tuo – anche perché ultimamente la mia memoria fa abbastanza schifo –, ragion per cui, quando ho visto che avevi postato questa storia nel pub, ho atteso di avere un momento per riuscire a leggerla.
E sì, ammetto che molto ha fatto anche la tua scelta di usare parole giapponesi per i titoli dei capitoli (che mi ha riportato alla mente quando avevo una adorazione folle per questa lingua. L’adoro ancora ma con più moderazione).
Allora, non ho letto la storia principale da cui provengono questi tuoi OC quindi leggerò questa come se fosse una originale (sperando che le mie riflessioni non siano del tutto bislacche).
Ti dico subito che la protagonista è stata una piacevole scoperta. Confesso di non amare le narrazioni in prima persona ma questo non mi ha impedito di apprezzare la lettura.
Dicevo… di lei ho amato non solo la maturità e la gratitudine che prova verso i suoi genitori – ammettiamolo: cosa non affatto scontata in un mondo in cui pretendere sembra l’unica opzione possibile – ma anche il suo insaziabile desiderio di viaggiare e scoprire che cosa si celi al di fuori del proprio paese.
Laelius è il tipico mago che non è succube dei pregiudizi. Non so perché mi ha ricordato un po’ Andromeda Black – anche se lei penso che all’inizio li abbia avuti eccome – forse per il modo spigliato di vivere e di non vergognarsi di apprezzare e amare qualcosa che per altri sarebbe un’onta atroce.
Tornando ad Aiko, ecco, mi ha dato proprio l’impressione di essere una mamma a tutto tondo. Non è solo per il calore e l’amore che rivolge verso il marito ma anche per quel senso di protezione che estende verso la figlia (e il fatto che sia preda di tutte le paure che si ritrovano ad affrontare tutti i genitori).
All’inizio pensavo che questa storia si concludesse in maniera serena – esattamente come l’aria della primavera e quella che ho respirato per tutto il tempo mentre gli occhi scivolavano a divorare una riga dietro l’altra –, poi è arrivato il finale
Ora, non so se è il mio lato angst – potrebbe essere – ma l’ultima parte mi ha fatto sorgere il dubbio che i giorni felici siano terminati e che Laelia, nel guardare la fotografia dove una famiglia sorride all’obiettivo, provi amarezza.
Lo so, è un’ipotesi azzardata ma non conoscendo il tuo canon, questo è quello che ho sentito.
Un saluto e alla prossima,
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