Recensioni per
Tra sempre e mai (parentesi)
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 76 recensioni.
Positive : 76
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/07/21, ore 15:41
Cap. 5:

Ciao cara,
tu mi devi avvisare quando decidi di farmi prendere un infarto di questo tipo, caspita Homer ma che combini? Fra un po’ ci rimango secca come Ole, cribbio!
Cioè questa cosa del gelato è da andare fuori di testa, come faccio a ricompormi adesso? Soprattutto come faccio a non morire dentro ogni volta che Homer lancia un sasso, ma che dico sasso, lancia direttamente una cava di marmo e poi si rifugia nella normalità perché ehi, sia mai l’abbia combinata davvero troppo grossa stavolta: della serie, prima spacco tutto ma poi scappo prima che si vedano le crepe. Gliela facciamo una statua a quel povero santo di Ole sì o no?
Questo capitolo è bellissimo. Punto. Perché è bellissimo vedere come emergano i sentimenti di Ole in quei piccoli sorrisi, in quegli sguardi che riserva all’amico, alla piccola soddisfazione che gli sale sulle labbra quando Homer dice che flirtare con la gelataia non gli interessa più.
E mentre aleggia nell’aria quel sentore che si possa scatenare una bufera da un momento all’altro, con i ragazzi del pallone che non capiscono e Eloise che capisce benissimo c’è questa incredibile voglia di scoprire e scoprirsi, questo cercarsi e cavolo se Homer invade lo spazio di Ole ma sono ragazzi, con questo bisogno incredibile di stare insieme prima che sia tutto perduto che, a volte, fa male al cuore perché il tempo vola e indietro non si torna più.
In tutto questo non mancano alcune parti più rilassate e divertenti tipo Ole tavolino, la dolcezza della cartolina o quando si mettono a discutere della faccia da stronza di Eloise per cui non serve una vista così acuta per notarla. 
E si avvicinano, oh se si avvicinano, sempre più ma quel testone di Homer ancora non ci arriva a dare un nome a quei sentimenti che lo portano a voler avere Ole sempre a portata di tocco, sia esso mentale o fisico, far scivolare lo sguardo nel suo, la soddisfazione che prova nel vederlo felice, il calore che gli sale nel sentirlo gemere al contatto delle proprie labbra con le sue dita… Dio, capiscilo per favore!
Ole, invece, lo sa benissimo quello che prova ma non sa quanto può lasciarsi andare, soprattutto non adesso che Homer sta per partire e, probabilmente, uscire per sempre dalla sua vita anche perché, via, non è che Homer mandi proprio segnali chiarissimi eh… pare talvolta affetto da sindrome bipolare :D Ma è così difficile fare i conti con i sentimenti quando si è ragazzi, soprattutto se poi sono considerati un tabù. Sì, un po' lo sto giustificando ma che non ci si abitui più di tanto ù_ù
Ah, quanto mi è piaciuto l’accostamento fra Ole e Earl Grey anche se con il ragazzo di certo non rischia graffiate sulla pelle ma, di sicuro, le rischia sul cuore ed è bellissimo che, nonostante i due ragazzi rischino di annegare, sia figurativamente che letteralmente, Ole questa volta faccia da boa di salvezza (più che la canonica àncora) che sostiene entrambi a galla... almeno finché non arriverà la tempesta.
Al solito è sempre davvero un piacere passare di qui <3
Alla prossima
Cida

Recensore Master
05/07/21, ore 13:12
Cap. 7:

Eccomi qui!
Come sempre in ritardo, ma come sempre tanto emozionata.
Ho riletto il capitolo per recensire e ho fatto una riflessione che alla prima lettura mi era sfuggita: credo che la reazione di Ole al gesto sfacciato di Homer sia influenzata soprattutto dal dialogo che hanno avuto poco prima su mogli e figli, su un domani che Homer evoca senza pensarci troppo, giudicandolo ovvio, con una naturalezza che ferisce Ole – pur senza volere, ovviamente – e che temo lo abbia fatto sentire sbagliato per il tempo di un istante (ma sappiamo che Ole dà peso a ogni cosa, anche agli istanti).
In quel momento, in quello scambio di battute su questo futuro fumoso che Homer immagina a istinto e che Ole sa già essere lontano da lui, credo tu abbia evidenziato la prima vera distanza tra i due, il motivo che li rende o li renderà per troppo tempo una parentesi: se Homer, per indole, vive le relazioni con passione ma anche con libertà da legami, Ole è invece consapevole di aver bisogno di una casa oltre che di un porto in cui tornare – è come se Homer questo passo in avanti non l'abbia ancora fatto: lui è veramente felice con la sola idea che si ritroveranno, mentre a Ole non basta, perché ri-vedersi equivale anche a tempo trascorso distanti, a vite che vanno avanti, a persone che occupano posti – e mi ha un po' devastata l'idea che Ole, sin da adesso, nella propria vita non riesca a immaginare persone che non siano lui, perché loro parlano di moglie e figli, ma credo che per Ole valga anche per un eventuale compagno l'idea di un rifiuto a priori.
È poi un dialogo estremamente importante anche perché segna, a mio parere, un momento di rottura in Ole, e di conseguenza anche in Homer – che in apparenza guida la situazione, ma in realtà si lascia guidare dalla corrente che è Ole –, cioè il momento in cui dice senza mezze misure, pur non essendo esplicito, che a lui le ragazze non interessano e questo Homer lo sa, deve averlo capito, di conseguenza è implicito che gli stia dicendo di farsi delle domande, capire cosa vuole da lui, perché se lo sfiora in certi modi non può pensare che entrambi continuino a raccontarsi la favola dell'assenza di malizia.
E poi precipita tutto, perché Homer è completamente andato!
Credo che proprio quel dialogo, la paura di essere a un passo dal perdere Ole – dalla possibilità che si convinca di cose sbagliate, come il non essere il suo tutto –, renda Homer ancora più fuori controllo e lo spinga a voler annullare tutte le distanze, fargli capire che sa e che oltre a sapere prova qualcosa di tanto, troppo simile.
Ed è bellissima l'immagine di Ole che tenta di mettere il mondo tra loro – perché forse è meglio così, è meglio farlo prima che la sofferenza aumenti – e Homer che corre a distruggerlo e a pregarlo di non farlo, di non chiuderlo fuori dal loro mondo.
Insomma, con questi due sono sempre debolissima e spero che le mie parole non siano sciocchezze messe in fila (nel caso mi scuso!), ma che siano riuscite a cogliere almeno un pochino delle emozioni implosive presenti in questo capitolo.
Amo questa storia sempre di più e spero di riuscire a recensire al più presto anche il prossimo capitolo, intanto ti saluto con un grande abbraccio (a te e ai koala)!

