SECONDA CLASSIFICATA
Alexander_Draganovic – Glitch
Stile:
È onestamente difficile valutare lo stile dal solo parlato. L’ambiente che circonda i personaggi, le loro reazioni, gli indizi di quello che, parlando della trama, potrebbe succedere, sono interamente affidati ai vari dialoghi tra personaggi (tra l’altro, mai menzionati per nome). Il che può portare solo a due risultati: un mappazzone, come direbbe Barbieri… o una storia folle; intesa come follia positiva. Credo che nel tuo caso si possa propendere verso la seconda possibilità.
La gestione dei dialoghi dev’essere pressoché perfetta per riuscire a tenere il filo della tua storia. Non parlo della mera coerenza, della maturità, ma di ogni altro aspetto che possa conferire al lettore la “percezione” di chi stia parlando e cosa stia succedendo; e significa, senza ombra di dubbio, che i personaggi devono possedere un’identità netta, che non lasci margine alcuno di dubbio.
Su questi aspetto ci siamo. Eccetto l’ultimissima scena, quando appaiono i vari signori Black, White, Green e Red. Lì ho faticato ad orientarmi. Per il semplice fatto che non sono mai apparsi e, considerato il colpo di scena che li ha preceduti, mi sono trovato spaesato. Con una seconda rilettura attenta ci si può arrivare, ma va segnalato; per lor signori vale il problema che non si è presentato tra Sir e il (Poveraccio)Dottore.
Chiusa questa premessa, direi che la storia è riuscita a creare atmosfera, e non era scontato che accadesse. Man mano che la conversazione con il Sir si approfondiva, emergevano dettagli a contorno capaci di tenermi sul pezzo. Un testo ben scritto, quale che sia la sua forma, deve fare proprio questo. Hai saputo creare una trama davvero interessante, ma lo sforzo non sarebbe servito a nulla senza una costruzione che potesse stuzzicare l’attenzione fino all’ultimo momento; lo so, mi sto ripetendo… forse sono stato glitchato anch’io. Voglio dire è che ogni tassello fondamentale c’è e nell’insieme si amalgamano in modo, se non perfetto, positivo. A livello stilistico, eccetto qualche inciampo sul finale, posso dirti sono che hai fatto un buon lavoro :)
Quanto alla grammatica: non rientra nel campo di valutazione, quindi le mie saranno perlopiù solo osservazioni sommarie. Non ci sono errori grossolani, ma alcuni ne ho riscontrati. I più sono certo siano di distrazione, ma in un testo fatto di solo dialoghi, dove l’uso della punteggiatura è molto importante senza altri strumenti a supporto, indirettamente incide sulla percezione di alcune scene, rallentandone la comprensione. L’unico punto che mi sento di riportare, che non rientra tra quelli di cui parlo né nel campo di valutazione, è che tra i punti di sospensione “…” e una parola non dev’esserci spaziatura.
Originalità:
Sul piano dell’originalità questo racconto si presenta in un modo ambivalente. L’imput generale sembra ripreso a grandi linee da Cyberpunk, perlomeno da quel poco che so del gioco, quindi dal punto di vista futuristico gli unici punti di riferimento che posso prendere in considerazione sono la telecamera – molto ingegnosa e particolare –, nonché e soprattutto il Glitch. Non solo rappresenta il titolo, ma un caposaldo della trama, quel tocco accattivante che ha trasformato la storia da semplice dialogo a una vera e propria esplosione di sorpresa. Più o meno verso la metà del racconto ho cominciato ad annusare che qualcosa non andasse, poi quando il Sir ha parlato del famigerato compagno, che fosse un dottore, ho capito che il colpo di scena era dietro l’angolo. Capirlo non ha dato meno importanza al colpo di scena, a maggior ragione se consideriamo il ribaltamento successivo e totalmente inatteso. Come ho anticipato sullo stile, una chiara contestualizzazione dei vari Sir Black, White e Green, e Red, non si sente. Ma non è un colpo di scena completamente casuale e fine a sé stesso, poiché che il Sir fosse un signore della malavita era chiaro, che Kassandra possa esserlo diventata accordandosi con altri Sir anche; era la figlia del boss silurato proprio dal Sir. Nel complesso, direi che la vena originale di questa storia non si può discutere. C’è, soprattutto nel come è stata gestita la trama.
Utilizzo del pacchetto:
Per quanto concerne il prompt, direi che ci siamo. Abbiamo una donna che, successivamente, scopriamo che è stata effettivamente la fidanzata del Sir. E lui la stalkera, la osserva, in una maniera che hai lasciato trasparire magnificamente raccapricciante (+3). Abbiamo lo psichiatra, temporanea vittima del losco gioco del Sir (+3). La telecamera nascosta è, contrariamente alla mia precedente svista, più che presente e ben gestita all’interno della trama. Perdona la mia svista (+3).
Gradimento personale:
Il racconto mi ha stupito e in positivo. Devo confessarlo: quando ho visto che c’erano solo dialoghi ho avuto qualche perplessità. Tuttavia, a maggior ragione, come giudice devo staccare le mie impressioni e dedicarmi solo all’aspetto soggettivo del giudizio, quindi ho letto senza alcun preconcetto. E per fortuna! Trovo questo racconto molto ispirato, capace di attirare l’attenzione. Soprattutto per il modo vivido in cui il Sir lo racconta, quasi fosse un narratore e il lettore si fosse trasformato in quell’innocente dottore che pian piano cade nella sapiente e perversa trappola del Glitch.
In tutto questo, stravolgere il finale con un bad ending che vede protagonista non più cacciatore ma “preda” è quel tocco di classe che ti vale il 6/6 pieno; attualmente, sei il secondo autore che abbia mai ricevuto la massima valutazione in questo campo, in un mio contest.
Complimenti! |