Buonasera (e per stare in tema, buon Plenilunio! Anche se proprio al limite)
Rieccomi con le mie recensioni 'mattone polacco, minimalista, di scrittore morto suicida' (cit. dovuta)
Mi ha fatto un immenso piacere ricevere la tua risposta, ed in generale imbarcarmi nuovamente nel tentativo di recensire una storia in corso. In un certo senso mi elettrizza, era molto tempo che non commentavo un' originale ed è sempre bello poter scambiare in tempo -quasi- reale opinioni ed impressioni con l’autrice :)
Sì, si nota molto la svolta più scevra nel tuo stile, non solo leggendo ma anche a colpo d’occhio dove è evidente una predominanza di dialoghi, il che è una scelta molto coraggiosa perché i dialoghi non sono affatto facili da stendere, sono insidiosi e non è scontato saperli scrivere.
Va da sé, tu li sai scrivere, tanto che per ora quasi da soli sono in grado di reggere e delineare magistralmente lo scheletro della faccenda che si va svelando piano piano e che, sebbene io sia solo al secondo capitolo, si prospetta intrigante ed intricata al punto giusto.
Ed i personaggi! Ognuno di loro ha quel quid che lo rende immediatamente riconoscibile, di quel riconoscimento subliminale tra sconosciuti.
Sono tutti estremamente vivi ritratti dalla tua penna, e risultano subito familiari, forse perché, in qualche modo, attingono ad un corollario di 'tipi' che è ad appannaggio della coscienza collettiva. Ad esempio Lukas è esattamente come ci si aspetta debba essere il militare ferale dal passato duro, Raisa è la bella, algida e misteriosa dal volto di pietra, Saša ha la loquela, se me lo concedi, fastidiosamente immatura di chi non sappia più che pesci prendere; tutti parlano con il giusto registro, ma tu sei stata molto abile nel lasciare qua e là tracce da fiutare che suggeriscono mondi interiori molto intensi per cui, pur aderendo a delle naturali aspettative, alla fine agiranno tutti in modo sorprendente.
Ne sono convinta e ne sono curiosa.
Lukas-Raisa-Andrej, un trio davvero azzeccato. E’ bello, equilibrato.
Lukas ha fatto il mio stesso ragionamento (diciamo che io ho fatto lo stesso ragionamento di Lukas, và), ovvero: Andrej sta andando ad infilarsi in un ginepraio mica male con l’idea di salvare il povero Sereb! E non basterà la seduzione a fargli scudo.
Non c’è che dire, è uno che sicuramente sa di che pasta è fatto e di che pasta sia fatto il mondo in cui deve muoversi, un uomo che ispira una sorta di sicurezza granitica quando lo hai dalla tua parte, ma quella sua frase, ‘Non esiste un noi in guerra’, credo potrebbe essere il suo tallone d'Achille.
Perchè si deve contare su se stessi, si deve tenere d’occhio la missione senza dare troppo spazio ai sentimentalismi o si fa saltare tutto in aria, si deve...ma sebbene esistano i solitari, il lupo è un animale da branco. E così l’Uomo. Forse dovrebbe ricordarselo un po’ più spesso.
Raisa per ora è un palmo sopra a tutti.
Ovviamente non ho reali strumenti per dire perché, ma diciamo che mi ha molto colpito la sua concentrazione, la sua...maternità congelata, in un certo senso.
E’ una sensazione difficile da tradurre, ma è trapelata nel momento in cui gli altri due battibeccano (e no, non l’associo alla maternità per il fatto che Lukas ed Andrej stessero dando sfoggio d’un certo infantilismo che altro non era che confidenza) e lei è lì che svolge il filo della matassa, indefessamente concentrata sul cuore della questione. E’ dura come Lukas, ma ha una morbidezza che l’uomo non si concede, ed è possibilista come Andrej, ma con un realismo ed un pragmatismo che un cuore giovane non può avere.
Andrej.
Per ora, secondo me, è il personaggio più rischioso.