Recensore Master
05/07/21, ore 00:35
Cap. 5:

Vabbé ok ragazzi datevi 'na mossa.
La gamba contro il fianco, leccare le dita dell'altro, ecc ecc ma Ole non sta veramente rispondendo e boh... che succede Ole? Non è il tipo di attenzioni che vuoi da Homer? O ti tieni indietro perché pensi che sia inutile iniziare una cosa a pochi giorni da una separazione così drastica, e hai paura che se ti ci butti poi ti ferisci di più?
Oppure Ole è solo naturalmente timido?

Ho trovato che la scena della cartolina fosse veramente tenera, mi ha ricordato che anche io amo scrivere cartoline alle persone a cui tengo, anche se non so, forse è una cosa che piace solo a me e loro si seccano a riceverle ^_^'
Ma conosco benissimo il disagio di "ok ho messo l'indirizzo, e ora che ci scrivo?" E speri che nonostante tutto quel pezzo di carta riesca a trasmettere al ricevente il messaggio "ti sto pensando".
Mi ha fatto ridere la scena anche per come Ole continuava a muoversi e parlare nonostante Homer gli avesse detto di non farlo XD e ho anche provato a immaginare come Homer avrebbe potuto disegnare Ole con e sue povere skill artistiche e ho immaginato che disegnasse una specie di patata come l'autore di One Punch Man.

Ora, parliamo un momento di Homer che lecca le dita di Ole e poi, non essendoci uno sblocco della situazione, usa una tecnica che già una volta ha funzionato: indurre in entrambi ansia sociale per farli riavvicinare facendo leva sulla reciproca... selettività, direi. Almeno, per Homer è selettività, per Ole probabilmente è davvero introversione.
Homer, questa è una manovra un po' bieca. Un escamotage facile. Però ti perdono perché hai tipo 16 anni e anche perché Ole, a lasciar fare a lui, si paralizza e non fa mezzo passo avanti. Anche perché Ole ha delle tempistiche più lunghe, magari ha bisogno di momenti di pausa e distanza prima di potersi riavvicinare, il problema è che di tempo non ne hanno.

Cosa avrà detto Eloise a Ole? Qualche stronzettaggine di sicuro... ma sembra che Ole abbia imparato a dare alle parole di Eloise il peso che davvero hanno: zero. Sì, ha avuto bisogno di allontanarsi da lei, ma questo è comprensibile, non ha una presenza simpatica. Si vede anche da come si è tranquillamente appropriata del telo mare di Ole e Homer.
Ma che succederà adesso? Non lo so, mi sembra che la situazione sia impaludata, o che i progressi siano diciamo lenti e osteggiati dalle paure di Ole. Non so cosa aspettarmi.
Comunque complimenti per come metti bene in scena le persone e gli scenari, il realismo di questa calda estate. Sembra di vedere un quadro dipinto, di poter essere lì e sentire il caldo, toccare con mano gli scenari del paesino.
La frase iniziale mi piace molto, "La piazzetta al centro di B. è un rettangolo di sole lanciato a picco sul capo dei pochi avventori, un rettangolo arroventato e soffocante.", ci dice qualcosa della regia di questa scena: sembra di vedere il paesino dall'alto, dal cielo, e allontanare il punto di vista per descrivere il contesto è una cosa che serve per "staccare" dai personaggi e che mi piace molto.

Recensore Master
03/07/21, ore 18:25
Cap. 1:

Ciao **
È tantissimo tempo che non leggo qualcosa di tuo sul profilo, quindi appena ho visto il tuo profilo, ho deciso di fare un salto e ovviamente la mia scelta non poteva che ricadere qui. Mi piace il fatto che tu ti sia ispirata a Chiamami col tuo nome, perché l'ho adorato. E ho adorato il fatto che le atmosfere fossero così vivide, così reali che mi sembrava proprio di essere lì, in questo posto che sembra essere sospeso nel tempo, con il vento caldo che scuote le foglie degli alberi. E mi è piaciuto proprio tanto come la storia è partita fluida: Eloise parla, parla, si capisce che ha un debole per Homer (come sempre del resto), ma lui piuttosto che ascoltarla si perde a fantasticare. Io adoro Ole e lo sai, e più di tutto adoro vederlo attraverso gli occhi di Homer. Il loro rapporto mi piace già tantissimo, in realtà credo sarebbero anime gemelle in qualsiasi universo. E anche se ho letto solo il primo capitolo, questa mi ha da l'impressione di essere una storia molto dolce, delicata e a tratti malinconica (che poi sono le mie cose preferite). È tutto vivo, come se guardassi un film, e questo mi ha conquistata. E mi è piaciuto pure il tempo verbale presente, leggo raramente storie scritte in questo modo, ma qui direi che ci stava benissimo.
E niente, sono contenta di essere passata da queste parti, baci :*

Nao

Recensore Master
03/07/21, ore 01:19
Cap. 8:

