Recensioni per
Requiem aeternam
di LostRequiem

Questa storia ha ottenuto 23 recensioni.
Positive : 23
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/04/22, ore 09:17
Cap. 9:

Oddio, che emozione leggere questo ultimo capitolo *-* 
Non vedevo l’ora che arrivasse il turno di Light e devo dire che hai fatto un lavoro stupendo! 
Ovviamente non poteva che essere lui a chiudere la tua raccolta, così come non poteva che essere L ad iniziarla: sono giustamente i due pilastri portanti di Death Note, e l’importanza del loro legame si percepisce benissimo da questa collocazione che gli hai dato.
Una cosa che ho apprezzato tantissimo non solo di questo capitolo, ma di tutta la raccolta, è come hai mostrato luci e ombre di tutti i personaggi in maniera molto obiettiva, senza far passare al lettore un vero giudizio su di loro. In questo capitolo in particolare poi ancora di più, perché Light a parer mio è il personaggio che divide più di tutti e a cui è più difficile restare indifferenti, sia in senso positivo che negativo, cioè o lo si ama o lo si odia, e in qualche modo il giudizio di chi scrive su di lui traspare sempre un minimo. Infatti mi aspettavo qualche parola di condanna per lui, invece niente, sei riuscita a fare un’analisi neutra e a mio parere perfettamente centrata sui suoi tratti salienti, mostrandoci Light così com’è, nel bene e nel male, e per questo meriti tutta la mia stima *-*
L’unico sentimento che permea questa raccolta è la pietà per questi personaggi stupendi nel momento della loro morte, ed è giusto che sia così: dopotutto, come ci insegna anche Death Note, la morte mette tutti allo stesso livello, non importa cosa abbiano fatto in vita… è il destino comune degli esseri umani, e nel caso di questi personaggi, sono anche morti tutte molto drammatiche, e per questo meritano la nostra pietà.
Parlando della shot, mi è piaciuto molto come hai ripreso tutto il percorso di Light, dal suo spirito di sacrificio iniziale, il complesso di Dio, l’amarezza di essere un “incompreso”, e poi la smania di potere, la degenerazione degli ideali, la sua tracotanza, il rapporto col padre, con L, e infine l’attaccamento alla vita che sperimenta in punto di morte… insomma, c’è tutto!
Ho adorato il riferimento allo specchio in frantumi, che si vede anche nella opening come simbolo della fine del “vecchio” Light, e la descrizione del mondo arido, il mondo degli Shinigami, dove lo vediamo finire sempre nella opening. Impazzisco per questi dettagli, se non si fosse capito xD
E anche il ritorno della pioggia rossa, come se il mondo piangesse sangue, segna la chiusura di questo cerchio: nonostante tutto quello che Light ha fatto, alla fine, le cose sono ritornate come prima.
C’è anche una costante che hai mantenuto: quella del petto squarciato che reclama sangue, la sete inestinguibile, insomma questa brama di potere che non scompare e rende la morte di Light tormentata, un po’ come nel manga, anche se tu hai scelto di rappresentare quella dell’anime... bellissime entrambe, per motivi diversi, ma approvo decisamente la tua scelta di descrivere quella un po' più "dolce", diciamo così, dell'anime :)
Chissà se il nostro Light riuscirà finalmente a riposare in pace… (dubito xD)
Che dire… Sono felice di aver letto una cosa così bella su Light e al tempo stesso triste perché questa raccolta è finita :’)
Ma spero che scriverai ancora in questo fandom, io di certo ti leggerò con piacere!
Un abbraccio :)

Recensore Veterano
30/03/22, ore 23:05
Cap. 9:

(apre una crepa grossa quanto un corpo umano nel muro e si sporge attraverso la stessa tra polveri ed calcinacci) BUONASERA SONO IN RITARDO STRATOSFERICO
da giorni il cervello mi funziona ad intermittenza e scrivere è stato un casino, mi spiace sul serio
cercherò di fare una bella recensione per scusarmi perché sul serio te la meriti con tutto il cuore, questo è un signor ultimo capitolo e mi è piaciuto da impazzire sei stata davvero bravissimissima!! ma bando alle ciance:
E' ORA DI GUARDARE LIGHT MORIRE BABEYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY
E che morte! Smascherato dalla pantomima del suo unico vero rivale, ferito mortalmente da qualcuno che con tutta probabilità non considerava nemmeno a livello cerebrale, con le sue ultime ore sdraiato su una scala sudicia mentre gli anni che era convinto avrebbe vissuto venerato come un Dio gli vengono cancellati con la punta di un pennino dallo stesso bastardo mangiamele che aveva cominciato questo gioco macabro. Un'uscita di scena che pare la versione recita scolastica di un'opera tragica, dove il pathos della chiusura diventa una scena pietosa - nel senso che fa pietà, nel modo in cui vedere uno smargiasso che manca uno scalino e si spiattella la faccia sui sanpietrini del tram fa pietà. Ti dispiace, ma non troppo.
Ma Light - lui lo sa, che il protagonista di questa tragedia è lui.
Lo sa che è lui l'eroe di questo intreccio: è lui il messia, con le spine come chiodi nella carne ed il sangue che diventa vino per i suoi discepoli. Che spezza il pane e i pesci (salati di lacrime) in modo che ce ne sia per tutti. Che riporta come profeta la volontà dell'alto. E ovviamente - essendo una tragedia - ha ragione. Lui E' il salvatore, l'uomo che muore per una nobile causa senza venire compreso, un Orfeo smembrato dalle Baccanti perché non accettano che lasci la musica per dedicarsi al lutto mentre i poeti a cui ha fatto da maestro lo comprendono veramente e piangono la sua perdita, e ne tessono le lodi con le loro lire. Eppure... Eppure... Ha un ripensamento.
Ho sentito una volta che le tragedie sono tali solo per una questione di prospettiva. Se ti sposti dagli occhi di Otello in quelli di un qualsiasi uomo non menzionato nella sua storia, se ignori cosa pensa o cosa gli viene detto, lui è solo un uomo che uccide la moglie a sangue freddo.
Light si è visto, fuori dalla sua stessa prospettiva, attraverso gli occhi di L; ha visto oltre la patina teatrale delle sue illusioni e si è reso conto che non è un granché in fondo.
E' un criminale. Un altro squilibrato che vuole imporsi sul mondo.
Ha solo un mezzo particolarmente efficace.
Ma essendo l'eroe non può lasciarsi depistare! Lui ha lavato la pioggia (mi fa impazzire quest'immagine - lavare la pioggia, renderla pulita, quando è la pioggia stessa che di solito lava via la polvere dalle cose e le impurità dell'aria - modestia portami via! Che zauro da paura! E alla fine neanche quello ha fatto, perché la pioggia è ancora sporca! Hai preso un cucchiaino e ti sei messo a svuotare il mare in un secchiello, sborone della minchia, che ti aspettavi!!), lui ha riportato la pace e la vita! Non può rischiare di pensare che non sia così! Anche se... No! L era nel torto. L era Laerte, era lo zio, era Polonio, era la regina; L era l'antagonista e Light è Amleto; ha ragione Light. Ha sempre ragione Light. Per questo ha vinto lui. Perché era più bravo, più intelligente, e aveva ragione. Aveva sempre ragione.
E a furia di avere ragione è morto, e per mano di non una ma ben due comparse senza nome.
Tutto il suo duro lavoro mandato a meretrici da un 12enne e Matsuda.
Quando si dice oltre al danno la beffa.
E ancora peggio: è vuoto. Si sente vuoto. Ha scritto pagine e pagine di persone uccise, ha fatto meccanismi su meccanismi e piani su piani per non essere scoperto, ha mentito e manipolato chiunque gli stesse intorno, ha usato gente che gli voleva bene come carne da cannone, ha ucciso l'uomo più interessante e più vicino a sé che potesse mai aver conosciuto, e gli è servito a qualcosa? Ad assicurarsi che oltre la morte non ci sia nulla. Niente. Nada. Nisba.
Nemmeno una raminga lettera dell'alfabeto.
Non gli da' neppure la soddisfazione di vedergli la faccia un'ultima volta.
WOW ho fatto tante di quelle sviolinate che la metà basta porca trota ahahhahahahahahhaha cAZZ perdonamiiiiiiiiiiiiii
Insomma!! Sei stata. Spettacolare. Fantastica. Magnifica. Bravissima. E' un capitolo fenomenale, l'ho adorato
Scusa ancora per il ritardo!!
Ti abbraccio fortissimo (e ti mando una cheesecake ancora per scusarmi ;;),
An13Uta

