Sono sempre io, ma in questa sezione di storie nuove se ne trovano davvero poche e di quelle che ho letto solo alcune mi hanno colpito.
Downton Abbey è una serie che ho scoperto grazie al lockdown dell'anno scorso, quando, piena di compiti e verifiche e provata dalla situazione, avevo deciso di iniziare qualcosa di nuovo. Mi ha catturata fin dal primo istante, tutti i personaggi, nessuno escluso e le loro morti o i loro abbandoni mi sono davvero molto dispiaciute.
Qui ci presenti tre eventi cardine della serie, quelli che, soprattutto i primi due, sconvolgono non solo Downton, ma anche lo spettatore, che si è affezionato ai Crawley e alla servitù.
La prima è Sybil, cara, piccola, dolce Sybil, che se ne va tra le lacrime e il dolore di tutti, perché di tutti, in un modo o nell'altro, é stata la preferita. Sybil che lascia qualcosa di suo, però, una traccia, un ricordo, una bambina, che porta il suo nome e attorno cui tutti si adoperano. Soprattutto Tom, che mischia alle lacrime di sua figlia, le sue, per una perdita che non ha ancora realizzato. É bello e commovente, vedere una scena del genere, ma più straziante ancora é la vicenda di Mary, che si sente un'estranea nel suo stesso corpo, nella sua stessa casa, nella sua stessa vita, perseguitata dal fantasma di Matthew, il solo che l'ha conosciuta per davvero, il primo che l'ha amata senza riserve. Anche Mary sente il pianto del piccolo George, ma non ha la forza, la voglia e la volontà di pensare a lui o a Isobel, che ha perso un figlio e soffre tanto quanto Mary. George sembra quasi un'attrazione, un pensiero, qualcosa di lontano, irreale, intangibile. Tutto lo sembra, paragonato al dolore della ragazza, anche il lutto che avvolge Downton e, per la seconda volta in troppo poco tempo, annulla tutte le distanze sociali.
Il terzo è un dramma che tocca ancora piu a fondo, il lutto segreto di una madre che non può definirsi tale, che deve nascondere le lacrime e il dolore e che madre non può davvero definirsi. Sarà un'altra, la donna che si occuperà della sua bambina, che godrà del suo amore e delle sue risate, che assisterà ai suoi primi passi e udirà le sue prime parole. É un dramma che deve rimanere nascosto, perché nessuno può saperlo senza giudicare, senza compatire, senza infierire anche. Nessuno si sforzerebbe nemmeno di capire, non nel loro mondo, e Edith lo sa perché lo ha sperimentato tutta una vita. Lo vediamo bene come è la figlia dimenticata, lasciata in secondo piano, non bella e carismatica come Mary, non dolce e risoluta come Sybil. É solo Edith, che si è macchiata di un peccato di cui si è dovute eliminare le tracce, e che, quindi, confida il suo dolore alla notte e al buio della sua stanza e a Downton, testimone silenziosa di un dolore che, invece di unire, rischia di separare irrimediabilmente, di mettere una figlia contro il padre e la nonna e la sorella, da cui forse non è mai stata mai compresa, e forse anche la madre, che di provare a capirla, almeno farebbe lo sforzo.
È con poche parole che dipingi questi tre momenti, cardini non solo per la serie, ma per le vite degli stessi personaggi.
Spero di rileggere ancora qualcosa di tuo, su questa serie.
Buona serata,
Duchessa712 |