Recensioni per
All'ombra del grande cedro
di ROSA66

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/07/23, ore 22:58

Ciao, eccomi qui per la seconda recensione!
Prima di tutto, sono felicissima di avere la possibilità di leggere una storia femslash, genere che purtroppo è molto meno diffuso rispetto allo slash.
Inoltre proprio in questi giorni sto studiando per un esame di Storia che parla molto del tema della colonizzazione britannica, compresa ovviamente quella dell'India, per cui è stato molto divertente trovare tutti questi riferimenti e dettagli storici come la Compagnia delle Indie orientali e i riferimenti alla "madrepatria". Hanno contribuito a creare non solo un'atmosfera e un contesto molto credibile ma anche a caratterizzare il padre di Gwen, il tipico britannico vittoriano figlio della mentalità razzista e suprematista della sua epoca, una mentalità che purtroppo viene data per scontata e da lui assunta come "normale."
Passo ora alle nostre due protagoniste che mi sono piaciute moltissimo, in particolare Gwendolyn (tra l'altro nome stupendo!) e il suo carattere così anticonformista e deciso.
La storia in sé è relativamente breve ma condensa molti degli avvenimenti più importanti delle loro vite e del loro legame e il tutto è impregnato di emotività e dolcezza.
In effetti la prima parte della storia, pur descrivendo momenti tristi e negativi, mantiene dei toni molto leggeri mentre nel finale c'è un drastico cambio dei toni. Davo per scontato che la storia non sarebbe finita bene ma non mi aspettavo proprio questa svolta così violenta e drammatica, anche se devo dire che proprio questo finale ha contribuito a rendere il racconto ancora più emotivamente impattante.
Ti faccio i miei complimenti, è stato davvero un piacere scoprire questa storia grazie all'iniziativa di Sofifi, spero di poter leggere altro di tuo in futuro!
(Recensione modificata il 03/07/2023 - 10:59 pm)

Recensore Veterano
01/07/23, ore 11:04

Ciao!
Sono qua per la Challenge di Sofifi che devo assolutamente ringraziare perché ho letteralmente amato questa storia. In che senso è soltanto una OS? Dov’è la long che ci racconta tutta la storia di Gwendolyn e Naisha, dall’inizio fino alla loro morte? Io la devo leggere, subito!!!
Scherzi a parte (nemmeno tanto scherzi, poi…), penso tu abbia fatto un lavoro eccellente con questa storia. In primis, ho adorato la poeticità della tua prosa (?). Fai uso di termini bellissimi (e io che sono innamorata delle parole ne sono sempre affascinata) ma non solo: tutte le descrizioni sono bellissime ed evocative, la storia scorre leggera come seta, non c’è una sola frase che ho trovato faticosa o macchinosa. È stato davvero come leggere un bellissimo libro e io, umilmente, davvero ti consiglio di tornare a scrivere di loro o di questi contesti perché mi hai fatta innamorare davvero.
Mi sono piaciute molto anche le tue protagoniste, che ho trovato coerenti anche alle descrizioni che conosciamo: sopratutto la dolcezza e la pazienza di Naisha nell’attenderla, che quasi rimane sempre in una posizione “subalterna”, per origine, non perché la sua Lalita la metta in condizione di esserci. Gwendolyn incarna la ribellione femminile a dettami che ormai iniziano a diventare stretti, soprattutto per lei che non è stata influenzata fin dalla nascita da rigide educazioni inglesi: la descrizione iniziale di lei sul ponte della barca, del cielo e del mare, del senso di libertà che questo le trasmette l’ho trovata sensazionale. Bravissima davvero!
La storia tra loro due è tenera e dolcissima, è un sentimento che si è trasformato dall’amore dell’amicizia, ha trovato altre strade e l’ansia di Naisha, il suo desiderio di non vedersela portata via da un Colonnello dagli occhi di lapislazzuli, è stato doloroso e umano. Come umano (e inumano insieme) è stato il padre: chiede alla figlia cose che lui stesso in primis non gli ha dato, trascinando la madre prima e lei insieme in un’altra parte del mondo, chiedendole di essere diversa da tutto quello che ha visto crescendo, le ha chiesto di mettere al primo posto una patria che non ha mai conosciuto e una Regina che non sente propria e poi ha raccolto ciò che ha seminato.
L’uccisione di Naisha, la rabbia e l’onore che vincono sull’amore e sulla vita..: quante storie sentiamo ancora che hanno questa stessa terribile trama. Mi sarebbe piaciuto vedere la reazione del padre alla morte della figlia, il dolore per aver scatenato questa catena di morte e sofferenze senza alcuno scopo, perché non può essere accettato (e fa malissimo pensare quanto non lo sia ancora) un amore così. Ho amato tantissimo il tuo sottolineare come quelle due società tanto diverse avessero in comune almeno un nemico: la scoperta dell’amore tra due donne, che avrebbe portato ad emarginare una e l’altra. E qui fino alla morte.
Insomma, questa recensione ha poco senso però davvero ti rinnovo i miei più veri complimenti perché ho amato questa storia, ho amato la tua scrittura. Spero tornerai a scrivere di loro, nel caso fai un fischio qua!
Ti abbraccio