Recensore Master
21/03/22, ore 10:02
Cap. 9:

Ciao LostRequiem. Questa tua raccolta che mi é piaciuto molto commentare non poteva che concludersi con Light e il Nuovo Mondo. Mi sono immersa nell'atmosfera suggestiva attraverso le tue parole. Ho letto con interesse le note e ho apprezzato i richiami simbolici come quello del numero nove. Grazie a te per questo viaggio che abbiamo fatto insieme attraverso i diversi personaggi di Death Note che hai delineato attraverso la tua sensibilità. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 21/03/2022 - 10:02 am)

Recensore Veterano
07/03/22, ore 23:08
Cap. 8:

Ciao LostRequiem! Che bello vedere un tuo nuovo aggiornamento :) 
Questo capitolo arriva con tempismo perfetto, visto che è da poco uscito il nuovo video del Trono dove c’è la scena di Misa che menzioni, e poi ho da poco rivisto e riascoltato le sue canzoni stupende nel musical *-*
Non appena ho letto la massima in latino “semper fidelis”, ho subito pensato a lei, difatti non potevi scegliere locuzione migliore da dedicarle (ma del resto, anche quelle dei capitoli precedenti sono super azzeccate per i personaggi a cui sono abbinate!)
Purtroppo in Misa il concetto di fedeltà viene esasperato al punto da diventare inquietante. E in effetti, la scena in cui lei passeggia per la città e giustizia i criminali, parecchio inquietante lo è…
In quel frangente, Misa si veste come una bambola, si trucca come una bambola, si muove come una bambola e soprattutto agisce come tale. E le bambole fanno paura perché sembrano esseri umani, ma dentro sono vuote. 
Fondamentalmente, Misa è vuota, nel senso che non ha degli ideali, dei valori, dei principi che guidino le sue azioni: come dice anche la canzone, ha bisogno di essere presa per mano e condotta lungo la strada buia. 
Ha bisogno di qualcuno che le insegni il valore delle cose, dato che lei non dà valore nemmeno a se stessa. 
Misa agisce in funzione di questo vuoto, forse dovuto alla perdita dei suoi genitori, chissà, e lo sostituisce prima con l’ammirazione per Kira, che poi si trasforma in “amore” per Light… anche se io lo definirei più una dipendenza affettiva.
L’unica cosa che importa a Misa è compiacere Light, essergli utile, per poter essere amata in cambio, ed è disposta a tutto pur di “continuare a farsi soffocare”.
E, ironia della sorte, è proprio questo suo atteggiamento che le fa guadagnare il disprezzo di Light, poiché lei agisce per egoismo, per soddisfare un proprio desiderio personale, non per un ideale, che forse nemmeno comprende e di cui sicuramente le importa fino a un certo punto :’)
Misa è un personaggio folle per le cose che fa, e difficilmente si guadagna anche la simpatia dello spettatore, però a mio parere è da compatire… vivere con l’angoscia di essere un peso o di diventare inutile è una sensazione orribile e il fatto che non riesca in nessun modo a staccarsi da Light mette i brividi: situazioni del genere, per quanto estreme, sono terribilmente realistiche.
E difatti, alla fine non può che lasciarsi morire, perché un burattino senza burattinaio non ha senso di esistere, anche se quel burattino è una regina, il pezzo più forte della scacchiera.
Che dire… penso che tu abbia toccato tutti i punti salienti di questo personaggio con la tua flash.
Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo, che immagino sarà dedicato a Light :)
Un abbraccio e alla prossima! ❤️

Recensore Veterano
06/03/22, ore 15:18
Cap. 8:

