Recensioni per
E dei remi facemmo ali al folle volo II
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
29/06/21, ore 14:54

...e sì, sono ancora qui. Come dicevo, non sono tipo da lunga serialità (con me i signori di Netflix chiuderebbero bottega tempo un mese), e preferisco le one shot, ma, insomma, le crisi di astinenza sono brutte ed essendomi tenuta da parte queste dieci puntate, ho iniziato con la premessa, e i capitoli 1 e 2. E adesso dovrò andare avanti sino al decimo, e trascurerò il lavoro: vergognati! Sappilo!!!!...Scherzi e battute deplorevoli a parte, mi è piaciuto moltissimo l'oste della nostra taverna preferita: mi pare che dia corpo e voce al "Mario" di Ligabue. E quanto al desiderare quel che si ha sotto gli occhi, ovviamente il Dottor Lecter ha fatto scuola, e non sono la sola ad averlo letto in filgrana, per fortuna (e dico "per fortuna" perché chi ama il Dottor Lecter è mediamente una persona simpatica, e nel mio immaginario un invito a cena DAL Dottore lo accetterei eccome, sia nelle vesti di Mikkelsen (l'unica serie che abbia visto) che in quelli di Hopkins. Ma torniamo alla storia: nel vino, Maudit, c'è un tocco di genialità; nel capitolo II, in questa lunga ekphrasis che ci riporta al cuore dell'episodio 28, c'è una finezza e una profondità che avevo apprezzato anche nella tua one shot dove ripercorrevi questo avvenimento-clou. Ma, soprattutto, complimenti per il colloquio con il padre, il generale Jarjayes che per me è una specie di Sean Connery giovane, e ce la vedo proprio Oscar che sorseggia il suo primo bicchiere LECITO, e che si abbiocca clamorosamente a messa. Perfetta anche la caratterizzazione di Alain, con la sua speranza di cogliere il suo comandante e il suo amico in un atteggiamento compromettente....ma non troppo: non troppo perché Alain è un gentiluomo, al dunque, e sotto quella dura scorza batte un cuore da signore. Dico ora una cosa che non ho mai pensato, se non per le 40 puntate dell'anime: spero che la tua storia continui per MOLTE MOLTE MOLTE puntate. Non deludere il tuo fan club, e se recensirò "a blocchi di 3/4 puntate", sarà non solo per ingordigia e bulimia periodica, ché Lei crea crisi di astinenza, ma anche perché non voglio farmi colonizzare l'immaginario...non troppo in fretta, almeno!
Firmato: la portavoce del Sacrogral fan club!

Recensore Veterano
22/04/21, ore 23:55

Innanzitutto complimenti per la tua fanfiction: penso sia stata la più bella ed intensa che abbia mai letto sul fantomatico "strappo della camicia", argomento che ho letto e riletto in tutte le salse, ma la tua versione e' magistrale, da brivido.
bellissimo l'iniziale confronto tra il "generale dissennato che si crede il padreterno" e tra Oscar, dove il padre tenta di spiegare alla figlia la sua 'scelta' atta a correggere uno sbaglio di natura.
"Si comincia a desiderare quello che si ha sempre davanti agli occhi" mi sembra un chiaro richiamo al silenzio degli innocenti. Sbaglio? Miai affermazione fu più vera! Infatti, nella puntata 28 dell'anime, nel dialogo giapponese, Andre' dopo lo strappo dice ad Oscar che ha "finito per amarla"! Per lui è stato inevitabile!
Mi è piaciuta molto la descrizione delle sensazioni contrastanti provate da Oscar: paura, desiderio e confusione condensati in pochi attimi.
inoltre, oltre all'anime, vi è un forte richiamo ai dialoghi del manga: "hai paura di me? Grida
pure..chiama tuo padre ". La descrizione del momento migliore di sempre. Veramente sublime, da pelle d'oca!
(Recensione modificata il 22/04/2021 - 11:56 pm)

