Ciao! Ho trovato la tua storia per caso ma mi è piaciuta davvero tanto. Scrivi anche molto bene. Concordo con quello che hai detto: Tsukishima non potrà mai dimenticare Yamaguchi. Complimenti Alla prossima Nikita

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Capisco perfettamente Kei, dopo quanto è successo e considerando quanto erano legati lui e Tadashi, è abbastanza ovvio e credibile che non riesca ancora a superare la perdita; anche il modo devastante in cui tale perdita si è appalesata non aiuta minimamente a elaborare il lutto, se poi si aggiunge il fatto che Tsukki si senta in colpa per non aver fatto nulla per evitarlo, il peso è ancor più grande. E serve a ben poco il fatto che in realtà lui avrebbe potuto fare ben poco, ai suoi occhi è irrilevante (un tratto tipico suo è quello di autocommiserarsi, cosa che peraltro mandava in bestia proprio Tadashi).
E così Tadashi diventa a tutti gli effetti la sua coscienza, tanto presente da far pensare che in effetti non sia solo una sua proiezione, come quando pone certe domande o fa certe affermazioni.
Mi è piaciuto molto quel modo ambivalente di Kei nei confronti dell’amico, diviso tra l’allontanarlo, sentendosi nuovamente in colpa, e il tenerlo vicino, sentendosi sollevato per non averlo perso una seconda volta.
C’è comunque un punto in cui ho dovuto fermarmi dal leggere, e cioè quello “scusami, Tsukki” pronunciato da Tadashi; quel punto è stato commovente e doloroso al tempo stesso perché rende chiaramente la lacerazione che tuttora prova Kei per una perdita che non potrà mai essere sanata.

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