VALUTAZIONE DI MYSTERY_KOOPA – All’ombra del grande cedro, di Rosa66.MariaRita/ROSA66
PUNTEGGIO: 43/50
Grammatica e Stile: 8,75/10 (media tra 9,7/10 di g. e 7,75/10 di s.)
La grammatica è praticamente perfetta.
“Yorkshire, debilitata” – doppia spaziatura -0,10
“Le sua mani” – “Le sue mani” -0,10
“la giovane esistenza” – doppia spaziatura -0,10
Ho trovato il tuo stile molto adatto a questa storia: delicato, adatto a una narrazione femminile con gusto classico e che ha il suo spunto più evidente nella brillantezza dei dialoghi, come da consuetudine ottocentesca. Soffermandosi proprio sui dialoghi, devo dire che mi hanno convinto: non hanno un registro sintattico e lessicale eccessivamente elevato, specialmente quando le uniche persone coinvolte in essi sono le due protagoniste, un po’ come tu stessa hai detto, per la loro vicinanza che non richiede alcuna formalità, un po’ per l’istruzione di Naisha, sicuramente inferiore a quella di Gwen. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stata l’introduzione, in cui hai inserito molto bene alcune descrizioni tipiche del genere d’avventura: sebbene alcune frasi mi siano parse leggermente slegate, l’effetto d’insieme è riuscito a calare perfettamente il lettore nell’atmosfera della storia. Proseguendo, invece, il tutto si fa perfettamente coeso, specialmente nei flashback (ho apprezzato moltissimo la scelta di sottolineare unicamente il momento del primo bacio in corsivo).
C’è solo una cosa che non mi ha convinto, e che è strettamente collegata a un problema che segnalerò anche nel parametro relativo alla trama, ovvero la tendenza a riassumere fin troppo in troppo poco spazio. Per quanto riguarda lo stile, infatti, la melodiosità delle descrizioni viene immediatamente interrotta da “frasi riassunto”, che spingono bruscamente la storia in un’altra direzione in modo un po’ troppo artificiale, secondo me. Ti porto un paio di esempi:
“Con il passare del tempo, il legame esistente tra di loro, già molto forte, si mutò in qualcosa di più profondo e intimo fino a quando…”
E in generale, quando ripercorri la storia delle due ragazze il tono è sempre tendente al distaccato, lasciando il lettore con l’amaro in bocca. È una tendenza che si ha spesso nel genere storico, soprattutto quando le vite dei protagonisti di intrecciano con la Storia vera e propria, per esempio nel caso della rivolta dei Sepoys, e bisogna veramente starci attenti. E avendo scritto diversi racconti storici, posso dirti che spesso ci sono caduto pure io, serve soltanto molta pratica e attenzione ai dettagli.
In conclusione, la veste stilistica della storia è risultata sicuramente buona, ma con un approfondimento maggiore avrebbe reso giustizia al 100% alla vicenda raccontata.
Trama e Originalità: 7,75/10
Così come accennato nel parametro precedente, anche la trama ha risentito della necessità di riassumere molti anni della storia delle due protagoniste in così poco spazio. Secondo me, la scelta di utilizzare dei flashback piuttosto che raccontare direttamente gli avvenimenti è stata corretta, e non ha influito sulla resa generale della storia: non potendo raccontare tutto hai scelto gli avvenimenti più importanti, raccontandoli con un buon approfondimento. Tuttavia, sono state due caratteristiche a indebolire un po’ questa parte del racconto. La prima è l’emotività delle vicende, che ha fatto molta fatica ad emergere anche a causa dello stile distaccato: ciò avviene per esempio quando parli del trasferimento dei Sutherland in India e della scelta di affidare Gwen a una balia locale, oppure quando inserisci nella prosa considerazioni di carattere generale come “Appartenevano a due società che, pur essendo agli antipodi, emarginavano senza pietà il loro amore proibito” e i periodi immediatamente precedenti e successivi. Il secondo limite della storia l’ho riscontrato in presenza dei collegamenti tra un momento nel tempo e il successivo: alcuni flashback, ad esempio quello del primo bacio sotto il cedro, o anche quando parli del rapporto che le due avevano da bambine, sono riusciti molto bene, ma sono collegati tra loro in modo poco vario, giusto con passaggi formulari che poco aggiungono alla storia (“Così le due bambine furono inseparabili fin dalla nascita.” o “Più passava il tempo, e più si avvicinava…”).
