Recensioni per
Piante Carnivore
di Earth

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/06/21, ore 13:26

Ciao Earth,

Sono passato a curiosare anche questo racconto (al momento) incompleto, e qui si cambia nuovamente genere.

Abbiamo a che fare con una ragazzina un pochettino antipatica, perché pare troppo sicura della propria bellezza e della possibilità di ottenere ciò che desidera. Tuttavia, è almeno cosciente di non essere una cima. La incontriamo in un momento di noia, mentre guarda la TV e rimpiange di non essere al pub. Decide anche che è tempo di cambiare amicizie, segno che non è affatto soddisfatta della sua vita attuale. Così, Moira e Anna vengono a scoprire che Egle andrà al Kalì senza di loro, e questo sembra un brutto colpo per le due ochette.
Fin qui, è una storia che potrebbe essere ordinaria, ma ecco il colpo di scena: una casa infestata. E credo che sia questo il vero momento che Egle non dimenticherà mai.
In raltà, anche la decisione di abbandonare le amiche, sottolineata da un lampo nefasto, potrebbe essere centrale, però il racconto non mi pare metta in relazione questa prima decisione con quella di sfidare il fantasma, quindi, per me, non assume molta importanza...

Il racconto è fluido e piacevole da leggere, non vi ho trovato errori grammaticali, e, sebbene la protagonista non abbia caratteristiche tali da riscuotere la  mia simpatia, sono curioso di scoprire cose le accadrà nella casa.     

Mi permetto di segnalarti tre frasi che credo meriterebbero di essere riviste un pochettino:

> Ultimamente le avevano ripetuto spesso che "era solo una bambina viziata", ma lei non era d'accordo: non era affatto una bambina. Era giovane e bella e avrebbe avuto tutto quello che desiderava.

La seconda frase mi pare che sia un po' troppo slegata dalla precedente.

[...] ma lei non era d'accordo: non era affatto una bambina. Era una ragazza, giovane e bella, che avrebbe avuto tutto quello che desiderava.



> E qui le guardò dritte negli occhi, prima l'una e poi l'altra, come ad una partita di tennis.

Il paragone qui non riesco a coglierlo bene... a meno che Egle non rimpalli lo sguardo dall'una all'altra più volte, cosa che però non mi pare realistica...


> «Ma siamo nella stessa classe...» Anna non mollava proprio, eppure lei era stata chiara e gentile.

Qui, il gentile mi pare di troppo: Anna non capiva di dover lasciar perdere nonostante lei fosse stata spietatamente chiara.

Alla prossima!