Recensioni per
Wolfen - Vol. 1
di Primavere

Questa storia ha ottenuto 129 recensioni.
Positive : 129
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/11/22, ore 02:48
Cap. 4:

L’incontro tra Ilyas e Lukas va come ci si poteva immaginare dati le rispettive...e anche peggio, perchè ognuno dei due (ma soprattutto Lukas) da sfoggio dei peggiori lati del proprio carattere in questa occasione. Oh, ho scritto nella scorsa recensione che Lukas è uno di quegli stronzi che amo mio malgrado (nelle storie) mentre Ilyas è un bel personaggio ma pesantuccio, esattamente un capitolo dopo mi correggo e mi schiero dalla parte di Ilyas, eroe ladro che ruba ai delinquenti ricchi per dare ai delinquenti poveri, cioè a UN delinquente povero, cioè a se stesso. E niente, io li amo i personaggi i così. I piccoli criminali che hanno un loro codice d’onore interamente composto dal mantra “tanto tutti quelli che derubo sono stronzi, perchè chi non è stronzo in sto mondo non accumula abbastanza da venire derubato”. Eroi del capitalismo e del proletariato al tempo stesso, toh. Quelli “sì ti stavo fregando dei soldi o della droga, ma tanto tu sei uno stronzo e quello che hai l’avrai rubato pure tu, solo che con mezzi approvati dal sistema. Quindi io non solo te lo rubo a mia volta, ma faccio pure l’offeso quanto tu ti incazzi perchè ti sto derubando”. E quindi niente, Lukas prendi e porta a casa.

“Attraverso il velo appannato che gli era sceso davanti agli occhi, distinse la sua figura correre verso l’ingresso, dopo aver afferrato la busta di kradija. Si girò quando era ormai sulla soglia dell’appartamento, la luce fredda che gli spioveva sulle spalle, stagliandolo contro il buio del corridoio. Lukas non vedeva bene, ma il gesto che si vide rivolgere lo riconobbe: il dito che l’altro aveva alzato aveva un significato inequivocabile.
Gli parve di sentire una risata, tintinnante, contro le orecchie, il rumore della porta sbattuta. Forse poi perse coscienza.”
Cioè, come, COME, si fa a non amarlo in questa scena.
Ilyas, non Lukas. Lukas qui fa una figura barbina e basta.

Mi fa morire Ilyas che spara il nome di Sasha quando deve pararsi il culo con una finta identità. Mi ha ricordato Harry Potter e Il Prigioniero di Azkaban quando Harry finge di essere Neville per non essere riconosciuto. Forse per via del tema eroe duro-e-puro ma stronzetto che per cavarsi dai guai tira in ballo il ragazzino imbranato che per ora fa da sollievo comico ma verrà rivelato essere super-importante e un giorno spaccherà i culi ai super-cattivi. Sasha ha un po’ del Neville Paciock in fondo. Dai Sasha, crediamo in te, anche se non compari nel capitolo!
...E Lukas ovviamente capisce subito che Ilyas non può essere un Sasha. Così, a pelle. I Sasha in questa storia sono nobili, rossi, e pieni di lentiggini.

“Fottuto stronzo, pensò, stringendo i denti con forza fino a far sanguinare le labbra. Mi ha fregato.”
... No, Lukas. Ti sei FATTO FREGARE, mercenario spietato e uomo vissuto dei miei stivali. Una volta è sfortuna, due volte è disattenzione, ma due volte nella stessa mezz’ora E dalla stessa persona, è pura arroganza e idiozia.

La scena a luci rossi di questo capitolo non è proprio la mia tazza di tè, (non è che sia contraria alle scene più esplicite, è che non mi comunicano nulla a meno che non ci sia tra i personaggi una tensione emotiva già esistente che viene quindi risolta o esplicitata attraverso determinati atti fisici- semplice questione di gusti) ma la battaglia mentale e psicologica che l’accompagna lo è ASSOLUTAMENTE. Due caratteri forti e scorbutici che il mondo non è riuscito ne’a spezzare ne’ a piegare, ma solo a indurire. Ilyas e Lukas hanno personalità ed esperienze in fondo simili, ma Ilyas ha una ferocia che è al tempo stesso più acerba e più dirompente, mentre Lukas è più controllato, lapsus impulsivi e rabbiosi a parte. Lukas, nonostante il suo spirito naturalmente ribelle e insofferente a regole e imposizioni esterne ha trovato il suo posto nel mondo della criminalità moscovita e tra le fila di Ljuba; sono due posti diversi, ma a Lukas piacciono entrambi, o perlomeno non gli dispiacciono: il primo è un posto dettato dalla comodità (mica male essere il capo di una drudzina mercenaria, che deve obbedire solo a se stesso e al denaro), il secondo dalla fedeltà, ma è una fedeltà dettata dal rispetto verso la persona, non verso le gerarchie. E Lukas sembra il tipo di uomo che fa fatica a rispettare qualcuno solo per dovere, ma è capace di lealtà assoluto quando questo rispetto viene da un moto interiore.
Ilyas invece, al contrario, non sembra aver ancora trovato un suo posto nel mondo, e nemmeno un ruolo al di fuori del suo essere il protettore di sua sorella, quindi la sua rabbia verso il mondo è ancora indirizzata verso tutti e verso nulla di concreto al tempo stesso. È una mina vagante, che non esplode portandosi tutti con se’ solo perchè sente dentro di se’ il dovere di sopravvivere per prendersi cura della sorella. Il pensiero di doversi prendere cura di lei che lo aspetta al sicuro nel loro rifugio è ciò che evita che ilyas si dia fuoco in una fiamma di rabbia, impulsività e voglia di sfidare la sorte, come un novello Prometeo in lotta con gli dei che si trasforma in Icaro dalle ali bruciate per inesperienza e arroganza tipiche della propria giovinezza.

Passiamo ora ad un altro giovane che sta giocando con il fuoco, con un carattere e un modus operandi completamente opposti a Ilyas ma lo stesso disprezzo per la propria incolumità.
Se Ilyas sfida più volte il pericolo a muso duro, ma trova sempre il modo di uscirne vivo (e spesso vincente, come in questo caso) perchè la necessità di non lasciare la sorella minore sola al mondo è più forte della rabbia che lo spinge a giocare sul filo di situazioni mortali, Andrej si lascia plasmare dal mondo, adattandosi alle sue storture e ai suoi difetti, cambiando spesso forma per sopravvivere e morale per non avere rimpianti di coscienza, ma così facendo rischia di perdere la propria identità e con essa uni scopo, un motivo per cui vivere. Non c’è da stupirsi dunque che appena gli si presenta davanti una missione suicida ma altruistica, un’occasione che ha il sapore di uno scopo superiore, ci si tuffi dentro con tutte le scarpe. Salvare il Lupo Bianco è quello che ad Andrej inconsciamente serve per salvare se stesso.
Lo squallore delle scene di Andrej nella drudzina lo conferma: droga, ricchi tendaggi, armi, sesso estremo ma impersonale e chiacchiere vuote. I personaggi che gli girano intorno, gli scagnozzi e le donne di Sergej, sembrano chiudersi intorno a lui come un cappio intorno al collo, accerchiandolo con le loro battute, rivalità e invidia, perchè alla fine il contesto della drudzina di Sergej è quello di un gruppo di sciacalli che cercano di sbranarsi a vicenda per essere il più vicini possibili al boss, che è lo sciacallo più squallido e meschino di tutti gli altri lì dentro. È Andrej ad avere ottenuto il posto migliore vicino al boss, ma a che prezzo? Non solo quello del proprio corpo.
Credeva di star usando il proprio colpo per avere in cambio una sorte di controllo mentale sul capo della drudzina, ma il ragazzo ha DECISAMENTE sopravvalutato il suo potere su Sergej. Ha sottovalutato il fatto che quest’ultimo rimane pur sempre il figlio di un nobile e lui rimane il ragazzino figlio di nessun con nessun altro potere che quello che strappa alla vita mentre si tiene attaccato ad essa coi denti. Ha sottovalutato anche quanto Sergej potesse diventare possessivo nella sua infatuazione- e la possessività di un uomo psicopatico e potente può portare alla lunga più danni di quanti il trattamento preferenziale che lui ti riserva possa portare vantaggi.
Nel primo capitolo Andrej rifletteva su come rendere Sergej infatuato di lui lo rendesse in suo potere, e ricavava un rush di adrenalina (simile a quello scaturito dalla lotta col lupo bianco) al pensiero di avere il CONTROLLO su colui che non solo è il suo capo, ma anche il capo di tutta Mosca, e cosa più importante ancora il figlio del capo della Russia intera. Questo è il momento in cui il ragazzo si rende conto dell’altro lato della medaglia: rendere qualcuno ossessionato da te sicuramente da un senso di onnipotenza sul momento, ma di fatto a lungo andare limita la tua libertà come individuo, specialmente se questo “qualcuno” ricopre una posizione sociale e lavorativa superiore alla tua. E in questo modo diventa impossibile liquidare i divieti dettati dalla paranoia ossessiva di questo qualcuno come pretese irragionevoli di un amante geloso, perchè essi sono di fatto anche ordini lavorativi, soprattutto in un mondo come quello criminale dove il confine tra vita lavorativa e vita personale è incredibilmente sottile. Andrej si è approfittato della labilità di questo confine in precedenza, quando grazie alla sua “relazione” con Sergej ha scalato le gerarchie della drudzina, ma ora gli si sta ritorcendo contro.
La sua coscienze gli impone di fare il doppio gioco, ma la sua posizione di favorito del capo gli renderà difficile farlo senza che l’altro se ne accorga, o perlomeno sospetti qualcosa.
Sergei si conferma il cattivo di serie b che ami odiare, uno di quelli che da un lato è così gretto e idiota che spezza la tensione drammatica con la sua becera stupidità, e dall’altro lato fa salire comunque un po’ di ansietà in chi legge, perchè tanto potere in mano a un uomo così idiota e violento è comunque un rischi. È proprio la mancanza di acume e giudizio di un personaggio del genere che rende pericoloso un personaggio come questo, nella sua capricciosa imprevedibilità da ragazzino viziato troppo cresciuto.
Non gli manca l’intuito, ma proprio l’acume. La capacità di collegare i neuroni e arrivare alla soluzione GIUSTA. Tipo, ora ha intuito, almeno a livello inconscio, che Andrej gli stia nascondendo qualcosa...ma ha completamente toppato su COSA, e così va a sospettare di una tresca con Lukas. Che magari Andrej ci starebbe pure, per carità (anche se, come ci ha tenuto a precisare nel precedente capitolo, le volte in cui Andrej ha fantasticato di “assaggiare” l’amico è stato in via del tutto teorica) ma Lukas Andrej lo vede proprio come un fratellino un po’ scemo, quindi Sergej è proprio fuori strada con quel “come ti guarda”. A Lukas non piacciono miti e masochisti, gli piacciono feroci e pronti a sbranarlo dopo avergli derubato casa, come impariamo in questo capitolo. Comunque sono curiosa di sapere se questa gelosia che Sergej nutre nei confronti di Lukas (e che forse è dettata anche da un senso di inferiorità che Sergej sente verso Lukas in quanto entrambi sono capi di drudzina, ma il primo lo è per essere figlio di papà, il secondo perchè si è guadagnato il posto con la forza e l’abilità in combattimento e il rispetto dei suoi uomini; ma siccome Sergej è troppo stupido e pieno di se’ per formulare questi pensieri anche solo nella sua testa, “sublima” il tutto con una gelosia da amante possessivo) abbia dei risvolti o comunque un’importanza nel corso della trama futura. Tutti veri i cattivi di serie b, infatti, ostacolano i veri piani dei personaggi principali senza rendersi conto di star facendolo, o meglio, credono di star ostacolando ALTRI piani che però non esistono fuori dalle loro teste bacate e paranoiche.

