Parole malinconiche, difficile non notare la grande tristezza che le marcano. Niente non salva dai fantasmi, non solo la modernità. Sia che si tratti di fantasmi del passato o del presente, continueranno a seguirci finché non riusciremo ad essere noi stessi, nella nostra completezza come esseri umani. I buddhisti giapponesi chiamano questo stato dell'esistenza ''satori'', l'equivalente del ''nirvana'' descritto nei veda millenari di stampo indo-cinese. E' difficilissimo raggiungere uno stato del genere, bisogna perdonare gli altri ma sopratutto sé stessi.

Si può fuggire fino ad un certo punto. Quanto sei disposta a pagare il prezzo invece di un totale ''scioglimento'' esistenziale? Questa sarebbe la domanda da chiedersi, sempre se ho colto bene il senso della poesia. Ad ogni modo, un buon lavoro come sempre. Triste, ma allo stesso tempo riflessivo e che viene da tanta ricchezza interna, da tenere comunque in considerazione per comprendere meglio l'artista e le sue intenzioni.

Un caro saluto,

AP.

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