Ciao!
Ormai non mi sopporterai più, ma insomma, questi Oscar mi stanno davvero dando l’occasione di recuperare un sacco di tue storie, e lo facci più che volentieri.
Trovo che tu abbia davvero una visione molto personale e interessante del mondo magico: i personaggi di cui scegli di scrivere sono sempre piuttosto controversi, o per lo meno molto poco chiacchierati, e in un fandom come questo (che amo moltissimo, sia chiaro), in cui si ha sempre un po’ l’impressione di aver già letto tutto quello che si potrebbe leggere, è sempre una bellissima sorpresa trovarsi davanti personaggi e legami completamente inaspettati.
In questo caso, devo ammettere di essere rimasta molto sorpresa dalla scelta del tuo protagonista, perché in effetti, a parte le storie di LadyPalma dove lui ha a che fare con la sua Doll, non credo di aver mai letto molto su di lui. Giusto forse qualcosa in cui lui è messo in realzione (non romantica XD) con Tonks, ma sempre in un ruolo un po’ secondario. E di certo non mi ero mai interrogata sulla sua famiglia, nonostante, insomma, è ovvio che qualche mezzo parente, o almeno un vicino di casa quando era bambino, una zia, qualcuno deve pur esserci stato, perché insomma, non si nasce già pensionati, senza naso e gamba e con l’acredine di un uomo che ne ha viste davvero troppe.
E, ecco, ho trovato interessantissima la storia che tu hai deciso di dargli. Una storia complessa e dolorosa, fatta di perdita, e ad ogni perdita il tuo Alastor sembra perdere anche un pezzettino di se stesso (se non fisicamente, come accadrà in seguito, almeno psicologicamente).
All’inizio mi sono trovata un po’ confusa e spiazzata dalle relazioni che hai messo in campo, e ho avuto paura che ti riferissi a headcanon magari esplorati in passato e che io, non conoscendoli, non riuscivo a cogliere, perché soprattutto non mi tornava il modo in cui questo Benji aveva una storia in tutto e per tutto aderente a quella dell’unico Benji che conosciamo, ma senza che il cognome tornasse. Trovo però che la tua spiegazione sia non solo perfettamente credibile, ma anche molto sensata e saggia, proprio adatta ad un uomo che ha fatto della vigilanza costante un motto e un estremo tentativo di aggrapparsi alla vita.
È terribile ricostruire, attraverso tutti questi salti temporali, l’entità delle perdite di Alastor: perché un fratello potevamo anche perdonarlo, e comprenderlo, visto l’atteggiamento cinico e distaccato di Alastor. Ma quando poi è rimasto questo bambino, e il suo destino ha cominciato ad allungarsi anche su di lui reclamando una fine inevitabile, mi si è davvero spezzato il cuore.
Trovo che questa storia sia un’ottima genesi del personaggio, dove tutte le sue asperità e i suoi dolori nascosti sono sviscerati con precisione e una forte decisione.
Insomma, ti faccio davvero i miei complimenti, e in bocca al lupo per l’Oscar! |
