Ciao, Rosmary!
Che bello rileggerti di nuovo e, soprattutto, ritrovarti con questa storia che mi ha sorpreso tantissimo (chi è che non si sarebbe sorpreso, del resto, davanti a una James/Petunia, seppur one-sided?).
Petunia è, indiscutibilmente, uno dei personaggi che più si prestano ad affrontare tematiche come l'esclusione, l'invidia, il rancore; ne ho lette diverse, di storie su di lei, ma questa qui, al di là della prospettiva insolita (Petunia che non guarda Lily, per una volta, ma James!), affronta il suo personaggio e il suo "arrancare" faticosamente fra la folla, col peso dei sogni distrutti e delle speranze infrante sulle spalle, con una delicatezza che mi ha lasciata senza parole.
Ho adorato la scelta di rendere la crescita di Petunia uno sforzo continuo di riorganizzazione mentale, di formule e definizioni attente e precise, di accurato "incasellamento". C'è tanto, di lei, in quel rifugiarsi dietro parole rassicuranti, in quel rinchiudere il mondo in un vocabolario mentale, grazie al quale orientarsi (la "sorgente di senso a cui abbeverarsi" e rinvigorirsi, a cui aggrapparsi per non lasciarsi schiacciare dalla moltitudine dei mediocri, dei non speciali). In pochissime frasi iniziali, hai saputo racchiudere tutte le insicurezze del personaggio, la delusione e, al contempo, il non arrendersi, il suo fiero radunare armi da rivolgere contro quelli che si macchiano della colpa di "spiccare" (l'astio con cui nascondere e "scacciare l'invidia").
Ho apprezzato tanto come, dopo aver ribadito il modo in cui Petunia si aggrappa alla sua sensata, ordinaria, tranquilla quotidianità, tu abbia giocato con la figura di James; James che "rovista la monotonia" di Petunia e la fa "danzare di lusinga", che "fa a pezzi il senno", quello ossessivamente difeso (James è uno spiraglio aperto su quella unicità e diversità che tanto
affascinano Petunia e non può che stravolgerla, piombando davanti a lei col suo sorriso e quel pizzico di specialità impigliata persino nei capelli, persino quelli sono ribelli!).
Mi è piaciuta tanto anche la struttura della storia, questo frammentare la crescita di Petunia con stralci di dialogo con James, che "segnano il tempo", che scandiscono le fasi della disillusione e del rancore di lei (mi è arrivato tutto, il costante martellare del suo dolore nel petto!).
Sono rimasta colpita dalla profonda accuratezza del lessico - sempre in bilico tra la sfera della normalità e quella dell'insolito, dello straordinario -, lessico che, in effetti, rispecchia efficacemente la protagonista. Infine, ho adorato da matti la frase finale (ho un debole per le chiusure che riescono a stringerti il cuore, proprio come questa!): "essere stata incauta, (...) e di aver sbirciato oltre il confine, lì nella landa degli straordinari".
Questa frase intrisa di amarezza mi è arrivata con estrema potenza, mi ha fatto percepire nitidamente la rancorosa rassegnazione di chi resta "al di qua" del confine e la trovo semplicemente perfetta.
Come dicevo in apertura, è stato un vero piacere ritornare qui dopo un bel po' e ho apprezzato tantissimo questo esperimento (spero si sia capito!).
Un bacio!💙 (Recensione modificata il 27/01/2021 - 03:17 pm) |