Ciao!
Innanzitutto grazie mille per avermi fatto conoscere questa bellissima canzone che non avevo mai sentito, anche se a quanto vedo su internet ne esistono un sacco di versioni, non solo quella dei Faun! (Si, sono una chiusina e già mi sono sviscerata tutte le cover che ho trovato e l'originale).
Premesso ciò, devo dire che la storia mi ha toccata nel profondo, non so cosa sia successo alla protagonista del racconto di preciso, ma penso che a ognuno capiti ogni tanto di voler correre nella natura incontaminata, lontano dalla società, e urlare, piangere, scalciare, manifestare il nostro malessere interiore. Mi sarebbe piaciuto sentirla urlare infatti, visto che ho provato un senso di libertà e di riscatto non indifferente mentre correva accompagnata dalla musica. Ci sono rimasta molto male che non sia riuscita a sfogarsi, ma vabbè, quelle sono scelte.
Grazie per il piccolo momento di fuga, io dentro di me ho urlato mentre la vedevo correre libera nel bosco... e ora sto meglio.

Ciao Cantastorienotturno. Mi ha affascinata l'introduzione "e le sue urla si confusero con il vento." Il tuo scritto è una song-fic dove, alle tue parole, hai accostato quelle della canzone da te scelta. Mi sono immersa in quest'atmosfera che amo, come hai scritto di alberi silenti e millenari, dai contorni sfumati, dove tutto è suggestivo fino al finale. Cosa ha sconvolto questa persona? Possiamo provare a immaginare quanto accaduto in base alla nostra sensibilità, ma non ci è dato saperlo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 06/04/2021 - 10:02 am)
(Recensione modificata il 06/04/2021 - 10:03 am)

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