“Sergej lo lasciò andare, ritornando alle sue donne e alla sua vodka. Appena lo vide sparire dietro la porta, Andrej si portò le mani alla bocca e se la sfregò a viva forza, eppure quel bacio, il senso di gelo che per un attimo gli aveva lasciato, non se ne andò.”

Amo la sensazione di gelo che si diffonde in Andrej quando realizza quanto il potere che credeva di avere su Sergej non è che un’illusione, ma il potere che Sergej e la sua famiglia hanno su di lui e su tutti quelli che lavorano per reale è reale, concreto, supportato dal sistema di cui tutti loro sono complici, e assolutamente terribile.
(Recensione modificata il 08/11/2022 - 10:36 am)

Recensore Junior
06/11/22, ore 17:37
Cap. 3:

Valhalla, la dimora degli dei e degli eroi. Sembra appropriato che, in una società in cui l’unica divinità che si bestemmia è “il Dio che non esiste più” e gli eroi sono semplicemente uomini feroci che hanno ereditato dai padri Imperi costruiti nel sangue e nella miseria altrui, o hanno scalato il vertice della società con la forza o i sotterfugi, il Valhalla diventa semplicemente un locale di piacere e perdizione, intrighi e complotti. Esclusivo, come era esclusivo il Valhalla della mitologia: ma se al tempo miti era il valore, inteso anche come valore morale, a determinare l’entrata in questo paradiso norreno, ora sono le conoscenze ad alto livello e la forza armata che ognuno può vantare di avere a garantire l’accesso in questo regno esclusivo e torbido. Qui si interfacciano i vari membri di quella che è per metà un complesso e ramificato sistema di mafia e per metà l’erede della tradizione nobiliare che esisteva in epoca zarista. 
Se ho capito bene, l’Organizzazione (scritta in Russo) è la rete di famiglie che, attraverso un delicato meccanismo di alleanze, rivalità sotterranee ed interessi in comune amministra tutto il territorio della Russia, che nella tua storia comprende, oltre ai confini odierni, anche buona parte dell’Europa e dell’Asia. Le drudzine invece sono i gruppi armati attraverso cui queste famiglie si assicurano di mantenere il potere. Lukas è il capo dell’unica drudzina che non è legata a nessuna famiglia in particolare, ma solo a chi paga. Alcuni nobili, come il padre di Sergei, affidano il controllo della propria drudzina a un parente o un famigliare, magari un figlio secondogenito che comunque non erediterà l’Impero politico che spetterà invece al primogenito, ma che grazie alle armi potrà lo stesso fare gli interessi della famiglia e al tempo stesso costruirsi una propria “carriera”. Altre famiglie invece, come i Dazla per cui Raisa lavora, affidano il comando della propria drudzina a un o una comandante che ritengono particolarmente meritevole e affidabile, magari perchè si tratta di qualcuno che si è distinto particolarmente in campo dei combattimenti o che ha conoscenze ad alto livello- Raisa, appunto, con la sua forza straordinaria, la sua mente fredda e strategica, e i suoi rapporti di amicizia non solo con altri vulkulaki a capo di drudzine, ma con il capo di tutti i vulkulaki in persona, che guarda caso è anche uno dei membri più importanti di questa nobiltà umana e criminale. Raisa è quindi affiliata a questi Dazla nei termini di alleanze umane, e seconda o terza in comando di Ljuba per quanto riguarda le gerarchie dei vulkulaki. La famiglia di Ljuba a sua volta è la più importante famiglia criminale a San Pietroburgo, ma nella gerarchia delle famiglie criminali “umane” è meno potente di quella di Sergej&co, che invece sono i Signori di Mosca e perciò controllano indirettamente tutta la Russia. Quello che i non-vulkulaki non sanno, tuttavia, e che i Vosikiev, oltre ad essere i Signori di San Pietroburgo, sono ANCHE i Signori di Mosca (e per conseguenza di tutta la Russia), solo che non per la società umana, ma per quella dei lupi (o uomini-lupi che dir si voglia). Quindi c’è una sorta di conflitto di interesse tra i Novikh e i Vosievek, che va oltre i normali conflitti di interesse tra famiglie criminali, e di cui i primi non sono del tutto a conoscenza. Giusto? Per questo il simpaticone di turno, tal Dimitrij, sostiene che la doppia fedeltà di Raisa, ai Dazla tra gli umani e a Ljuba tra i lupi, non è un problema come l’appartenenza di Andrej alla drudzina di Sergei. 
Correggimi se sbaglio: ho sempre il timore di perdermi dei pezzi nella parte più politica dei fantasy di questi tipo, anche se amo le storie piene di intrighi, alleanze di interesse e tradimenti. 
Per cui non posso che non apprezzare queste scene di sussurri e mezze verità al Valhalla. Da comunque da pensare il fatto che il futuro di questa tua società feroce e apocalittica sia stabilito in un luogo dove i membri importanti di questa società si recano per scopare chiunque respiri e farsi dell’equivalente fantasy della cocaina.
Ilyas, Aisha e Sasha, entrati al Valhalla con l’inganno e la doppiezza, sono paradossalmente i più “puri” lì dentro. Sasha mi ha fatto morire con la sua imbranataggine e aria da adolescente goffo al primo appuntamento, capitato per caso tra segreti più grandi di lui, parenti stronzi, e nuovi compari delinquenti. Ah, in più alle prese con una cotta enorme per una quasi-sconosciuta enigmatica, e con le per nulla velate minacce del fratello iper-protettivo di lei. Povero Sasha, lui sarebbe stato benissimo in un teen movie di serie b, invece l’hanno catapultato in una storia sanguinaria di lupi feroci, lupi misteriosi, lupi che tessono intrighi da un lato, e mafiosi feroci, mafiosi misteriosi, e mafiosi che tessono intrighi dall’altro...È per di più sto ragazzetto ingenuo e benintenzionato ha pure avuto la doppia fortuna di nascere sia lupo che mafioso, quindi ovunque si gira viene coinvolto in situazioni ad alta adrenalina e dubbia morale! 
Mi ha fatto morire che Sasha fosse lì con Ilyas e Aisha per rubare il DNA di Sergej e imbrogliare la sua famiglia, ma le preoccupazioni dei giovane nobile sono tutte sul fatto che il cugino razzista e stupido rischia di metterlo in imbarazzo di fronte alla ragazza straniera e dalla pelle scura, che ha appena conosciuto e per cui ha maturato una cotta pazzzesca in meno di mezz’ora. Sasha, Tesoro, suddetta ragazza e suo fratello sono con te perchè stanno cercando un mondo per fottere (metaforicamente) la tua famiglia DA CUI STANNO SCAPPANDO. E tu lo sai. Non credo che ci sia bisogno che ti preoccupi del fatto che i tuoi parenti possano dare una brutta impressione ai tuoi nuovi amichetti. Gli amichetti che stanno scappando dai tuoi parenti, sai.
...mi sono incartata più di Sasha. Parlare di lui fa quest’effetto.
Sono affascinata da Sasha e dal suo rapporto con la sua famiglia. Da un lato, non ne condivide ne gli ideali ne i modi di fare, e ci viene detto che suo padre non lo amava particolarmente e non ne ha mai fatto segreto. Dall’altro, dai pensieri e dal modo di comportarsi di Sasha, non pare avere la psicologia del bambino maltrattato o cresciuto a pane e rancore, anzi, vista la sua ingenuità su come funziona il mondo, sembra sia stato particolarmente protetto e coccolato anche rispetto agli altri figli di nobili-mafiosi che appaiono nella storia. Il che mi fa pensare che la madre, che in seguito viene rivelato esser stata l’amante di un vulkulaki (mi so mettendo in pari con la lettura dei “nuovi” capitoli mentre mi porto avanti nel recensire i più vecchi, quindi perdona se mischio informazioni vecchie e nuove), la madre, dicevo, fosse consapevole sia della “diversità” di questo figlio sia dell’antico che il marito nutriva verso di lui, e quindi lo abbia protetto anche un po’ eccessivamente per “compensare” la freddezza dell’altro genitore e mettere a tacere i propri sensi di colpa, come spesso accade in questi casi. Non so, forse mi sto facendo i film, ma avrebbe senso. Però allora si pone l’interrogativo del perchè Sasha non sia tornato a casa e non si sia fidato a rivelare a lei la sua seconda natura, ma sia invece andato in cerca di uno zio lontano che viveva dall’altra parte della Russia.

Passando ad altri personaggi: di Ilyas e Aisha ho già parlato nello scorso capitolo e nella recensione a Vivi, Ilyas ti si ama mai sei pesante, ma un po’ sei giustificato nella tua pesantezza da tutto quello che hai passato, un po’ quelle stesse caratteristiche che ti rendono pesante ti rendono anche figo nel modo in cui tutti gli eroi maledetti e tormentati appaiono fighi, quindi ti si perdona. Aisha tu pure saresti giustificata a essere scazzata col mondo, ma a te invece ti si ama e basta. A Sasha voglio bene (nel caso non si fosse capito) ma Aisha è proprio out of his league in termini di figaggine, carisma, esperienza di come gira il mondo e abilità di gestire il proprio potere. Sorry, rosho. Che poi Aisha è anche due spanne sopra a Ilyas e a qualsiasi altro personaggio maschile della storia, perchè come dice lei, i lupetti hanno la tendenza a ragionare solo con quello che hanno lì sotto, mentre le tue lupe sembrano, se non immuni, almeno più abile a controllare l’ormone.

Passiamo infatti all’altro personaggio femminile: Raisa è un personaggio che mi incuriosisce, perchè rappresenta un topos, quello della donna fredda e tormentata che si è fatta strada ai vertici di un mondo di uomini di uomini mettendo a volte da parte gli affetti o gli scrupoli morali, che di solito amo nel fantasy o nelle serie TV. Tuttavia so ancora troppo poco di lei per esserle davvero affezionata, ma ci sono buone probabilità che, andando avanti nella storia, salirà nella mia classifica dei preferiti. Mi sono già spoilerata che se da un lato continuerà ad essere forte e imbattibile in combattimento aperto, dall’altro sarà in mezzo ad un bel po’ di drammi famigliari, e sono assolutamente pronta a lasciarmi coinvolgere dalle sue future storyline. Nel capitolo precedente l’abbiamo vista attraverso gli occhi di Andrej, che nutre per lei quasi una venerazione, e la vede come potente e fredda, comprensiva e disposta ad ascoltare ma sempre lontana e irraggiungibile. Ora la vediamo attraverso gli occhi di Lukas, che con lei ha un rapporto più paritario, non proprio da commilitoni ma quasi. Raisa è sempre ermetica e distante, ma Lukas comunica con lei in modo più schietto e diretto. L’ammira, e molto anche, ma non è in una tale soggezione da censurare se stesso di fronte a lei. È anche vero che Lukas sembra il tipo che non si censurerebbe davanti a NESsUNO, e proprio per questo è divertente l’accoppiata che compone con Raisa, che invece sembra una che, al contrario, non si scucirebbe di fronte a nessuno, anche a costo di morire portandosi nella tomba tutti i suoi segreti e le emozioni non dette. Mi piacerebbe sapere-non so se verrà rivelato in futuro- il modo in cui si sono conosciuti lei e Lukas, e lei e Ljuba, e il modo in cui è diventata l’unica donna a capo di una drudzina.