La trama, tuttavia, non presenta buchi o incongruenze, se non un piccolo dubbio che ho avuto sul finale: il padre di Gwen, dopo aver ucciso Naisha, assiste al suicidio della figlia senza avere la minima reazione. Non sarebbe comunque riuscito a fermarla, ma sembra davvero scomparire dalla storia all’improvviso. L’ho segnalato qui perché non credo si tratti di un problema di caratterizzazione, ma di una scelta che hai fatto per concentrarti sulla morte delle due amate ignorando un po’ “the elephant in the room”.
Infine, ho trovato la storia abbastanza originale: non è mai facile con il genere romantico, soprattutto in ambientazioni storiche già ampiamente trattate come la borghesia inglese dell’Ottocento, ma la declinazione al femminile di questa storia d’amore così innocente e vissuta dall’interno senza alcuna pressione mi ha convinto, nonostante l’ovvia presenza di alcuni cliché che comunque non sono risultati stonati.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 8,5/10
Per quanto riguarda la caratterizzazione, secondo me hai fatto piuttosto bene, nonostante i personaggi non siano riusciti ad allontanarsi particolarmente da archetipi già esistenti, prima tra tutti la protagonista. Gwen, infatti, si allinea particolarmente a un elenco di figlie ribelli cresciute da un padre autoritario e conservatore dopo la morte o l’abbandono della madre, anche se devo dire che è una situazione che hai gestito bene, senza incorrere in passaggi eccessivamente melensi. L’unico difetto che ho riscontrato in lei è un modo di agire un po’ troppo moderno per l’epoca, soprattutto perché non supportato da un’introspezione completa. Mi spiego meglio: a me non fa storcere il naso il fatto che Gwen abbia criticato il comportamento coloniale degli inglesi in India, ma il fatto che non hai mostrato come è arrivata a comprendere così profondamente un fenomeno complesso pur avendo sempre vissuto solo nella casa del padre, che non mi pare abbia attivamente contribuito a distruggere la cultura hindi, nonostante il suo evidente razzismo. Allo stesso modo, trovo che tu sia arrivata all’instaurazione della relazione tra le due protagoniste un po’ troppo velocemente: stiamo parlando di un’epoca in cui molti ritenevano che l’omosessualità femminile non esistesse nemmeno, per cui la velocità con cui le due si avvicinano fisicamente e capiscono quanto la cosa sia “grave” mi ha lasciato un attimo perplesso (nonostante sia ovvio che la cosa dovesse rimanere segreta, ci mancherebbe). L’avvicinamento emotivo, d’altro canto, è stato gestito davvero benissimo, te lo devo riconoscere.
La personalità di Naisha, infine, mi è sembrata un po’ limitata alle sue interazioni con Gwen, ma tutto sommato trovo che vada bene così, visto l’obiettivo della storia. I tratti fondamentali del suo carattere, nonché il profondo affetto che diventa amore per la sua amica d’infanzia, hanno comunque una loro evoluzione, che spinge la ragazza ad affrontare il proprio destino pur di provare a salvare Gwen. Mi sono piaciute moltissimo le sue lacrime quando ha saputo che l’amata si sarebbe sposata in Inghilterra, che hanno subito tradito quanto il legame tra le due fosse molto più profondo di quello che potesse sembrare in realtà.
In conclusione, hai fatto un buon lavoro anche da questo punto di vista: sarebbe giusto servita un pochino di introspezione in più in alcuni passaggi, ma hai scelto di concentrarti quasi esclusivamente sulla storia d’amore e penso che tutto sommato vada bene così.