Recensore Veterano
09/06/23, ore 15:29

Ciao! Inizio subito con farti i miei complimenti per questa storia: già è difficile scrivere originali perché devi costruire i personaggi, il background, dargli  un passato etc, etc; poi ci mettiamo che hai scritto un originale storica, in più ambientata nell'India coloniale...e tanto per gradire anche in un contest con un limite di parole... che dire... BRAVISSIMA!
Te lo dico con cognizione di causa, perché è da un paio di anni che sono fissata con l'ambientazione in India ( specialmente dal tardo Ottocento all'Indipendenza) e ho trovato la tua storia estremamente ben collocata. E trovo molto plausibile anche la reazione del Conte di Sutherland, inorridito dal doppio ( triplo in realtà per me ) oltraggio: non solo era inconcepibile che una donna potesse provare attrazione verso  un'altra donna, ma per di più questa era una serva indiana, considerata per i colonizzatori poco più di una bestia. E, infatti, l'uomo reagisce come se non avesse di fronte un essere umano... così come credo che sia plausibile che non abbia cercato di fermare la figlia. Meglio una figlia da piangere che una di cui vergognarsi.
Bellissimo anche l'uso del diminutivo Lalita e il ti amo in hindi, trovo che davvero abbiano aggiunto tante sfumature a questa storia.
Sei riuscita a mettere tanti temi: l'omofobia, il pregiudizio di classe, l'arianesimo dei colonizzatori, l'idea dell'Impero Britannico come deus ex machina della civilizzazione di popoli ritenuti incivili ( che poi avessero migliaia di anni di storia e cultura dietro era del tutto irrilevante), ma anche le gabbie della stessa mentalità indiana. Ci sono tocchi davvero molto belli nelle descrizioni e  nelle introspezioni. Ovviamente mi sarebbero piaciuti più lunghi, ma capisco che avevi comunque un limite da rispettare di lunghezza, il che ha forzatamente portato a dover condensare il passato in poche righe.
Gwendolyn in fondo potrebbe sembrare troppo "moderna"...ma ricordiamoci che ci sono state fior fiore di personaggi dell'Ottocento Inglese che si sono dimostrate ben più refrattaria alla volontà paterna.
Per me questa storia è riuscitissima, dovrebbe davvero avere molta più visibilità.
Ancora complimenti,
Un abbraccio,
Flo
ps Non so se l'hai letta ma se avessi voglia di un libro un po' leggero con ambientazione indiana ( in questo caso però sul lato paarsi) e situazioni un po' alla detective ti consiglio vivamente la serie di Sujata Massey con le inchieste di Parveen Mistry).
 

Recensore Junior
24/07/22, ore 13:10

Avevo messo questa storia tra le seguite tempo fa e finalmente mi sono decisa a leggerla.
Mi è piaciuta davvero molto, il contesto storico dell’Inghilterra vittoriana mi piace moltissimo, lo leggo sempre ben volentieri.
Mi piace che sia stata ambientata in India che nonostante sia stata brutalmente conquistata io me la immagino sempre con colori vivaci e profumi di spezie. Forse avrei preferito leggere di più sull’ambientazione stessa, ma ho notato che hai partecipato a un contest, quindi non so se avevi un numero tot di parole da usare, ma quello delle descrizioni di paesaggi e ambientazioni è un mio kink personale, perciò non prenderla come una critica :)
Vabbè, in sintesi hai scritto davvero un bel racconto, le protagoniste così diverse non solo fisicamente ma anche culturalmente. Ho apprezzato Gwendolyn in modo particolare per essere così avanti per i suoi tempi.
Un abbraccio!

