Non leggo molte KageHina. È un problema tutto mio, li adoro ma che ne so che mi dice il cervello, fatto sta che non seguo tanto le loro storie.
Sono sincera, mi ha attratto il basilico nel titolo. Sarà perché mi ha fatto pensare all’estate, a mozzarella e pomodoro, al fatto che sto a dieta perenne e mi mangerei qualunque cosa rimanga abbastanza ferma da farsi mordere, cose che effettivamente non ci azzeccano nulla con la kagehina ma ho cliccato e ho letto.
E beh, questa storia mi è piaciuta tantissimo!
Ho letto la prima riga e già stavo ridendo! So perfettamente di cosa parla Kageyama del richiamo di suicidio intrinseco che ogni romano avverte prima di attraversare la strada, lo faccio anche io (sì, sono di Roma. Sì, vedo la morte in faccia ogni volta che cerco di raggiungere il marciapiede opposto. Sì, praticamente colleziono insulti come si fa con le figurine, ma vanno restituiti con pari allegria!)
Kageyama che ha un Hinata sulla spalla che sente solo lui, lo insulta e gli fa fare le peggiori figuracce è qualcosa di geniale. E il bello è che posso vederla chiaramente una cosa del genere con loro!
È stato un po’ triste capire che avrebbe voluto dimenticare Hinata. Sarebbe stato più semplice, in realtà, lo capisco, ma il suo inconscio che gli rema contro e che non è proprio d’accordo facendoglielo capire in tutti i modi è stato fondamentale. Meno male!
Il pensiero fisso che gli rimane dopo un’unica chiamata di Hinata mi ha dato una tenerezza assoluta, il suo rapporto con lui, quel “Se fosse stata una gara, avrei vinto io” che alla fine è tutto quello che gli serviva per prendere il telefono e chiamare, una sottospecie di magra consolazione per cosa poi? Per vincere sulla coscienza? Pfft! A cosa è servito? È ritornato tutto come prima, anzi!
E, davvero, Hinata è un raggio di sole. Sono consapevole sia una cosa detta, ridetta, strausata, ma è vero. Ha rischiarato tutta la sua intera vita e bastano due parole per farlo di nuovo.
Sono belli come non avrei mai saputo immaginarli, sono loro in ogni singolo gesto e ogni minima parola, ogni insulto detto a mo’ di carineria e li ho adorati, dalla prima all’ultima riga.
La presa di coscienza, il chiarimento, gli avvertimenti e le dichiarazioni, sono tutte cose che ho vissuto con loro andando avanti con la lettura, che mi hanno fatto sorridere e intenerire in un modo che non saprei descrivere, ma sei riuscita a coinvolgermi in maniera completa e bellissima!
La pianta di basilico, simbolo italiano per eccellenza, pianta stronza (sorry per il francesismo ma se lo merita) come non mai, che ti rende la vita difficile in tutti i modi (troppa acqua, poca acqua, troppo sole, poco sole, non la guardi per mezzo secondo, finisce sempre che si secca. Sì, è una battaglia personale XD) e utilizzarla come sinonimo per Kageyama è stato geniale. Non perché sia infame, penso sia il personaggio più candido del manga insieme a Koganegawa quindi non per quello, ma per il suo stato d’animo.
Secco all’inizio, con radici mentali che si collegano ad Hinata, la frase dopo aver parlato con Hinata “forse lui è come basilico al sole”, fino alla consapevolezza finale, quella pianta da ricomprare, un nuovo inizio per un nuovo cammino.
Ho amato questa storia. L’ho ripetuto venti volte, ma è così.
Tantissimi complimenti! (Recensione modificata il 06/07/2021 - 03:57 pm) (Recensione modificata il 06/07/2021 - 03:59 pm) |