Recensioni per
Silenziosamente...Lacrime
di bea210202b

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
31/07/21, ore 01:30

Ciao Bea, mi hanno colpito questi versi...è tutto molto vero; a volte non si può far altro che piangere senza lacrime e tenere chiuso dentro un dolore che invece si vorrebbe urlare al mondo. Perchè a volte c'è qualcuno che ha bisogno di vederti forte, contro tutto e tutti. E tu, piccola, sei troppo giovane per lasciarti sopraffare...tornerà a splendere il sole e illuminarà il tuo futuro, ne sono sicura.

Recensore Master
27/07/21, ore 08:09

Hai pubblicato una poesia interessante, dai versi come sempre ponderati e meditati, pur nella loro scioltezza.

Interessante la ripetizione insistente del refrain, che la quarta volta si ingigantisce di "dolore immenso".
Interessante la genesi dei versi. Non usi un comune copia e incolla per il ritornello, lo vedo da quel "Silenziosmente" presente nella terza ripetizione.
Interessante la violenza distruttiva delle lacrime nella prima strofa, quasi una catastrofe naturale incontrollabile.
Interessante il tentativo di alienare il fenomeno, nella seconda strofa, tacciandolo di egoismo e prepotenza.
Interessante lo sforzo di difendersi, nella terza strofa, assolutamente inadeguato all'intensa entità della sofferenza. Un'ulteriore dichiarazione di impotenza.
Brava!

Recensore Junior
26/07/21, ore 20:04

Gentilissima Bea,

io non leggo questa sezione. O meglio, la leggo talvolta, sulle orme delicatissime di Colei che rinasce dalle sue ceneri, Non leggo poesie perché non so scriverne e sono anche una frana a leggerle, è chiaro. Son tipo da prosa. Avevo però del tempo da ammazzare e ho letto, e ad un certo punto ho trovato questo tuo testo. Spero non ti dispiaccia se dico due parole.

Strutturalmente, lo trovo assai maturo. L'uso di un solo avverbio a fare verso e la ripetizione della terzina danno il ritmo che differenzia la poesia dalla prosa, e il cambio di parole finale, dove non solo il significato diventa più cupo ma anche il significante (alle vocali chiare si sostituiscono vocali scure), rende il testo più incisivo.

Io credo che quando si è felici non si scrive ma si vive. E tuttavia mi auguro e spero che questa poesia sia stata scritta 'a freddo', nel ricordo delle emozioni quando esse erano ormai trascorse, ed era tempo di pensarci sopra.

Immenso è il mio rispetto per la sofferenza, per ogni sofferenza, ma mi piace pensare che possa trascorrere, come trascorre tutto.
E soprattutto non mi piace pensare a te in sofferenza.

Perché io con te, Bea, anche se non ti conosco, sono in debito. E se vogliamo è un debito di sofferenza.

E quindi voglio dedicarti una poesia di qualcuno che le sa scrivere, mica io, per carità di patria, e che è uno dei pochi che quando scriveva era felice.
E siccome mi sono fatto l'idea che tu sia giovane e bella, mi permetto pure un'osservazione da fratello maggiore o da vecchio zio, scegli tu: non si è mai infelici quanto si crede di esserlo e non c'è nulla di male a dire che siamo felici quando lo siamo.

Dovresti esserlo, madamigella.

Ed ecco - voila - la poesia:

Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
su l’alta scala che s’annera
contro il fusto che s’inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!
Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocano con l’aura che si perde,
e su ’l grano che non è biondo ancora
e non è verde,
e su ’l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.
Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!
Io ti dirò verso quali reami
d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l’ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s’incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l’anima le possa amare
d’amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

Buona vita, e omaggi devotissimi,

Sacrogral

Recensore Junior
25/07/21, ore 07:41

Che dire...Mi ci sono rivista, in questa poesia.
Come tutti gli esseri umani (tutti - nessuno escluso; anche se c'è qualcuno che prova vergogna ad ammettere di soffrire) ho avuto dei momenti nei quali il dolore stava prendendo il sopravvento, e alla fine sgorgava dai miei occhi, come un fiume in piena. Ma nel silenzio della mia camera riuscivo a contenere le lacrime, con discrezione, anche se di fatto il dolore era come un uccello in gabbia che desiderava la sua libertà. E' come se questa poesia parlasse a tutti quelli che, nella loro esistenza, hanno vissuto giorni bui, di sofferenza nell'oscurità. Ma poi ne sono usciti vittoriosi. Con le lacrime ormai asciutte e il sorriso brillante alla luce del sole. Mi è piaciuta moltissimo. Grazie di fare poesie.

Recensore Master
24/07/21, ore 17:24

Ciao Bea. Lacrime che rappresentano la sofferenza, in questo testo dove tutto è scritto in modo delicato. Ho potuto percepire, attraverso le tue parole, questo dolore. Lacrime che penetrano nell'anima.

L'espressione:

"Silenziosamente,
racchiudi dentro
lacrime struggenti"

è ripetuta più volte fino al finale, dove al posto delle "lacrime struggenti" troviamo un "dolore immenso."

Un caro saluto.
(Recensione modificata il 24/07/2021 - 05:26 pm)

Recensore Master
24/07/21, ore 05:09

Buongiorno,
è uno di quei dolori che purtroppo vivono assieme a noi, e che teniamo dentro... servirebbe qualcuno che possa sempre ascoltarci e amarci...
Ma la vita è fatta così.
Complimenti come sempre per la poesia genuina e scritta con il cuore.

Recensore Master
23/07/21, ore 18:52

Cara Bea,
una poesia struggente e molto delicata nonostante il tema affrontato sia il dolore.
Dolore declinato in lacrime che silenziose scendono, che non si possono fermare, che diventano parte di noi quando affrontiamo un tumulto interiore che ci scuote dalle fondamenta.
Molto d'impatto questa espressione:

"Folgorano il tuo petto,
inondano la tua carne,
sprofondano tue nelle ossa."

dove le lacrime che sono solo "tue" sprofondano nelle ossa.
Diverso sarebbe stato se le lacrime fossero sprofondate nelle tue ossa. Il senso sarebbe cambiato. Invece così significano in pieno dolore puro e del tutto personale.
Lacrime silenziose ma egoiste che prendono il sopravvento e non puoi fermarle, ma è forse meglio lasciarle scendere, sperando che lavino via una parte del dolore provato.
Come sempre riesci a coinvolgere il lettore in questi passaggi molto intimi e personali.
Complimenti e un affettuoso abbraccio. Elena

Recensore Veterano
23/07/21, ore 16:16

Molto potente, toccante, sincera, nel suo essere estremamente delicata. Mi ha colpito, soprattutto per l'assenza del punto nel finale, che suggerisce più di mille parole su quel "dolore immenso".
È un testo che si fa ricordare, complimenti.