Recensore Master
09/08/21, ore 17:38

VALUTAZIONE DI MYSTERY_KOOPA – All’ombra del grande cedro, di Rosa66.MariaRita/ROSA66
PUNTEGGIO: 43/50
Grammatica e Stile: 8,75/10 (media tra 9,7/10 di g. e 7,75/10 di s.)
La grammatica è praticamente perfetta.
“Yorkshire, debilitata” – doppia spaziatura -0,10
“Le sua mani” – “Le sue mani” -0,10
“la giovane esistenza” – doppia spaziatura -0,10
Ho trovato il tuo stile molto adatto a questa storia: delicato, adatto a una narrazione femminile con gusto classico e che ha il suo spunto più evidente nella brillantezza dei dialoghi, come da consuetudine ottocentesca. Soffermandosi proprio sui dialoghi, devo dire che mi hanno convinto: non hanno un registro sintattico e lessicale eccessivamente elevato, specialmente quando le uniche persone coinvolte in essi sono le due protagoniste, un po’ come tu stessa hai detto, per la loro vicinanza che non richiede alcuna formalità, un po’ per l’istruzione di Naisha, sicuramente inferiore a quella di Gwen. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stata l’introduzione, in cui hai inserito molto bene alcune descrizioni tipiche del genere d’avventura: sebbene alcune frasi mi siano parse leggermente slegate, l’effetto d’insieme è riuscito a calare perfettamente il lettore nell’atmosfera della storia. Proseguendo, invece, il tutto si fa perfettamente coeso, specialmente nei flashback (ho apprezzato moltissimo la scelta di sottolineare unicamente il momento del primo bacio in corsivo).
C’è solo una cosa che non mi ha convinto, e che è strettamente collegata a un problema che segnalerò anche nel parametro relativo alla trama, ovvero la tendenza a riassumere fin troppo in troppo poco spazio. Per quanto riguarda lo stile, infatti, la melodiosità delle descrizioni viene immediatamente interrotta da “frasi riassunto”, che spingono bruscamente la storia in un’altra direzione in modo un po’ troppo artificiale, secondo me. Ti porto un paio di esempi:
“Con il passare del tempo, il legame esistente tra di loro, già molto forte, si mutò in qualcosa di più profondo e intimo fino a quando…”
E in generale, quando ripercorri la storia delle due ragazze il tono è sempre tendente al distaccato, lasciando il lettore con l’amaro in bocca. È una tendenza che si ha spesso nel genere storico, soprattutto quando le vite dei protagonisti di intrecciano con la Storia vera e propria, per esempio nel caso della rivolta dei Sepoys, e bisogna veramente starci attenti. E avendo scritto diversi racconti storici, posso dirti che spesso ci sono caduto pure io, serve soltanto molta pratica e attenzione ai dettagli.
In conclusione, la veste stilistica della storia è risultata sicuramente buona, ma con un approfondimento maggiore avrebbe reso giustizia al 100% alla vicenda raccontata.
Trama e Originalità: 7,75/10
Così come accennato nel parametro precedente, anche la trama ha risentito della necessità di riassumere molti anni della storia delle due protagoniste in così poco spazio. Secondo me, la scelta di utilizzare dei flashback piuttosto che raccontare direttamente gli avvenimenti è stata corretta, e non ha influito sulla resa generale della storia: non potendo raccontare tutto hai scelto gli avvenimenti più importanti, raccontandoli con un buon approfondimento. Tuttavia, sono state due caratteristiche a indebolire un po’ questa parte del racconto. La prima è l’emotività delle vicende, che ha fatto molta fatica ad emergere anche a causa dello stile distaccato: ciò avviene per esempio quando parli del trasferimento dei Sutherland in India e della scelta di affidare Gwen a una balia locale, oppure quando inserisci nella prosa considerazioni di carattere generale come “Appartenevano a due società che, pur essendo agli antipodi, emarginavano senza pietà il loro amore proibito” e i periodi immediatamente precedenti e successivi. Il secondo limite della storia l’ho riscontrato in presenza dei collegamenti tra un momento nel tempo e il successivo: alcuni flashback, ad esempio quello del primo bacio sotto il cedro, o anche quando parli del rapporto che le due avevano da bambine, sono riusciti molto bene, ma sono collegati tra loro in modo poco vario, giusto con passaggi formulari che poco aggiungono alla storia (“Così le due bambine furono inseparabili fin dalla nascita.” o “Più passava il tempo, e più si avvicinava…”).