Ciao! Ti sei ripresa dalla tensione di aver dovuto mettere nero su bianco ciò che il tuo cuore sapeva, ma che la tua mano esitava a scrivere?
Scrivere di sesso è difficile, non ci sono storie. Si rischia sempre di cadere nella lista delle spesa degli organi genitali: due etti di peni, due chili di gemiti e via dicendo. Ho trovato poche persone realmente in grado di farlo e mi sono accort* che più che l’atto in sé sapevano descrivere l’attesa, la tensione che si genera prima e durante. È un dono anche quello.
In questo capitolo ho colto i tentennamenti, le andate e i ritorni di due persone che vivono il loro rapporto con ambivalenza, ma con determinazione, fino ad accorgersi che tutto è giusto, che va bene anche così. Due adolescenti impacciati, come migliaia di adolescenti, che scoprono l’altro attraverso se stessi. Un gioco proibito che non si può più fermare. Mi ha fatto tenerezza Homer con le sue parole sconclusionate, mentre Ole mi colpit* al cuore, perché forse, tra i due, è quello più disperatamente coinvolto in questa attrazione proibita, a cui si abbandona, vinto. Non credo tu abbia descritto una scena di sesso. La loro acerba intimità è la bandiera bianca della resa: il superamento del limite tra ciò che conviene per imposizione e ciò che è giusto per sé e per l’altro. È cadere oltre il limite. E non saranno mai più gli stessi.
Ho letto da qualche parte che le scene di sesso nei libri non devono essere fini a se stesse, ma devono determinare un cambiamento, un momento di rottura, devono sottolineare un’evoluzione, negativa o positiva. Credo che tu questo insegnamento l’abbia perfettamente recepito.
Coraggio! Sincronizza la tua mano al tuo cuore e non potrai sbagliare!

Recensore Master
27/06/21, ore 11:17
Cap. 4:

Ciao!
Finalmente riesco a tornare anche io dai due che, effettivamente, nella notte sono diventati due koala :D Ma quell'abbraccio che c'è stato nella notte lo troviamo solo come un ricordo al risveglio di Homer che si ritrova da solo nel letto dopo aver perso ore preziose di quel giorno nel sonno. È stata molto intensa la sua ansia nel riscoprirsi solo, nel non comprendere cosa abbia potuto portare Ole a prendere le distanze da lui, magari quello che è successo la sera prima? Che, forse forse, è stata una bella bombetta quella che Homer ha sganciato con il suo gesto?
È stato molto caloroso vedere come sua madre abbia compreso, anche senza bisogno di parole, che qualcosa non andasse perché la famiglia è questo che fa, di sangue o meno, comprende quando ci sono dei problemi senza bisogno di dare voce al nostro disagio.
Mi è piaciuto moltissimo, inoltre, il nuovo spaccato che hai fatto sui Landmann con l'immagine dei due genitori diametralmente opposti che, però, si compensano alla perfezione come due piatti della stessa bilancia, l'ho trovata veramente molto bella. Complimenti.
E poi beh, ho adorato non sai nemmeno quanto Earl Grey (nome stupendo tra l'altro) e il suo essere tanto scorbutico con Homer e sua madre per il loro carattere esuberante quanto adorabile con il carattere più calmo e riflessivo di suo padre e di Ole... cioè: la pancia, si fa accarezzare la pancia!
E poi c'è quello sguardo disarmante di Ole che dentro nasconde la resa totale ai suoi sentimenti per Homer perché Ole è sempre il primo ad accorgersi che ciò che li lega non è solamente amicizia perché Ole per Homer sarebbe disposto a tutto e la cosa buffa (e irritante al tempo stesso) è che lo sarebbe anche Homer se non fosse così cieco nel pensare che tutti vivano al suo stesso modo. Perché sì, come mi hai detto tu e come ribadisci qua, l'ultima cosa che Homer vorrebbe è far soffrire Ole costringendolo a fare cose che non vuole ma fra il dire e il fare c'è di mezzo tutto il mare di B., possiamo dire che Homer è intelligente ma non si applica? XD
E, finalmente, ci mostri il motivo di tutta la malinconia che aleggiava in questi capitoli perché, come sospettavo, il fatto che Homer non tornerà più al college e alla stanza di Ole è stato svelato ed è tutto così canon che vado in brodo di giuggiole mentre, al tempo stesso, muoio un po' dentro perché, lo sai, il dolore di Ole ormai è un po' anche il mio.
Il finale di questo capitolo, in quella radura segreta, è così carico di dolore da distacco ma al tempo stesso di amore che quell'abbraccio finale, fra risate e singhiozzi, e erba fra i capelli diventa improvvisamente la cosa più bella del mondo (e il fatto che Ole dia a Homer del cretino per aver pensato che un arrivederci avrebbe potuto fare meno male di un addio l'ho adorato, sappilo).
Sperando di riuscire a tornare presto, ti auguro una buona Domenica!
Alla prossima
Cida

Recensore Master
25/06/21, ore 22:00
Cap. 7:

Arg….si scrive così un verso di disappunto? Perché, perché mi hai messo sotto il naso il dolce e poi te lo sei ripreso? Non- è- assolutamente- giusto! Quel bacio appena accennato, quella scena in ginocchio come davanti ad un Dio pagano, quella sensazione di carne e ossa che sfrigolano sotto la paura e l’attesa. Bello, bello e maledettamente ingiusto.
Come le relazioni sofferte.
Arg!

Recensore Master
12/06/21, ore 23:54
Cap. 4:

Oh mamma, ma la malinconia di questo capitolo.
Quando Homer si è svegliato, io devo dire che non ho pensato nemmeno per un momento che Ole se ne fosse andato senza di lui. Non è nel carattere di Ole, secondo me. Homer forse è il tipo di persona che potrebbe prendere e andare all'avventura da solo, ma Ole credo che vada al mare principalmente perché ci va Homer. Non sto dicendo che il mare non gli piaccia, non lo so, ma credo che Ole non si muoverebbe in un ambiente che conosce poco senza essere accompagnato da Homer. E poi alla fine è lì per stare con lui, non semplicemente per la villeggiatura o i paesaggi.

La parte del gatto mi ha fatto sorridere tantissimo, tipico comportamento da gatto, ma mi è anche piaciuto il fatto che sia diventato un escamotage per approfondire un attimino il padre di Homer e per fargli dire quella cosa importante, che a volte le persone normali fanno fatica a stare dietro a Homer e a Cecilia - che in effetti in questo sono molto simili e forse il rapporto fra i genitori di Homer assomiglia un po' al rapporto fra Homer e Ole stessi. Non credo di aver capito mai così bene la frase sugli opposti che si attraggono, fino a questo momento. Pensavo che fosse solo una frase fatta e invece non avevo mai considerato che forse dopotutto si bilanciano e si equilibrano a vicenda. Per capire questo concetto mi basta pensare a quando vedo le mie amiche e loro mi trascinano a camminare per i parchi, cosa che di mio non farei mai, ma che so che mi fa bene. Anche i genitori di Homer hanno questo rapporto che è un po' un conflitto, un po' un compromesso, un po' un bilanciarsi a vicenda: lei è sicuramente una persona attiva ed estroversa mentre lui mi sembrerebbe un tipo più riflessivo e più tranquillo. Come appunto Homer e Ole.