Recensore Junior
03/04/21, ore 19:03

Mio carissimo Gral, se avessi aspettato me stavolta avresti fatto davvero Quaresima mentre io sono già catapultata a domani a rompere le uova e mettere le mani sulla sorpresa.
L’ampia e inattesa analessi - direi quasi manzoniana - espleta il suo compito al meglio scindendo, in maniera netta e decisa, l’intreccio dalla fabula e riportando l’attenzione dell’uditorio sulla storia canonica di personaggi nati non liberi e che fai muovere perfettamente nei cenci cucitegli addosso da madame Ikeda.
Niente strappi da “candeggio” - neanche temporali, piuttosto sincrasi, ché i due protagonisti devono essere entrambi dodicenni per rendere vero quello che pare vero - ma puntiglioso lavoro di raccordo e cucitura di tempi distanti e età diverse.
Senza voler addentrarsi troppo in noiosi - per molti! - e complessi meandri semiotici- narrativi, il tuo  programma narrativo propone un cosiddetto tempo di performanza paratopico.
Un unico compromesso permette che gli atti avvengano con cognizione e plausibilità, compromesso che va al di là di débrayage e embrayage. 
La tua capacità, la tua la facilità di espressione per e in verbis singulis è punto di forza di una narrazione consapevole e decisa che sa dove arrestarsi e dove invece continuare e a cui le festivitas spiritose del Generale De Jarjayes fanno da dissacrante corollario.
In sintesi quella che chiamerei una digressione perfetta. 

Mi dispiace dover sempre fare economia di tempo e energia perché mi piacerebbe, invece, poter essere più presente in questo fandom che è ricco di spunti eccelsi come il tuo. Se solo avessi tempo...

 Mio amatissimo, ti auguro un sereno passaggio, io procedo alla lettura dell’ultimo volo, tu aspettami se puoi. 
Sempre solo tua di fuoco e fiamma,
Fiammetta
(Recensione modificata il 03/04/2021 - 07:05 pm)

Recensore Master
01/04/21, ore 08:50

"E dei remi facemmo ali al folle volo"
1-2-3.
Scusa l'intrusione, ma ho postato subito dopo di te e mi sono accorta della ripetizione del titolo.
Ora non so quanti episodi ci sono in programma però, per consuetudine, si usa scrivere una storia con un titolo e via via i capitoli che seguono senza ogni volta dichiararla conclusa e successivamente pubblicare una seconda, una terza; una quarta parte o a anche una decima in forma completa. Credo sia per una questione di praticità ma anche per non intasare il sito. Ovviamente la seconda eventualità dipende dal numero degli episodi in lista.
La storia, forse proprio per questo motivo, mi ha incuriosito e ho letto il secondo e il terzo capitolo, con poche speranze in realtà che potesse piacermi perché noi abbiamo gia avuto modo di confrontarci su questo.
Obiettivamente devo ammettere che hai migliorato , in questo capitolo in particolare il generale è molto IC e il dialogo con la figlia Oscar è plausibile.
Molto meno , anzi per niente realistico trattare Oscar come una ritardata mentale. Inacettabile per me che ho sempre amato e ho una conoscenza approfondita della storia (anime)
Cosa significa questo?

"Chissà cosa vuol dire essere una femmina”; e poi se ne dimenticò, perché niente era cambiato e aveva altro da fare."
impossibile che Oscar a 12 anni ragionasse cosi...
Mi rendo conto che la realtà del Settecento non era la nostra realtà, gli stimoli sessuali e la sessualizzazione precoce erano fuori temoo, tuttavia dire che Oscar a quell' età NON avesse capito di essere una bambina mi sembra una bestemmia. I cambiamenti del corpo arrivano già a 10 anni, verso i 12/13 a volte 14 /15 (più raramente) c'è la maturazione fisica completa, tuttavia è del tutto inammissibile che la Oscar, cosi grande , non avesse percepito nessuna differenza fra lei e il tredicenne André.

Vedi se puoi correggere.
Su André e l' iniziazione precoce (sebbene non mi aggrada) debbo ammettere che puoi aver visto giusto. Credo che certamente non per sua volontà, sia stato obbligato da ragazzino a frequentare i bordelli.
La cosa deve averlo molto scioccato , da qui in poi guarderà sempre ad Oscar come unico amore nonché la donna a cui aspirare e che avrebbe fatto di tutto per conquistare, forse quel sogno un giorno si sarebbe realizzato...non male questo punto.
Sull'episodio 28 ci siamo quasi, noto anche lì dei miglioramenti di senso e di scopo
E proprio circa l'episodio 28 c'è un un indizio interessante "Sono passati 23 anni, allora credevo di essere un maschio " dice Oscar quando ricorda l'episodio in cui lei e André misuravano le loro altezze. Facendo un rapido calcolo, allora avevano 8 e 9 anni.
Riguardo il capitolo postato ieri( credo in tarda serata) se ci sono riferimenti a precedenti storie e/o ispirazione di altri Autori, sarebbe opportuno inserire i crediti nelle note finali.Un saluto.
P.S Preciso che questa recensione non è a scopo rivendicativo.