Voglio vedere come riuscirai a conciliare le sue scelte di appartenenza di facciata con il suo evidente sentimento sotterraneo. Perché ha un che di romantico, Andrej, qualche cosa di profondo e dolente (penso alla frase "ho finito di uccidere lupi") come di terra umida e tiepida nascosta sotto al ghiaccio delle gelate.
Non ha la fredda solidità di Lukas ma nemmeno la durezza ribollente di Ilyas...in un certo senso, lo vedo precario. Tra tutti è quello che maggiormente mi ispira un ancestrale istinto di protezione, che lo vedo il più probabile ad essere falcidiato dagli eventi...sto andando nel delirio, perdonami XD
Venendo alla seconda parte del capitolo, io sono...in imbarazzo.
Perché Ilyas è...bè. Non mi piace perché oggettivamente è un bel ragazzo, ma perchè è ESATTAMENTE il mio personaggio feticcio, per colori, radici, in quanto incarnazione di quel qualcosa che cerco anche io di riportare, maldestramente, nei miei scritti e che sono grata esista nella Vita.
Ho visto il tuo Ilyas, ci ho visto un archetipo del mondo...ci ho visto tante cose a me molto care.
Quindi Ilyas è schizzato ai vertici delle mie preferenze, nonostante trovo abbia quell’atteggiamento tagliente che va perfettamente a braccetto con quello ruvido di Lukas: un bello scudo per sopravvivere nel mondo devastato in cui ci si ritrova ma che si potrebbe rivelare un’arma a doppio taglio.
Credo fermamente il mondo necessiti di più Aishe, che pure è un personaggio piuttosto commovente.
Mi piace, perché la trovo molto naturale, si porta dentro probabilmente la stessa ferita del fratello, lei, ma non si è completamente chiusa al mondo. Per Ilyas esiste Aisha, ed il resto del mondo può ormai anche andare in malora, per Aisha esiste Ilyas, ma forse lasciare cadere il resto del mondo e che si porti dietro gli innocenti sarebbe comunque una disgrazia; c’è chi subisce il male e non perdona, si ritira ed ognuno pensi a procacciarsi la propria salvezza, e c’è chi subisce il male ma non può guarire da quella lesione se sa che da qualche parte c’è qualcuno che potrebbe non trovare mai la salvezza, se decidesse di chiudersi – che poi, si rifletterebbe molto bene nel potere di Aisha...
Aisha ed Ilyas sono estremamente necessari l’un all’altra per ora, ed anche se non escludo che questa divergenza di moti interiori possa un giorno portare ad una separazione, è un’ottima bilancia quella che hai costruito con questo duo.
Mentre uno che non posso sinceramente soffrire è Saša.
Spero di non offenderti usando parole come ‘non lo posso soffrire’, non lo dico mai in senso negativo.
Per me è essenziale che in una storia vi siano personaggi che mi irritino o che io non apprezzi particolarmente; irritazione, insofferenza...è comunque una sensazione preziosa, ed il mio giudizio personale non vuole assolutamente essere una sentenza sulla qualità della scrittura di un personaggio. Per dire, anche Rogožin mi dovrebbe stare lontano cinque metri almeno se esistesse, eppure lo trovo un personaggio mirabilmente reso.
Credo infatti che per ora Saša sia colui che hai caratterizzato meglio in tutto, non solo il suo modo di parlare che ti fa proprio arrivare il suo stato di confusione e spaesamento, e nel modo in cui descrivi le sue movenze: la perfezione.
Io non lo sopporto, ma è un personaggio davvero ben riuscito!
Una cosa che mi lascia lievemente perplessa è la questione dei poteri, ovvero, se nel caso del potere di Saša posso trovare un legame tra il lupo e la ‘lettura dei pensieri’, o meglio delle sensazioni, delle emozioni, forse? Nel caso del potere di Aisha ho più difficoltà. In che modo si lega alla natura animale?
Spero approfondirai in futuro questa parte, perché sono curiosa di capire come hai voluto sviluppare questa questione che può prendere mille strade differenti.
Grazie per il capitolo e scusa la mattonata!
Alla prossima! |