Cara Cedro,
fai bene a tenere a questa storia perché ha una premessa intrigantissima e presuppone l’unione tra due mondi, quello nostro e privo di magia e quello tolkieniano, quindi cosa si può volere di più dalla vita? Ecco, considera che pochi libri hanno conquistato il mio cuore come il Signore degli Anelli e il Silmarillion e sarei quasi tentata di metterci qualche aneddoto di mezzo, ma non è il caso perché sono rimasta piacevolmente conquistata da questo prologo e spero di poter leggere molto presto come va avanti la storia. Ma andiamo con ordine. Elanor sa di non essere un’abitante di questo mondo e sta perdendo i ricordi di Arda. Li perde perché ha scelto di fuggire da noi per depotenziarsi e perché sta sacrificando il proprio passato e la propria essenza pur di sfuggire a Morgoth in persona.
Lui non sembra molto contento di ciò e riesce a parlare nella sua mente. Le rinfaccia un tradimento e h adorato come lo fa, perché hai colto quella scintilla del Loki norreno che Tolkien affibbiò a Morgoth: la manipolazione, il tentare di sedurre i suoi nemici per portarli dalla sua parte. Non a caso quando i due bambini la spintonano, Elanor viene investita dalla proposta di Morgoth di renderli loro guerrieri. In linea con molti film horror, colei che ha visioni cerca di convincersi che siano semplicemente delle allucinazioni e non siano la prova di una connessione con altri mondi. Di diverso c’è che Elanor mente al suo medico, però. Lei gli dice che quelle voci non sono reali, ma in realtà lei sa (ancora) chi è e insomma, come dicevo in apertura, le possibilità per la storia sono molte, non ultima quella che Elanor perda la memoria di sé prima della fine della storia. Che accadrebbe, in tal caso?
Sebbene Londra sia appena abbozzata, hai dato subito l’idea della città con pochi tocchi, non tanto descrivendo vie e piazze, ma la normalità della vita umana fatta di ragazzini che si rincorrono, mezzi pubblici e coincidenze presi per un pelo, studi medici dove la vita si svolge con indolente normalità mentre nella testa della protagonista c’è una vera e propria lotta, che è resa benissimo anche per il modo in cui è scritta. L’insistenza di quel non sei reale è perfettamente resa; è una frase che sembra un mantra e una formula magica in un mondo dove, come sappiamo, non esiste la magia, ed è anche un modo per Elanor di convincersi che può tenere Morgoth fuori dalla sua testa – infine, potrebbe essere davvero qualcosa di irreale, una paura recondita, ma questo non lo credo: sono più portata a ritenere che Morgoth abbia trovato un modo per entrare in connessione con quest’esule e, a questo punto, tocca capire per quale motivo. Struggente è anche leggere di come Elanor sappia che il ricordo del suo passato svanirà e, con lui, lei dimenticherà chi è. Cosa determina chi siamo, in fondo? Il sangue? La nascita? La memoria. Hai colto un elemento secondo me fondamentale per descrivere chi siamo – chi è Elanor; ora lei custodisce una memoria che le consente di sapere perché non può cedere alla voce, ma se la smarrisse? Ok, ho delirato abbastanza, ma quello che conta è che ti devo fare tantissimi complimenti per un inizio davvero wow. Un abbraccio forte e a presto,
Shilyss |