Recensioni per
Le tenebre del cuore
di Kanako91

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/05/21, ore 11:27

Ed ecco che, finalmente, riemergo per recuperare i miei diecimila arretrati, gioia e giubilo in tutto il regno!
Tra le tante storie a cui devo un commento da secoli ho deciso di cominciare da qui, perché stamattina l'ho riletta e... wow, brividi come la prima volta. Anzi, forse di più.
Perché quest'introspezione di Maeglin permette di cogliere elementi nuovi ogni volta che la si riprende in mano, ed è una delle cose che adoro di più in un racconto, you know :P
E niente, bisogna dirlo: forse i metodi sono discutibili, ma come psicologo Melkor sa cavarsela spaventosamente bene.
E non che ci fossero dubbi, ma vederlo all'opera è tipo wow XD roba che quasi mi fai tornare la voglia di mettere mano a una storia che voglio scrivere da qualcosa come sette anni, ma non divaghiamo :P e torniamo a Melkor, e a Maeglin.
Ti dirò, e tu lo sai bene, la simpatia che provo per Maeglin è più o meno equiparabile a quella che si potrebbe provare per la sabbia là dove non batte il sole :P e questo, in parte, per la tendenza di parte del fandom di voler giustificare i suoi comportamenti ingiustificabili: poverino, se solo Idril gli avesse dato una possibilità! Certo, perché bisogna dare possibilità così, perché sì, per bontà d'animo.
Ok, tutto questo per dire che, nonostante la mia generale antipatia per Maeglin, qui ho provato quasi tenerezza. Perché lui ci prova, a difendersi, ma Melkor è abilissimo a tirar fuori tutti quei mostri che si celano nella sua mente. Le tenebre del cuore, appunto, e a volgerle a proprio favore.
Del resto ce lo dice anche Tolkien, che Maeglin non era un codardo, che provò a resistere... e io credo che da quest'introspezione pov Melkor anche quel tentativo di resistenza si colga perfettamente.
Per il resto, cos'ho adorato di più? Già anche solo "germoglio oscuro" è una definizione così azzeccata... Voglio dire, ogni volta che rileggo questo racconto mi sembra di essere a Nan Elmoth, e mi vedo davanti Maeglin come un germoglio, una piantina soffocata da tutti quei tronchi contorti che non desidera altro che crescere, bramando calore e luce.
E a quale prezzo guadagnarsi la luce? Al costo della morte di quel padre troppo codardo per sopportarne il calore? Di quella madre che non desiderava altro che proteggerlo?
Mamma mia, il modo in cui Melkor calca la mano sulla morte dei genitori, su come sia stata in certa misura "strumentale" e su come, a conti fatti, Maeglin non abbia alzato un dito per proteggerli è così da brividi e così on point che... Niente, è bellissimo e mi fa correre brividi lungo la schiena per la feroce precisione.
Per non parlare del desiderio di potere, di quel potere che a Nan Elmoth Maeglin si prendeva in assenza del padre e che adesso, finalmente, Melkor gli promette senza riserve... Il ritratto che fa di Turgon, mamma mia, ho adorato.
"Nei suoi sogni lo sa".
Questa frase mi tocca dentro, ogni volta. Sarà anche perché Gondolin è nata da un sogno, ma soprattutto perché Melkor, di nuovo, va così dritto al punto in una maniera precisa e spaventosa che non so ben spiegare, ma che tu hai reso perfettamente.
Agghiacciante poi come Idril non venga mai nominata, ma sia solo il gioiello che Melkor promette di offrire intatto e privo di macchie.
Questo c'è nella mente di Maeglin, questo Melkor riporta a galla. E non riesco a non pensare alla scena in cui Maeglin la prende per i capelli... Ok, basta, penso di star dicendo tutta una sequela di cose senza senso che non rendono minimamente quel che questa storia mi ha dato e il lavoro che sei riuscita a fare.
Però so che tu sai... Almeno spero XD
Ci sentiamo per altre vie, e nel recupero del resto dei miei arretrati ;-)

Mel

Recensore Junior
16/03/21, ore 12:33

Ehilà Kan, dovevo arrivare prestissimo e invece ti ho fatto aspettare… a quanto pare il lockdown rende te produttiva (evviva!) e me arrugginita (sigh).

Allora, da dove cominciare? Intanto col dirti che la storia mi è piaciuta moltissimo, e che ha dato il via a diverse riflessioni che spero di riuscire a spiegarti con sufficiente chiarezza. Dunque, parto subito.
Sulle prime mi sono soffermata su Maeglin. L’ho visto con gli occhi di Melkor e ho pensato che l’analisi fatta dal “peggior psicologo di Arda” fosse più che condivisibile: il rapporto controverso col padre, la smisurata ambizione, il desiderio di potere e di rivalsa inquadrano bene l’erede di Turgon. E le reazioni di Maeglin all’intrusione del nemico (che io immagino mentale) – il suo sguardo inferocito, le sue grida – sembrano confermare il fatto che Melkor colpisca nel segno. Insomma: Melkor sonda la psiche di Maeglin per mettere a nudo i suoi desideri più profondi, la sua “vera natura”, e sfrutta ciò che scopre per spingerlo al tradimento. Triste, ma perfetto.

