Recensioni per
Il coraggio di pronunciare il suo nome
di Blablia87

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
11/11/21, ore 04:02

Non rileggevo Johnlock da molto tempo, e questo tuo racconto, è stato un balsamo meraviglioso! Un gioiello di fanfiction che sono stata contenta di trovare 💗💗
I Johnlock li amo tantissimo ma in versione vittoriana mi fanno sclerare ancora di più, e tu li hai resi benissimo!
Sherlock è un personaggio persino complesso da scrivere ma tu l'hai fatto splendidamente!
La proprietà di linguaggio, l'atmosfera percepibile e i personaggi così IC
L'aggiunta di Wilde è stato il tocco prezioso, amorissimo lui 💗 uno degli uomini più coraggiosi a cui voglio tanto bene.
È bello che tutto ciò accada sotto il suo sguardo, che l'amore tra i Johnlock viene mostrato proprio sotto la benedizione di qualcuno che ben può capirli.

Fanfiction aggiunta alle preferite, ancora complimenti!

Recensore Master
01/03/21, ore 08:15

....certo che, quando una in gamba come te decide qualcosa, lo fa con determinazione e lo traduce in pratica senza esitazioni. Infatti, trovo subito quest’altro tuo pezzo. E sono contenta, davvero. A pochissima distanza dall’aggiornamento della tua long, ci offri la possibilità di stare ancora insieme ai tuoi meravigliosi inquilini del 221b. Ed è proprio il confronto diretto, relativo alla tecnica di scrittura usata da te nei due testi, che mi conferma la tua capacità di cambiare efficacemente registro linguistico a seconda del contesto in cui ambienti le tue storie. Per quanto riguarda “Replacements” il tuo modo di descrivere l’azione, i personaggi, le interazioni tra loro, gli ambienti ed il resto è, sì ricco strutturalmente e lessicalmente, ma esprime perfettamente l’atmosfera un po’ inquietante di un futuro possibile in cui il progresso tecnologico raggiunga obiettivi sempre più impensabili oggi. Un tale contesto, a mio avviso, ha necessità di un linguaggio in cui anche la componente futuristica e scientifica trovi un’espressione credibile. Tu ci sei riuscita. Come sei riuscita a farci subito entrare nel mondo vittoriano che ci riporta più vicini al canone di Doyle con una prosa che si fa più articolata e ricca di espressioni “datate”. Ad esempio, già nella prima frase, ci sentiamo calati nell’atmosfera di fine ‘800, in cui non si sarebbe certamente scritto, per esempio, “il fatto che ora racconterò” ma, come efficacemente hai esordito tu, “L’accadimento che mi accingo a narrare”. Perfetto, siamo già ai tempi di Wilde, dello stesso Doyle. Infatti il tuo racconto prosegue con un esprimersi elegante e forbito, in cui la struttura della frase ha un’agilità diversa rispetto a quella del nostro tempo. Cioè, in sintesi: tu sai scrivere di futuro ma anche di passato. Ed anche di presente, basta dare una “sfogliata” alle tue storie in generale.
In questa, racconti dell’aprirsi, alla realtà di un grande amore, di John, vittoriano sì ma molto molto IC rispetto al canone dei Mofftiss. Accanto a lui poni uno Sh tratteggiato con eleganza, e ciò mi piace molto perché è stata la prima impressione che mi ha lasciato il vederlo, per la prima volta, sugli schermi. Sono quel “velo di tristezza”, quei “lineamenti delicati”, quello schiudersi di labbra, quell’ immagine in cui “Le labbra di Holmes si incresparono appena in un sorriso” e così via. Le tue sono pennellate che vanno a restituirci un ritratto del consulting davvero capace di suscitare emozioni ormai “antiche” ma, qui da te, sempre nuove e travolgenti. Quanti anni sono che abbiamo “incontrato” questa coppia così unica ed irripetibile e quante parole si sono spese per descriverne la magia....Eppure, di fronte a questa tua storia, non voglio essere banale, è come se fosse la prima volta in cui ci si rende conto di essere state irrimediabilmente travolte/i da qualcosa di meraviglioso ed originale. Che dire...Grazie

Recensore Master
24/02/21, ore 22:54

Decisamente in forma! Ti ho già detto bentornata, vero? E lo fai alla grande. Questa "cosuccia", come la chiami tu, è scritta benissimo. Il linguaggio è quello che ci si potrebbe aspettare da uno scritto di fine Ottocento. La prima persona riprende i racconti di Conan Doyle. Vedere Holmes dagli occhi (e dal cuore) di Watson è sempre un bel vedere.
Il riferimento a Oscar Wilde è più che azzeccato, ben calato nel suo tempo e perfettamente appropriato al rapporto che lega i due uomini.
Davvero un racconto piacevole, con un fragile Holmes e uno straordinario Watson, finalmente pronti a dare un nome all'amore. Il tutto descritto in modo delicato e coinvolgente.

Brava, come sempre. Ora che sei tornata, non ti fermare.

Alla prossima.

Ciao.🙂