Ok. Ok. Finalmente ci sono.
Per prima cosa complimenti perché la tua foto profilo è davvero affascinante. Gary Oldman è sempre stato un uomo molto affascinante e in posa col calice in stile Cersei, è davvero irresistibile.
Cioè, so che non sei tu ma... Volevo fare un giro di parole per dirti che sei una gran figa, ma mi è uscita una minchiata
(ok, fine della semi citazione...😜)!
Facciamo le persone serie.
Come ti ho detto ho finito di leggere il capitolo ieri, ma purtroppo non avevo tempo per recensirlo prima.
Per sicurezza l'ho riletto, per essere certa di non dimenticarmi nulla.
Allora, penso che questo sia forse il capitolo più bello che hai scritto.
Mi è piaciuto molto anche il secondo, per quel pathos generatori alla fine, ma questo è davvero un crescendo di sensazioni, azione, aspettative, che parte dall'inizio e si conclude nel finale che, devo dire, ti attanaglia.
Ma partiamo dal principio.
Izar, porella è ancora sconvolta per l'accaduto, ma ormai sono accadute talmente tante cose che ci si dovrebbe chiedere cosa la sconvolga di più.
L'incidente, fa fuga, il gesto di sua madre...
Si trova in una bolla di incredulità e frustrazione, dove dolore, sconcerto, stanchezza fisica, fame, si mescolano tutti insieme in un mix che stordisce.
La sua mentre è un crogiolo di sensazioni e tu le affronti tutte - con quel lessico così tuo, che non si potrebbe confondere con nessun altra - ci fai guardare attraverso il caleidoscopio della sua mente.
E ci sentiamo bambine, e ci sentiamo smarrite come lei.
Particolarmente degno di nota è il passaggio in cui sentono un suono nella foresta.
Non sanno cosa sia: persona, animale...
Tutto il suo corpo e teso fino all'ultima delle vesciche doloranti, per capire cosa stia per succedere. È pronta al peggio, ma il peggio non arriva.
È una bambina che fugge quella che vede, che incrocia, che fissa per un lungo attimo.
Una bambina come lei, sporca, graffiata, spaventata.
Ne rimane toccata, quasi invischiata e non sa perché, ma non c'è tempo, deve riprendere a correre.
Quando è assolutamente certa di non farcela più, ecco che arriva a destinazione. Tutto questo passaggio è sfinente. Si può sentire la gola secca, il cuore che batte, il fiato corto... Per non parlare dei piedi pieni di sbucciature che bruciano come il fuoco. Io le sento le sue vesciche, giuro!
È sento quello strano sapore in gola, come di sangue, quello che sale quando hai corso più di quanto tu non possa.
E qui, quando finalmente giungono nella loro misera, squallida sistemazione, ecco che arriva la rivelazione più sconvolgente. Sua madre sta per lasciarla, Izar proseguirà da sola.
Ma ancora non lo sa.
Il peggio deve ancora arrivare per questa bambina che non desidera altro che riavere la povera normalità della sua vita precedente.
Beh, sono rimasta letteralmente incollata al capito entrambe le volte in cui l'ho letto.
Lo trovo davvero bello, veloce, scorrevole, avvincente. È il degno seguito della prima parte e, come ti ho detto, mi è piaciuto da morire.
Il modo in cui scegli e monti le parole è poesia, un fiume, una marea, che trascina nella storia con violenza.
Brava davvero Giulia, e grazie per questa bella storia!!
A presto (Recensione modificata il 18/05/2021 - 08:25 pm) |