Lukas so già che sarà uno di quei personaggi che amerò mio malgrado, uno stronzo non cattivo che pur essendo appunto stronzo ha purtroppo spesso ragione. Insomma uno di quelli che prenderei a ceffoni nella vita reale per quanto si sentono fighi e te lo fanno pesare, ma i cui PoV sono così divertenti e acuti che non si può non affezionarvisi. Se poi me lo rendi pure siberiano, e gli affidi tutta una serie di monologhi, ricordi e filosofie su questa terra che mi ha sempre affascinato, mi rendi proprio difficile non amarlo.
Oh, poi lo rendi pure protettivo del mio disadattato doppiogiochista preferito! Mi piace il rapporto da fratello maggiore, esasperato e protettivo al tempo stesso, che ha con Andrej, e anche su questo vorrei saperne di più, come si è formato e come è iniziato.

(Recensione modificata il 07/11/2022 - 01:26 am)
(Recensione modificata il 07/11/2022 - 12:52 pm)
(Recensione modificata il 08/11/2022 - 12:25 pm)

Recensore Master
04/11/22, ore 17:15
Cap. 30:

Carissima che invidia quei banya!
Insomma non tanto per la fauna interessante che li frequenta, quanto per l'estremo relax che si respira al loro interno.
Amo le terme in maniera totale, potessi farlo mi trasferirei a vivere lì, perché sono luoghi fuori dal mondo, dove il tempo rallenta e c'è chi si prende cura di te senza invadere i tuoi spazi personali.
È esattamente l'atmosfera che tu hai descritto in questo capitolo, anche se le questioni che hanno coinvolto i nostri eroi sono molto più terrene e spinose.
Il Vor ha due piani, uno peggio dell'altro e alla fine è Ilyas che viene messo con le spalle al muro.
Certo potrebbe sempre rifiutare, ma la posta in gioco è molto alta, ma presumo che più che offrirsi per "la causa" lui voglia accertarsi che Aisha non corra pericoli.
La scena dell'inserviente provolone è stata molto divertente, Lukas proprio non riesce a dissimulare il suo interesse per il ragazzo e anche io come lui mi aspettavo che lo seguisse negli spogliatoi, però non mi aspettavo che lo mandasse in bianco ^^
Ilyas l'ha presa fin troppo sportivamente, io un cartone tra il lusco e il brusco glielo avrei tirato!
In realtà di grane da risolvere il ragazzo ne avrebbe tre, aggiungici pure gli "effetti collaterali" ai piani bassi, che gli ha lasciato l'altro!  ^^'''

Recensore Junior
04/11/22, ore 12:46
Cap. 2:

“Bad fellows”, cattive compagnie. Quelle di ragazzacci vagabondi e giovanotti nobili soli e sperduti per le strade di una città buia, e quelle di due capi criminali che confabulano nell’ombra con lo scagnozzo dei Signori mafiosi della città, decidendo a mezza voce la sorte di un lupo solitario, soppesando con la bilancia del mercenario o del politico quanto vale la singola vita di una persona senza affetti, senza memoria e senza passato rispetto alla sicurezza di tutte le altre creature della stessa specie. Domande non da poco, che seguiranno i personaggi per tutta la prima parte della storia.

Cattivi compagni: un titolo paradossale perchè in realtà il conoscere o confidarsi con altri uomini-lupo è ciò che, in questo capitolo, salva le sorti di due personaggi, Andrej e Sasha. Il primo si consiglia di nascosto con due uomini-lupo più anziani ed esperti per capire cosa fare con la delicata situazione del lupo bianco; mentre il secondo, un nobilotto cresciuto nella bambagia e da poco al corrente della sua nuova natura, evita di morire di fame o di venire derubato, ucciso o catturato dal primo malintenzionato di turno grazie all’incontro con due giovani della sua stessa età, che però si rivelano essere molto più esperti sia nell’arte gestire e nascondere i poteri e i problemi inestricabilmente connessi alla propria natura semi-lupina, sia nel navigare le ingiustizie e le difficoltà ai margini della società umana.

Nel primo capitolo abbiamo conosciuto Sereb, il lupo puro e scevro da compromessi, e Andrej, il ragazzo che reprime il più possibile la sua natura ferina pur di collaborare con le organizzazioni mafiose che detengono il potere nella società umana, anche a costo di catturare lupi per ottenere favori con il capo e scalare la gerarchia della drudzina.
Questi due personaggi sono un po’ gli estremi dell’atteggiamento che tutti i vulkulaki assumono nei confronti della società degli uomini: o fanno parte di quei poteri criminali che decretano tramite violenza e affari sporchi il destino della Russia (e spesso i vulkulaki che fanno parte di queste organizzazioni si trovano ai vertici di esse, come ad esempio Raisa e Lukas, probabilmente perchè alcune caratteristiche tipiche del lupo consentono loro di scalare facilmente i vertici di una società criminale basata da un lato sul rispetto delle gerarchie, dall’altro sull’affermazione del singolo attraverso la forza e la violenza; Andrej è un po’ l’eccezione che conferma la regola, perchè non solo è un vulkulaki, non solo è un criminale mafioso, ma è pure l’unico vulkulaki mafioso sfigato, che i suoi compagni di drudzina sopportano solo perchè va a letto col boss idiota e prepotente. Andrej lo amo perchè è un caso disperato, il tipo di personaggio a cui continua a piovere addosso senza che lui impari a portarsi dietro l’ombrello, lol), oppure sono emarginati e in fuga, impegnati a sopravvivere e a non farsi catturare. Il secondo caso, scopriamo, avviene soprattutto se si tratta di stranieri, ragazzi poveri senza contatti alle sfere alte (o che queste sfere le hanno infastidite e da cui quindi cercano di scappare-ehm ehm Ilyas e Aisha ehm ehm-), o giovani anche ricchi che però non hanno parenti in vita con lo stesso dono/condanna, e che quindi si ritrovano sbandati e spaesati fino a che non trovano un loro simile che ha la gentilezza di spiegare loro la situazione e di prenderli sotto la propria ala.

Come in un romanzo di formazione tardo ottocentesco, il giovane Sasha, sprovveduto e ingenuo, vaga per le strade di una città ostile e complicata, dopo un evento che gli ha cambiato la vita, in attesa di un incontro che lo farà di nuovo, si spera in modo migliore. È troppo sorpreso dal rovesciamento improvviso della sua sorte per capire davvero quanto la sua situazione sia tragica, e tutti i rischi che sta correndo. Troppo meravigliato, di fronte al gelo una città che credeva di conoscere e gli si rivela estranea, per cedere alla disperazione. Cammina spaesato come in un sogno, evidentemente spaventato e allo stesso tempo inconsapevole dei rischi come solo i ragazzi cresciuti in famiglie ricche sanno essere; e improvvisamente incontra due giovani di diversa estrazione sociale che gli faranno scoprire un po’ di cose sul mondo in cui vive e su stesso. Gli apriranno gli occhi sui pericoli di una città che per i ricchi è solo un luogo in cui abitare o da cui andar via, ma per i poveri e i fuggiaschi è un mostro labirintico e ingordo, che può divorarti o renderti immune per sempre al suo veleno, perchè dietro ogni vicolo si celano rischi mortali o ghiotte occasioni, e bisogna essere al tempo stesso molto scaltri per evitare i primi, e molto coraggiosi per cogliere le seconde. Sasha non è nessuna delle due cose, ma Ilyas è entrambi, Aisha ha dovuto imparare ad esserlo. E sono disposti (più o meno) ad aiutare Sasha ad adattarsi al suo nuovo status di reietto dell società, a patto che Sasha sfrutti le sue conosci e se di famiglia e il suo passato da nobilotto per aprire loro porte in locali super-extra-riservati, in cui a quanto pare alloggia gente con cui Ilyas e Aisha hanno conti in sospeso. Non ho l’olfatto sopraffino degli uomini-lupo ma posso lo stesso fiutare odore di guai lontano un miglio. Anche Sasha lo sente, e forse per questo identifica Ilyas e Aisha come bad fellows, cattivi compagni che lo porteranno a correre grossi rischi. Ma sono anche le uniche compagnie che lo sventurato ex-nobile può permettersi al momento, due mezzi-lupi come lui che però sanno più di lui cosa comporti questa condizione. Due vagabondi misteriosi, dall’umorismo caustico e lo sprezzo delle regole da un lato, un giovane nobile ingenuo e ciarliero dall’altro. Ho amato tutti i dettagli del loro primo incontro. Ho amato il fatto che assistiamo a questo incontro tramite lo sguardo Aisha, più riflessiva e meno caustica di Ilyas, ma meno ingenua di Sasha, più scaltra di lui per quanto riguarda il modo in cui funziona il mondo. A differenza di Sasha, Aisha non è palese nelle emozioni che prova. A differenza di Ilyas, non ha seppellito ogni speranza sotto un corroborante e rabbioso cinismo. Amo il suo personaggio, è probabilmente il mio personaggio femminile preferito per ora. La bambina piangente dello spin-off è cresciuta. Anni di fuga, probabilmente, povertà, traumi, anni passati a nascondersi e ad avere come unico riferimento il fratello Ilyas. Sicuramente Aisha ama molto suo fratello, essendo il giovane la sua unica famiglia, ma mi piace come non sempre gli dia retta, soprattutto quando Ilyas si dimostra particolarmente stronzo col primo poveretto che gli capita accanto. Non che Ilyas non abbia motivi per sputare veleno contro un mondo che ha cercato in tutti i modi di schiacciarlo, eh, ma apprezzo il fatto che Aisha, pur essendo cauta e diffidente quanto e più del fratello, ma non è diventata insensibile alle sventure del prossimo. È cresciuta fidandosi e affidandosi solo ad Ilyas, ma nel suo animo c’è spazio anche per l’empatia verso altre persone che soffrono la loro stessa solitudine ed emarginazione, ma lo dimostra in modo cauto, nei piccoli gesti, non con grandi proclami o estroversi slanci d’affetto. In sostanza, è uno di quei personaggi disincantati perchè sanno come gira il mondo, ma non cinici perchè continuano comunque a impegnarsi nel loro piccolo perchè il mondo giri un po’ meno di merda. Quei personaggi che fanno la cosa giusta non perchè credano di avere una missione, di poter o dover cambiare il mondo o essere artefici di una svolta positiva nella storia, ma semplicemente perchè a loro viene naturale, perchè qualcosa nel loro animo e nella loro sensibilità si ribella al pensiero di ignorare la sofferenza altrui come se niente fosse, soprattutto quando la vita gliela sbatte a un  palmo dal proprio naso. Eppure Aisha non è una ragazza classicamente “dolce”, anzi è scostante, introversa, amara, indurita da tutto il male di cui è stata sia vittima che testimone, da una vita randagia ai margini, dal razzismo che si trova a sperimentare quotidianamente sulla propria pelle per via della sua carnagione scura e del suo aspetto non slavo, dai meccanismi malati della società che lei e il fratello hanno dovuto imparare a navigare per sopravvivere, dalla rabbia repressa di Ilyas che lei non può evitare di provare per riflesso. Però lo dimostra in modo diverso. Forse era troppo piccola, quando la vita sua e di Ilyas fu sconvolta, per portarsi sulla schiena come macigni affilati i traumi del passato come fa Ilyas. Se li porta dietro lo stesso, ma in modo diverso, sotto forme di fantasmi, vaghe memorie quasi invisibili e inafferrabili che l’accompagnano come ombre, presenze naturali a cui è talmente abituata che non pensa più a loro e allo stesso tempo non ha la minima idea di cosa voglia dire vivere senza di essi (a differenza del fratello, che invece i tempi felici se li ricorda in modo molto più nitido.) 
La vita di Ilyas e Aisha è obiettivamente una lunga e travagliata storia dell’orrore, con fin troppe similitudini a tragedie che tutt’ora avvengono in molte parti del mondo, ma la prima impressione che si ha di loro e della loro vita durante il primo incontro con Sasha ha un qualcosa di romantico, affascinante, da romanzo d’avventura ottocentesco (di nuovo). Due ragazzi stranieri e misteriosi che vagano da soli in una città desolata, un fratello e una sorella che hanno vagato da soli contro il mondo sin da quando erano bambini, due “stranieri” della più bassa estrazione sociale che fuggono da alcuni membri più importanti dell’elite che li vogliono catturare per motivi sconosciuti, due paria che in invece di rassegnarsi escogitano un piano per infilarsi nella tana del lupo, tra le fauci di quegli stessi nobili che li stanno cercando, per depistarli o forse vendicarsi. È tutto molto Romantico nel senso del termine con la R maiuscola. Posso capire perchè Sasha, questione pratiche a parte, si sia sentiva attratto/incuriosito da questo duo, pur essendo psicologicamente, socialmente e  fisicamente il loro opposto. 
Poi oh, ho un debole per le storie in cui “solitario non per scelta ma per circostanze esterne incontra altro solitario che invece lo è ANCHE per scelta e che vorrebbe rimanere tale, tante grazie, ma succede un imprevisto e la trama che si complica costringe i due personaggi a condividere il cammino e niente, ora sono best friend forte anche se si staccherebbero la testa a morsi a ogni piè’ sospinto.” Questo per dire che aspetto la (riluttante) bromance tra Ilyas e Sasha almeno quanto il nascere della storia d’amore tra il russo e Aisha. Ho un debole anche per i legami che iniziano come accordi reciprocamente vantaggiosi e finiscono per diventare riluttanti amicizie. “Non ti sopporto ma abbiamo rischiato la vita insieme più di una volta quindi mi sa che siamo obbligati a diventare bromance per contratto, poi ormai mia sorella ha deciso che sei parte della famiglia quindi ci tocca continuare a salvarci la pelle a vicenda”
In generale, mi piace come stai caratterizzando le dinamiche tra vulkulaki in questa storia- metà dettate da convenienza e/o necessità, metà da un sincero senso di comunanza e “branco” che si instaura tra simili.
Ho grandi aspettative per il trio di moschettieri mancati e riluttanti composto da Ilyas-Aisha-Sasha, perchè comunque la giri ci sono i presupposti per dinamiche interessanti da esplorare.
Passando all’altra combriccola dei confabulatori: ma Andrej come ha conosciuto Raisa e Lukas? Mi interessa il tipo di rapporto che ha con questi due vulkulaki molto più importanti di lui nelle gerarchie sia lupine che umani. Con Lukas sembra che ci sia più cameratismo, e anche della protettività di Lukas verso Andrej, ma quest’ultimo sembra provare più ammirazione e rispetto (sconfinante nella venerazione) per Raisa, che è più fredda e distante, ma meno disposta a risolvere le situazioni con la pura violenza e più propensa a nobili slanci di solidarietà per il povero Sereb, anche se comunque rimane una donna che si fa guidare più dalla razionalità che dall’emotività (ed è giusto che sia così, visto la posizione che ricopre). Lukas è un mercenario, protettivo dei “suoi” ma fondamentalmente cinico per quanto riguarda gli affari col mondo esterno. Raisa invece trasuda energia di un leader, misteriosa ma affidabile, razionale  ma disposta ad accettare, capire e consolare gli slanci emotivi dei membri più giovani e inesperti. 