MISA MISAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
STA PORA CRISTA
Misa è una cosa pazzesca perché lei, in tutto questo, ci è entrata per fatalità.
Se Light non avesse ammazzato l'uomo che le aveva ucciso la famiglia (neanche apposta, poi, non perché voleva farle un favore o cose del genere ma solo perché lui ammazza criminali senza discriminazione), se lei non avesse sentito così fortemente questo avvenimento, se pur supportandolo se ne fosse distanziata o avesse lasciato cadere la cosa, se non avesse cominciato ad ammazzare gente pure lei dopo la morte di Gelus, se a un certo punto avesse deciso di tirarsi indietro e dire "ti amerò dalla panchina", o se si fosse resa conto poverina che questo stronzo la stava usando e avesse avuto la forza magari di andarsene, se avesse deciso in qualsiasi momento di rinunciare al Death Note e a tutto questo ambaradam - lei (e Rem, con tutta probabilità) da questo casino ne sarebbero uscite molto probabilmente con penne e pelle intatte.
Solo una ragazza e la sua accidentale fidanzata Dea Della Morte che se ne vanno a spasso e si fanno i cazzi loro, vivendo tanto di quel tempo che ora che Kira costruisce il suo impero, lo espande, lo perde, muore, loro sarebbero state ancora lì, a mangiarsi fragole.
E invece a lei i tarocchi hanno riservato gli Amanti rovesciati, condannati a vivere una relazione simile a quella tra un corpo infetto e il parassita al suo interno: ha ingoiato volentieri il verme solitario che le ha risucchiato tutto ciò che poteva sperare di ottenere dalla vita perché con le sue belle parole le aveva promesso che quando sarebbe diventato farfalla l'avrebbe resa regina delle fate d'estate, la più bella nella sua corte gotica di vetrate colorate e rose nere su cui splende sempiterno il sole, e lei non sapeva che una creatura tanto meschina da privarla del sangue (degli anni a lei donati da qualcuno che la amava, perché lui non voleva rischiare di sprecare i suoi) muore prima ancora di diventar crisalide.
Forse pensava che Light l'avrebbe portata a vivere veramente. Dopo essere stata circondata all'improvviso dalla morte, sperava che lui gliela scrollasse di dosso e la facesse alzare dalla palude.
Invece ce l'ha spinta dentro fino a soffocare dicendole che era il battesimo.
Secondo te era stanca anche di tutto questo? Di essere costantemente bombardata da come la morte incombe sempre su tutto e tutti? In teoria si è fatta la pelle spessa a furia di ammazzare criminali così, ma quando se ne va in giro gli occhi mica smettono di funzionare. Per amore si trascina alle caviglie un memento mori letteralmente grande come il mondo. Dici che anche questo, a un certo punto, le ha succhiato la forza dalle braccia?
Che anche questo (e quel sentore, da qualche parte recondita della sua mente, che faceva tutto questo per nulla, perché a vedere il Paradiso del suo dio non ci sarebbe più arrivata a questo punto) l'abbia stancata fino alla morte?
Ti fracasso la casa di cheesecake che AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA DEVO ANCHE RISPONDERTI PORCO GIUDA MALEDETTO e poi hai fatto un lavoro coi fiocchi anche con questo capitolo, lo amo, lo adoro, ti sto baciando sulla guancia in questo preciso istante
Un abbraccio fortissimissimo,
An13Uta

Recensore Master
01/03/22, ore 16:16
Cap. 8:

Ciao LostResquiem. Mi fa piacere trovare un altro capitolo di questa tua storia. Quando ho letto il titolo "amore" ho subito pensato a Misa. Ho apprezzato le parole della canzone associate a quanto scritto. Ho letto questo capitolo con interesse dove tutto parte da quel rosso simbolico fino a trovarlo nel finale. Mi é piaciuto che abbia richiamato, come scritto nelle note, quel tramonto. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 01/03/2022 - 04:18 pm)

Recensore Veterano
20/11/21, ore 08:23
Cap. 4:

Ciao Lost Requiem! Come va?
Sono felice di vedere che la tua raccolta prosegue e anzi mi dispiace per la lunga sparizione, ultimamente il tempo è sempre meno e ho dovuto accantonare per un po’ le recensioni. Ma ora rieccomi qui a rimediare :)
Avevo letto questo capitolo già da tempo e non vedevo l’ora di analizzare un po’ meglio Soichiro! Tra l’altro credo che ci siano pochissime fanfiction incentrate su di lui, si contano sulla punta delle dita.
Soichiro è l’ennesimo personaggio dalle grandi tribolazioni interiori di Death Note.
Mi ha sempre affascinato la sua scissione interiore durante le indagini: da una parte, la stima e il profondo rispetto per L; dall’altra, la fiducia incrollabile in suo figlio Light, che tu hai perfettamente reso in questa Drabble. Penso che qualunque padre al suo posto avrebbe perso le staffe con L, invece Soichiro ha sempre continuato ad avere fiducia in lui persino quando gli chiede di simulare l’esecuzione del suo stesso figlio.
Mi piace come hai ripercorso con la Drabble tutti i momenti più critici che ha attraversato, dalle iniziali insinuazioni di L al momento della morte. Ho apprezzato molto anche l’accenno al rapporto con L, con Mello e con Matsuda, che vede tutti un po’ come dei figli da proteggere al pari di Light e Sayu.
Soichiro è un personaggio non così semplice come potrebbe sembrare: a volte commette delle azioni impulsive e spettacolari, come la finta esecuzione al suo stesso figlio che hai citato, che ti spiazzano. È un padre “disposto a tutto”, come lo hai definito, anche se questo dovesse tradursi nel macchiarsi di peccati orribili, e in questo somiglia parecchio a Light. Con la differenza, ovviamente, che lui non supera mai quel confine, mentre Light sì.
Non so se conosci il musical di Death Note uscito qualche anno fa. C’è una canzone molto bella nella versione inglese cantata da Soichiro che si intitola “Honor Bound”, e che ripercorre gli stessi temi della tua Drabble.
Uno dei versi di questa canzone dice “listen to me, am I crazy? Thinking he could be some insane, unfeeling monster somehow raised by me”. Cioè, in pratica Soichiro è tormentato dal pensiero di aver cresciuto lui stesso Kira.
Ed è proprio questo il punto più interessante di Soichiro, a mio parere: padre e figlio sono davvero così diversi? Come è possibile che da una persona esemplare come Soichiro sia nato un mostro disumano come Light? Sembra una cosa assurda, perché alla fine Soichiro ha cresciuto Light e gli ha trasmesso i suoi valori. Ma lo stesso Soichiro, quante volte è stato a un passo dal commettere atrocità che lo avrebbero reso simile in tutto e per tutto a quel mostro che ha cresciuto?
Il confine tra bene e male è molto labile in Death Note, ed è facile passare da una parte all’altra senza nemmeno accorgersene, soprattutto per chi è una persona “esemplare”, come se il troppo bene portasse inevitabilmente al male.
Soichiro, alla fine, resta sempre per il rotto della cuffia dalla parte del bene, e questo gli permette di avere una fine in pace, di restare puro, anche se la “luce” dei suoi occhi si è alla fine tinta di rosso, come hai reso bene graficamente anche tu.
E chissà, come scrivi nell’ultima frase, cosa avrebbe provato Soichiro se avesse scoperto la verità… ma io mi chiedo: sarebbe davvero riuscito a vederla, o avrebbe negato l’evidenza anche a quel punto? La frase “omnia munda mundis” che hai scelto per Soichiro, mi sembra molto azzeccata in questo contesto, e rappresenta a mio parere il suo più grande pregio e difetto insieme. Per me, Soichiro pecca di cecità in certe cose, non vuole vederle, soprattutto quando si tratta di suo figlio, che tende a idealizzare e mettere su un piedistallo, diventando secondo me anche un padre un po’ “pesante”. 
Bene, il mio sclero per oggi finisce qui :)
Ti rinnovo i miei complimenti per questa Drabble molto suggestiva e che fa riflettere, come tutte le altre di questa raccolta. :)
Un abbraccio e alla prossima! *-*

Recensore Master
26/10/21, ore 18:26
Cap. 7:

Ciao LostRequiem. Mi fa piacere sia tornata con un nuovo capitolo, dove emerge anche questa volta la tua profondità. Mi ha colpita l'espressione "se Matt fosse con te ti riderebbe in faccia." Le mani che grondano di sangue anche se non fisicamente visibile rendono bene quanto di tragico sia accaduto. Ho riflettuto riguardo le campane, la paura, la preghiera, dove tutto converge nel finale nel rosario. Ho apprezzato, come sempre, la parte grafica che mi ha fatta immergere ancora di più in quello che hai voluto esprimere con le parole. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 26/10/2021 - 06:27 pm)

Recensore Veterano
25/10/21, ore 22:52
Cap. 7:

Questo dev'essere Mello! L'ho riconosciuto da Matt, la pistola e la cicatrice. Probabilmente lo avrei riconosciuto prima se avessi menzionato il suo inconfondibile caschetto stile Carrà, ma tornando a noi...
C'è qualcosa di molto suggestivo in certe chiese - anche se non sono credente percepisco comunque come una pressione data da quanto spazio verticale si staglia sopra di me. Ne ho visitata una inglese una volta, immensa e vuota e come coperta da una luce notturna sebbene fosse ancora pomeriggio, ed mi a suggestionata in modo incomprensibile. Forse anche Mello nel torpore confusionario della sua morte si è sentito tanto piccolo in quell'immensità da mettersi a pregare senza sapere bene perché, magari per abitudine.
E mentre prega e sente le forze mancargli riflette comunque sulla sua vita, che tutto è stato piuttosto che virtuosa - visto che a quanto pare ha ammazzato gente a destra e a manca senza preoccuparsene minimamente. Se non altro non è ipocrita: lo sa che non ci arriverà mai in Paradiso, e allora si chiede "Ma che cos'è che mi aspetto, da questo pregare? Cosa spero di ottenere? Se so che non posso essere perdonato, perché lo chiedo comunque?"
E come riveli alla fine, magari è un ultimo barlume di etica che gli impedisce di perdonarsi mentre supplica sé stesso. Perché alla fine pensa di meritarselo, l'inferno, e quindi tanto vale accettare il suo destino, no?
Vorrei poter dire di più su di lui perché come sempre scrivi su di lui benissimo, ma non lo conosco abbastanza...... Cesyro Trono del Muori mi illuminerà, promesso!
Un abbraccio forte forte forte,
An13Uta <3

Recensore Master
31/08/21, ore 09:49
Cap. 6:

Ciao LostRequiem. Che piacere trovare un altro capitolo di questa tua raccolta dove posso avvertire, leggendo le tue parole, la profondità del tuo sentire riguardo questi personaggi. Bello citi l'espressione "e coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica.” In questo capitolo il protagonista è Mikami, un personaggio complesso e ho riflettuto leggendo questo capitolo. Ho apprezzato molto la parte grafica, come per esempio con la parola "eliminato." Hai ben rappresentato il suo essere dalle diverse sfumature. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 31/08/2021 - 09:50 am)

Recensore Veterano
29/08/21, ore 23:11
Cap. 6:

Tu non manchi mai di lasciarmi a bocca aperta.
Premettendo che io quest'uomo Non Lo Conosco e quello che so di lui l'ho letto a spizzichi e bocconi in circa metà di un post in cui lo analizzavano, leggendolo attraverso le tue parole me ne sono venute in mente alcune in particolare per descriverlo già dalle prime righe: insicurezza e ossessione.
Lo introduci subito circondandolo da un'alone di terrore infantile: "Quand’è che le sue mani, grandi più di quelle del Male che tanto osteggi, hanno smesso di stringere le tue?", si chiede quasi tremante, come un bambino spaventato che ricerca un appoggio in un mondo ostile. Una seconda insicurezza ben diversa, una che getta invece un'ombra ben più sinistra sul volto di Mikami, emerge insieme alla sua ossessione - quel dubbio che lo assale appena quando si accorge di non ricordare nessuno dei nomi che elenca in pagine dopo pagine senza mai fermarsi ogni singolo giorno, tutti allineati in perfetto ordine, tutti eliminati perché impuri, perché malvagi, e quindi senza alcuna necessità di esistere veramente come persone vere con visi e nomi (che ironia, cancellare dalla propria memoria proprio i due tratti che gli danno il potere di decidere della vita e della morte degli altri).
La sua ossessione si sublima veloce, rivelando la sua vera natura come una ricerca esasperata del Bene divino, non importa in quale forma arrivi a lui. E' una ricerca forsennata, ansiosa di mettersi all'opera per questo fantomatico Bene superiore che è così disperatamente certa esista, che sa per certo è capace di mantenere e creare un equilibrio, un senso perfetto in un mondo caotico.
E il momento in cui questo faro divino viene a mancare, Mikami cade nella paura più buia. Abbandona la candela in cui aveva visto un Dio e si ritira delirante nell'ombra, ricadendo nella solitudine che gli fa mancare la terra ai piedi abbandonandolo in un Mar Rosso che si richiude sempre più velocemente alle sue spalle mentre ancora è a metà tragitto sul suo fondale, e l'acqua salmastra è vermiglia mentre si accoccola e si avviluppa attorno alle sue caviglie con un tanfo orribile di metallo che si infila sotto le sue unghie e dentro la sua bocca, e il colore gli inzuppa le vesti e lo sporca fin dentro alle ossa, e non c'è nessuna mano a stringere la sua, a rassicurarlo che è un eletto, un beato, che è parte integrante di quel Bene, di quella giustizia perfetta destinata a creare un mondo senza Male e senza ombre, di quel disegno divino che solo lui era capace di vedere, di sentire, di intuire, di percepire...
E che cos'altro ti devo dire, il modo in cui tu hai scritto tutto questo mi fa venire la pelle d'oca.
E' davvero un bellissimo capitolo e TU SEI TROPPO BRAVAH
Perdona questa conclusione così affrettata ma a parte sciogliermi male in lacrime per l'assoluta poesia che offri a noi mortali io non credo di poter offrir molto di più in quanto a parole, mi spiace ;;
Un mega iper abbraccione e una cheesecake con marmellata d'ananas,
An13Uta <3