La trama, tuttavia, non presenta buchi o incongruenze, se non un piccolo dubbio che ho avuto sul finale: il padre di Gwen, dopo aver ucciso Naisha, assiste al suicidio della figlia senza avere la minima reazione. Non sarebbe comunque riuscito a fermarla, ma sembra davvero scomparire dalla storia all’improvviso. L’ho segnalato qui perché non credo si tratti di un problema di caratterizzazione, ma di una scelta che hai fatto per concentrarti sulla morte delle due amate ignorando un po’ “the elephant in the room”.
Infine, ho trovato la storia abbastanza originale: non è mai facile con il genere romantico, soprattutto in ambientazioni storiche già ampiamente trattate come la borghesia inglese dell’Ottocento, ma la declinazione al femminile di questa storia d’amore così innocente e vissuta dall’interno senza alcuna pressione mi ha convinto, nonostante l’ovvia presenza di alcuni cliché che comunque non sono risultati stonati.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 8,5/10
Per quanto riguarda la caratterizzazione, secondo me hai fatto piuttosto bene, nonostante i personaggi non siano riusciti ad allontanarsi particolarmente da archetipi già esistenti, prima tra tutti la protagonista. Gwen, infatti, si allinea particolarmente a un elenco di figlie ribelli cresciute da un padre autoritario e conservatore dopo la morte o l’abbandono della madre, anche se devo dire che è una situazione che hai gestito bene, senza incorrere in passaggi eccessivamente melensi. L’unico difetto che ho riscontrato in lei è un modo di agire un po’ troppo moderno per l’epoca, soprattutto perché non supportato da un’introspezione completa. Mi spiego meglio: a me non fa storcere il naso il fatto che Gwen abbia criticato il comportamento coloniale degli inglesi in India, ma il fatto che non hai mostrato come è arrivata a comprendere così profondamente un fenomeno complesso pur avendo sempre vissuto solo nella casa del padre, che non mi pare abbia attivamente contribuito a distruggere la cultura hindi, nonostante il suo evidente razzismo. Allo stesso modo, trovo che tu sia arrivata all’instaurazione della relazione tra le due protagoniste un po’ troppo velocemente: stiamo parlando di un’epoca in cui molti ritenevano che l’omosessualità femminile non esistesse nemmeno, per cui la velocità con cui le due si avvicinano fisicamente e capiscono quanto la cosa sia “grave” mi ha lasciato un attimo perplesso (nonostante sia ovvio che la cosa dovesse rimanere segreta, ci mancherebbe). L’avvicinamento emotivo, d’altro canto, è stato gestito davvero benissimo, te lo devo riconoscere.
La personalità di Naisha, infine, mi è sembrata un po’ limitata alle sue interazioni con Gwen, ma tutto sommato trovo che vada bene così, visto l’obiettivo della storia. I tratti fondamentali del suo carattere, nonché il profondo affetto che diventa amore per la sua amica d’infanzia, hanno comunque una loro evoluzione, che spinge la ragazza ad affrontare il proprio destino pur di provare a salvare Gwen. Mi sono piaciute moltissimo le sue lacrime quando ha saputo che l’amata si sarebbe sposata in Inghilterra, che hanno subito tradito quanto il legame tra le due fosse molto più profondo di quello che potesse sembrare in realtà.
In conclusione, hai fatto un buon lavoro anche da questo punto di vista: sarebbe giusto servita un pochino di introspezione in più in alcuni passaggi, ma hai scelto di concentrarti quasi esclusivamente sulla storia d’amore e penso che tutto sommato vada bene così.
Utilizzo del pacchetto: (6. God Save The Queen) 9,5/10