Le combriccole, nuove e vecchie, sono il filo rosso che lega questo capitolo, che attraverso il formarsi di nuove dinamiche tra personaggi, e lo svelarsi di altre, illustra quanto possano essere vari e diversi i legami che si instaurano tra gli uomini-lupo nella società umana, e il modo in cui suddetti uomini-lupo si adattano a vivere in essa. 

Infatti, se andando avanti nella storia verrà mostrato come gli uomini-lupo tendano a far branco tra di loro o perlomeno a provarci, essi non vivono quotidianamente raggruppati sotto un unico clan o in unico branco, a quanto sembra. C’è un Clan che comanda su tutti e al cui capo tutti devono obbedire ma di cui non tutti i vulkulaki fanno parte- un po’ come accade per l’organizzazione mafiosa che sembra governare la Russia nella tua storia. La società degli umani e quella dei vulkulaki sono opposte ma in un certo senso speculari. 

Questo secondo capitolo mostra infatti come esista, almeno teoricamente, una solidarietà tra implicita tra i vulkulaki, un codice d’onore non detto per cui va bene uccidere o tradire gli umani se sono nemici o se semplicemente fa comodo farlo, perchè la società post-apocalittica in cui i tuoi personaggi funziona così, una società in cui homo homini lupus è un detto che funziona molto più per descrivere le dinamiche della società degli uomini che quelle tra i lupi. Gli esseri umani sono “lupi” nel senso dispregiativo del termine, e i tuoi lupi sono “umani” nel senso umanistico del termine. Uccidere o essere anche solo complici di un’uccisione di un altro uomo-lupo è infatti visto da molti personaggi come qualcosa di impensabile, indecente, che bisogna cercare di evitare anche in guerra o nelle faide tra organizzazioni criminali. Tant’è che membri o capi d organizzazioni criminali diverse come Raisa, Lukas e Andrej si incontrano a confabulare tra loro perchè la lealtà tra vulkulaki, e la sorte di un loro simile, vale più dei giochi di potere tra le drudzine. Forse più che di onore si tratta di empatia, di quel senso di unione e solidarietà che si crea istintivamente tra chi condivide la stessa diversità, dono e fardello al tempo stesso.
Dico che si tratta di empatia e non onore perchè Lukas e Ilyas, due personaggi che hanno un modo di pensare molto da lupo, sono titubanti a dare l’aiuto a degli sconosciuti come rispettivamente sono per loro Sereb e Sasha, perchè non vedono il punto di rischiare la sicurezza propria e dei loro affetti/di persone che conoscono per gente verso cui non hanno nessun obbligo. Questo non è perchè Ilyas e Lukas siano necessariamente lupi solitari, come Sereb, ma perchè è hanno un’idea di branco molto ristretta ed esclusiva. Per loro non basta avere in comune il sangue di lupo o qualche simile potere magico- bisogna essere famiglia di sangue (nel caso di Ilyas, che ha perso tutta la sua famiglia e si aggrappa ad Aisha come a un’ancora di salvezza che lo tenga attaccato alla vita) o avere un passato condiviso, far parte della stessa gerarchia armata o avere le stesse persone come affetti o punti di riferimento (nel caso di Lukas). Per l’uno e per l’altro, prima di venir considerati parte del branco bisogna aver vissuto insieme determinate esperienze che legano le persone le une alle altre quanto è più del sangue. Ironico che sia Ilyas sia Lukas siano entrambi uomini-lupo molto “lupini”, nell’orgoglio, nei modi di fare e percepire il pericolo e, nel caso di Ilyas, persino nelle movenze, eppure per nessuno di loro due basta essere mezzi lupi per meritare aiuto e compassione. Probabilmente perchè, per esperienze di vita, entrambi hanno imparato che gli stronzi esistono sia tra i lupi sia tra gli umani, quindi non basta essere una di queste due cose per avere un “pass” per il loro affetto. Sasha invece non ha idea di come siano complesse e stratificate le gerarchie dei vulkulaki e ingenuamente che crede che basti dire “sono come voi” per diventare tutti amici. Aisha, invece, che se ho capito bene non ha conosciuto altri vulkulaki eccetto se stessa, il fratello e la madre morta, sente subito un moto di vicinanza misto a curiosità verso Sasha, un ragazzo diversissimo da lei per carattere ed estrazione sociale che però, come lei, è SIA lupo CHE umano e non vuole rifiutare nessuna di queste due nature. Ho amato l’ultima frase del PoV di Aisha in cui lei afferma questo concetto sulla propria identità, sul fatto che possa essere entrambe le nature senza rinnegarne nessuna. È una dichiarazione di amor proprio e di orgoglio  ancor poù potente proprio perchè viene fatta da Aisha, un personaggio che ha vissuto determinate cose nel suo passato che avrebbero potuta portarla a vergognarsi della sua parte di lupo o a rifiutare quella umana. 
Andrej invece, che è molto meno in contatto con la sua natura vulkulaki, prova un tanto vago quanto urgente desiderio di salvare o perlomeno non nuocere a nessun suo simile, il che è curioso. Ma anche coerente in un certo senso, nel modo contorto in cui lo è Andrej: il ragazzo mezzo-lupo che non avrebbe avuto problemi a uccidere un lupo, cosa che metaforicamente rappresenta il suo non aver accettato quella parte di se’, prova un generico e astratto senso di comunanza con gli altri vulkulaki che è più forte di quello che provano i vulkulaki che hanno accettato la propria doppia natura e trovato il proprio branco, proprio perchè lui è mancante sotto questi due aspetti. Se, nella mente di Andrej, essere per metà lupo è una condanna, allora tutti i vulkulaki condividono lo stesso fardello e gli stessi dolori, per cui devono aiutarsi a vicenda, indipendentemente dal lato umano per cui parteggiano. Se non hai il tuo branco, o sei inserito in un contesto sociale che non solo non ti valorizza ma ti disprezza, e da cui tuttavia non sai staccarti, il senso di appartenenza lo senti non verso queste persone, ma verso qualcosa o qualcuno di astratto che potrebbe essere “come te ma meglio di te”. Che poi quando Andrej si trova concretamente ad aver a che fare con Sereb o altri vulkulaki più “lupi”, apriti cielo, non ce la fa a farcela. Alla fine il dilemma della situazione Andrej-Sereb, che poi è anche il dilemma dell’incontro/scontro tra Sasha e Ilyas&Aisha è: si intende per “un tuo simile”? Andrej avrebbe catturati un vero lupo ma non può sopportare di fare del male a un altro vulkulaki. Per Sereb questa è incomprensibile incoerenza. Per Ilyas, Sasha non è come loro perchè li separano etnia ed estrazione sociale. Per Aisha sì perchè, aldilà delle differenze, il giovane russo e i due fratelli condividono qualcosa di più profonde delle differenze di tipo sociale of etnico, e questa cosa è l’essenza stessa della loro natura. Andrej crede lui e Sereb appartengano alla stessa categoria perchè sono entrambi vulkulaki. Sereb sostiene che lui è Andrej siano diversi in modo inconciliabile perchè lui ha rinnegato la sua parte umana, Andrej quella lupina. Andrej percepisce che il lupo bianco Sereb sia “come lui” non solo perchè sono entrambi vulkulaki ma anche perchè Andrej come Sereb si sente in gabbia, anche se forse solo inconsciamente. Sereb pensa che lui e Andrej NON siano nelle stesse situazione perchè, se permette, solo uno dei due è davvero in gabbia- l’altro ha contribuito a rinchiudercelo. Raisa pensa che Sereb vada salvato o almeno aiutato perchè è uno di loro. Lukas ritiene che vada eliminato perchè è un pericolo, e che su di lui non vadano spesi troppi scrupoli di coscienza perchè mon è parte del branco. 
Ma qual è il branco? I vulkulaki  che conducono il tuo stesso dono/condanna, anche se non ti sono amici, o gli uomini con cui condividi il pane e le battaglie ogni giorno? Lupi sconosciuti o solo quelli che conosci? E se dovessi mettere in pericolo uno dei tuoi per salvare un tuo simile che però è un estraneo, lo faresti? È giusto farlo? Quando’ è he il desiderio di proteggere i membri del tuo branco da tutto e da tutti smette di essere protettività e diventa paranoia? Quand è che dare la priorità ai tuoi affetti piuttosto che agli estranei diventa crudeltà gratuita? E quand è invece che il desiderio di aiutare qualcuno senza averne i mezzi diventa stupidità? Dov è il limite entro cui il sacrificio smette di essere nobiltà d’animo e diventa masochismo? 