Utilizzo del pacchetto: (6. God Save The Queen) 9,5/10
Genere/i – Storico, Femslash: I due generi scelti sono stati sviluppati alla perfezione. Oltre ad essere ambientata durante l’età vittoriana, infatti, la storia va ad approfondire alcuni degli aspetti caratteristici del periodo scelto, con particolare attenzione alle tematiche coloniali. Inoltre, non sono presenti errori o incongruenze su tecnologie, tessuti o unità di misure diffuse nell’Ottocento. Anche il femslash è stato utilizzato correttamente, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto sentimentale ed emotivo della relazione tra le due ragazzi. Gli accenni di un rapporto fisico ci sono, ma sono vaghi e delicati, adatti alla storia raccontata. Punteggio pieno! 3/3
Oggetto – Union Jack: La Union Jack compare in due occasioni nel corso della storia, scelta che probabilmente hai fatto in quanto non eri sicura che il suo utilizzo fosse effettivamente importante ai fini della storia. In effetti, l’elemento è rimasto marginale, soprattutto perché la protagonista non ha mai terminato di cucire quella che il padre le aveva assegnato. Emerge invece molto bene il valore simbolico dell’elemento, che esprime il contrasto tra due culture così diverse e la predominanza di potere da parte della corona britannica. 1,5/2
Prompt – 1: Durante il regno di Vittoria come Imperatrice delle Indie (1837-1901) uno o ambedue i vostri personaggi vivono in India, o sono tornati in Inghilterra dopo una lunga permanenza nella colonia: Questo parametro mi ha lasciato qualche dubbio, in quanto il fulcro della storia non si svolge in India o in Inghilterra, ma durante il trasferimento in nave tra i due luoghi. Tuttavia ho deciso di assegnarti il punteggio pieno comunque, in quanto tutti i flashback (che occupano una parte non indifferente della lunghezza della storia) sono ambientati nella dimora indiana della famiglia Sutherland: l’ambiente è stato descritto e approfondito con attenzione e il risultato è stato sicuramente positivo. 5/5
Titolo: 5/5
Il titolo che hai scelto mi è piaciuto molto, sia per le atmosfere che evoca, sia per la sua attinenza alla storia in sé. Non appena l’ho letto, la mia immaginazione è corsa subito a giornate soleggiate e notti stellate, in cui le protagoniste della storia si sarebbero rifugiate sotto l’imponente albero: la componente storico/romantica è emersa davvero molto bene, considerando anche che il bacio sotto il cedro è stato il punto di svolta dell’intera trama. Inoltre ho colto un’altra sfumatura di significato, “ombra”, quell’elemento che può andare ad indicare sia la zona sottostante all’albero, sia il segreto che le due protagoniste hanno dovuto mantenere, costrette a vivere la loro relazione senza che nessuno potesse non solo vederle, ma anche solo sospettare quello che sarebbe stato un enorme scandalo. Davvero complimenti, hai scelto un titolo che invita, e anzi, accompagna il lettore alla lettura, e che una volta finita la storia mantiene fede alle aspettative poste inizialmente. Non posso che assegnarti il punteggio pieno.
Gradimento: 3,5/5
Come detto nei parametri precedenti, la storia mi è piaciuta, ma non è riuscita a conquistarmi fino in fondo. Il genere storico è difficile da affrontare, soprattutto quando si inseriscono in esso tematiche come una relazione omosessuale o più in generale l’avversione ai canoni imposti dalla società (anche nel caso del colonialismo, ad esempio), che corrono il rischio di essere affrontate con prospettive troppo moderne o sbrigative. Non trovo che la tua storia abbia risentito così tanto di questo problema, l’ho trovata godibile e interessante e i punteggi assegnati lo dimostrano, ma è innegabile che un po’ di approfondimento un più, che magari è mancato per questioni di tempo, avrebbe soltanto giovato al racconto. L’unico consiglio che posso darti è quello di cimentarti più spesso in questo genere, perché la tua capacità di ricostruire contesti lontani nello spazio e nel tempo è davvero eccellente. |