Ciao!
Come sempre, quando io cerco di approcciarmi a questo tipo di componimento mi sento un pochino in difetto, perché ho sempre l’impressione di non essere in grado di eseguire un’analisi fatta come si deve, o anche solo capace di andare a toccare qualche punto importante.
E quindi ogni volta sono qui a mettere le mani avanti, a dire che sì, probabilmente questa non può essere considerata una recensione, ma solo un commento irrazionale ed emotivo, ma insomma, questo tuo stile frammentario, che punta a isolare il nucleo essenziale del rapporto fra i personaggi a me piace davvero tanto, ed è sempre un piacere poterti leggere.
In questo caso, ho apprezzato veramente moltissimo il modo in cui hai giocato con questo nulla che è un po’ ciò a cui tende tutto il componimento, un nulla che sta a fare da struttura a tutto, declinando non solo il rapporto complesso e straziante dei due protagonisti, che inevitabilmente, per concezioni e schieramenti, sono destinato a non poter essere nulla, ma anche ai personaggi presi nel loro essere singolare. È come se il loro destino tragico, questa morte prematura che ce li consegna soprattutto come due nomi da ricordare quando si parla della guerra, più che due personaggi completi, emerga in maniera particolare qui, quasi fosse un destino, a preannunciare da subito come non esista un futuro, alcun tipo di futuro per loro.
Ci sono immagini estremamente significative, di questa casa che è il nulla, che è la morte, ed è tutto ciò che sono sempre stati l’uno per l’altra. Davvero, mi rendo conto che non ti sto dicendo praticamente niente, ma ho vissuto questa lettura in maniera molto intima, e ha fatto davvero male, è riuscita in pochissime parole a rappresentare un dolore, un’assenza estremamente concreta.
Insomma, vorrei davvero rendere giustizia a questo componimento, ma temo di non esserne proprio capace. Però l’ho apprezzato, l’ho apprezzato davvero tanto, e ci tengo a farti i miei complimenti.
A presto! |