Carissima hiril,
stavolta i tuoi versi mi hanno talmente coinvolto che mi hanno fatto venir voglia di lasciarti una doppia recensione, se me lo consenti.
La prima, di tipo psicologico-introspettivo, mi è stata dettata dall'interessante rapporto che lega la coppia su cui vai poetando. Caratteri decisamente da romanzo. Molto meno interessante, lo so, se vissuta in prima persona, e ti chiedo perdono per il mio distacco, se questo è il tuo caso.
Lei perdutamente appassionata, lui irrimediabilmente narcisista. A volte non esita a giocare con lei e a tenerla sulle spine per non perdere il suo ruolo di essere superiore. A volte è sfuggente, per paura di mostrarsi senza veli nella sua pochezza. Il tutto è percepito da lei come snervante dualismo che genera "follia": "passione e nostalgia", amaro della pillola e dolce della doratura, carezze e scottature. Mi incuriosisce il significato di "limitandoci alle dovute formalità".
La seconda recensione riguarda i tuoi versi. Mi piace immaginarti con la testa fra le nuvole mentre cerchi di "far combaciare le rime."
Alcuni versi però li percepisco ancora fuori posto. Le rime non sono tutto in una poesia. Contano il numero delle sillabe e la posizione degli accenti. La voce "metrica italiana" di Wikipedia è abbastanza chiara in proposito.
Ciò detto il mio modesto giudizio globale è senz'altro positivo. Anche se preferivo le rime baciate di Sushi from JP: si notavano meno gli sbalzi metrici.
Un abbraccio. |