Recensioni per
Per l’uomo non c’è altro inferno che la stupidità o la malvagità dei suoi simili
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Egregio Sacrogral,
Sono riuscita a mettermi in pari con i tuoi splendidi racconti: questo entra nella top ten di default dato il fortissimo richiamo al "Silenzio degli innocenti"!
Fino alla fine mi sono arrovellata sullo scambio tra il Marchese e Madamigella La luminosa!
Inoltre Andre' che fa da spalla al Marchese per convincere la Bestia a confessare... come ti ho già detto in una precedente recensione, circostanze permettendo, loro potrebbero essere dei buonissimi amici.
Sapevo che il Marchese non avrebbe fallito.
I più sentiti complimenti, Galla88

Allora, il bene contro il male, il male in tutte le sue sfumature, là dove sembra esserci solo buio vi è sempre modo di trovare un barlume di luce.
Il male più oscuro guidato dalla protervia accompagnata dalla certezza dell'impunità, quel male che prende ciò che vuole, anche la vita, per il semplice gusto di farlo. E per un senso di onnipotenza dettato dalla nascita. Con questo male si deve confrontare il bene.
E lei, che non sa vedere veramente il male, deve accettare di "usare" il male per ottenere il bene. Rivedere il male, il marchese, è fonte di fascinazione e preoccupazione per lui. Per Oscar è finalmente il momento di "vedere" se stessa attraverso gli occhi del marchese.
Si affrontano il male più oscuro e vile e il marchese a cui basta la sola descrizione della sofferenza che riserverà al vile assassino per ottenere la vittoria sul male. E il tempo ha trasformato una cicatrice in un segno di bellezza e di purezza dell'animo. Un fascino innegabile quello del marchese, che non può non colpire anche i soldati della Compagnia B.
L'inferno è nella malvagità dei suoi simili, lo sa bene il marchese che non segue il male fino a se stesso.
E in quella cella, mentre il marchese la interrogava su se stessa, lei si è guardata come in uno specchio e, arresa a se stessa, ne è uscita vincitrice.
Ricordo il punto che non trovavi, e ricordo il piacere di ritrovare quei soldati "in trasferta" che tanto ho amato.
Il potere della scrittura, della tua scrittura, è tutta nel modo in cui riesci a rendere vivi e affascinanti personaggi come il marchese de Sade. E nell'immenso tesoro di bellezza che si cela dietro ogni parola.
Nei silenzi, tra le pieghe, oltre le parole si trovano la vera realtà e la vera forza dei tuoi racconti.

Io il male l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente.
È diventato poesia.
È diventato fuoco d’amore per gli altri.
- Alda Merini -

E la lacrima di luce arrivò sinuosa e accattivante a squarciare il cielo di Paris in una notte d’estate non qualunque a liberare quel “profilo lieve” dalle costrizioni dei “simboli vuoti” e dal  silenzio che Mademoiselle ha tenuto per troppi anni intrappolato in gola.
Potere di parole feroci e suadenti, profferite da un uomo  non ad una sola dimensione, “foul and fair”, non un cavaliere sauroctono che combatte il demone ma un uomo che lo asseconda e lo accarezza dolcemente, essendo lui stesso le due facce dello stesso ossimoro: demoniaco, inumano e carnefice, da un lato, e troppo umano, vittima e capro espiatorio dall’altro.
Ha già fatto l’amore con i propri demoni, non li uccide, li riconosce tutti nell’umanità che lo circonda e glieli mostra impavido e persuaso della loro spaventosa bellezza. 
E così anche Oscar finalmente li accetta, in fondo credo li avesse già scovati sulla “linea della rosa” nelle parole suadenti e vere di un altro demone che ritrovava se stesso, come lui, nell’umanità di Parigi.
Davvero molto bello,
Minaoscarandre