Eccomi ancora ad esplorare un genere che propriamente non è il mio, ma che ho letto con la consueta voglia ed interesse, curiosa di sapere fino dove vi sareste spinto caro Cavaliere.
“Mio caro Cavaliere, questa volta mi avete stupita veramente. Devo ammettere che il genere parodia - demenziale non è lettura proprio nelle mie corde, ma ho voluto darvi il beneficio del dubbio e infatti lo stupore mi ha colto, grazie alla vostra narrazione fluida e coinvolgente come sempre, e che ho imparato ad apprezzare dai vostri primi scritti, con l’incontro tra Voi e i vari personaggi di cui amate narrare le vicende, in quel giardino di casa vostra. Ho temuto all’inizio che veramente fosse accaduto qualcosa di brutto ad André, il non vederlo vicino alla nostra eroina e nemmeno insieme al suo compagno d’armi, mi ha fatto temere il peggio. Se poi aggiungiamo che avete inserito anche Monsieur Sanson, il Boia di Parigi, per il quale ho però un occhio di riguardo grazie ad uno dei vostri racconti, e niente meno che il Marchese de Sade, del quale non ho ancora letto le avventure da Voi architettate, decisamente non sapevo che pensare. Poi eccovi comparire insieme ai personaggi che tanto amate e ai quali sicuramente avete voluto solo fare uno scherzo, che però la nostra Oscar sulle prime non ha preso molto bene attribuendo a Voi la scomparsa del suo amato senza il quale le sarebbe impossibile vivere. Voi siete perspicace e forse avevate pensato che tutti loro insieme sarebbero venuti a chiedere conto del vostro operato e quindi non avete potuto fare altro che svelare l’arcano, chiamando a raccolta uno spaesato André subito finito tra le braccia della sua amata che se lo terrà stretto per timore di qualche altra vostra idea balzana. Insomma Cavaliere, dallo sconcerto iniziale ho potuto anche sorridere di gusto, nell’avvicendarsi dei vari protagonisti che volevano far luce sul mistero, ognuno alla propria maniera. So per certo che Voi amate il lieto fine soprattutto per chi non l’ha potuto avere grazie a Madame Ikeda, per cui vi ringrazio di aver riportato la tranquillità negli animi, complimentandomi sempre per il vostro ardire superbamente mischiato alla vostra penna. Un caro saluto.” |