Ps (scritto dopo aver letto la risposta alla tua recensione e alla storia breve Vivi)  grazie grazie grazie per la risposta alla recensione! Mi fa davvero piacere parlare con gli autori delle loro storie e sono contenta se riesco a comunicare il mio entusiasmo di lettrice a chi quella storia l’ha scritta, perchè comunque credo sia giusto “ripagare” in un certo senso gli sforzi che chi scrive per passione fa per coltivare questo hobby, regalando ai lettori avventure e personaggi senz’altro tornaconto che la gioia di scrivere una storia fatta bene, con una trama intricata, un buono stile e dei personaggi tridimensionali. È una cosa che richiede molta cura e determinazione, quindi è giusto che chi commenta si impegni a dare la giusta attenzione a ciò che scritto. A volte ho paura di esagerare e scrivere troppo con le recensioni, magari proiettando nei personaggi tratti psicologici che non erano voluti dagli autori/autrici. Mi fa piacere se mi scrivi che non è così e che la mia interpretazione di Andrej è azzeccata. Merito tuo che hai creato un personaggio che si fa subito “sentire” dal primo capitolo; anche se non riveli subito tutta la sua storia, il flusso dei suoi pensieri avvolge presto il lettore in un mare di contraddizioni psicologiche che però coesistono con un senso. Ilyas è un personaggio più criptico, anche con se stesso, però il meccanismo è lo stesso: il tono che usi per descriverlo attraverso gli occhi degli altri delinea subito il tipo di personaggi, e il tono caustico, rabbioso e conciso conferma l’essenza del personaggio pur senza rivelarne subito tutto il passato nei dettagli. Tra parentesi, apprezzo la scelta di non aver reso Ilyas e Aisha esplicitamente “angstosi” come Andrej, perchè, visto che i traumi dei due fratelli sono tra gli argomenti più delicati di questa storia, e, per fare in modo che non risultino gratuiti, certi argomenti è meglio trattarli senza eccessi di “angst”, almeno nei primi capitoli, senza indorare la pillola ma neanche diluirla troppo in litri di melodramma che sembrano voler costringere il lettore a capire la gravità di situazioni di cui CHIUNQUE abbia un minimo di empatia capirebbe la situazione Insomma, l’angst lo preferisco per le situazioni in cui il disagio è più che altro psicologico, oppure nei momenti di catarsi, in cui il personaggio inizia il proprio percorso di guarigione interiore e così facendo si ritrova a dover rivivere il dolore per superarlo, quando per la prima volta si interfaccia DAVVERO con il proprio trauma dopo averci convissuto per anni cercando di ignorarlo. Da questo punto di vista, penso che Ilyas e Aisha siano scritti nel modo in cui piacciono a me, almeno per quanto ho letto (mi sono portata avanti nelle ultime sere e ho quasi finito di leggere la storia principale fin dove è stata aggiornata-mi mancano sei o sette capitoli corti su Wattpad, che dovrebbero  corrispondere più o meno alla metà su efp). 
Ilyas e Aisha mi piacciono perchè è evidente sia la loro sofferenza sia il modo in cui la reprimono- e se da un lato è evidente quanto questo reprimere il dolore e non parlare del loro passato li penalizzi, soprattutto nel creare nuove relazioni e rapporti umani, perchè creano una bolla in cui solo loro si capiscono (perchè solo loro si conoscono), dall’altro è letteralmente l’unico modo che avevano di sopravvivere. Ci sono dolori che ti rendono difficile uscire dall’auto-commiserazione, e traumi che invece ti COSTRINGONO a evitarla a tutti i costi per sopravvivere, anche a costo di reprimere tutto e perciò rischiare di non guarire mai del tutto da essi, perchè riflettere a lungo su quanto accaduto da un lato li porterebbe ad elaborare certe cose, e quindi forse a iniziare a sanare certe ferite, ma dall’altro lato potrebbero rischiare di annegare nelle implicazioni del loro stesso passato, nel dolore che ha causato in loro e che hanno cercato di reprimere per tutti questi anni proprio per evitare di venir sommersi da essi.. Il cervello stesso reprime o nasconde alcune cose, a volte, per permetterci di continuare a vivere.  Di trovare la forza e la volontà di guardare avanti dopo tutto quello che avevano passato. Azzeccatissimo il fatto che la storia in cui viene narrata la traumatica fine dell’infanzia di questi due personaggi sia chiamata paradossalmente “Vivi”. Ma si può vivere davvero scappando per sempre, nascondendosi sia dai nemici, che dal proprio dolore? L’animale braccato che sopravvive a stento sta davvero vivendo al massimo le sue potenzialità? L’arrivo di Sasha nel microcosmo di Ilyas e Aisha è anche simbolico: il primo elemento esterno, ma buono, che rompe inavvertitamente e sconvolge senza cattive intenzioni la bolla in cui i due fratelli sopravvivono legati tra di loro e inaccessibili al mondo. Una gabbia che un po’ i traumi hanno costruito attorno a loro, e un po’ si sono costruiti addosso da soli o a vicenda, per paura di venir feriti di nuovo, o che il mondo togliesse loro l’unica persona per cui vivere/a cui aggrapparsi. 

Parlando della Russia: non ho mai studiato la lingua (nonostante da bambina avessi amici che parlavano russo in casa coi genitori), ma ho sempre avuto un amore per gli scrittori di questa terra, e un’attrazione per i romanzi e le storie che qui (o, meglio, lì) sono ambientate. Un mio sogno è fare la Transiberiana, non mi ricordo da dove è partita quest’ossessione, però so che collezionavo tutti i resoconti di giornalisti che avevano intrapreso questo viaggio (avevo una serie di libretti in fila, tutti resoconti di viaggio intitolati “Transmongolica e Transiberiana”) e ci fantasticavo spesso su creando storie e personaggi. 
Mio padre conosce molto bene la Russia, e quand’ero ragazzina me ne spiegava la Storia e le contraddizioni, e così facendo mi ha spinto a leggere molti dei grandi romanzi della letteratura russa durante gli anni del Liceo. Poi, più recentemente, studiando arte e soprattutto teatro in università mi sono confrontata con l’importanza che nel Novecento hanno avuto pittori, intellettuali e drammaturghi russi nel riformare, arricchire e talvolta stravolgere queste discipline. 
E la cultura popolare e folkloristica russa è altrettanto ricca e interessante di quella “ufficiale”, ma penso che tu lo sappia proprio bene visto che stai scrivendo una storia basandoti su una delle tante leggende che la compongono! 
Comunque i romanzi (così come i film) ambientati in Russia (anche scritto da autori di altre nazionalità e/o in altre lingue) hanno sempre quel tocco in più, qualcosa di magico e impalpabile che cattura e mette in soggezione. Credo sia perchè il paesaggio che viene descritto/ripreso rende tutto più simile a una ballata epica, a un qualcosa di ancestrale che ti spinge a confrontarti con le ridotte dimensioni dell’essere umano di fronte alla sconfinate sa della Terra e della Natura. E si sa che dal desiderio di  sconfiggere la propria piccolezza, nascono il bisogno umano di fare arte, e quello di cercare risposte alle grandi domande esistenziali della vita. E accanto a tutto ciò, a tutta questa bellezza e cultura, ci sono le contraddizioni, le disuguaglianze di un Paese che per quanto abbia cambiato spesso il proprio regime non è mai riuscito a sanare le proprie ingiustizie, una tendenza al potere assoluto che ha cambiato spesso nome e modo di operare senza mai abbandonare il proprio dispotismo. E le guerre, le differenze etniche di popolazioni che convivono da secoli in una convivenza spesso sofferta, il capitolo nero dei gulag, di cui l’Occidente è venuto a conoscenza tardi e forse mai troppo approfonditamente....è impossibile pensare al freddo e alla durezza di certi paesaggi russi senza pensare alla tragedia che spesso ha pervaso la Storia (con la S maiuscola) di questo Paese. In sostanza, penso che non avresti potuto trovare un Paese più adatto in cui ambientare la tua storia che unisce antiche leggende a un’atmosfera post-apocalittica, in cui il freddo che s’infila nelle ossa si confonde con la diffidenza strisciante che permea tutti i rapporti umani, e la sconfinatezza gelida della Siberia sembra lo specchio dei tempi desolati che corrono. E i vulkulaki, creature per metà animali puri e selvatici e per metà esseri umani mafiosi e corrotti, si aggirano in questa Terra composta solo di fredde città grigie apparentemente senz’anima, e immensa natura (quasi) incontaminata che a un occhio interno appare altrettanto fredda e crudele, anche se forse d’una crudeltà di tipo diverso.

...questa volta ho *davvero* scritto troppo e a vanvera (si dilegua in una nuvola di fumo e nevischio siberiano). 

Recensore Junior
28/10/22, ore 10:21

Ciao! Avevo intravisto questa storia tanti anni fa, qui su efp, ma essendo in passato una lurker non registrata (shame on me, I know) non avevo potuto leggerla a causa del rating rosso. Quando qualche anno più tardi, diventata maggiorenne, mi sono messa in regola con l’account e ho cominciato a lasciare recensioni a tutte le storie che mi avevano colpito in passato, il tuo account era svanito, e così questa storia.
Puoi immaginare quindi con che felicità, ho ritrovato questa storia, di cui mi ricordavo il titolo è l’ambientazione, su Wattpad e fresca fresca di aggiornamenti recenti! Recensisco comunque su efp perchè sono più pratica (anche se come formattazione del testo da leggere preferisco Wattpad).

Mi piace l’ambientazione e tutti i temi che ad essa si possono collegare: una società decaduta in tutti i sensi, sia economicamente che moralmente, in cui la criminalità organizzata, che lucra sulle tragedie e sulle sventure altrui, la fa da padrona, e alcuni clan di famiglie particolarmente ricche, prepotenti e spregiudicate vivono in un precario equilibrio, cercando allo stesso tempo di fregarsi tra loro e di mantenere rapporti abbastanza cordiali, almeno in apparenza, da non essere fregati di rimando. Un freddo perenne, che sembra salire dalla terra innevata per attaccarsi ai sentimenti e alle vite dei protagonisti, spesso legati gli uni agli altri da rapporti dettati dall’interesse utilitaristico o da rapporti morbosi, dolorosi, difficili. La speranza di riscatto che si intravede nello sbocciare titubante di nuovi e fragili rapporti, tra vite in cui la speranza sembra essere stata distrutta.

La Russia, questa Russia patria di leggende folkloristiche e di romanzi religiosi e filosofici, ma anche di guerre, assolutismi, sterminio sistematici di minoranze etniche e in generale “diversi”. Questa Russia terra di selvaggi sconfinati paesaggi naturali che tolgono il fiato per la loro bellezza e città fredde e grigie che risucchiano la vita dai polmoni col loro monotono squallore. E in mezzo a tutto, gli uomini-lupo: simboli vivente e segreti di questa terra ambivalente e di questa civiltà futuristica in attesa di una nuova rinascita o di un’ultima, definitiva distruzione.