Mi è piaciuto molto il momento in cui sono in campagna insieme. Una fortuna che quel giorno si siano svegliati troppo tardi per andare al mare all'alba, anche se beata stamina dei giovanissimi, io con una sola notte in bianco sono uno zombie il giorno dopo e ci metto una settimana a recuperare il ritmo circadiano giusto. Invece loro sono abbastanza in forze da inforcare le biciclette e addentrarsi nelle campagne. Il modo in cui descrivi lo scenario è molto suggestivo, sembra proprio di poter essere lì, ma hai il potere di descrivere la campagna per come dovrebbe essere nell'idea romantica degli scrittori e dei pittori, non per com'è davvero: nello specifico, nel mondo reale La campagna è un bellissimo quadro si è vista da lontano ma un incubo di insetti se ti ci cali dentro. Per questo quando loro due si sdraiano nell'erba io non posso fare a meno di pensare "😱😱😱 formiiichee!!" ...ma io ho un odio per gli insetti che forse questi due ragazzi sono troppo pragmatici per condividere.

Ho trovato bellissima questa frase: "E che ha deciso di portarci Ole non perché vuole mostrare all'amico uno scorcio particolarmente suggestivo, ma perché sente che Ole appartiene a quel posto – a quelle sensazioni, a quella serenità e quella pace che sanno rimettere ordine nel cuore di Homer". È commoventissima. Talvolta si legge nei romanzi qualche frase come "sei tu il mio posto sicuro" o simili, ho sempre pensato che fossero smancerie che non avevano senso, invece questo brano un senso ce l'ha. Mi piace tantissimo come questi due si completino a vicenda.
Mi è anche piaciuto il riferimento allo sbrogliare i pensieri, come dire, per riprendere il discorso della sera prima e far capire all'altro che non è stato dimenticato. Può darsi che abbiano lasciato tutto in sospeso con quel contatto fisico che non si capisce se li abbia portati da qualche parte, però nessuno dei due rinnega quello che è successo la sera prima.
Devo dire comunque che in questo capitolo faccio un plauso a Ole per aver avuto il coraggio di parlare apertamente con Homer. Capisco benissimo che cosa intende quando dice che Homer è una forza trascinante, che lo spinge a fare anche cose che non sarebbe nella sua natura fare o che addirittura non vorrebbe fare, e io so che Homer non vuole "esagerare" ma a volte non è la singola cosa che ti porta troppo lontano dalla tua comfort zone a essere "esagerata", è la reiterazione delle piccole cose.
So che Ole non è davvero infastidito da tutte le volte in cui Homer lo trascina a fare cose che lui non avrebbe fatto ma che forse non sono poi così importanti. So che Ole ha in mente qualcosa di ben più importante, su cui tornerò tra poco. Però sarebbe anche legittimo essere infastidito per il fatto di essere sempre trascinato a fare cose, è un po' come dire che sotto sotto non sono compatibili e che Homer stia cercando di cambiarlo. Io penso che in realtà Homer voglia solo trovare una sorta di terreno comune su cui potersi muovere visto che è vero che sono due persone molto diverse, e quindi un compromesso significa incontrarsi a metà strada.
Ma per tornare alla cosa che dà fastidio a Ole, anche qui io lo capisco benissimo. È come se Homer non gli consentisse di essere triste, e non soltanto di mostrarlo, ma proprio neanche di pensarci. Se sospettassi delle cattive intenzioni in Homer potrei anche parlare di "toxic positivity", ma non credo che sia quello il caso. Credo che Homer sia onestamente spaventato all'idea di soffrire. Per Ole soffrire è consolatorio, credo, perché per le persone riflessive è sempre molto facile vedere il lato negativo della vita, e affrontarlo ammettendolo è il modo migliore per non sentirsi inseguiti dall'ansia di qualcosa che sappiamo esserci ma che non abbiamo la possibilità di guardare in faccia. Invece soffrire è facile, è come passare la lingua sul dente per capire quando inizierà a fare male.
Per Homer al contrario soffrire è qualcosa di brutto e basta, qualcosa di cui forse non ha esperienza, oppure qualcosa che per tutta la sua vita si è rifiutato di ammettere. Ad esempio, Homer potrà anche essere un genio e di sicuro questa vita movimentata e senza radici gli permette di avere moltissimi stimoli intellettuali, quindi in un certo senso gli va a genio e avrà anche formato la sua spiccata intelligenza; allo stesso tempo non ci credo che questa mancanza di radici non abbia portato con sé almeno un po' di dolore e di effetti negativi, ma forse Homer finora si è sempre concentrato su quelli positivi. Per i bambini è particolarmente difficile riconoscere che una situazione possa portare gioia e dolore contemporaneamente, e Homer non è più un bambino però non ha neanche l'allenamento mentale per sopportare questo tipo di situazioni ambigue.
Almeno, diciamo, preferisce affrontarle solo quando diventa inevitabile. Homer non vede il senso di soffrire prima del tempo, Ole trova intollerabile doversi forzare a provare solo gioia quando in realtà prova anche dolore, io lo capisco benissimo, sono il tipo di persona che a giugno è già di buonumore perché ad agosto andrà in vacanza, e ad agosto è già ansiata perché a settembre ricomincerà a lavorare. Essere incapaci di vivere il presente perché sappiamo che finirà è una specie di maledizione. È come se l'unica consolazione possibile possa arrivare solo dalla promessa dell'eternità: Ole non può essere felice con Homer, non completamente felice, perché sa che sta per finire tutto.

E può anche darsi che questo sia solo un arrivederci, ma è un arrivederci pieno di incertezze. Che significa arrivederci se non c'è alcuna certezza di quando ci si rivedrà? Sei mesi? Un anno? Due, cinque, dieci anni? E tutto questo dopo un'estate molto bella in cui ci si è salutati con un arrivederci che non preparava assolutamente al tempo variabile che si sarebbe dovuto trascorrere separati...

