Buongiorno a te, cara! È bello imbattersi nuovamente in qualcuno di conosciuto, su questi lidi.
Generalmente, non recensisco one shot porn, non per questione di pruderie, ma soltanto perché le trovo molto, molto difficili da scrivere, soprattutto quando si tratta di una coppia inusuale, perché non è raro che scadano nel meccanicismo più becero quando non nella comicità involontaria. A te, però, conosco abbastanza da fidarmi ed ero anche curiosa di come avresti saputo portare al dunque due personaggi che fino ad oggi non penso di aver mai visto accostati (e te lo dice una che ebbe il coraggio di leggersi una Erwin/Scar. Sì, hai capito bene, quello Scar) e quindi eccomi qua.
Parto subito col dirti che ho trovato la scelta dell'ambientazione What If azzeccata, perché è l'unico contesto inerente al canon in cui si possono accostare Bertold e Porco e mi è piaciuto molto che la svolta intima sia dovuta, prima ancora che ad un sentimento reciproco- che c'è, in una certa misura, ma non mi sembra di natura precisamente romantica, perlomeno non ancora- ad un esigenza da parte di entrambi di silenziare il tormento che hanno nella testa. In un certo senso, rientra nel loro essere camerati, sono abituati a coprirsi le spalle a vicenda e lo fanno anche quando il campo di battaglia è la loro testa e l'unica difesa dietro cui trincerarsi è il sesso. Ho trovato attinente al personaggio di Berthold la riflessione sulla caducità insita nell'essere umano e mi ha intenerito molto che, fra le cose che sogna di fare prima di morire, ci sia la perdità della verginità, un desiderio futile e quasi frivolo che però rivela la fragilità e l'umanità di questo Guerriero che è ancora soltanto un ragazzo. Azzeccato anche che sia Porco a prendere in mano la situazione e che il punto di partenza del loro confronto sia il desiderio divorante di dare un senso alla morte di Marcel- senso che alla fine non si trova e la cui mancanza spinge Porco a venire incontro a Berthold anche soltanto per dimenticarsi del proprio dolore. Sulla descrizione della scena in sé per sé, non mi dilungherò eccessivamente, mi è piaciuto però che alla fine il focus fosse sempre sulla resa emotiva, sui motivi e i sentimenti che portano i personaggi a fare quello che fanno e che la cosa non si riducesse ad un semplice... elenco dei passi, abbonami l'espressione.
Poiché sono una berciante befana che se non trova il pelo nell'uovo non è contenta, però, mi sento di farti due appunti a livello di stile: uno è che usare altrui al posto di "dell'altro" quando ci si sta riferendo ad una persona specifica mi sembra poco fluido (non so però se sia fattualmente scorretto), l'altro è che penso sarebbe meglio sostituire il termine Shifter con Mutaforma, visto che il significato è lo stesso ed è sempre meglio ricorrere all'italiano, laddove è possibile. Ma sono minuzie che non guastano un lavoro che è nel complesso decisamente soddisfacente, quindi complimenti!
Alla prossima
Catcher |