E quali personaggi migliori di Sereb e Andrej, per iniziare la storie evidenziando la dualità contraddittoria e al tempo stesso complementare degli uomini-lupo?
Sereb il "puro" che ha rinunciato alla sua natura umana e si crede e si comporta da "vero lupo", perchè essere umani è essere corrotti, deboli meschini, codardi e prepotenti al tempo stesso, mentre essere lupi vuol dire saper resistere al gelo e alle sconfitte, guadagnare con la fatica e col sangue ciò che si mangia, rischiare sempre tutto pur di seguire l'istinto e la natura, senza ipocrisie.
E Andrej che invece non solo vive tra gli umani (come la maggior parte degli uomini-lupo, a dire il vero, per sopravvivere) ma addirittura aiuta gli umani a cacciare i lupi. Tra tutti gli umani, Andrej si è legato a un clan mafioso che racchiude tutte quelle che, secondo Sereb, sono le peggiori caratteristiche degli umani. Tutte le altre drudzine, se pur spietate e piene di intrighi, hanno comunque un fondo di nobiltà, di ideale, o almeno di fierezza, perlomeno nelle intenzioni. La drudzina di Sergej e famiglia no: è pura volgarità tracotante e violenta elevata nella catena sociale a causa della decadenza morale ed economica di cui parlavo prima. Non solo Andrej ne fa parte, e dunque in un certo senso è complice dei loro crimini, ma ha messo a rischio sia la sua integrità morale che la sua sicurezza per scalare le gerarchie di quest'organizzazione cinica e brutale. Va a letto regolarmente con un il figlio del.capo, un giovane uomo viziato e crudele che scuoierebbe un lupo per farne pelliccia- ah, le metafore. La mancata accettazione di una parte di se' che risale all'infanzia, al vedere il proprio padre uccidere e scuotere lupi, e si trascina dietro fino all'età adulta, con la scelta di invischiarsi in relazioni tossiche e pericolose con un uomo iracondo e imprevedibile che potrebbe uccidere Andrej con la stessa ferocia con cui il padre di Andrej trattava cane e lupi.
ADORO personaggi le cui situazioni incasinate non derivano solo da una generica sfortuna o dalla perseveranza malvagia dell'antagomista nei loro confronti, ma anche dal loro stesso scavarsi la fossa da soli, ficcanaso in situazioni troppo grandi o pericolose, per egomania, hybris o per un'incapacità di elaborare traumi infantili e dare una svolta alla propria vita in senso opposto. Andrej è un po' entrambe le cose: se da un lato non c'è nulla di più tipico di un bambino con una figura paterna ingombrante e minacciosa (ma che egli vuole compiacere e distruggere al tempo stesso) che entra in una relazione tossica con un uomo pericoloso e violento, dall'altro lato Andrej NON è psicologicamente succube di TizioCattivo lì, Wannabe AmmazzaLupi, ma anzi è convinto di poterlo non solo controllare (cosa erronea ma anche tipica) ma anche manipolare a proprio piacimento e secondo i propri interessi (dettaglio più interessante che apre interessanti squarci sulla psiche di Andrej e rende tutta la sua situazione più grigia, torbida e sfumata al tempo stesso).
Non c'è amore tra Andrej e WannabeAmmazzaLupi (ormai per me è il suo nome, i nomi russi hanno un'ortografia impossibile e non si può pretendere che mi impari pure quelli dei figli di mafiosi energumeni e senza cervello) eppure trovo le dinamiche di questa relazione malsana veramente interessanti perchè fanno nascere molte domande su come funziona la psicologia di Andrej. Perchè è entrato in questo pasticcio, se era consapevole dall'inizio di che tipo di persona fosse il figlio del capo? (E noi sappiamo che lo era). Tanto più che pare che non sia nemmeno il figlio preferito di Papà Mafioso, quindi non è che dal punto di vista della carriera sia stata una scelta molto furba. Davvero per avere quei due privilegi in più da abitare sfacciatamente in faccia agli altri energumeni senza cervello vale la pena scopare un tizio senza un minimo di fascino (neanche quello tipico dei cattivi) che si veste con le pelle dei tuoi simili? O forse si tratta di qualcos'altro di più profondo, un desiderio di rinnegare e ferire la parte lupina del se' e al tempo stesso gonfiare il proprio senso di importanza con l'illusione di avere il controllo di una bestia 100% umana, la più pericolosa di tutte? Il primo desiderio sembrerebbe una vena masochista, dal punto di vista psicologico prima ancora che fisico, mentre il secondo cela un fascino per avere psicologicamente il controllo di qualcuno di più forte. Due impulsi contraddittori che però potrebbero derivare dagli stessi traumi- il masochismo e l'attrazione verso chi ferisce i propri simili è un sintomo di rifiuto dell'Andrej-umano verso l'Andrej-lupo, mentre il suo amore per i giochi mentali e la sua tendenza a manipolare sono un modo per riconquistare un controllo che si sente mancare per via di questa sua mai del tutto accettata e solo superficialmente elaborata doppia natura.
(Recensione modificata il 28/10/2022 - 11:52 pm)

C'è un amore per il rischio in Andrej che salta fuori più volte in questo capitolo: nel combattimento contro Sereb, nella relazione malsana con Sergej, nel pensare che non si era mai sentito altrettanto vivo come di fronte al lupo bianco, nel suo rispondere a tono e addirittura provocare la guardia forzuta che già lo odia, giusto per il gusto di vincere uno scontro tra galletti del pollaio. Eppure non desidera davvero vincere il dibattito, sembra che la sfida per arrivare alla vittoria, e l'attimo in cui crede di essere ad un soffio da una sanguinosa sconfitta, sia la ragione per cui inizia a lottare- che si tratti di scontri lupeschi, come quello con Sereb, sessualità e psicologici come con Sergej, beceri e chiassosi come con Soratov o cime si chiama, o psicologici e filosofici come con Sereb di nuovo. Eppure Andrej non è una persona naturalmente litigiosa e scostante come Ilyas, anzi, altri personaggi notano come sia un tipo che cerca di star simpatico a tutti a tutti i costi (carenze affettive? Desiderio di appartenere a qualcosa? Di colmare un'insicirezza profonda sulla propria natura con l'approvazione altrui?) E allora da cosa viene questa tendenza di Andrej agli scontri e alle logorazioni psicologiche reciproche, se non dall'amore per il rischio? Il rischio lo fa sentire vivo (risveglia la natura lupesca che cerca di sopprimere) ma forse lusinga anche un suo inconscio desiderio di auto-distruzione, che deriva sempre dagli stessi traumi psicologici e causa il suo cacciarli sempre in situazioni che chiunque altro eviterebbe felicemente e saggiamente.


Insomma, si è capito che Andrej è il mio personaggio preferito? Gli altri personaggi sono per me ancora tutti da scoprire, da capire e da analizzare meglio, ma questo anti-eroe sfortunato, masochista e assolutamente incapace di essere sincero con se' stesso, manipolatore e ipocrita, eppure compassionevole verso le sventure altrui, mi ha catturato fin dal primo capitolo. Sereb lo sento ancora un po' distante, duro e puro ma anche misterioso e quasi più simbolo che personaggio (per ora), Andrej invece mi ha da subito catturato con la sua contraddittoria, complessa e disarmante umanità.
(Recensione modificata il 29/10/2022 - 12:24 am)
(Recensione modificata il 29/10/2022 - 12:44 am)
(Recensione modificata il 29/10/2022 - 12:46 am)

Recensore Master
19/10/22, ore 15:20

Ciao carissima^^
un capitolone, che però spiega tante cose rimaste in sospeso nei capitoli precedenti.
Al di là di quello che viene scoperto (da brividi e comunque magistralmente descritto, al punto che sembrava di essere lì), riesci a rendere molto bene un affiatamento fra i tre ragazzi che si fa sempre più profondo, e in particolare un legame privilegiato fra Sasha e Aisha. Stanno diventando l'uno il sostegno dell'altro, tanto che nel momento del crollo emotivo, dell'elaborazione del trauma, è a Sasha che Aisha si rivolge, non al fratello, che fino a quel momento è stato il suo difensore e punto di riferimento. Penso sia emblematico, nel momento della catarsi, il fatto che Ilyas, che pure è un impulsivo, un aggressivo, uno che prima agisce d'istinto e poi ragione, rimanga imbaccalito a guardare invece di fare qualcosa.
In maniera quasi speculare, assistiamo a quello che accade a Sereb e Andrej. Come Aisha e gli altri si trovano in un ambiente strutturato, scientifico (vedi dotta disamina iniziale), così i nostri due amici si trovano nel mondo dell'istinto e dell'animalità. Katrina è un capobranco, è una matriarca che più sull'istinto che sulla ragione sa una sola cosa: gli umani devono essere eliminati. In lei predomina il fascino letale della belva, che è allo stesso tempo bellissima e pericolosissima.
Come sempre complimenti e benevola invidia per le tue grandissime capacità. A presto!

Nuovo recensore
14/10/22, ore 19:08

Sono tornata! Non mi sono persa l'altro capitolo, l'ho letto quasi subito ma poi non ho fatto in tempo a commentare. Ero curiosissima di conoscere Katrina, la famigerata sorella di Raisa, e non sono stata delusa! E' come me l'aspettavo ma anche diversa: inquietantissima (un'altra XD), pericolosa, potente, feroce, ma anche affascinante (?). L'ultimo pezzo di questo capitolo mi ha aperto gli occhi su cosa la muove e muove tutto il clan di conseguenza. Alla fine mi sembra che questi lupi non siano tanto diversi dai Vosikiev, i loro 'metodi' sono diversi. I Vosikiev e compagnia non sono santerellini ma non vanno a sbranare gente così, come stessero facendo un assaggino in macelleria #ripDimitrij
Comunque sono sempre più curiosa di capire cosa succederà! E' incredibile come hai unito tutti i fili: quindi Aisha e Sereb erano coinvolti nello stesso esperimento, passavano il sangue di lei a lui per trasmettergli i suoi poteri? Oppure c'è altro dietro? Ho la sensazione che abbiamo appena iniziato a grattare la superficie delle macchinazioni dei Novikh D: La scena dell'illusione è BELLISSIMA, angosciante al punto giusto, sembrava di essere lì con loro e trovo giusto che abbiamo visto tutto attraverso gli occhi di Soraya. Se l'avessimo fatto attraverso quelli di Sasha non penso che saremmo stati ancora vivi, io almeno no DD: Povera Aisha ;_; Lei e il fratello hanno un karma davvero pesante, non smetterò di ripeterlo, e che tenero Ilyas che voleva proteggerla dalla violenza dei ricordi che ritorneranno a tormentarle! Li vorrei abbracciare tutti e due!
Ora aspetto solo di sapere come si evolverà la situazione e le scene tu-sai-cosa che hai promesso (Lukas, dove sei? Mi sei mancato in questo capitolo e sono sicura non solo a me, anche se Ilyas non lo ammetterà mai XD)
Come sempre tanti complimenti, passo anche allo spin-off!

