Ciao, carissima ^^
Riprendo finalmente questa storia e devo ammettere che il modo in cui imposti i capitoli insieme al tuo stile narrativo mi sono stati davvero utili per ritrovare il filo rispetto a dove mi ero fermata; ciò dimostra quanto la tua narrazione sia fluida e quanto ogni capitoli riproponga sempre il quadro generale in cui ci troviamo progredendo comunque sempre nelle vicende.
Attraverso le sensazioni fisiche di Eskandar ci ricordi quanto i due popoli in guerra siano diversi tra loro e questo può rappresentare un terreno fertile di conflitto. Per mezzo dello sguardo di Eskandar si avverte molto disprezzo verso le terre su cui è infuriata la battaglia; gli elementi naturali che caratterizzano Minkar rappresentano una minaccia per i khai, poiché è lo stesso habitat ad essere loro ostile; questo disadattamento ad un luogo estraneo non sembra favorire i signori della guerra nemmeno durante le azioni militari. Nonostante l'abilità belligerante dei khai, non si può nascondere la conoscenza del luogo da parte dei nemici; credo che in quest'ultimo tentativo di attacco gli avversari abbiano tentato di portare l'adattamento e la conoscenza del luogo a loro favore. Non ci sveli molto circa la vera motivazione degli abitanti di Minkar, per quale ragione essi abbiano tentato quell'azione rischiando anche la vita dei loro uomini; questa è una curiosità che mi porterò dietro durante la lettura dei capitoli successivi.
I khai scoprono che la loro battaglia non si sta combattendo su un unico fronte, si apre addirittura su di loro l'ombra di una guerra civile che Mahati vorrebbe scongiurare ad ogni costo. I tuoi principi sono sempre una riserva di sorprese, in questo capitolo è stato il turno di Mahati. Comprendo sempre più il motivo per il quale Eskandar desideri che Mahati diventi re al posto del fratello; tralasciando il fatto che sia un uomo senza scrupoli nei confronti degli altri popoli, nei riguardi dei suoi simili ostenta le sue migliori qualità, addirittura si mostra come un uomo onesto che rigetta ogni forma di inganno e se ne serve solo quando non vede altra via d'uscita. Sotto questo punto di vista il suo animo sembra davvero più puro rispetto a quello del fratello e non esagero dicendo che la promessa sposa potrebbe quasi essere fortunata a finire tra le sue braccia.
Come sempre, getti tantissimo angst sulle fasi della battaglia, le descrivi facendoci avvertire il batticuore dei soldati coinvolti, le loro difficoltà e i loro successi prodotti da sconfitte e conquiste da entrambe le parti.
Ho apprezzato molto il capitolo nel complesso, ma la parte dedicata alle riflessioni di Kamatar è stata la mia preferita. Questo giovane ribelle fa una scoperta sconvolgente, non tanto per aver avuto la prova di quanto Rhenn sia un traditore (mi era parso di capire che non avesse già una buona opinione di lui), ma piuttosto quanto la sorella si sia compromessa e abbia perso ai suoi occhi quell'immagine di sacerdotessa e prima ancora di sorella pura da proteggere. I ruoli della donna si intrecciano, ma agli occhi del fratello vengono entrambi resi impuri dopo una scoperta simile: decade il ruolo pubblico di sacerdotessa illibata, come anche il ruolo personale e familiare di bambina che Kamatar ha sempre desiderato porre sotto la sua ala di fratello maggiore. Insieme ai ruoli che lei gioca nel cuore di Kamatar, crolla anche la fidata posizione di lei in questa faccenda, il fatto che non si sia mai esposta sulla questione per cui i ribelli lottano lasciava una speranza al fratello circa la sua posizione, ma ora sembra tutto perduto e la fiducia tra i due pare disintegrarsi. Tra loro il più puro mi sembra senza alcun dubbio lui che potrebbe approfittare della notizia per colpire Rhenn nel suo tallone di Achille, invece desiste e non prende nemmeno in considerazione l'idea del ricatto, probabilmente per non abbassarsi al suo stesso livello, se vuole ribellarsi a lui in fondo un motivo ci sarà.
Ho trovato molto significativo il ricordo con il mentore che Kamatar rivive nella sua mente, cerca nelle parole sagge dell'uomo una risposta al comportamento ingiustificabile della sorella, ora più che mai soffre e necessita di un consiglio ferito negli affetti a lui più cari.
L'incontro tra fratello e sorella è costellato di sguardi complici e frasi che nascondono tutt'altro significato, ma che arrivano al cuore della ragazza, probabilmente proprio per l'alto grado di complicità che è maturato tra loro. È comprensibile la rabbia di Kamatar nei confronti di Ishwin, specie davanti al tono per nulla pacato di lei; ho stima per il grado di autocontrollo che sembra possedere Kamatar, come anche per il suo livello di sensibilità verso tutto e tutti.
Nel trovare il modo di raggiungerla nel tempio, attraverso Kamatar ci consenti di fare un piccolo approfondimento sulla condizione sociale in cui vive la servitù gra i khai, quella stessa condizione di invisibilità che lui sta cercando di sconfiggere ribellandosi a re e principi. Scoprendo la posizione delicata della sorella, riesce anche ad attribuire una ragione a certe considerazioni poco apprezzabili per Kamatar, eppure quest'ultimo non sembra affatto preservare l'incolumità della ragazza, la minaccia spudoratamente e davanti ad una simile richiesta lei non può fare altro che arrendersi mostrando tutta la vulnerabilità che essa stessa ha creato iniziando una relazione con Rhenn. Pare che gli obiettivi di Ishwin siano messi a dura prova dal fratello, rendendo la sua posizione ancora più scomoda e forse pericolosa; forse a malincuore ma Kamatar non aveva molte altre scelte.
È sempre un piacere per me tornare a leggere queste vicende, mi sono accorta che mi erano mancate davvero tanto insieme ai tuoi personaggi. ♡♡
Spero a presto!
Un abbraccio grande grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice) |