Poi, però, mi sono soffermata su Melkor, che è il filtro attraverso il quale vediamo Maeglin, e considerato che il Nero Nemico non è proprio l’emblema della sincerità, mi è venuto qualche dubbio. Mi sono domandata: ma quanto sa ‘realmente’ Melkor di Maeglin, del suo vero sentire, della sua personalità, di ciò che custodisce nel suo cuore? (Ci sono davvero solo tenebre laggiù?)
Allora mi si sono aperti due scenari.
Il primo è quello in cui Melkor conosce davvero Maeglin nel profondo, è in grado di leggerlo come un libro aperto e ne conosce ogni sfaccettatura della personalità, ma, da abile manipolatore qual è, durante l’incontro con lui mette in evidenza solo gli aspetti del carattere di Maeglin che fanno il suo gioco, quelli che gli servono per farlo capitolare.
In pratica, mescola deduzioni che sono quasi certamente vere, con altre che lo sono solo parzialmente, come quando dice: “Hai gioito della morte di chi ti ha dato la vita” (che probabilmente racchiude una certa dose di verità, ma è di sicuro mescolata a sentimenti più complessi). Queste mezze verità, messe insieme a – per così dire – verità intere, agli occhi di Maeglin sembrano reali, e contribuiscono a spezzare quei pochi, deboli legami che ancora lo trattengono dall’abbandonarsi completamente ai suoi desideri, rendendolo vulnerabile alla corruzione. Altro esempio in questo senso è quando Melkor parla di Turgon, che pur non essendo il mio personaggio preferito – per usare un eufemismo – non si può ridurre soltanto a un codardo che si nasconde dietro nobili sentimenti, come lo vuol presentare Melkor.

Il secondo scenario è quello in cui Melkor non è in grado di comprendere appieno Maeglin, perché non riesce a far altro che giudicare la sua vittima col proprio metro (non è anche lui un figlio che non vuole vivere all’ombra del padre? Che desidera ben altra eredità rispetto a quella che il padre ha pensato per lui? Ambizioso, determinato, assetato di potere?). Insomma, Melkor vede in Maeglin solo quello che vuol vedere, o quello che è in grado di vedere. Purtroppo però sa come sfruttare al meglio questa parziale conoscenza, e su una persona debole come Maeglin questo gli basta.
“Cosa vedi quando mi guardi, germoglio oscuro?” (com’è che ho l’impressione che la prima stesura del racconto cominciasse proprio con questa frase?).
“Non ho forse ragione?”
Sono queste domande che – volendole considerare non in senso retorico, come probabilmente sono intese – mi fanno sospettare che Melkor non conosca il suo interlocutore bene come vuol fargli credere.

Alla fine probabilmente i due scenari si sovrappongono: Melkor ha una buona (ma non perfetta) capacità di analisi e un’ottima capacità di manipolazione.
Ma non è questo il punto. Il punto è che è proprio il fatto di non poter dire con certezza cosa Melkor sappia veramente, né cosa Maeglin provi veramente, che rende questo racconto una di quelle storie ricche di ambiguità che a me piacciono tanto!
Ambiguità sostenuta anche dall’uso originale della seconda persona, e dico originale perché è forse la prima volta che leggo una seconda persona in cui il narratore, invece di annullarsi completamente, diventa fondamentale per l’interpretazione della storia. E a pensarci bene, anche il titolo si adatta perfettamente, perché le tenebre nel cuore di Maeglin possono riferirsi a ciò che Maeglin nasconde a sé stesso, ma anche a ciò che Melkor non riesce a vedere nel cuore di Maeglin.

Ed eccoci alla fine. Forse stavolta ho esagerato coi voli pindarici, ma ho due scusanti. La prima è che Maeglin è un personaggio su cui non ho ancora una visione completa e per il quale, forse proprio per questo motivo, nutro un forte sentimento di attrazione/repulsione. Il secondo è che avendo, invece, ragionato molto a lungo su un altro incontro di Melkor con un’altra vittima (*inserisci cuoricino*), l’argomento di come il Nemico si insinui nell’animo di chi vuole corrompere è qualcosa di cui starei a parlare per ore.
Quindi grazie mille, Kan, per questa storia che mi ha permesso di sguazzare tra temi a me cari. Una storia che lascia, per alcuni aspetti, libera interpretazione al lettore, proprio come piace a me, scritta con il tuo consueto stile impeccabile.

Un abbraccio e a presto,
Los

Nuovo recensore
15/03/21, ore 14:01



Eccomi qui! Sarò breve perché sono un po' di fretta, ma una storia su Maeglin (non ci speravo tu) scritta da te era un'occasione imperdibile e non potevo fare a meno di leggere e commentare!
E anche se è breve l'ho amata. L'ho trovata perfetta. Ho trovato affascinante vedere Maeglin con gli occhi (presumibilmente accurati) di Morgoth e vedere così esplorato il suo rapporto con i genitori e con Gondolin. L'idea di Maeglin che cerca di prendere il posto di Eol è azzeccatissima e credo che sia un sentimento che Morgoth cercherebbe decisamente di sfruttare. Anche la sua fame di luce mi ha colpita, non vorrei esagerare ma ho pensato a Ungoliant...
Per finire, il riferimento a Turgon mi ha colpita moltissimo, il suo terrore nei confronti di Morgoth e il risentimento di Maeglin nei suoi confronti sono aspetti che mi fa sempre piacere vedere trattati, anche così brevemente.
Spero di avere fatto una recensione degna, grazie per avere condiviso questa storia!