(Recensione modificata il 01/04/2021 - 09:36 am)

Recensore Veterano
29/03/21, ore 19:25

I am terrified by this dark thing that sleeps in me
Sylvia Plath ~

Non solo “frammento” di  trama sospesa ma anche estensione, in lungo e in largo, di tempo fermo che permette all’attimo di colorarsi delle voci distorte, eppure chiare, modulate da un tocco. Voci che cantano una melodia differente, che battono il tempo di un ritmo nuovo per ascoltarsi come mai prima.
Hai cristallizzato i pochi minuti del fattaccio per riempirli di pensieri acciambellati che, nel reale scorrere dei secondi che consumano l’azione, non sarebbero mai entrati, troppo ingombranti per starci tutti.
Sono pensieracci quasi traslati da e in una dimensione successiva, filtrati da una mente calma come potrebbe essere quella del ricordo, perché la paura dell’instante impedisce alla mente di abbracciarli tutti. Ed è bellissimo il contrasto con il pulsare caldo di sentimenti nuovi e forti.
Oscar diventa lei, una se differente, la donna che è sempre stata a cui i suoi demoni adesso parlano eloquentemente.
Una donna giovane ma a tutto tondo e che risplende della forza e anche delle debolezze che la rendono tale.
Colpa, vergogna e silenzio sono sempre degne compagne di ciò di cui, uomo o donna, ci si ritiene colpevoli e l’Oscar descritta è consapevole, sa e ammette a se stessa verità taciute nell’originale ma che hanno motivo di esistere nell’immaginario di chi legge e di chi scrive perché lo spazio del silenzio glielo permette.

A presto,
Minaoscarandre

Recensore Master
27/03/21, ore 22:42

Premessa: pure io nelle recensioni sono una pippa, mi piacerebbe dirti quanto mi è piaciuta e mi sta piacendo questa storia, ma alla fine... "Caspita, è proprio bella!"

Mi è piaciuta tanto la frase "quando fioriscono, hanno già fatto tutto quello che possono" per donne e biancospini.
E bello anche il cervello guazzo del povero Fersen.
E bello ancora il nome di de Sade che cade come pietra nella stanza.

Scrivi molto molto bene, ma non è solo questione di parole :)

Mi è piaciuto il discorso sull'identità - si fa presto a dire sei una donna, sei un uomo, ma lì c'erano tante cose attorno, i sacrifici di una vita.

E bello come lo raccordi alla storia del vino - avresti potuto anche non farla, stava bene pure fuori dal tuo headcanon, ma c'è molto più gusto a sapere che è un pezzo della storia sul Maudit (su cui sono stracuriosa!)
Bravo bravo bravo! :)
(Recensione modificata il 28/03/2021 - 03:41 pm)

Recensore Veterano
26/03/21, ore 22:33

Allora, un omaggio da chi scriver sa al Sommo Poeta non può che essere dono gradito.
Un viaggio a ritroso nel tempo, quando la verità era celata dall'inconsapevolezza, quando lei era l'erede così adeguatamente "giusto" in un corpo così inadeguatamente "sbagliato".
Quando l'illusione avvolgeva le vite di entrambi, senza paura di ciò che avrebbe riservato il futuro.
Lui si era ritrovato a scivolare nell'amore per lei, perché l'amore non si sceglie, non si compra, si può solo scegliere cosa farne di quell'amore.
E tutto accetta, tutto dedica a quell'amore, lui che, in silenzio, ne trae forza e speranza.
Fino al rifiuto più terribile, fino alla sofferenza più inaudita, lei non lo vuole più, non ha più bisogno di lui. E allora, lui svanisce, resta solo un uomo ferito che mostra a lei tutta la sua debolezza di donna, quanto il corpo "sbagliato" sia fatto di carne e desiderio. Solo lui può salvarla da se stesso, ma l'uomo non riesce ad ascoltare che il desiderio e quell'amore che prende un momento di folle abbandono. L'uomo cede il passo a lui e la follia si ferma, perché l'amore non pretende.
E l'amore torna silente, lui si fa di nuovo ombra e solida quercia.
Nel tempo che scorre, lei comprende, perdona, si fida nuovamente perché non si può dimenticare un intero passato, una vita che li ha visti uniti nel bene e nel male.
Il pensiero fermamente disciplinato, scivola, scava, rende lei consapevole che lui esiste, che lui è sempre stato lì accanto a lei. Che l'amore è carne, e sangue, e desiderio, scoperto in bacio e in uno sguardo che non si possono dimenticare.
Il tempo scorre e tutto resta immobile, sospeso in una attesa inconsapevole e muta.
Finché, in un mattino qualunque, quel fragile equilibrio potrebbe essere spezzato da un vino, un vino maledetto.
Le tue parole son dolce brezza che accarezza la mia mente, e ali per il folle volo. Continua a farmi volare.