È carino il finale in cui c'è questo riavvicinamento tra loro. È carino che alla fine li danno insieme e che si appoggino l'un all'altro, anche se mi sembra sempre come cercare di costruire un castello di sabbia appena prima che arrivi l'alta marea. Bello sul momento, inutile nel lungo periodo.

Io spero che non passino anni prima che questi due si rivedano comunque 😢

Recensore Master
12/06/21, ore 13:18
Cap. 6:

Eccomi qui, sempre in ritardo, ma sempre emozionata.
Quanto sono belli.
(No, dai, questa volta voglio provare a scrivere una recensione sensata e ordinata!)
Dicevo.
Ecco, dicevo che in realtà credo che questo sia, ad oggi, il capitolo più intimo di questa storia nonché quello che mi ha comunicato più di tutti l'idea di una svolta nel rapporto tra i due. Non sono sicura di riuscire a spiegarti quanto mi abbia emozionata il momento in cui Ole parla di sua madre, però credo che tutto l'essenziale lo abbia detto tu quando hai citato quel bozzolo, che non è di Ole o di Homer, ma è di entrambi, è un insieme (e qui devo ammettere che la mia mente è volata a Rhopalocera - Sursum Corda e alla lenta e meravigliosa evoluzione scandita dalle tue parole in poesia).
Hai sempre scritto che Ole quando è con Homer è se stesso e che Homer si è sempre impegnato perché Ole fosse a suo agio, e qui trovo che questo concetto si sia concretizzato nella maniera più bella possibile, perché Ole tanto geloso di ricordi e dolore, tanto restio a esternare le emozioni più intime, non solo si lascia andare a una confidenza importante con la voglia di abbracciare emotivamente Homer così come l'amico abbraccia lui rendendolo partecipe di vita, famiglia, ricordi, ma lo fa nel momento in cui – lo intuisce – Homer ha stranamente bisogno di una conferma, una rassicurazione, di una vicinanza che deve necessariamente essere di più.
Ole tende la sua mano e questo per me significa tutto, e ho idea che significhi tutto anche per Homer, che felice di essere parte del loro bozzolo sembra dimenticare la pioggia da cui s'è fatto percuotere, i piedi bagnati forse a ricordargli l'acqua del mare che ha lavato via gli imbarazzi, il timore di aver osato troppo e di aver potuto rompere gli equilibri in negativo – questo Homer è anche quello di altre tue storie, quello che trascina Ole a casa sua senza il coraggio di dirgli di avere un figlio, quello che china lo sguardo quando Ole afferma secco che a lui un figlio non sarebbe mai potuto capitare ed entrambi sanno perché; insomma, è sempre e solo il tuo Homer, anche se in un contesto diverso, con meno freni forse, ma pur sempre con quei piccolissimi timori incastrati nei suoi sorrisi splendenti, perché con Ole o va tutto bene o lui perde la bussola.
Alla fine, quando appare il sorriso delle occasioni perfette, mi è parso che tutto andasse al suo posto, che fosse tutto davvero perfetto, e adesso sembra non restare altro che abbandonarsi l'un l'altro in questa parentesi infinita che abbraccia un sempre e un mai. Non so quale sarà l'evoluzione prossima, cosa deciderai per loro (anche se tenere a bada un Homer tutto contento credo ti sia impossibile XD), ma so che mi emozionerò tanto, perché questa storia è proprio fatta di emozioni, bellissima.
Niente, ancora una volta ti ho scritto una recensione che recensione non è, ma confido che ormai ti sia abituata. Insomma, queste pagine sono bellissime e io non posso che aspettare paziente il seguito.
Un grande abbraccio (a te e ai koala)!

Recensore Master
09/06/21, ore 18:44
Cap. 6:

cara Blackjessamine!

Prenditi pure tutto il tempo che vuoi per il prossimo capitolo, perché questa bellissima storia merita e merita di essere scritta con tutta la cura e la pazienza del mondo. Detto ciò, io la definirei la quiete prima della tempesta per tanti motivi. Anzitutto, per la pioggia, che in una storia estiva fa comunque sempre pensare alla fine della bella stagione e di quella sospensione dal tempo che l’estate rappresenta. Homer e Ole sono apparentemente a un bivio del loro rapporto, tanto che scelgono volutamente di riempire il loro tempo nella neutralità che solo la famiglia così particolare di Homer sa offrire. Ole appare, in questo contesto, incredibilmente integrato, come se fosse lì da sempre, come se non fosse semplicemente un ospite, ma quasi la propagazione di Homer stesso. Un membro della famiglia.

La scena della coperta è estremamente importante non solo perché si conclude in modo dolcissimo con i due ragazzi che dormono insieme <3, ma anche perché Ole riesce, tra i denti, a fare una confidenza che associa il gesto buffo e divertente di Homer con un presunto ricordo d’infanzia. A rendere quest’ultimo struggente sono tanti elementi. Il fatto che Ole sia a disagio nel parlarne e che non ne voglia mai parlare, la crudeltà del suo destino (perdere la mamma a pochissimi anni, una tragedia), il fatto che, razionalmente, non sappia dire davvero se ricorda oppure no, un dettaglio estremamente umano e struggente, fanno di questo capitolo un importante tassello affinché due amici possano vivere qualcosa di più. Nel contesto scolastico, infatti, Ole e Homer parlano eccome. Sono amici. Eppure, in questa campagna italiana indicata solamente con l’iniziale puntata del nome, c’è spazio anche per dell’altro – per una confidenza/confessione che, sicuramente, a Ole costa moltissimo.