Genere/i – Storico, Femslash: I due generi scelti sono stati sviluppati alla perfezione. Oltre ad essere ambientata durante l’età vittoriana, infatti, la storia va ad approfondire alcuni degli aspetti caratteristici del periodo scelto, con particolare attenzione alle tematiche coloniali. Inoltre, non sono presenti errori o incongruenze su tecnologie, tessuti o unità di misure diffuse nell’Ottocento. Anche il femslash è stato utilizzato correttamente, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto sentimentale ed emotivo della relazione tra le due ragazzi. Gli accenni di un rapporto fisico ci sono, ma sono vaghi e delicati, adatti alla storia raccontata. Punteggio pieno! 3/3
Oggetto – Union Jack: La Union Jack compare in due occasioni nel corso della storia, scelta che probabilmente hai fatto in quanto non eri sicura che il suo utilizzo fosse effettivamente importante ai fini della storia. In effetti, l’elemento è rimasto marginale, soprattutto perché la protagonista non ha mai terminato di cucire quella che il padre le aveva assegnato. Emerge invece molto bene il valore simbolico dell’elemento, che esprime il contrasto tra due culture così diverse e la predominanza di potere da parte della corona britannica. 1,5/2
Prompt – 1: Durante il regno di Vittoria come Imperatrice delle Indie (1837-1901) uno o ambedue i vostri personaggi vivono in India, o sono tornati in Inghilterra dopo una lunga permanenza nella colonia: Questo parametro mi ha lasciato qualche dubbio, in quanto il fulcro della storia non si svolge in India o in Inghilterra, ma durante il trasferimento in nave tra i due luoghi. Tuttavia ho deciso di assegnarti il punteggio pieno comunque, in quanto tutti i flashback (che occupano una parte non indifferente della lunghezza della storia) sono ambientati nella dimora indiana della famiglia Sutherland: l’ambiente è stato descritto e approfondito con attenzione e il risultato è stato sicuramente positivo. 5/5
Titolo: 5/5
Il titolo che hai scelto mi è piaciuto molto, sia per le atmosfere che evoca, sia per la sua attinenza alla storia in sé. Non appena l’ho letto, la mia immaginazione è corsa subito a giornate soleggiate e notti stellate, in cui le protagoniste della storia si sarebbero rifugiate sotto l’imponente albero: la componente storico/romantica è emersa davvero molto bene, considerando anche che il bacio sotto il cedro è stato il punto di svolta dell’intera trama. Inoltre ho colto un’altra sfumatura di significato, “ombra”, quell’elemento che può andare ad indicare sia la zona sottostante all’albero, sia il segreto che le due protagoniste hanno dovuto mantenere, costrette a vivere la loro relazione senza che nessuno potesse non solo vederle, ma anche solo sospettare quello che sarebbe stato un enorme scandalo. Davvero complimenti, hai scelto un titolo che invita, e anzi, accompagna il lettore alla lettura, e che una volta finita la storia mantiene fede alle aspettative poste inizialmente. Non posso che assegnarti il punteggio pieno.
Gradimento: 3,5/5
Come detto nei parametri precedenti, la storia mi è piaciuta, ma non è riuscita a conquistarmi fino in fondo. Il genere storico è difficile da affrontare, soprattutto quando si inseriscono in esso tematiche come una relazione omosessuale o più in generale l’avversione ai canoni imposti dalla società (anche nel caso del colonialismo, ad esempio), che corrono il rischio di essere affrontate con prospettive troppo moderne o sbrigative. Non trovo che la tua storia abbia risentito così tanto di questo problema, l’ho trovata godibile e interessante e i punteggi assegnati lo dimostrano, ma è innegabile che un po’ di approfondimento un più, che magari è mancato per questioni di tempo, avrebbe soltanto giovato al racconto. L’unico consiglio che posso darti è quello di cimentarti più spesso in questo genere, perché la tua capacità di ricostruire contesti lontani nello spazio e nel tempo è davvero eccellente.