Recensore Master
26/03/21, ore 11:52

Mio Caro Cavaliere, quando giungono i vostri messaggi, occorre trovare un attimo di calma per poterli assaporare nella loro pienezza e nella loro complessità, per accoglierne anche la profondità. Un plauso questa volta per averci voluto donare una visione globale dell’ambiente in cui Madamigella è vissuta. L’ambiente su di lei ha fatto molto, poiché le decisioni di quel padre, che si era sentito defraudato di qualcosa che sentiva di dover meritare, non fosse altro che per il lustro del casato, hanno fatto sì che tutto le ricordasse che era un maschio. Tutti coloro che ruotavano intorno a lei in questa maniera la trattavano, e lei non aveva dato peso più di tanto alla cosa, convinta che quel padre avesse agito per il suo bene, oltre che per l’onore del casato succitato e che stesse agendo affinché lei ne fosse il degno erede. Il generale, nel suo delirio di onnipotenza, non aveva mai molto considerato il genere femminile, per lui le donne dovevano assolvere a uno scopo, quello primario del procreare, oltre che a tutta una serie di cose di secondaria importanza, secondo il suo pensare, ed ecco perché, forse, il Creatore lo aveva voluto mettere alla prova, concedendogli solo figlie femmine, di cui non sapeva che farsene. Ma passando il tempo, presto o tardi, un certo tipo di discorso sui cambiamenti fisici avrebbe dovuto essere affrontato e, anche in questo caso, il generale prova alla sua maniera ad approcciarsi con una Oscar la quale finge di capire dove il discorso paterno voglia andare a parare, ma senza tenerlo troppo in conto, in quanto altri ancora per il momento sono i suoi interessi.
Da sempre affiancato a quella donna cresciuta da maschio, un vero maschio stabilmente si trovava. André Grandier, un maschio che era divenuto il prolungamento di quella donna particolare la quale, con l’andare del tempo, aveva cominciato a entrare nei suoi pensieri e da lì in un cuore che aveva preso a battere in maniera veloce e solo per lei. Stava nascendo un desiderio che non poteva essere espresso e che doveva rimanere disciplinato e soprattutto muto. Ma anche i buoni propositi quando vengono bistrattati si rivoltano perdendo il lume della ragione. Una rivisistazione dell’episodio dello strappo sempre interessante da vedere con occhi diversi, poiché pieno di sfumature che la vostra abile penna è stata in grado di portare in superficie, con i pensieri di Oscar in quel momento, di paura in principio, colpevolizzandosi per aver attizzato un fuoco che giaceva tra le braci, parole pronunciate con noncuranza che avevano scavato un solco in quel cuore che non ha resistito dal prendersi una rivincita, affinché lei sentisse cosa voleva dire essere fatti di carne e sangue che pulsano e che mandano una serie di messaggi, i quali non possono essere accantonati semplicemente e poi derubricati. Oscar si sente fragile, sovrastata da una forza mai incontrata e mai pensata e, men che meno, provata proprio dal suo amico di infanzia. Lo sente e lo vede per la prima volta diverso. L’ombra aveva abbracciato per la prima volta tangibilmente la sua luce. Lo aveva fatto metaforicamente per tutta la vita, rimanendo a distanza e non pretendendo mai nulla, ma ora l’irrazionalità aveva preso il sopravvento e aveva stabilito nuovi confini, che li avevano posti su due piani differenti più di quanto non fossero in precedenza. Poi il tempo trascorso ha dato una mano, le continue dimostrazioni di lui avevano dato adito ad altri pensieri, che riportavano ogni tanto Oscar a quella maledetta sera, durante la quale tutto era mutato, desiderando in taluni momenti di rivoler vedere lo sguardo carico di desiderio, suscitato solo da lei, nel suo vecchio amico, ora suo sottoposto, il quale non l’aveva più sfiorata se non con gli occhi che, quando si posavano su lei, sembravano lasciare una carezza. E così abbiamo conosciuto i trascorsi del bel soldato triste innamorato perdutamente della bella donna comandante dal collo di cigno. Tutto ciò affinché potessimo capire gli avvenimenti che state per narrarci, con la venuta dei tre uomini variamente assortiti che si sono presentati in caserma, per conferire con qualcuno che di sicuro li avrebbe ascoltati con orecchio attento, pronto a risolvere la questione che li stava impensierendo alla Disperazione, e questo doveva essere anche il ragionamento fatto da Oscar nel voler porre rimedio a una situazione stramba ma che aveva di certo un capo e una coda. Appunto un capo, il cui nome lascia perplessi e preoccupati sia Oscar sia Andrè. E’ tornato in auge il Marchese De Sade, ma chissà quali saranno le sue finalità, cosa voglia raggiungere, o anche cosa stia tramando. Ora attendiamo di vedere come dirimerete la questione ma soprattutto come verrà affrontata. Un altro capitolo scritto divinamente, piacevolmente da rileggere, per scoprire tutti i chiaro scuri che nascondete abilmente fra le parole. Non resta che aspettarvi nuovamente, ringraziandovi per l’attimo di serenità, mista a riflessione, che sempre donano le vostre letture, e con un inchino la dama d’altri tempi si congeda da Voi.

