Ciao,
In vero, ci sto pensando da diversi minuti, (ho anche riletto la storia) ma temo di dover commentare banalmente con un "mi è piaciuta", cosa vera, per carità. La mia speranza era di esprimere qualcosa di più, diciamo così, interessante.
Non mi arrendo...
Penso che chiunque abbia ormai varcato la soglia oltre cui l'adolescenza trova il suo epilogo, sappia di cosa stiamo parlando, possiamo immedesimarcisi e l'ho fatto.
I miei diciotto sono passati da un po' (9 anni, se ami i dettagli), ma ben ricordo il senso di smarrimento nel capire che le mie azioni avrebbero avuto, da quel momento innanzi, un drastico cambiamento. In realtà, sono sempre stata spaventata dall'idea di crescere. Poi vabbè, l'adolescenza: il baratro che, chi più chi meno, c'inghiotte tutti per poi risputarci diversi, forse irriconoscibili.
Ho apprezzato la costruzione, il lessico e sì, anche quel leggero senso di pesantezza e sconforto che, riga dopo riga, sembrava solo destinato ad aumentare...
Dai, qualcosa è uscito. Mi sarei sentita in colpa poiché il tuo testo era interessante e sentito.
A presto,
-Agp. |