Questo malessere troverà mai storpiatura d'autore e divenire benessere, nonostante gli incessanti necrologi sbattuti sui rotocalchi di questa penisola?

Le campane potranno tacere, forse per poco, forse per lungo tempo, ma non bisogna lasciarsi andare e divenire smorti in essere. Lasciamo ai parroci il loro dovere di farle rintoccare nuovamente.

Questi i miei pensieri.

AP.

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Buongiorno,
per la prima volta dopo tanto tempo, ecco una poesia che mi ha trasmesso una infinita tristezza!
E' che non funziona nulla e per ora siamo come in mezzo a un oceano in tempesta. Quando finirà? Nessuno lo sa!
Tieni duro, continuiamo a lottare, dobbiamo restare a galla a ogni costo.

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Ciao Francesco. In poche righe sei riuscito a sfiorare tantissimi tasti ed il risultato è già davanti ai nostri occhi, alla radio, in televisione, su internet. Il complesso meccanismo della vita si sgretola inesorabilmente, fondendosi con quello del sopravvivere (se si è attenti, fortunati e forti). Eh sì perché c'è anche chi non ce la fa. O non ce la fa più... Come addirittura le tue campane.
Triste e splendida.
Un caro saluto
Roberto

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Ed eccoti, caro Francesco, nuovamente sulle barricate di queste nostre giornate in guerra, ormai quotidiana, con le problematiche di una situazione che sembra non volersi attenuare, contrastando anche i cuori e le menti di noi poveri mortali che ci aggiriamo per le strade in preda ai nostri pensieri pesanti, non avendo cuore per poter vedere il bello che ancora persiste intorno a noi, nonostante le brutture a cui assistiamo. Tutto sembra voler volgere al negativo e il fatto che anche le campane di paese non risuonino più come un tempo, è il segnale che qualcosa nell’aria si è guastato definitivamente. Sempre attuale e quanto mai pungente con la poesia delle tue parole per raccontare una realtà in divenire. Un saluto affettuoso.

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