Persino la scelta della coperta non appare casuale, ma contribuisce a creare un ambiente. Viene utilizzata quando si approssima l’autunno e anche nel colore presenta le tipiche sfumature autunnali dell’arancio e dell’oro. Come se non bastasse, è qualcosa di confortevole, vecchio e caldo e tutti questi elementi contribuiscono a renderla “facente parte della casa”. Per concludere, anche questo capitolo mi è piaciuto moltissimo: in attesa di un aggiornamento, prometto che andrò a sbirciare tra le mille cose che mi mancano del tuo profilo!
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
06/06/21, ore 15:03
Cap. 6:

Ciao! Ho aspettato con ansia questo capitolo: sai quanto mi piaccia questa storia, così lenta e sinuosa.
Ho trovato semplicemente stupenda la descrizione della giornata di pioggia che spezza la monotonia della routine estiva e ti costringe a trovare altre strade e altre vie.
Mi sembrava di essere con Homer sul balcone a osservare quel mondo fradicio e malinconico.
Mi ha ricordato, per certi versi, quella sensazione di fresco e mistero che mi regala la “Pioggia nel Pineto” di D’Annunzio.
Poetica la scena della coperta, delicata, ma forte allo stesso tempo.
Mi hai dato una bruttissima notizia dicendo che il prossimo sarà il penultimo capitolo, perché quando ti innamori vorresti che sia per sempre.
Prenditi tutto il tempo di cui il tuo animo avrà bisogno per percorrere l’ultimo tratto di questa storia meravigliosa.

Come sempre incantat*.

Recensore Master
06/06/21, ore 00:35
Cap. 3:

E finisce così? No sul serio, finisce così il capitolo? T_T
MA CHE DIAMINE. E scommetto che il prossimo capitolo inizia con uno stacco temporale alla mattina dopo, e che questo momento di intimità rimarrà lì sospeso in quel limbo fra "sono amici" - "hanno un rapporto platonico" - "c'è del pre-romance". Perché è la loro maledettissima vita, la loro stracazzo di adolescenza, che è sospesa in questo limbo. Non è il capitolo, sono LORO. Ole e Homer, due adolescenti che si dicono tutto e non si dicono davvero tutto, che forse non sanno manco loro cosa vogliono, e in questo sono davvero molto adolescenziali e li descrivi benissimo.
Ma a parte il finale del capitolo, provo a ripartire dall'inizio.
La parte in cui a Homer dispiace di non aver conosciuto Ole durante l'infanzia è tenerissima, molto vera, sfido a non essersi mai sentiti così. Ma è un rimpianto che alla fine non ha ragione d'essere, perché spesso le amicizie dell'infanzia finiscono in nulla, quello che ci univa da piccoli non ci unisce più, si prendono strade diverse, e nel frattempo si riesce a litigare per cose da marmocchi portandosi dietro ruggini che impediscono all'amicizia di protrarsi nell'adolescenza. In un certo senso nell'infanzia ci si creano aspettative sui nostri amici che poi vengono deluse (perché crescendo si cambia) e il peso di queste aspettative deluse impedisce di vedere l'altra persona per come è, di vederne i veri pregi, di conoscerla come si conoscono gli adulti. C'è un tempo per ogni amicizia e il tempo della loro è "dall'adolescenza in poi".
Poi, la questione Eloise. Lo so che tu cerchi di renderla antipatica, ma in realtà io provo compassione per questa ragazza. E' chiaro che ci sta provando con Homer e io trovo profondamente ingiusto che le "chiacchiere leggere" di Homer siano percepite come "quello che ci vuole", mentre le chiacchiere leggere di Eloise siano fastidiose. Alla fine è sempre un parlare di nulla, quello che cambia credo sia l'aura della persona che parla, il suo modo di porsi verso gli altri. C'è una spigolosità fra Ole ed Eloise e non so se entrambi siano completamente consapevoli del perché, a me pare che entrambi vogliano Homer. In che modo Ole lo voglia, è poco chiaro, perché si può essere gelosi e possessivi anche verso gli amici, non solo verso il proprio innamorato.
Homer che *finalmente* capisce cosa vuole Eloise, forse merita un applauso. O forse no. Madonna se arriva lento il ragazzo. E come al solito, dannati confusi ormoni adolescenziali che lo fanno restare contento di quelle attenzioni, sebbene nemmeno lui sappia cosa voglia perché non mi sembrava molto preso da Eloise.
La questione della discoteca è più tricky. Ho un carattere simile a quello di Ole quindi mi lancerò nelle ipotesi:
1) Pensa che Homer ci voglia andare e non vuole essere quello che lo trattiene, e/o
2) Vuole dimostrare che può uscire dalla sua comfort zone, e/o
3) C'è un enorme elefante nella stanza e non ne vuole parlare, teme il silenzio di restare da solo con Homer dopo quello scambio di sguardi con Eloise e la sua carezza, quindi vuole andare in discoteca perché è un luogo che ti assorda con la musica e gli stimoli; sa che finirà in un angolo a fare da tappezzeria ma spera che riuscirà comunque a non pensare, come un astemio che per una volta decide di ubriacarsi anche se sa che starà solo male.
Non mi viene in mente altro.

Paradossale che il vero riavvicinamento si abbia proprio quando entrambi si rompono le palle della discoteca e tornano a casa, e quel silenzio diventa di riconciliazione e non di disagio. Una riconciliazione che però non è completa, e si completa solo quando chiacchierano a letto, con Homer che tenta di nuovo la tattica delle chiacchiere leggere, ma poi non tanto perché non parla del più e del meno; parla di loro due, e del loro rapporto. Di come in un certo senso vorrebbero leggersi nella mente a vicenda. Ho trovato bellissima l'immagine dei pensieri che sono aggrovigliati e, se si tenta di districarli, si spezzano. E' una cosa che sento moltissimo mia, la sento quando penso a una storia o a un'argomentazione e mi accorgo che potrei tracciarla come un brainstorming con collegamenti a raggera, non come una esposizione lineare. Ed è già una concessione, perché pià che una raggera sarebbe un casino di linee che si sovrappongono per concetti che si intersecano e che sono legati agli altri in modo non lineare. Un po' come la mappa dei mezzi pubblici cittadini. Se anche la mente di Ole è così, Homer l'ha descritta benissimo.
E quella timida ammissione di Ole, che Homer soffia già via la polvere dei suoi pensieri? Maaa in che modo, che avrà voluto dire? Com'è che Homer spazza via i pensieri (in eccesso?) di Ole? Con le sue chiacchiere, o con la sua sola presenza? Con il suo esempio di approccio alla vita? Non lo so, ma quando Ole ha detto quella cosa io li ho classificati come "estremamente shippabili" e ho provato sentimenti contrastanti verso il letto di Homer che è così ampio da poter ospitare due persone. Da una parte, male, perché non consente ai due ragazzi un contatto fisico senza dover rischiare di esporsi (e si sa, che rischio è rovinare un'amicizia per un'attrazione non corrisposta); dall'altra parte, bene, perché se sti due non vengono costretti a esporsi non lo faranno mai!
Ma in tutto questo, le loro strade comunque si separeranno presto, quindi a che serve che scoprano di provare qualcosa? Cambierà solo il modo in cui si lasceranno...

