Allora, il bene contro il male, il male in tutte le sue sfumature, là dove sembra esserci solo buio vi è sempre modo di trovare un barlume di luce.
Il male più oscuro guidato dalla protervia accompagnata dalla certezza dell'impunità, quel male che prende ciò che vuole, anche la vita, per il semplice gusto di farlo. E per un senso di onnipotenza dettato dalla nascita. Con questo male si deve confrontare il bene.
E lei, che non sa vedere veramente il male, deve accettare di "usare" il male per ottenere il bene. Rivedere il male, il marchese, è fonte di fascinazione e preoccupazione per lui. Per Oscar è finalmente il momento di "vedere" se stessa attraverso gli occhi del marchese.
Si affrontano il male più oscuro e vile e il marchese a cui basta la sola descrizione della sofferenza che riserverà al vile assassino per ottenere la vittoria sul male. E il tempo ha trasformato una cicatrice in un segno di bellezza e di purezza dell'animo. Un fascino innegabile quello del marchese, che non può non colpire anche i soldati della Compagnia B.
L'inferno è nella malvagità dei suoi simili, lo sa bene il marchese che non segue il male fino a se stesso.
E in quella cella, mentre il marchese la interrogava su se stessa, lei si è guardata come in uno specchio e, arresa a se stessa, ne è uscita vincitrice.
Ricordo il punto che non trovavi, e ricordo il piacere di ritrovare quei soldati "in trasferta" che tanto ho amato.
Il potere della scrittura, della tua scrittura, è tutta nel modo in cui riesci a rendere vivi e affascinanti personaggi come il marchese de Sade. E nell'immenso tesoro di bellezza che si cela dietro ogni parola.
Nei silenzi, tra le pieghe, oltre le parole si trovano la vera realtà e la vera forza dei tuoi racconti. |