Recensore Master
07/08/21, ore 10:54

contest: Evocami col mio nome, ti svelerò i miei segreti - edizione speciale Setsy&Mystery
Rosa66 con: All’ombra del grande cedro
Grammatica* e Stile: 9.5/10 (grammatica – 0.40)
Bouganvillee: i nomi delle piante hanno la maiuscola solo nei testi di botanica (o comunque scientifici) a meno di un nome più specifico (es: Bouganville spectabilis) (-0.20)
Le sua mani tremavano: Le sue mani. Un ovvio errore di battitura, ma cambia il numero. (-0.20)
Sviste per le quali non sottraggo punteggio:
la giovane esistenza: spazio dopo “la”
Naisha significa “ speciale: spazio dopo le virgolette (errore ripetuto più volte)
Stile: 8.5
Lo stile della fiction rispecchia moltissimo la dolcezza dei personaggi: è decisamente un raccontare al femminile, questo si evince dall’introspezione scritta in punta di dita, e dal coinvolgimento con i sentimenti che ci vengono raccontati. Le frasi sono ben strutturate, e malgrado si riferiscano ad un tempo passato non sono mai contorte o eccessivamente “costruite” per ottenere lo scopo di colpire il lettore a tutti i costi. Anzi, nella tua scelta lessicale all’inizio ho pensato che mancasse qualche termine più desueto e chiaramente ottocentesco, poi però ho fatto una considerazione. (Per questo leggo le storie più volte). Gwendolyn non vorrebbe rivolgersi a Naisha con parole così forbite da essere difficili per lei, e altrettanto la ragazza usa una lingua non sua. È importante riflettere su questi dettagli per l’autore; la voce narrante resta leggermente discostata dal “realismo storico”, è impersonale quindi va benissimo così, anche se personalmente amo molto la fusione – almeno parziale – tra il modo di esprimersi nei dialoghi e quello del narratore esterno. Quello sui cui hai puntato sono le descrizioni e le emozioni, le particolarità e peculiarità dei personaggi, usando per queste un linguaggio più profondo, per poi tornare ad essere scorrevole nei punti in cui c’è l’avanzare degli avvenimenti, senza mai appesantire la storia. Un piccolo appunto: “si infilò il sari”. Il sari non si infila o allaccia, o chiude, ma si drappeggia (o mette, magari) essendo un tessuto unico di cinque o quattro metri che va avvolto intorno ai fianchi.
Trama e originalità: 8.5/10
La trama della fiction è completa – anche perché è andata un pochino fuori dalla richiesta – e abbraccia grazie all’alternanza di presente e flashback un lungo periodo di tempo. Sappiamo che la madre di Gwendolyn è morta dandola alla luce, e già ci possiamo immaginare le conseguenze. Il padre è stato più predominante di come sarebbe comunque successo, e la ragazza si è affidata molto all’amicizia, il miglior sentimento che dia appoggio nella vita; e questo è diventato amore. Ci sono fluidità e continuità nella storia, che non ha falle e mostra un crescendo lieve, fatto di piccoli passi di cui il lettore può osservare i passaggi più essenziali, come il momento in cui c’è l’annuncio del rientro in Inghilterra, con tutto ciò che questo comporta, e la comunicazione fatta a Naisha dell’avvenuto fidanzamento. Il passaggio da queste fasi del racconto fa anche sì che questo non annoi mai, e in una storia romantica è importantissimo ai fini del punteggio “originalità”. È più difficile essere innovativi, con l’argomento del quale si è più scritto nei romanzi di tutti i tempi, quindi sei stata saggia ad offrire al lettore qualche piccola sorpresa. Sicuramente hai dato più spazio all’introspezione che a qualche colpo di scena particolare, ma questo, appunto, non stona. Le protagoniste femminili, l’ambientazione ottocentesca, chiamano moltissimo l’analisi degli stati d’animo come fondamento della fiction, e il viaggio in nave è l’unica ‘avventura’ molto realistica che potessero fare. Non ti sei discostata da quello che si poteva prevedere come finale, è vero, però anche qui mi sono fermata a riflettere. La morte (di almeno una delle due protagoniste) avrebbe dato peso e significato al loro sfortunato amore, e sinceramente anche se c’erano altre possibilità credo che non sarebbero state preferibili, perché hai scelto una trama classica. Ho apprezzato i riferimenti storici che danno quel tocco di cura e attenzione che fa piacere trovare e rende un lavoro accurato; dal casato alle usanze specifiche, al modo comportarsi dei diversi personaggi.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 8/10
Nella tua storia ambedue le protagoniste sono raffigurate con attenzione, e direi molto amore. L’introspezione è buona e mostra un mix credibile di personalità distinte e della quota di educazione formale così differente che ha plasmato in parte la mentalità delle ragazze. Questo non si avverte bene che alla fine: malgrado il loro essere coraggiosamente ribelli ad un sistema che non potrebbe separarle maggiormente, nel momento di essere condannate a morte – in modi diversi – in un certo senso la accettano. Gwendolyn ha più spicco e d’altra parte è lei l’unica che può concepire un desiderio di libertà, per quanto limitato. Ci hai mostrato i suoi sentimenti, la passione che la rendono un’eroina da romanzo ma anche, come dicevo, fin dove può tirare il suo pur lungo guinzaglio. Abbastanza da protestare col padre per non separarsi dall’amichetta d’infanzia, ma non a sufficienza da rifiutare il matrimonio combinato con una sfida aperta. Non è mancanza d’amore per Naisha, è che è stata cresciuta senza dubbio instillandole senso di colpa per la morte della madre e frenando la sua vivacità. È un personaggio