Recensore Master
28/07/21, ore 10:45
Cap. 5:

Ciao LostRequiem. Torno con piacere a commentare questa tua raccolta, che si apre con le parole di Orazio. Anche questo capitolo è molto triste. Sono presenti gli elementi fondamentali, la macchina rossa, i proiettili, la sigaretta. Mi ha colpita l'espressione: "è tutto rosso", che hai espresso anche a livello grafico. Ho riflettuto riguardo il concetto dell'essere il numero uno, di vincere attraverso le tue parole: "non ti è mai importato un cazzo di diventare il numero uno. Né allora, né adesso" o "non te ne è mai importato un cazzo, di tutte quelle stronzate sul vincere, sull’essere il migliore, di cui lui non smette di parlare per un fottuto attimo." Hai ben descritto questo frangente e sarò lieta di leggere il prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 28/07/2021 - 10:47 am)

Recensore Veterano
21/07/21, ore 14:26
Cap. 3:

Ciao LostRequiem!
Rieccomi, seppur in scandaloso ritardo, per recensire il terzo capitolo della tua raccolta :)
Sono molto contenta di leggere di questo personaggio e di approfondire di più la sua psicologia. Mi piace come hai messo in luce la sua ipocrisia: personalmente, ho sempre reputato Takada “un filino” ipocrita anche io e Light stesso la giudica tale sin dai tempi dell’università, ma non avevo mai pensato che questo suo atteggiamento potesse estendersi anche alla sua relazione con Light, per il quale credo abbia sempre provato un sentimento genuino. Più che altro, ho sempre visto Takada molto ipocrita verso se stessa nella sua relazione con Light: lei fa di tutto per auto convincersi di essere amata da lui, si racconta una bugia e chiude gli occhi anche di fronte all’evidenza pur essendo razionalmente consapevole dell’ambiguità di Light e delle menzogne che le racconta. Questo è evidente nel momento della sua fine, quando scoppia a piangere all’ultima, glaciale richiesta di Light di continuare con le esecuzioni, proprio come se davvero non trovasse più giustificazioni alla freddezza di Light e dovesse definitivamente fare i conti con la consapevolezza di non essere stata altro che un burattino per lui.
Alla luce di ciò, trovo anche tristemente ironico il fatto che muoia bruciata: è come se Light le avesse finalmente dato quel calore a cui tanto anelava e che non ha mai avuto.
La tua interpretazione però scava ancora più a fondo nell’animo di Takada arrivando a spiegare l’amore stesso che prova per lui ed è così che si rivela in realtà molto simile a Light: lei non lo ama davvero, come vuole credere e farci credere, ma lo sfrutta per il suo stesso compiacimento, lasciandosi irretire dalla promessa di potere e dal desiderio di essere adorata dagli altri, e finendo poi per perdere miseramente.
Che poi, se vogliamo, quello di prevalere sugli altri, di essere “il migliore” come direbbe Light, o “il numero uno” usando le parole di Mello, è il desiderio di quasi tutti i personaggi (sicuramente di L, Light, Mello, Takada e Mikami) ed è interessante notare come in fondo questi personaggi si assomiglino pur essendo in apparenza tanto diversi. 
La conseguenza ancora più triste di questa interpretazione è che Light in fin dei conti non è mai stato amato in modo “sano” da nessuno, cosa che non si direbbe affatto se ci attenessimo ad una lettura superficiale dell’opera, visto che tutti stravedono e arrivano a fare cose folli per lui, ma in realtà anche Light è per gli altri solo uno strumento per raggiungere i loro scopi. 
L’amore stesso, come ci mostri attraverso Takada, verte attorno a tutta una serie di ipocrisie e Light lo sa molto bene, per questo si presta consapevolmente ad essere il loro strumento allo scopo di sfruttarli: ciò lo rende ancora più solo e dannato e risulta tremendamente coerente con la filosofia di Death Note.
Ok, non so come ma finisco sempre per parlare di Light! Penso che quando scriverai di lui ti beccherai una recensione super ammorbante xD
Ti ringrazio per questo bellissimo capitolo e per l’opportunità di riflettere ancora su quest’opera, anzi, sono molto contenta che la tua raccolta stia ridando un po’ di vita a questo fandom :)
Corro a leggere il prossimo capitolo - il cui titolo già mi stuzzica - e spero di risentirti presto! :)

