Recensioni per

di

Questa storia ha ottenuto recensioni.
Positive : 0
Neutre o critiche: (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
25/01/21, ore 07:33
Cap. 1:

Buongiorno,
sono scenari da brivido, ma noi dobbiamo restare nel nostro piccolo, adesso, per sopravvivere; il paraocchi non sarebbe male.
Meglio non guardare. Quando sarà il nostro turno per fare qualcosa, lo faremo.
Sempre una poesia fortissima!

Recensore Master
24/01/21, ore 14:27
Cap. 1:

I tuoi versi, caro Francesco, ci riportano con i piedi ben piantati sulla terra.
Abbiamo provato ad alleggerire la mente con pensieri che volassero alto e altrove, ma tu ci riporti al presente, a un quotidiano fatto di ululati di sirene che dirigono verso gli ospedali.
Si sperava di non dover rivivere le follie che hanno contraddistinto il passato, quando la pioggia omicida era quella delle bombe che dal cielo cadevano per il predominio dell’uomo sull’uomo. La Storia ha di nuovo riportato pagine di dolore con queste legioni di cellule omicide, una espressione forte che ben incarna il momento contingente nella sua sconvolgente drammaticità.
Se non sono guai questi, cosa altro ci dovremmo aspettare, forse avere esseri acefali al comando?
Un caro saluto in queste nostre strane domeniche meditative, in cui si potrebbe cadere preda dello scoramento.

Recensore Veterano
24/01/21, ore 13:11
Cap. 1:

Buon giorno!
Questa poesia fa pensare alla guerra: ospedali ululanti, cieli rombanti, legioni di piccoli nemici invisibili... Ma ti capisco in fondo, la Sicilia rimane tinta del colore del sangue. Dovete tenere duro e lo farete, siete un popolo forte e testardo. Non basterà la mala politica a schiacciarvi e nemmeno il virus.
Mi hai riportato ai miei sei anni con il termine "acefali", il quale veniva usato dalla maestra per sgridarci nei momenti di stizza. Un dettaglio a cui non ripensavo da lunghissimo tempo e per questo ti ringrazio. Un abbraccio da una testa dura, durissima.
Jean

Recensore Master
24/01/21, ore 12:59
Cap. 1:

Direi che si vivono nel contempo presenti inciviltà date da queste cosiddette diaspore di esseri umani buttati al vento, acefali e senza strada battuta su cui versarsi con tranquillità d'animo, ma invece vi si trova ingordigia e avidità sempiverde verso il prossimo. Un leitmotiv, filo conduttore dell'animo umano da quando ancora Egli ondeggiava con la clavicola in mano e aveva appena scoperto come appiccare un fuoco, in qualche grotta sperduta.

Questo il mio pensiero. Un abbraccio, e non pensare alle cellule omicida, immenso Francesco.

AP.