Recensore Master
02/06/21, ore 08:53
Cap. 3:

Buongiorno, eccomi di nuovo qui, su questa storia, con grande piacere.
Questo capitolo è intriso di una malinconia disarmante: per quello che è stato, per quello che non sarà, per quello che è.
L'inizio ha un'atmosfera familiare estremamente calorosa, con quei ricordi di bambino davanti alla schiuma che riaffiorano in una maniera così prepotente da mescolarsi con il presente di Homer che, non solo, avverte questa dolcezza di ciò che è stata la sua infanzia ma, con quel buffetto di schiuma, è un po' come se volesse mostrare ad Ole quel tempo perduto che, purtroppo, i bambini che sono stati non potranno mai vivere insieme.
L'arrivo di Eloise mi ha fatto stringere i denti, come ad Ole XD Caspiterina se è decisamente invadente quella benedetta ragazza ed è palese come Ole e lei si siano annusati a vicenda: Eloise è gelosa del legame che Homer ha con Ole e lo dimostra con quella sua lingua lunga e maligna e Ole, beh, direi proprio che non ama l'interesse che lei dimostra per quel suo amico tonto che bellamente non si accorge di quanto sia questo interesse e, anzi, ci sguazza pure un po'. Per questo l'ho capito un sacco quando ha accettato quella proposta di andare a ballare come un sfida e sia stato tutta la sera a lanciare occhiattacce come una fidanzata arrabbiata (se mi passi il termine) che l'altro recepisce ma un po' ignora perché ehi, stare al centro dell'attenzione è troppo figo. 
Ma quello che prova Ole è così lampante e il sentimento che ha per l'altro lo travolge perché, potrà anche stare lontano da tutti i vulcani del mondo per sicurezza, ma non si rende conto di averne uno nelle immediate vicinanze che con quei suoi lapilli talvolta lo ferisce ma basta la spettacolarità della sua luce per dimenticarsi il dolore e perdonare tutto. E, allo stesso tempo, Homer un po' lo si ama e un po' lo si odia perché non pensare alle conseguenze - mai - rischia di fare più danni che la grandine. E il pezzo a letto, in piena notte, con quel discorso su chi ce l'ha più lungo (il cervello), quella posizione di assoluta protezione di Olé che man mano si sgretola, portandolo ad allungarsi al fianco dell'altro e quel soffio che, l'animadelimortaccidiHomer, avrebbe sciolto anche un pezzo di ghiaccio dell'Antartide è veramente da fiato sospeso e trepidazione. 
Ma nell'aria già c'è sentore di separazione e mi immagino che stiamo ritornando prepotentemente nel tuo di canone e che, dopo questa vacanza, non ci sarà il ritorno di Homer al loro collegio e io non posso che stare male per Ole, per Homer no ú_ù perché lo so già che stanotte ha lanciato il sasso ma domani ritrarrà la mano. Per cui la domanda è... Mi farai ricredere? 
I riferimenti a CMBYN, lo sai, io me li perdo tutti quindi non mi accorgo di quale filo tu stia seguendo, quel che è certo è che come descrivi tu questo rapporto sospeso in quel che non si dice mi soddisfa enormemente anche se mi fa un po' soffrire. 
Come sempre, non posso che ringraziarti delle piacevoli letture che sai regalarmi.
Ti auguro una buona giornata e, spero, a presto!
Cida

Recensore Master
31/05/21, ore 12:02
Cap. 5:

Allora, non so cosa ne uscirà da questa recensione, te lo dico, perché Homer ha fatto ammattire anche me (povero Ole!).
Credo sia palese che il nostro Pollyanna sia un po' tanto entusiasta in queste pagine, e lo è sempre di più di capitolo in capitolo – davvero, questa vacanza gli ha dato alla testa, non capisce più niente!
Ora, scusa-Homer-sai-che-ti-voglio-bene, non può comportarsi così! Qui rischiamo che Ole faccia i bagagli prima del tempo e fugga (no, non è vero, per fortuna a lui un residuo di razionalità è rimasto!), oppure sia inaspettatamente lui a fare qualcosa di concreto, che dia un nome, o almeno una forma, a questo sfiorarsi continuo e ambiguo.
Scherzi a parte, se c'è una cosa che differenzia questa storia dalle altreche hai scritto su di loro, è senza dubbio la tensione continua e soprattutto palese: in altri racconti hai sempre preferito giocare più con le maschere, qui invece – forse complice anche il contesto dettato dall'AU – le maschere crollano con più rapidità e fanno largo a questa tensione tra i due che è evidente e bellissima, e io non vedo l'ora di scoprire se e quando esploderà dove li condurrà.
Non mi aspettavo per niente che un gelato potesse avere quei risvolti, ma soprattutto non ero pronta a un gesto così esplicito di Homer (credo di aver imitato senza volere l'espressione attonita di Ole!). Ed ero pronta a esultare, sul serio, ma poi il nostro Landmann decide di farsi prendere dalla paura e fermarsi – sul serio, io a Homer voglio bene, ma per tutti i koala (!), cosa si aspettava da Ole? È normale che il poverino si sia pietrificato, avrebbe dovuto fare trentuno dopo aver fatto trenta (sì, stravolgo a mio piacimento i modi di dire!). Mi rendo conto che Homer ti stia facendo penare, il suo entusiasmo è fuori controllo (il tuffo a mare è stato provvidenziale, a proposito)!
Cercando di tornare almeno un pochino seria – altrimenti questa recensione sarà senza capo né coda peggio di tutte le altre che ti ho scritto –, mi piace sempre tanto come riesci a far emergere il mondo interiore dei tuoi personaggi. In particolare, gelato (e gelataia – ma quanto è carino Ole tutto geloso?) a parte, il momento della cartolina è stato di un'intensità dirompente, perché un gesto così semplice racchiude in realtà un mondo, il loro mondo. Homer non gli scrive che poche parole, parole che saranno però in grado di rievocare i momenti che stanno vivendo, di dirsi ti sto pensando, di ricordare a entrambi quanto sia forte il loro essere insieme e quanto nessuna lontananza potrà mai frantumare il loro rapporto – sono insieme anche se lontani, mi è parsa questa l'intenzione che ha convinto Homer a spedire all'Ole del futuro la cartolina.
Arrivando invece al momento in cui abbandonano la solitudine per unirsi agli altri, per dare tempo a entrambi di fare i conti con quel gesto intimo che hanno condiviso, ti confesso che ho un po' tremato quando gli altri ragazzi hanno fatto allusioni – come Homer, ho temuto che avessero intuito la verità e che volessero farsi beffe dei due, invece no, sono solo impressioni superficiali di conoscenti che in fondo non sanno nulla e non hanno capito niente.
Tuttavia, non sono sicura di poter dire lo stesso di Eloise: Eloise è attenta, osserva tutto ciò che le interessa (e Homer le interessa parecchio) e in questo capitolo è emersa ancora una volta la poca simpatia che nutre per Ole e la voglia che ha di metterlo in difficoltà – ecco, mi sono chiesta se lei invece abbia intuito tutto o in parte e se questa eventuale intuizioni possa creare imbarazzi futuri. Devo dire anche, però, che parlando di questo tipo di imbarazzi non sono certa di riferirmi soprattutto a Ole, perché se c'è una frase che mi ha colpita di questa fase del capitolo è senza dubbio quel "Io non le ho mai dato retta" di Ole non so, l'ho appuntata e la conservo per i prossimi capitoli.
La conclusione è meravigliosa, perché ancora una volta descrive un passo in avanti tra i due, ancora una volta si ritrovano nonostante tutto e tutti, loro stessi in primis, e sono entrambi a casa se si sfiorano e se soprattutto riescono a isolarsi dal mondo intero – in fondo, il loro mondo è tutto lì, incastrato tra l'uno e l'altro.
So di essere ripetitiva con i miei complimenti, ma amo davvero tantissimo questi personaggi e sono felicissima che tu stia scrivendo questa storia, perché se tu scrivi io posso conoscerli sempre un po' di più e godermi racconti meravigliosi.
Un abbraccio!

