Ciao, Greta!
Arrivo sempre troppo tardi da questi personaggi che amo tanto, ma insomma sai che prima o poi – e con i miei tempi da lumaca – arrivo sempre.
A differenza di altre storie che hai scritto su di loro, questa qui prima di stanotte non l'avevo proprio aperta, non ne ho avuto l'occasione, però stanotte l'ho letteralmente divorata tutta e ti anticipo che ho amato tantissimo i tre capitoli editi (la parte più egoista di me spera che anziché sette i capitoli totali siano almeno venti!).
Non dovrei commentare le note a fine storia, almeno non prima di essermi dedicata al racconto, però ci tengo tanto a dirti che, nonostante dubbi e difficoltà riscontrati in fase di stesura, queste pagine sono piene zeppe di emozioni impattanti e che questi personaggi, meravigliosamente tuoi, sono tra le creazioni più belle che io abbia incrociato su questo sito. Non so quanto possano valere queste mie parole, mi rendo conto che quando si è a tu per tu con la propria scrittura i pareri esterni abbiano ben poco peso e significato, ma sappi che hai creato e seguiti a creare qualcosa di molto bello, che riesce a inglobarmi totalmente nel suo mondo e a farmi perdere contatto con la realtà mentre ne leggo – e per questo non posso che ringraziarti.
Piccola parentesi anche sulla scelta stilistica di narrare al presente! Prima di leggere le tue note, avevo già notato questa novità e ne ero rimasta piacevolmente colpita: non perché preferisca la narrazione al presente rispetto a quella al passato (in realtà non credo di avere preferenze in tal senso, se non quella di scegliere – o tentare di farlo – il tempo giusto di volta in volta, a seconda delle esigenze di trama), ma perché mi è piaciuto molto il ritmo che ha dato al racconto, la sensazione che tutto stia accadendo nel momento in cui leggiamo dà dinamica agli eventi e ai personaggi, e in un certo senso acuisce l'impressione che tutto possa accadere, perché niente è già scritto. Ha senso? Non lo so, come spesso accade mi affido alla tua elasticità mentale nel capire i miei grovigli di parole (io e Ole abbiamo la testa troppo piena XD).
Ammetto di non conoscere Chiamami col tuo nome, so solo vagamente di cosa parla, e se da un lato mi spiace l'idea di perdere qualche sfumatura, dall'altro ti dico che malgrado la mia mancanza sino ad ora non ho avuto la sensazione di essere un pesce fuor d'acqua, anzi mi sono ritrovata proprio a casa con Homer e Ole (e anche Eloise, sì, di cui parlerò male tra poco).
Ho riflettutto anche un po' sull'idea di AU, da esterna questa storia mi è parsa più una riscrittura dei tuoi personaggi in un altro contesto, con qualche riferimento a un'opera letteraria che fa da ispirazione e prompt. Ma insomma non ha reale importanza capire questo, ciò che conta è che ho letteralmente amato ritrovare i miei dottori preferiti in un contesto babbano dove tutto è diverso, sì, ma solo in apparenza, perché in realtà è tutto uguale a quanto conosciamo, e questo è meraviglioso. È meraviglioso perché li conosci così bene, sono così tuoi-tuoi, le loro emozioni sono così forti e totalizzanti, da abbracciare qualsiasi contesto – Ole e Homer esistono al di là della cornice, e insieme sono sempre e solo loro: bussola e porto, casa e lontananze, spiagge e silenzi, letti troppo stretti e parole da non pronunciare.
Arrivo ora a questo primo capitolo (finalmente dirai tu!), per dirti che ne ho amato il contenuto, ebbene sì, nonostante Eloise proprio non capisca di essere una Eloise e di dover tenere lontane da Homer le sue unghie smaltate (nonostante già si intraveda l'eco di Aline, la regina delle Eloise), perché proprio questo contenuto, proprio questa presenza invadente di una persona sgradita a Homer e a noi, è in grado di rendere così forte e totalizzante il sentimento di attesa.
È il capitolo dell'attesa in tutti i sensi: lo è per Homer, che detesta la compagnia di Eloise perché gli impedisce di fantasticare sull'arrivo di Ole, lo è stato forse per te che non vedevi l'ora di scrivere l'incontro tra i due, lo è per me lettrice che come Homer non vedo l'ora che il tempo passi e Ole arrivi. Non era semplice, ma trovo sia stata bravissima nel rendere vivido lo stato d'animo del tuo personaggio.
E mi è piaciuto tanto anche come, grazie a questa attesa infinita!, tu ci abbia calati nel contesto del racconto, dando quelle notizie utili a inquadrare la famiglia di Homer, questa casa meravigliosa in cui trascorrono alcune vacanze, la personalità di questo personaggio fatto di sorrisi, il mistero che avvolge Ole – come Eloise, neanche noi che tocchiamo con mano i pensieri di Homer riusciamo a capire bene chi sia questo ragazzo e cosa rappresenti per lui, come se Homer stesso si imponesse un velo per non vedere, per non capire cosa c'è oltre l'amicizia.
E poi Ole arriva e tutto, ma proprio tutto, perde importanza per Homer. Perché a Ole basta esserci, pur con tutti i suoi silenzi e le sue insicurezze, che il sorriso più vero, quello che arriva ovunque, illumina Homer e gli fa dimenticare tutto ciò che esiste al di fuori di loro due.
Come sempre sono un fiume in piena senza capo né coda quando recensisco questi due koala, e povera te che devi sopportarmi e cercare di trovare un senso in quello che scrivo. Però spero sia chiaro quanto li ami e quanto sia felice di avere l'occasione di leggere ancora di loro.
Spero di riuscire a recensire gli altri due capitoli al più presto, nel mentre ti mando un grande abbraccio e ti ringrazio per aver dato vita a questa nuova avventura.
A presto! |