Questa è stata veramente una sorpresa. Certo, effettivamente a guardare indietro gli indizi c'erano; furba Adara con il trucchetto del melograno ... proprio un melograno poi, un frutto a caso per qualcuno tornato dal mondo dei morti. Ho sempre mantenuto l'opinione che il threesome sia la cosa migliore per risolvere i triangoli amorosi, e in questo caso ci sta, due delle parti si trovano anche in un corpo solo. Dunque la storia si chiude con tutti che hanno trovato il proprio posto, in un modo o nell'altro, in una pace che non pareva immaginabile all'inizio.
E adesso, procedo a tirare le somme!
Per quanto riguarda lo svolgimento della trama, direi che è filata a meraviglia. Una vicenda ben strutturata nelle sue varie tappe, sia nella trama principale di Adara e Anthos che scoprono la verità sulla profezia, su Ishkur e come salvare il mondo, sia nelle tante sottotrame più personali degli altri personaggi, che trovano tutti una degna conclusione, sia quando è positiva come nella maggior parte dei casi sia quando è negativa come in quello di Ishkur e Shion.
L'unico punto che non mi convince è l'uccisione finale di Anthos, che continua a sembrarmi una forzatura per far soffrire ulteriormente Adara ... o che avrebbe dovuto farlo, visto che gli ultimi capitoli si concentrano soprattutto sul suo lutto e non sul senso di colpa per essere stata l'esecutrice materiale della sua morte. Senza questo approfondimento, non ci sarebbe stata troppa differenza da un suicidio di Anthos. La spiegazione che 'una vittima sacrificale non può immolarsi da sola' è probabilmente la spiegazione migliore al 'perché non si è suicidato e basta', però penso sarebbe stato possibile calarla meglio nella storia.
A parte questa perplessità finale, non ho che da fare i miei complimenti. Ho trovato particolarmente ben realizzato lo svolgersi dell' 'indagine' sulla Profezia, in particolare nel mondo in cui il papiro iniziale che presenta un'immagine molto positiva di Amathira venga poi stravolto gradualmente, prima a livello puramente teorico con le discrepanze notate da Adara e le indagini di Kalemi, poi con la manifestazione di Irkalla come molto diverso da quelli che ci si potrebbe aspettare, e infine con la confessione della dea stessa e la rivelazione del vero nemico. Questa parte della storia mi è veramente piaciuta molto.
Lo stile è stato adatto alla storia raccontata. Anche sevpersonalmente l'ho trovato a volte ridondante e ripetitivo nelle descrizioni, mi sembra sia stata una cosa voluta, come richiamo a poemi epici che ripetono spesso gli stessi stilemi. Questione di gusto personale; per il resto, l'ho trovato molto efficace nel trasmettere l'intensità della storia.
Per i personaggi, parto da quelli che mi sono piaciuti di meno a quelli che ho apprezzato di più.
Per me, Anthos è stato il personaggio meno interessante di tutta la storia, il che è un po' strano visto che è il protagonista.
Di base la sua vicenda sarebbe anche solida: si capiscono le ragioni del suo rancore, si capisce perché il gesto di Adara di mostrargli sincero affetto e devozione - la prima a farlo in chissà quanti millenni - l'abbia colpito tanto da indurlo a cambiare, il momento in cui inizia a fregargliene qualcosa di Iomhar è una bella resa di un effettivo cambiamento nella sua mentalità. Il problema è che fin dall'inizio mi è sempre parso troppo 'osannato': viene ripetuto a martello che è tanto carico di tristezza, malinconia, sofferenza, e poi è tanto bello (questo ribadito al punto che la sua accusa iniziale ad Adara, di tenere a lui solo perché attratta, suonava in realtà molto fondata), e al tempo stesso quanto sia figo e infallibile in ogni singola cosa che faccia: ha sempre la magia più potente, è il più intelligente di tutti, nessuno può fare piani alle sue spalle ... tutta questa perfezione alla lunga risulta noiosa. E soprattutto mi lasciava vedere fin da subito dove sarebbe andata a parare la sua storia: una classica redenzione per l'amore della protagonista. Per come la vedo io, un personaggio così inizialmente negativo che però alle volte fallisse, commettesse degli errori - magari anche a causa della sua tendenza a saltare a forza e violenza come prima soluzione a tutti i problemi - sarebbe stato molto più interessante da esplorare, e avrebbe fornito un bel contrasto alla sua vittoria finale, al suo sacrificio e al suo salvare il mondo per l'aver ricevuto e provato un sentimento così positivo e profondo.
Adara mi è piaciuta molto di più: è ben caratterizzata nel suo coraggio, nel suo altruismo e nella sua testardaggine, nel suo senso di responsabilità che a tratti sfocia in sensi di colpa esagerati. Soprattutto ha i suoi momenti di fallimento e prostrazione, e questi momenti non erano resi con la ripetizione di 'occhi colmi di sofferenza/malinconia', erano proprio visibili in quello che pensava e diceva, in come agiva, un tipo di descrizione che per me ha avuto molto più impatto.
Gli altri personaggi hanno tutti una caratterizzazione solida, coerente anche nei loro cambiamenti, con approfondimenti molto interessanti. Commovente Narsas, fedele fino alla fine nella sua straordinaria capacità di sacrificio per coloro che ama; Aska Rei brilla per il suo spirito e l'amore già familiare per la donna che ama.