che appare un po’ estremo ma secondo me entro il possibile. Naisha risulta molto più passiva come carattere, e questo è certamente tipico di una giovane indiana di un secolo fa. Ha vissuto in un mondo dove una donna non conta nulla, e forse questo ha contribuito, oltre alla sua inclinazione romantica, a farle vivere la relazione con una persona che la rispetta e non prevarica come il sogno più bello della sua vita. Lei è devota a Gwendolyn, non esita ad essere quella che si troverà più in difficoltà trasferendosi in Inghilterra; non che in India non potesse subire soprusi da parte del “saib” ma essendo la figlia della balia non sarebbe potuta svanire nel nulla come niente fosse. Traspare come ognuna delle due sia totalmente concentrata sull’altra, con un sentimento che quasi tutto il tempo sembra F-bromance, tanto è rimasta importante l’amicizia. Questa caratteristica la incontro poche volte nelle fiction ed è stato interessante avere un attimo di dubbio, malgrado dall’avvertimento sapessi cosa aspettarmi. Il padre, Lord Charles, è abbastanza sopra le righe alla fine, quando non solo strangola Naisha, ma pare non avere reazioni al suicidio della figlia, questo particolare mi sembra più giusto dirlo qui che in ‘trama’. È l’unico che mi ha dato un dubbio, ma nel complesso funziona abbastanza.
Utilizzo del pacchetto: 8.70/10 (generi 3 + oggetto 1.7+ pacchetto 4)
Il pacchetto è stato usato bene, anche se con delle discrepanze dalla richiesta. Il punto di forza è senza dubbio la coppia di generi/avvertimenti che hai scelto. Lo storico è eseguito con cognizione di causa, e non ho trovato nessun errore che riguarda, ad esempio, oggetti non esistenti, o particolari del vestiario: quei piccoli strafalcioni che tanto spesso capitano specie se l’epoca è relativamente moderna. L’atteggiamento dei personaggi rispecchia quello degli inglesi colonialisti, e anche il linguaggio mi sembra appropriato. Il fem-slash è il fulcro della narrazione. Le due ragazze sono innamorate ed è normale che solo sul finale ci sia una scena fisica, non solo romantica, perché hanno dovuto rischiare troppo, infatti… Tutto è stato molto delicato ed elegante, decisamente in tono con il classico stile delle storie al femminile. Non c’è mai stato dubbio che non avrebbero tentato di coronare il loro sogno. Il prompt l’hai seguito, e sia i ricordi dell’India che le prospettive della futura vita in Inghilterra sono credibili e le due parti hanno una grande fluidità; sembra proprio che il narratore sia onnisciente e abbia una visione totale della realtà. La parte non precisa è questa: la richiesta era che i personaggi vivessero in India o fossero tornati in Inghilterra, mentre il cuore della storia è il trasferimento tra il primo e il secondo luogo. Non fraintendermi, va bene, è solo che nei contest sono un po’ precisetta con le richieste; ti sei tenuta un po’ sul confine tra le due indicazioni esatte, però il risultato è bello. Per la bandiera sono contenta del risultato, anche se non posso dare proprio il punteggio pieno. L’oggetto ha un significato simbolico fortissimo, perché incarna sia la possibilità che ha fatto incontrare Gwendolyn e Naisha – anche se questa è stata l’oppressione di un popolo – dall’altra è vista dal padre come la quintessenza delle cose degne di rispetto, perché rappresenta la monarchia, la patria, tutto quello in cui crede ciecamente. Peccato, a questo punto, che compaia davvero pochissimo. Non era necessario che fosse presente tutto il tempo, ma avevi un’occasione d’oro alla fine, (per dire, non faccio editing!) che poteva essere farne un sudario, o qualcosa del genere.
Titolo: 4.90/5
Il titolo che hai scelto da una parte è molto adatto alla storia, dall’altra ha una caratteristica un po’ generalista. Mi spiego: hai preso a prestito una colonna sonora che personalmente adoro, che è ricca di significato e la frase è bellissima. Dall’altro hai citato un celebre film sul Giappone per un racconto ambientato in India; per la verità apprezzo, (e c’è anche un seppuku alla fine, che strizza l’occhio al Sol Levante) anche se il connubio è oggettivamente “slegato”. Resta un titolo poetico e delicato, in linea con un racconto al femminile come questo. La natura prende uno spazio appropriato, vista la provenienza delle ragazze dall’India, un territorio ancora misterioso; inoltre il cedro è un co-protagonista, perché la sua ombra e la sua maestosa grandezza offrono riparo al primo bacio delle fanciulle. Amo i titoli che tornano nel testo, si amalgamano meglio degli altri e assumono importanza. Il cedro per altro è simbolo di immortalità e non potevi scegliere un albero più adatto a custodire le anime e il ricordo di quelle giovani vite. Pensando a questo la digressione in Giappone è perdonabile!
Gradimento: 4/5
Questo racconto è triste e romantico insieme, come si conviene alle storie d’amore sfortunato più classiche. L’ambientazione storica è la parte che ho apprezzato di più, visto che ti ha anche costretta a tenere conto di due culture differenti. Le protagoniste sono molto dolci, malgrado lo spirito vagamente progressista che non porta a un buon risultato, ma questo rende la trama più credibile. La scrittura è omogenea, grazie anche ai pochissimi errori e alcune descrizioni son davvero poetiche, come la prima della schiuma del mare, che trasmette quel senso di “falsa” libertà di Gwendolyn, che osserva quello spettacolo della natura, ma confinata sulla nave che la porta verso un destino avverso.
Punteggio: 43.15/50

