Eccomi nuovamente con un altro commento, ritrovato nel mio personale archivio e postato come scritto originariamente.
“Caro Cavaliere, siamo tornati insieme a Voi alla Disperazione, luogo che Vi attira e Vi porta alla riflessione. Ci avete fatto un ennesimo affresco di quella varia umanità che transita, forse senza lasciare traccia di sé in quel luogo che per alcuni diventa luogo di perdizione, oppure luogo ove perdersi e annullarsi. Questa volta ponete a confronto il Conte di Girodelle che, sotto mentite spoglie, ha l’occorrenza di sapere cosa sia quel qualcosa che lega Madamigella Oscar a quell’uomo che pensa di incontrare nella locanda più malfamata di Parigi. Deve cercare di entrare nella sua mente per comprendere cosa ci sia in lui che non va e che lo mette sempre in una posizione di sudditanza rispetto ad Andrè Grandier, proprio lui, il servo di casa Jarjayes, lui che è sempre vissuto a fianco della donna da lui amata senza che lei lo sapesse. Quella sera la donna comandante avrebbe dovuto scegliere il miglior partito per accasarsi, secondo il volere paterno, ma ancora una volta è stato nuovamente messo da parte per l’uomo che ora ha di fronte e che lo osserva, sapendo benissimo cosa si agiti nel suo cuore e nella sua mente: l’ennesimo rifiuto. Ma Oscar, Andrè lo aveva capito, doveva essere libera, libera come l’aria, libera di scegliere per se stessa, libera anche da lui, poiché lui comprendeva il valore che aveva la possibilità di scelta per Oscar. Il conte non potrà mai comprendere quanto profondo sia il legame fra di loro, tanto da essere, lui, disposto a morire per lei, poiché ogni cosa fatta per lei, vale la pena farla. La disfatta questa volta per il conte è totale: qualsiasi cosa egli faccia sarà sempre perdente agli occhi di Oscar e ora, cosa che forse un recesso della sua mente aveva già capito tanto tempo prima, è una affermazione che deve fare più a se stesso che all’uomo che di fronte a lui lo guarda, ormai la collera sparita dal suo volto e lo sguardo costernato poiché anche lui ora prova il suo stesso dolore. Molte ombre si sono addensate sulla Disperazione e su tutti gli astanti che hanno assistito al confronto fra i due uomini, capendo che in ballo ci fosse qualcosa che era al di sopra di qualunque cosa loro potessero comprendere, era un confronto che aveva luogo ora, ma veniva da lontano, aveva solo la necessità di venire certificato senza ombra di dubbio, cosa che è avvenuta e che lascerà il conte a pensare che il suo rango poco conti nelle questioni di cuore e Andrè, vittorioso ancora una volta, ma con una immensa sofferenza nel cuore per non poterla avere. Amarezza che accomuna i due uomini. Alla fine avete voluto riportare uno sprazzo di luce in tutta questa nebbia che ha avvolto tutto di sé, facendo risaltare ancora una volta la nobiltà d’animo di André e di questo Vi ringrazio. Sempre molto interessanti e cariche di significato queste vostre incursioni estemporanee nelle vite dei nostri amati personaggi che ne permettono una conoscenza sempre più profonda ad opera della vostra magistrale penna. Spero di rileggervi quanto prima. La vostra dama d’altri tempi vi saluta cordialmente.” |