Dare Yoon è protagonista di un'interessante sottotrama di cambiamento, nella graduale acquisizione della capacità di perdonare gli altri che sfocia nella sua relazione con la persona che più aveva disprezzato. Parte da un punto di vista deterministico e immutabile a seguito di quella profezia ricevuta da giovane, un vero e proprio trauma a modo suo: la conclusione che ne ha tratto è che il sia il destino sia il carattere delle persone siano incisi nella pietra, immutabili alla faccia di qualunque dimostrazione di cambiamento. E progressivamente, tramite le sye nuove esperienze e incontri con gli altri, lo mette sempre più in discussione, fino ad abbandonarlo per accettare la possibilità di cambiamento in sè e negli altri.
Tra i personaggi negativi ho trovato molto interessante Shion: geniale il fatto che il motivo per cui la sorellina lo ricorda come un eroe sia stato l'inizio della sua discesa verso una tremabonda marionetta nelle mani del nemico peggiore.
Ho anche apprezzato Amathira: oltre al fatto che non manchi di lati positivi come l'aver sinceramente amato fino alla fine un fratello pur indifendibile, ho trovato brillante il fatto che la causa delle disgrazie dei protagonisti sia stato il suo comportamento da ragazzina immatura ed egocentrica. Ha mentito sulle cause di una rottura sentimentale dipingendo l'altra parte come quella nel peggior torto immaginabile, quella che le ha spezzato il cuore, per non rovinare la propria immagine. Un comportamento che in un essere umano potrebbe essere classificato come 'che stronza, ma vabbè, al mondo c'è di peggio', un comportamento neanche troppo infrequente in gente normale che ha appena rotto col partner; e che qui, attuato da una divinità con poteri immensi e nessuna remora a usarli, ha rischiato letteralmente di condannare il mondo. A suo modo, è un'idea perfino più spaventosa dell'esplicita malevolenza di Ishkur.
E poi c'è Tsambika. Lei è stata il mio personaggio preferito, perché anche lei ha un arco narrativo di cambiamento e redenzione per cose orribili commesse in passato, ma mi è sembrato più efficace di quello di Anthos. Non tanto per il fatto che sia stata amata prima o dopo il suo cambiamento, ma per il fatto che sia venuto dall'interno: Dare Yoon l'ha costretta a fare i conti su sè stessa e su quello che era, e da qui è partito il suo desiderio di cambiare - per sè stessa, non per piacere a lui. Poi c'è il fatto che sia stata presentata come estremamente fallibile. Bella e spietata anche lei, certo, ma non solo nella sua prima avventura in questa storia viene brutalmente sconfitta da Anthos, rimettendola subito a una dimensione più umana, ma il suo cambiamento è stato travagliato e non lineare, e non ne è sempre uscita benissimo. Nei capitoli in cui ha proposto il duello a Dare Yoon ha avuto dei momenti in cui era veramente patetica, ho sentito vero e proprio imbarazzo per lei; tutto questo ha contribuito a umanizzarla, a renderla qualcuno per cui la ripresa da una condizione così esplicitamente degradante fosse davvero una bella visione. Tra l'altro, questi saliscendi hanno avuto l'effetto di rendere molto meno scontata la sua redenzione: per diversi capitoli non ho avuto idea di dove sarebbe andato a parare il suo arco narrativo, una gran bella trepidazione. Poi c'è stato il suo periodo da Sharen, in cui ha messo in pratica il suo cambiamento dimostrando rispetto e compassione per gli altri, sviluppando una dinamica molto più positiva con Dare Yoon, andandosi a legare molto bene con l'arco narrativo di lui.
Il tema portante che ho individuato in questa storia è quello dell'amore inteso come forza salvifica.. E in questo senso, è stato svolto molto bene e con coerenza. L'amore di Adara, la rivelazione che al mondo esistesse qualcuno disposto a dargli affetto e devozione sinceri dopo i suoi millenni di solitudine è stato quello che ha salvato Anthos/Irkalla e gli ha permesso di diventare una persona migliore. L'amore di Irkalla per tutte le forme di vita, riflesso di quello di Adara, ha salvato letteralmente tutto l'universo. E questo a livello della trama principale: le sottotrame non sono da meno.
L'amore di Narsas che lo porta al sacrificio estremo per Adara e la salvezza del mondo; l'amore di Aska Rei per la sua famiglia, motore delle due azioni, e l'amore che lega insieme i membri della famiglia reale di Elestorya facendo loro da sostegno in tutte le avversità. L'amore puro e tenero che sboccia tra Anshar e Phylana, permettendo loro di crescere come persone, quello affettuoso e devoto tra Màrsali e Keshtar, che permette a due superstiti di sopravvivere a una situazione allucinante; e l'amore travagliato tra Dare Yoon e Sharen, motore che permette loro di crescere e maturare come persone come fine ultimo, senza la prospettiva di alcuna ricompensa o anche solo conforto, e che regala loro solo alla fine la felicità che si meritano. Un tema declinato in vari modo, e sempre ben esposto nel suo messaggio.
Tirando le somme, direi che questa è una bella storia, coinvolgente e ben scritta. Complimenti! |