Recensore Master
28/06/21, ore 18:44

Ciao Rosa e piacere di conoscerti. Diciamo che se c'è "Forbidden Colours" come incipit, io non potevo mancare... senza dire che anch'io avrei dovuto partecipare, ma non sono riuscito a organizzare per tempo qualcosa di decente (anzi, non ho scritto niente proprio). Così, eccomi a passare per le storie in gara e, in particolare, per l'India coloniale ai tempi dell'Inghilterra vittoriana. Che dire, un amore più proibito di questo è difficile trovarlo: non solo si tratta di una passione tra donne, ma "addirittura" una delle due è una ragazza indigena. Dico la verità, forse alcuni passaggi sarebbero risultati più incisivi se "mostrati" piuttosto che raccontati, ma ciò nulla toglie alla capacità di coinvolgimento di una storia che mostra due eroine forti, decise ad affrontare una società rigida e chiusa. Tra le due, mi è piaciuta soprattutto Nash con i suoi trasalimenti, gli sguardi che parlano, la sua delicata apprensione. Lì per lì la reazione violenta del padre mi è parsa un po' troppo sopra le righe: sicuramente sarebbe stato più semplice - e altrettanto efficace - rispedite Nash in India con il primo piroscafo una volta arrivati a Southampton, ma poi ho ripensato al fatto che qui si tratta di un amore tra donne, sicché... doppio oltraggio!
Per concludere, hai fatto un buon lavoro: ho amato in particolare la descrizione dell'arrivo del monsone, che peraltro riflette la tempesta emotiva che coglie le due protagoniste, nonché gli scorci naturali con l'albero del cedro ma anche le bouganville e i frangipani. Ti dirò, non mi dispiacerebbe leggere una versione ampliata, una long con queste due protagoniste e le loro avventure in Inghilterra...

Recensore Master
28/06/21, ore 05:01

Buongiorno,
questi padri che hanno lo slancio affettivo solo nel momento in cui non dovrebbero...
Il racconto è finito in tragedia, come se il divario tra realtà alla fine abbia costretto le due amanti alla loro fine.
E' stato triste leggere un finale così, ma soprattutto sapere che anche al giorno d'oggi, purtroppo, molti genitori sono ancora ''teste calde'' a riguardo, diciamo così.