Recensore Master
25/03/21, ore 14:35

Caro Messere che bel regalo ci avete donato. Un capitolo superbo, messo tra i favoriti e letto almeno due volte, una sola lettura non basta per trovare tutte le sfumature.
All'inizio ho riso alla grande e nessuno aveva ancora dato del vecchio dissenato che si crede il padreterno al Generale con tanto stile.
Oscar è senza pensieri non comprende minimamente le parole del padre e quindi in apparenza non ne viene colpita.
Diverso il discorso per André che inevitabilmente si innamora di chi non avrebbe dovuto ma al cuore non si comanda e così si disciplina il corpo perché il dono deve essere completo per poter essere apprezzato.
Poi il tempo passa e la disciplina mantenuta va in pezzi e tutto diventa oscuro.
La tua ricostruzione dell'episodio 28 dell'anime e si fonde con quella del manga e diventa più completa. Uno scontro dove il chiaro oscuro regna sovrano, dove gli argini traboccano e le verità vengono a galla in modo imperioso Oscar è una donna ed André un uomo di carne e sangue , pieno di desiderio.
Un uomo vero può perdere il controllo per un attimo ma poi si ferma, comprende l'errore e non va oltre anzi dà prove su prove per dimostrare la propria solidità, il proprio amore senza chiedere più nulla in cambio.
La donna continua a vivere come un uomo ,ma il pensiero ritornava ad uno sguardo pieno di desiderio.
Una vita che scorreva e poi tre uomini e un nome giungono a mischiare le carte.
Mi raccomando hanno già sofferto abbastanza quei due e quello sguardo e quei baci devono tornare, caro ragazzo.
Un abbraccio

Recensore Master
25/03/21, ore 10:41

Carissimo
Ancora una volta ti sei "salvato" per un soffio, sappilo.
Sei stato magistrale nel "mantenerti in equilibrio sul filo del rasoio"...
Tuttavia una reprimenda te la meriti ugualmente: non è che una donna stia sempre a pensare al contatto sessuale o all' amore idealizzato ad ogni istante della sua vita e ad ogni occasione di scambio/incontro con un rappresentante del sesso maschile o del genere sessuale comunque a lei "appetito" (almeno una donna di sana e robusta costituzione fisica e soprattutto, mentale) e, altrettanto importante , nessun essere umano è in grado di raziocinare quando a urlare è la parte più istintuale di lui stesso.
Tu sai scrivere e proprio per questo l' "umana odissea" dei nostri beniamini avrebbe dovuto ricevere di più dalla tua arte e dai tuoi sentimenti. Si, di più o ancora di più, perché non ci si dovrebbe mai accontentare solo di plausibili narrazioni e ancora di meno si dovrebbe barattare l' oro (e l' irrazionalità) del puro racconto fantastico con la banalità di espressione (e sovente anche di essenza) insita nel quotidiano (non inteso come "vita quotidiana" o "esistenza" in se stessa).
A mio parere, i vari "agganci" del racconto sono perfetti e raggiungono la loro apoteosi nel finale.
Infine, in questo tuo "plurimo" scritto, non posso evitare di percepire una ubiquitaria atmosfera di "gran finale prima del definitivo abbandono"... Con questa storia iniziata da lontano, con la ripresa canonica fin dai più nebulosi inizi... pare proprio che la tua intenzione sia quella di dar vita al più corale e definitivo dei racconti, sul quale, tra apprezzamenti altrui e senza troppo dispiacere tuo, la discesa del sipario verrebbe a perdere ogni suo possibile nefasta percezione. Un gentile pensiero nei nostri confronti, in ogni caso.
Con fraterno affetto e sincera ammirazione