Recensore Master
25/05/21, ore 17:19
Cap. 3:

Ciao mia cara <3
Non starò nemmeno qui a cercare di giustificarmi di questo ritardo, sono stata veramente pessima e l’unica cosa che posso fare per rimediare è cercare di sforzarmi a mettere in fila due parole che abbiano anche un senso – risultato che comunque non sono in grado di garantire.
Del resto, che ci posso fare se con questi due signorini tu riesci sempre a ridurmi il cuore a uno straccetto spiegazzato? Già solo alla storia del postino avevo una voglia matta di piangere, però tutti gli irrisolti di Ole da qualche parte devono pur provenire, e sicuramente una madre scomparsa in tenera età e un padre con il quale era difficile parlare e avere un qualsiasi tipo di rapporto hanno scavato a fondo nell’animo del ragazzo, gettando radici profonde e amplificando all’inverosimile la sua insicurezza. Anche se. Questa volta ha saputo tirar fuori le unghie, come si suol dire, mettendo Homer stesso con le spalle al muro, un po’ come a dire “io ti voglio bene, ma magari è ora che apri gli occhi e ti accorgi di determinate situazioni anche tu”. Perché il punto è che a Ole non sfugge niente: Homer sarà anche il suo raggio di sole personale, potrà anche tendere continuamente a lui come, proverbialmente, fa il girasole, ma allo stesso tempo è ben consapevole di quel che gli sta succedendo intorno. E Ole, da cosa derivi tutto l’interesse di Eloise Pearson nei confronti di Homer (e per contrasto, l’avversione verso lui stesso) lo ha capito benissimo. Homer invece lo intuisce (vagamente), ma non ci si sofferma, non lo vede, semplicemente non lo concepisce o non vuole pensarci, perché è comunque una cosa che sbaraglierebbe gli equilibri, e lui, in bilico su quel filo sottilissimo che si è venuto a creare tra lui e Ole è, per il momento, intenzionato a rimanerci. Perché noi lo sappiamo chi è il vero interesse di Homer, lo sa anche lui, ma ammetterlo - a sé stesso, sostanzialmente – è tutto un altro paio di maniche. Il punto è che dall’altra parte c’è Ole, che a un certo punto tira fuori l’orgoglio – che è un tratto ben marcato del suo carattere, ché timido e riservato non sono automaticamente sinonimi di “dimesso” – e in qualche modo lo spinge a prendere una decisione, seppure su una cosa all’apparenza senza tanta importanza come andare a ballare (per poi non ballare affatto, tra l’altro). Alla fine, almeno in questo caso, le cose si sbrogliano da sole, perché i due si trovano come sempre in sintonia e non hanno nemmeno bisogno di parlarsi per capire che è giunto per loro il momento di andarsene. Mi piace il modo in cui crei questa tensione fra di loro, che è un filo sottilissimo che li unisce e in determinate occasioni li strattona ma poi li porta di nuovo a camminare insieme, a muoversi allo stesso ritmo, a pensare sulla stessa lunghezza d’onda.
Se Ole è quello che rimugina, Homer sembra essere (in realtà la mia è quasi una certezza) tra i due quello che maggiormente si lascia spingere dall’istinto: e la chiusa finale del capitolo ne è un esempio lampante. Nella mente del giovane Landmann credo si siano srotolate in un lampo tutte le possibili implicazioni del suo gesto, eppure lo compie lo stesso, perché non ci possono essere distanze tra lui e Ole, non durante questa vacanza, non mentre vivono degli attimi che entrambi sanno non torneranno mai più (… e sappi che a questo proposito mi riterrò fortemente delusa se non sarà previsto qualcosa di simile a “I luoghi dello spirito” alla fine di questa storia).
Se la piega che prenderà la faccenda è quella che immagino – ovvero, quella suggerita proprio da CMBYN – da qualche parte mi dovrò pur attaccare nel frattempo per non morire di dolore, no?
A presto cara, scusa ancora per il ritardo <3 Ti mando tanti complimenti e un grandissimo bacio :*
Alla prossima!

padme