Recensore Master
17/07/21, ore 16:34
Cap. 4:

Ciao LostRequiem. Sono lieta di commentare un nuovo capitolo di questa tua raccolta, profonda nel considerare i diversi personaggi dell'opera Death Note. Non appena ho letto il titolo, ho subito immaginato chi fosse e un senso di tristezza ha attanagliato la mia anima pensando alla morte di quest'uomo giusto, Soichiro, fra il senso del dovere e l'amore familiare. Non potevi che scegliere la parola "padre", perché il tutto converge nel rapporto con suo figlio, Light-Kira. Commovente l'espressione nel finale: "non leggendovi altro che il proprio amore." Sarò curiosa di leggere il prossimo capitolo, scoprendo quale sarà il personaggio, emozionandomi grazie alle tue parole. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 17/07/2021 - 04:36 pm)

Recensore Veterano
16/07/21, ore 21:46
Cap. 4:

ODDIO che montagna russa.
Soichiro, Soichiro... La parabola di questo pover'uomo, l'hai descritta in modo davvero magnifico.
Dai primi sospetti di L che si insinuano come lombrichi nella sua testa nonostante si ostini a negarli, attraverso tutte le prove continue e crudeli per provare l'innocenza di suo figlio (ma non potevano chiederlo a qualcun altro di far finta di sparare a Light invece che a SUO PADRE, che è una cosa che sul serio per poco finivano traumatizzati a vita tutti e due) fino all'esitazione che lo ha distrutto completamente perché come ripeti è un padre prima di tutto e mai, MAI, alzerebbe la mano contro il figlio (contro qualcuno che potrebbe essere suo figlio), e gli ultimissimi pensieri mentre attende di morire...
Prima di tutti, pensa alla moglie: perché la ama, la ama tantissimo, e ovviamente pensa a lei prima di tutto.
Poi alla figlia, ancora una bambina, in fondo, e a come non sia riuscito a proteggerla nonostante i suoi sforzi.
Terzi sono i suoi uomini, che hanno rischiato tutto per la giustizia e che adesso sente di star abbandonando.
Pensa anche a quel detective che ha sempre dubitato di suo figlio, che ha sempre insistito della sua possibile colpevolezza, e anche a lui dedica comunque un momento di affetto paterno nella sua mente.
Non deve pensare al suo bambino.
Al suo figliol prodigo.
Alla luce dei suoi occhi che appare al suo capezzale come un angelo, che gli sorride tale e quale a quando era un bambino, che lo rassicura nei suoi ultimi momenti di vita della sua totale innocenza, quella in cui aveva sempre creduto, e così, sicuro, beato, Soichiro si spegne completamente soddisfatto della sua vita e ignaro dell'orribile verità.
Santa Farore ma quanto brava sei a spremere i personaggi di tutto il loro essere e stenderlo in pochissime parole, INOLTRE prendendomi a randellate di angst allo stesso tempo???
Io ti prometto che sto scrivendo e che finirò quel maledetto capitolo presto perché ci sto mettendo un sacco, ma è stato davvero un piacere saltare su EFP perché 'chissà mai che requiem non abbia scritto qualcosina che mi tiri uno slavadenti atomico di sentimenti come lei sa fare così bene...' e scoprire che sì, definitivamente, siamo collegate da un qualche filo telepatico!
Un abbraccio gigante e una cheesecake che ti riempie la barra della stamina all'infinito,
An13Uta

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