Recensore Master
12/10/22, ore 13:29

Carissima questo è un capitolo lungo, ma molto esaustivo!
Finalmente sappiamo cosa è successo davvero ad AIsha e quali esperimenti hanno fatto su di lei, soprattutto qual'era il loro scopo.
Non ultimo scopriamo anche il motivo per cui lei e Sereb sono "legati".
Grazie a Sasha e a Soraya è stato come essere lì in prima persona e per il ragazzo lo è stato davvero, dato che ha rivissuto il trauma di AIsha, un dono piuttosto ingombrante che sinceramente non vorrei dover gestire.
Le mie supposizioni andavano nella direzione giusta quindi, tra gli umani c'è chi conosce la vera natura dei Vulkulaki e pensa di trarne vantaggio.
Ecco... in questo senso, sebbene gli intenti di Katrina siano spaventosi, non ha del tutto torto; con gli umani è impossibile convivere o trovare un equilibrio, sono una razza competitiva, aggressiva, invasiva e arrogante. 
L'atteggiamento "mimetico" adottato dal Vor finora ha funzionato, ma penso che abbia solo posticipato il problema, per citare l'Agente Smith di Matrix... È inevitabile che prima o poi ci sarà uno scontro tra le due razze.
Katrina semplicemente vuole abbreviare i tempi e sofruttare l'effetto sorpresa, fintanto che è possibile.
Ciò non toglie che penso stia solo manipolando Sereb e una volta raggiunto lo scopo se ne sbarazzerà.
Resto in attesa degli sviluppi e comunque, bella e interessante la parte teorica sulla memoria!
A presto :D
 

Recensore Master
20/09/22, ore 09:49

Ciao^^
pian piano tutti i nodi vengono al pettine. Scopriamo finalmente cos'è successo da Aisha e ho una mezza idea di come abbia fatto Ilyas a procurasi il materiale genetico per assumere l'aspetto di Bezbòznij. I due fratelli come sempre fanno muro, alzando una difesa contro tutto il resto del mondo, ma questo è uno dei casi in cui tale comportamento crea più danni che altro.
Si scopre finalmnente che ci sono laboratori in cui fanno ricerche genetiche sui lupi, non si sa bene con quale scopo, e a quanto pare in un modo o nell'altro questa faccenda è sullo sfondo di tantissime questioni ancora irrisolte.
In tutto questo, abbiamo un ideale punto fermo, intorno a cui ruota tutto: Raisa. Lei sembra essere una sorta di "motore immobile" a cui tutti fanno riferimento, anche nella gestione di ciò che Sasha prima e Aisha poi, rivelano.
Nella seconda parte del capitolo vediamo la controparte di Raisa, ovvero Katrina, opposta a lei in tanti sensi, ma dotata dello stesso carisma e della stessa autorità. Ho trovato molto bella e suggestiva la descrizione dell'ambiente ctonio, un luogo magico, misterioso, che trasuda inquietudine e fa da sfondo alla figura autorevole di Katrina, donna bellissima che però riesce anche ad essere spaventosa e feroce in una maniera che risulta angosciante anche per dei vulkulaki.
Il modo in cui si approccia a Dimitrij è veramente inquietante e descritto benissimo, gli gira intorno come il gatto col topo, un po' lo blandisce e un po' lo stuzzica, e noi lettori sappiamo già che finirà malissimo, anche se non abbiamo capito 'quanto' male stia effettivamente per finire.
Mi è piaciuto anche il pezzo finale, perché in mezza pagine fa capire subito, senza giri di parole e senza pipponi, con chi si ha a che fare, chi è la gente che si appresta a marciare su Mosca: gente che ha abbandonato ogni scrupolo, gente con cui non puoi discutere o venire a patti.
Come sempre un capitolo bellissimo, per cui ti faccio tutti i complimenti possibili.
A presto!^^

Recensore Master
18/09/22, ore 21:52

Carissima è stato un capitolo decisamente intenso!
Parecchi nodi cominciano a venire al pettine e il retroscena sulle ricerche genetiche sui lupi getta una luce molto inquietante su tutta la vicenda. Se ne deduce che ci sono umani ben consapevoli che i mutaforma non sono solo leggende e che la loro razza ha delle potenzialità che vanno oltre la semplice partita di droga da cui ricavare soldi.
Tra le tante me ne viene in mente una: un uso militare, la creazione di un super soldato migliorato geneticamente.
Ed è qui che gli affari dei militari e quelli della mafia potrebbero coincidere.
Raisa e Lukas possono strepitare quanto vogliono, ma non me la sento di dare torto ai fratelli ashkale, non è una di quelle imprese di cui vantarsi in giro!
E il povero Sasha dovrà subire le ire di Ilyas anche per questo ^^
La seconda parte è un vero viaggio all'inferno, non solo in senso metaforico, quel luogo nella zona più remota della Siberia mette i brividi, forse i lupi possono abitarlo senza subire conseguenze, ma da umana non ci lascerei nemmeno la fotografia lì!
Katrina è come la immaginavo:un'antagonista che quando si mostra gentile e affabile va tenuta lontano chilometri, perché di certo ha già in mente come farti passare a miglior vita (nel modo più doloroso possibile).
Lei e il suo gruppo sono un "branco", letteralmente e non si curano di nascondere il loro lato ferino, immagino quanto disprezzo provi per i consimili "civilizzati" che si danno tanta pena per nascondersi all'uomo.
È decisamente uno shock per Andrej.
A questo punto mi viene spontaneo chiedermi che ruolo ha il "soggetto zero" nel suo piano e perché Sereb non sembra impressionato da ciò che ha visto.
Come sempre aspetto gli sviluppi col golfino sulle spalle, perché finalmente è tornato il fresco ^_^

Recensore Master
26/08/22, ore 10:46
Cap. 27:

Ciao^^
perché mai Aisha menziona i churchkhela? Chissà... Forse perché anche nei confronti di una certa persona Ilyas fa tanto il sostenuto, ma in realtà lo sta trovando sempre più attraente? sarà per quello?
Battute a parte, questo capitolo ci mostra tre relazioni sentimentali, tutte e tre tormentate e difficili.
Lasciami fare un'affermazione sessista, fallocratica e politicamente scorrettissima: le fidanzate sono tutte uguali. Leda le attacca una pezza, a quella povera Soraya, che io al suo posto le avrei sparato.
E perché non me l'hai detto, non ti sei fidata di me, non mi hai considerata abbastanza, non valevo niente per te... Ma cos'hanno, un manuale?
Un plauso, però, alle immagini che hai usato in questa prima parte del capitolo: anche tu, come Soraya, riesci a proiettare la gente nei mondi che crei, tanto che non mi sarebbe sembrato così strano se a un certo punbto avessi sentito anch'io il profumo del mare.
Passiamo poi a un'altra relazione: Ilyas e Bezbòznij. Qui si oscilla di continuo dal piano umano a quello animale. Il generale è un umano che però ha un retaggio selvatico, quasi animale. Un'anima in sintonia con la natura selvaggia delle sue terre. Forse istintivamente coglie la doppia natura, animale e umana, di Ilyas ed è quella forza primigenia ad attrarlo e a suscitare il desiderio di domarlo, esattamente come ha fatto col leopardo. Shanna si trova ad essere il terzo vertice di quello che diventa un triangolo a tutti gli effetti: Ilyas del resto entra in sintonia prima con lei che con il suo padrone, comunicando attraverso canali misteriosi, incomprensibili per gli umani, ma molto più chiari e diretti: odori, rapporti di forza.
Poi arriviamo a Lukas e Ilyas. Per quanto Ilyas sia sempre sulla difensiva, per i ben noti motivi, ormai si percepisce che le distanze non sono più così ampie fra i due. Si studiano, si tengono ancora d istanza, ma le apparenti prese in giro mascherano in realtà degli apprezzamenti, come spesso succede fra maschi.
Bellissima la reazione di Aisha, che in pratica fa da "traduttore" per quello che sta succedendo fra i due: lei coglie il nascere di una relazione e in un certo senso ne è grata, probabilmente perché ha capito che Lukas sarà una figura positiva per suo fratello, e che forse sarà in grado di distoglierlo finalmente da quello che a suo tempo successe con il generale Bezbòznji.
Un capitolo bellissimo, come sempre. Sei davvero bravissima!
A presto!

Nuovo recensore
22/08/22, ore 18:43
Cap. 27:

Ciao! Torno dalla vacanze a tormentarti ahah ma non posso non commentare questo nuovo capitolo. Dici che è di passaggio ma mi sembra che quelli di passaggio siano sempre i più 'densi' e introspettivi, almeno se parliamo dei personaggi e i loro rapporti. Ovviamente mi è piaciuta tantissimo la parte di Ilyas e Lukas ma lo immaginavi XD Mi è piaciuto anche l'inizio con Soraya e Leda, per me la reazione di quest'ultima è la più normale che ci sia e ho trovato molto... dolce la delusione di Soraya che passa dall'essere sollevata di poter finalmente rivelare il suo segreto a pentirsene subito dopo perché Leda è, giustamente, spaventata. Queste due mi ricordano un poco Batman e Rachel della trilogia di Nolan (amo quei film!!) con la loro relazione super complicata dal fatto che Bruce non può smettere i panni di Batman e la natura ambivalente di Batman e i suoi "doveri" (Soraya ne parla spesso) che ha verso Gotham e la sua legacy. È un paragone che c'entra come i cavoli a merenda, lo so, ma me lo ricordano. Poi certo spero in un destino migliore. Comunque mi piace come Soraya si rapporta a Leda, la vediamo come nuda, scoperta, davvero fragile e forse sì, come dice lei, 'reale'.
Ma passiamo alla parte del capitolo che mi è piaciuta di più: ho ADORATO tutto il POV di Ilyas, puoi immaginare quali scene di più (quanto amo i suoi battibecchi con Lukas!), ma anche la parte del sogno che è stata bella inquietante. Io più leggo del generale cognome-impronunciabile più sono inquietata da lui e come ti dicevo ho paura a leggere lo spin-off, ma lo farò perché non posso non sapere tutto l'inferno che il povero Ilyas ha passato. Mi dovrai pagare le sedute dallo psicologo, sappilo XD
A parte gli scherzi, il parallelo tra il passato e il presente, tra il generale e Lukas mi sembra automatico e io spero, spero davvero, che Ilyas, nonostante tutti i suoi traumi, riuscirà a fidarsi di Lukas, che lo merita tantissimo. Aisha è d'accordo con me poi, ho visto, brava ragazza :D
Comunque questa cosa di interromperli sempre sul più bello è di una cattiveria unica, giuro che la prossima volta attraverso lo schermo e li faccio sbaciucchiare io come Lukas vuole da secoli XD
Capitolo bello come al solito e come al solito sono curiosa di sapere come andrà avanti, soprattutto con Sereb e Andrej che sono in grossi guai! Alla prossima! 

Recensore Master
16/08/22, ore 14:23
Cap. 27:

Carissima sarà anche un capitolo di passaggio, ma come sempre è denso di accadimenti e anche di piccole o grandi rivelazioni che contribuiscono a posare dei tasselli importanti nel quadro generale della storia.

La visita è il titolo e il senso dell'intero capitolo; quella di Soraya a Leda è stata tribolata come mi aspettavo, è difficile se non impossibile assimilare tante rivelazioni in una volta sola, sono troppi gli episodi, i ricordi, le epserienze che adesso la ragazza umana deve incasellare in una nuova ottica e giustamente servirà tempo.
Ma sono abbastanza certa che il rapporto tra loro cambierà in modo significativo.

La visita di Lukas a Ilyas gioca sul filo del non detto e dell'imbarazzo, per fortuna c'è AIsha a ricordarsi di ringraziare l'ex soldato!
E per fortuna Ilyas non lo caccia via in malo modo!
La visita ha un senso anche intesa come un salto indietro nel tempo a quel periodo di vita trascorso nell'esercito col quale Ilyas ha un rapporto conflittuale e mai risolto; così scopriamo come è riuscito ad impressionare il Colonnello, usando il suo carisma di esemplare Alpha per avvicinare il leopardo delle nevi.

Le descrizioni dei luoghi sono come sempre molto suggestive e fanno da contraltare anzi a volte esprimono palesemnte il non detto che c'è tra i personaggi, come il cielo nuovoloso e funereo che fa da sfondo all'incontro tra Soraya e Leda.

Torno a crogiolarmi nella nequitia post ferragostana, ma ho già intercettato i due extra che non ho visto prima e che conto di recuperare presto!

