Recensioni per
Un ordinario pomeriggio a casa nostra, alle 15:15
di _deleted

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao _deleted! Rieccoti con una nuova storia, veramente originale come idea e quanto mai attuale come tematica. Abbiamo la classica coppia di piccioncini che sta iniziando una vita a due sotto i migliori auspici, se non fosse per la più classica delle "noie" casalinghe: la lavastoviglie che non funziona e i vari tecnici più o meno increduli, perché gli elettrodomestici di oggi sono praticamente dotati di un'intelligenza quasi umana ed è quindi impossibile che non funzionino... al massimo sono i proprietari, artisti svaporati, che non sanno farli funzionare! Nulla di strano, in realtà, riguardo al fatto che un elettrodomestico possa "lasciarti a piedi" (o fare acqua, o altro...) sempre nello stesso punto esatto del ciclo: saranno pure intelligenti, ma funzionano pur sempre in base a programmi prestabiliti, sicché...
Ma Anita è dotata di un senso speciale che le consente di cogliere la realtà profonda che si cela dietro agli eventi. E se inizialmente la sua affermazione circa la natura soprannaturale del fatto è destinata a suscitare in Agostino una certa preoccupazione più per lo stato emotivo di lei che per il guasto in corso, di lì a poco lo spirito malandrino si manifesta con tutta la sua drammatica vicenda di delusione e violenza. Molto intensa è la narrazione di Margherita, seguita dalla giovane coppia abbracciata e assorta e che la riceve con tutto il suo carico di promessa da mantenere e di accoglienza da ricevere. Molto originale è aver pensato a una vicenda del genere riuscendo a rendere drammatica e coinvolgente la vicenda di un elettrodomestico infestato, tema che a una prima occhiata calzerebbe a meraviglia ad un genere comico (tipo il fantasma sumero nel frigorifero di Ghostbuster). Dopo forse l'impianto è più fragile è nella mancanza di tensione e fiato sospeso che forse ci si aspetterebbe da un horror (pur riconoscendo che questa storia non è un horror) o comunque da una vicenda soprannaturale: Anita fa presente che a suo parare l'elettrodomestico è infestato, ma al lettore questa sembra più una battuta, perché nella nell'atmosfera intorno fa presagire che stia accadendo qualcosa che sia fuori dalla norma. Forse tu hai inteso dare maggior rilevo al tema della violenza domestica, quanto mai attuale visti i recenti periodi di quarantena, e questo aspetto del racconto è reso infatti in modo molto intenso, con una tragicità che si tramuta poi in speranza e ritrovata serenità quando Margherita viene di fatto accolta dalla coppia, come latrice di un'esperienza e di una richiesta. Bella la battuta finale di Agostino, che richiamando l'attenzione sulla lavastoviglie e quindi sulla realtà nel suo aspetto più pratico, riesce a sdrammatizzare in modo non solo efficace, ma coinvolgente per Margherita che si sente accolta e si lascia andare finalmente a un sorriso. Non so come i due riusciranno a ottenere giustizia per la povera sposa uccisa, trattandosi di terzi completamente estranei alla dinamica dei fatti, ma un primo risultato l'hanno già sicuramente ottenuto: quel sorriso di Margherita, quella voce errante che finalmente è riuscita a trovare ascolto.
Un'ultima curiosità: la frase di Anita, "ho una chiave inglese e intendo usarla", mi ha ricordato una scena de "La sposa cadavere", là dove Victor si ritrova al jazz bar dei defunti e, comprensibilmente spaesato, cerca di difendersi brandendo uno degli avventori trapassati ("Ho un nano e intendo usarlo"). Dimmi se ci ho azzeccato... senza dire che anche qui abbiamo una sposa tradita dalla sua sorte, anche se non cadavere ma già puro (e molesto) spirito. Complimenti per la storia, narrata con piglio leggero ma che affronta tematiche pesanti, e in bocca al lupo per il contest!

Recensore Master

Ciao^^
bellissima la giovane coppia di artisti che va a vivere nella casa dei sogni: tutto bello, tutto perfetto, mobili d'antan, tranquillità, il progetto di adottare addirittura un bel cane, dolci prelibati che escono dal forno, ma... la lavastoviglie. Il perfido elettrodomestico sembra dotato di una vita propria, di una sua malevola volontà.
Mi ha fatto morire dal ridere il responso dei vari tecnici chiamati a sistemarla: siete artisti e non avete senso pratico.
Anita però capisce che quel mnisterioso elettrodomestico nasconde qualcosa che obiettivamente nessun tecnico (perlomeno non di elettrodomestici) potrebbe sistemare: nasconde il fantasma di una persona assassinata, che chiede non vendetta ma giustizia.
Molto bello e triste il racconto di Margherita, che fa da contrasto al clima ironico precedente e quindi risalta in tutto il suo carico di dolore e angoscia.
Bellissima anche la battuta finale di Agostino, che rasserena il clima e fa ben sperare per il futuro.
Una storia molto gradevole e originale, complimenti!