Questa storia è l’ennesima riprova che la bellezza può trovarsi ovunque, anche in sole 239 parole. Perché a volte, 239 parole sono tutto quello che serve per dare forma ad un’emozione. E in questo caso ad anche più di una! Decisamente più di una!
Mi sono imbattuta in questa flashfic per caso, giracchiando tra le storie a tarda ora, e cosa trovo? Una piccola gemma.
Arthur che immagina di dare seguito ai propri sentimenti per Merlin e che si consola e trae forza dal pensiero che, prima o poi, compirà quel passo, ma allo stesso tempo soffre, perché quel pensiero, da solo, non può essere abbastanza, perché non può fare a meno di chiedersi: “Perché non farlo adesso?”. Eppure lui non lo fa mai, rimanda e rimanda ancora, e la giostra ricomincia da capo, un altro giorno, un altro mese, chissà... Magari un altro anno? Chi può dirlo?
Oppure magari no, magari il giorno successivo sarà quello buono. Tu non ci dai risposte e forse risposte non servono, perché questa storia è bella così, sospesa in un tempo solo suo, una piccola finestra sul grande cuore di Arthur.
“Ma non esaudiva mai quei desideri.
Si limitava a rinchiuderli – preziosi tesori nello scrigno chiuso della sua anima – e a terminare la sua giornata nell’unico modo che conosceva: privandosi di tutto ciò che non fosse suo dovere.”
Questa frase mi ha colpito più di tutto. È stata come un pugno nello stomaco, un’emozione potente. Scrivi davvero bene. Grazie della bella storia.
Sofy |