Recensore Master
15/08/22, ore 22:31
Cap. 3:

No... no, conosco già quali potrebbero essere i tuoi pensieri: ma non puoi rovinare così le recensioni! Sono una perfetta cifra tonda, non lo fare! Ebbene, è tutto già stato pianificato: come potrai vedere, ho già recensito anche un'altra storia che potresti conoscere con vampiri che non sono vampiri, cinesi che sono effettivamente cinesi e... francesi.
E le recensioni che ho lasciato, dunque, sono salite a 549. Quindi recensendo questa storia, salirò a 550, un numero decisamente bello. Quindi, come puoi vedere, non ti devi preoccupare: non impazzirò.
Anche se il leggere tutte queste mie articolazioni mentali sicuramente ti avrà fatto capire che già lo sono, pazzo.
Ma il mondo è molto più bello avvolto dalla follia?
Non sei d'accordo?
Ok, dopo questi vaneggiamenti fondamentalmente folli e senza senso, Posso dire che alla fine son contento di essere tornato a recensire anche questa storia. Ancora nessuna testa di cavallo sotto al letto, quindi posso ancora recensirti, per adesso. Allora, cosa possiamo dire di questo capitolo... beh, in realtà, che è stata fondamentalmente una fonte inesauribile di sorprese.
Innanzitutto, che Raisa non fosse lesbica.
Decisamente uno shock (poi, nonostante non sia ancora nemmeno apparsa, la shippo già con quella che ancora non è apparsa nella storia ma di cui parli nell'intro - che per la cronaca, nemmeno so se sarà una tipa. Non sto bene) anche se probabilmente swinga da entrambe le parti come Vor faccia di cazzo.
Secondo... ti rendi conto che non avevo assolutamente capito che Sergej e Sasha fossero imparentati. Madooooo questo è il testamento della mia soglia d'attenzione. Sto invecchiando.... male (Ed ho solo 24 anni T-T) non va bene questa cosa. Cercherò di essere un pochettino più intuitivo da ora in avanti, anche se è come chiedermi di andare contro Il Flagello Celeste senza evocare alleati.
Tornando alla storia in se, comunque, l'atmosfera cyberpunk e anche un po' Hotline Miami che si respira nel Valhalla è stata... impeccabile. Minchia, sembrava veramente di essere finiti in Jhon Wick. O comunque uno di quei film in cui il protagonista entra in un locale e fa sparire in una notte un plotone di mafiosi. Chiaramente qua non succede esattamente questa cosa, però siamo lì, dai.
Lukas... continua sinceramente a piacermi come personaggio. E' un grezzone, uno di quelli proprio che tipo lo guardi un attimo e ti senti un moccioso di merda, però... non so cosa dirti, sono assolutamente i personaggi così manly e cazzuti che mi fanno veramente impazzire. Ripeto, io continuo ad immaginarmelo come la versione russa di Toji Fujiguro, poi dimmi se ci ho preso nell'aspetto fisico.
Non so perché, ma per me è un armadio.
E dulcis in fundo, ha praticamente davanti il figlio di puttana più pericoloso, cattivo e potente della Russia e se ne sbatte completamente il cazzo. Madonna se ti voglio bene.
Ora però, passiamo ad un altra persona per cui sarei disposto a prendermi una crivellata di proiettili + un missile russo sulla fronte: conosco Sasha da solo due capitoli, e dovesse accadergli qualcosa ucciderei chiunque in questa stanza me compreso (credo che questa battuta sia talmente tanto abusata da finire in un episodio di Law and Order - altra battuta già usata, ma nella recensione di un'altra storia quindi non vale ^^). In sostanza, Sasha ha veramente tutte le carte in regola per diventare forse il mio preferito: è, fondamentalmente, un piccolo inetto - senza dispregiazione, anzi, la cosa la rende anocra più tenero - smarrito su se stesso, non esattamete impavido e, cosa più importante tra tutte: gli piacciono le tomboy.
Fratello russo, dove sei stato tutto questo tempo?
Credo che al momento sia il tipo con cui mi riconosco di più, gli voglio bene e sono disposto a mettere in moto mari e monti per proteggerlo e far navigare la sua ship con Aisha.
Ilyas, frega niente, garantisco io per il rosho.
Tra l'altro, ho letto che sei una fan dello slow burn... SIS! Dove sei stata - pure tu - per tutto questo tempo? Adoro lo slow burn (per non parlare dell'Enemies to Lovers... mi viene la pelle d'oca solo a pensarci) soprattutto quando entrambe le parti si scoprono cotti l'una per l'altra e continuano a fare i coglioni e li insulto finché uno dei due non si fa avanti.
Magia.
Quindi... devo sperare che la situazione tra lupetta e lupetto vada bene? Io lo spero. Sasha ha, effettivamente, bisogno di una così. Magari lo fa diventare ancora più incazzoso e forte. Per non parlare del fatto che una donna che può spezzarti il collo con le braccia è sempre da sposare.
Ora, finita la mia simpaggine, passiamo a Ilyas che... beh, fondamentalmente continua a confermarsi come molto probabilmente il miglior personaggio della storia. Attenzione, Sasha è il mio preferito, però al momento Ilyas è OGGETTIVAMENTE il best boy: so che leggendo le altre storie, probabilmente, capirò quanto sia figo, tragico e meraviglioso il character developement che lo ha reso quello che è ora: fondamentalmente, Guts, se fosse un lupo mutaforma e Caucasico. Posso immaginare i pensieri da 'adesso gli taglio la gola a sto elegantone' mentre aveva davanti Sergej. Tra l'altro, un altra cosa che mi fa piacere è il fatto che, bene o male, a differenza del capitolo prima sembra già aver preso buona confidenza anche con Sasha. Certo, sua sorella piuttosto che vederla con lui si butta giù da un dirupo, però se siamo fan dello slow burn, allora anche la bromance tra sti due viene in un singolo pacchetto.
Insomma, tutto bellissimo.
E poi abbiamo Lukas che, letteralmente, appena vede Ilyas DREEEEEAM, OF MY REALITYYYYYYY spettacolare. Quindi, uhm... devo supporre che presto shipperò altri due personaggi? Anche se temo che, molto probabilmente, Lukas il capitolo dopo rischierà di rimetterci la Claymore che ha già sollevata in mezzo alle gambe.
... ouch.
Comunque, postilla sul fatto che ho già paura della backstory di Andrej... le immagini viste da Sasha non promettono bene.

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Master
14/08/22, ore 13:04
Cap. 2:

Neh. Credevi che ti avrei lasciato con 99 recensioni? Perdonami, mi viene male solo a pensarci. L'essere così vicino alla cifra tonda e non arrivarci mi mette angoscia, perciò devo subito equilibrare la questione. Sto bene? Molto probabilmente no.
Comunque sia, da una parte ho la scusa del numero zero... dall'altra, letteralmente, non sto più riuscendo a farne a meno. Ed è un problema, grave, perché devo continuare pure la mia dato che un mio lettore ha già minacciato più volte di farmi trovare teste di cavallo nel letto (PIU DI UNA) perciò dovrei smetterla di tergiversare così tanto... PERO' IO VOLLIO T_T comunque sia, credo di essermi anche dilungato troppo nelle mie intro. Allora, nonostante voglia già parlare di Ilyas (che ormai conosco quasi come un fratello) mi pare giusto sia necessario cominciare con Andrej e la combriccola di Lupi con cui chiacchiera. Allora, Lukas ha esattamente descritto Sergej come mi aspettavo: un coglione di merda. Però, fondamentalmente, è un pazzo con in mano tutta Mosca quindi... direi che non serve IO dire quanto è pericoloso uno così. Quindi, o Andrej è un amante del rischio - e dei lupi bianchi dall'aspetto umano misterioso, a quanto pare - o comunque vuole sentirsi protetto al massimo ingraziandosi, letteralmente, il Demonio in persona. Non male come idea, ma mi tocca appoggiare il Lupo: sei completamente impazzito. Anche se allo stesso tempo ammiro Andrej che, nonostante il suo 'sopravvivi, non importa come', vuole comunque giocarsi tutto quanto per portare via Sereb dalla situazione... beh, incresciosa a dir poco in cui si trova. Ad ogni modo, mi piace Lukas: me lo immagino spesso come Toji Fushiguro, anche se magari con meno problemi mentali. La sua durezza può diciamo un po' storcere il naso, ma questo ha anche tipo combattuto, non so... 46 guerre, sopravvivendo. Voglio vedere chi non ne esce un po' più cinico da una situazione tale. E già tanto che non sia stato internato da qualche parte con PTSD stile Vietnam, mamma mia. Insomma, tutte ottime impressioni al momento (vedi? Chi bene incomincia è alla metà dell'opera, con me! Come se fossi minaccioso, ey. Non durerei nemmeno un secondo contro i personaggi che già vorrei morti in sta storia...). Parlando di Raisa... beh, ha passato il capitolo in ALTF4 a causa della rivelazione di Andrej, quindi non posso ancora inquadrarla come si deve mi sa. Spero che dire 'CALPESTAMI' sia abbastanza come apprezzamento momentaneo del personaggio.
E ora, rieccoli qua. Ilyas e Aisha. Un attimo erano piccolossimi, e adesso... beh, grazie al ca- letteralmente ho letto le storie altre a distanza di tre giorni, GRAZIE CHE SONO CRESCIUdicevo, Non mi aspettavo di rivederli già così presto eeeee... oh mamma. Dunque, sappiamo che Ilyas le ha passate... veramente male. Ma mentre era nell'esercito non aveva ancora questo atteggiamento da 'voglio morire e spero di riuscire a portarmi metà del mondo assieme nell'oltretomba'. Questo, ovviamente, mi può solo portare a pensare che, sulle montagne, siano accadute ulteriori cose brutte. Il che rafforza la teoria del personaggio perferito.
Inerentemente, suppongo che tutti gli scrittori siano sadici.
Non ai livelli di Isayama o Fujimoto, però lo sono.
Comunque sia, è bello il contrasto: da una parte Ilyas è letteralmente ciò che succede quando questo mondo prende un ragazzino, lo mastica e lo sputa, mentre Aisha è la persona che è stata protetta da questo qualcuno che è stato masticato, e quindi, in un certo senso, è decisamente più morbida e dolce.
Non credo di sapere nemmeno io quello che ho detto.
In sostanza: Aisha è la parte dolce, Ilyas la parte amara. E io non posso smettere di dire che l'amore fraterno, nelle storie, è una cosa meravigliosa, soprettutto quando è descritto così. Certo, certo, poi ci si scanna - io scannerei mia sorella TANTE DI QUELLE VOLTE CHE NON HAI IDEA - ma ci si vuole sempre bene. Ma basta col romanticismo, parliamo di trama: Sasha quindi è lo shota della storia.
OTTIMO, ci voleva!
Scherzi a parte, come dico sempre, una storia è bella solo quando c'è un personaggio smarrito e tenero che vuoi solo proteggere.
l'ho detto solo tre volte.
Comunque sia, è adorabile il trope 'vengo da una famiglia mega inquietante e potente, ma sono l'anello debole e tenero'. Fa decisamente colpo sulle ragazze (infatti Aisha è già estremamente a suo agio) anche se, beh... questa famiglia è importante. Troppo.
E pericolosa.
Troppo (x2)
E mi ripeto, mi dispiace non ricordarmi tutti i nomi, ma 1) sono stupido 2) i nomi russi non sono esattamente i più... semplici. Figuriamoci i cognomi. Ad ogni modo, sappiamo che la famiglia di Sasha è in qualche modo collegata a Ilyas e Aisha. O meglio, molto probabilmente i primi hanno fatto cose che agli ultimi non sono piaciuti. E temo Ilyas voglia sporcarsi di brutto le mani. Col sangue dello zio, temo.
Ti dirò, non vedo l'ora di vedere cosa succederà - IL SANGUE - e allo stesso tempo di come il rapporto tra Sasha e i due fratelli diventerà più stabile. Inoltre... quanto è figo questo mondo dominato da bande criminali, scusami? Cioè, sicuramente non lo è per chi sta storia la sta vivendo, per per me che leggo è decisamente figo. Può aprire possibilità a situazioni e questioni veramente fighe.
Non che combattimenti.
Aaah... non vedo l'ora di affogare nella violenza (sto bene)
In sostanza, un altro gran bel capitolo.
Non vedo l'ora di leggere e recensire il resto, però... sai com'è... teste di cavallo...

- TONIGHT, WE REWIEW! -