Cara Dorabella, solo oggi sono riuscita a ritagliarmi un attimo di tempo tutto per me per recensire questo tuo bellissimo scritto, che ho letto alcune notti fa, ma che per manzanza fisica di tempo non ero stata in grado di commentare.
Una one shot che esplora le sensazioni di una Oscar preda dell’angoscia che sempre le danno le lunghe liste dei caduti che pervengono da oltre oceano. Ce l’hai mostrata in maniera molto intima, ma delicata, nella quale Oscar è logorata per la lontananza di Fersen, partito per le guerre americane, ma che in cuor suo spera vivo, anche se lontano dal suo cuore. Forse prefersice sia solamente lontano anche dal suo sguardo, che non può ricambiare il sentimento che lei sente per lui. Si sottopone a leggere quei resoconti trimestrali, quasi fossero una penitenza che attende sempre con il cuore in gola, auspicando di non trovare il nome tanto amato e che le provocano dolore comunque. Uno stillicidio di nomi fra i quali il conte non compare mai fortunatmente e il suo cuore può tornare a battere normalmente, seguitando a fare la vita di sempre, in attesa del prossimo bollettino con il quale avrebbe ripetuto il medesimo rituale fino all’infinito, pur di saperlo sano e salvo anche se irrimediabilmente lontano.
Nel frattempo la regina, con la nascita del delfino, era mutata, sembrava aver accantonato il peccaminoso legame stretto con il conte. Ora Oscar sperava che avrebbe potuto diventare a pieno titolo veramente la regina che tutti i francesi si aspettavano e che per tanto tempo avevano atteso. Ma ecco che nella sequela dei giorni tutti uguali, con le solite incombenze di lavoro svolte da Oscar, sempre impeccabilmente, una notizia, o meglio una richiesta irrompe e la trascina in un turbine di sensazioni. Quel duello che vede coinvolto il Visconte di Valmont, il quale proprio con lei vuole parlare, la incuriosisce e un tantino la destabilizza. Accorre sul luogo del duello giusto in tempo per accogliere l’ultima preghiera del visconte e le sue ultime parole che sarebbero dovute giungere al cuore della sua amata, Madame de Tourvel, la quale è molto malata e sta morendo e che aveva a suo tempo allontanato, non sa bene neppure lui per quale ragione, ma che ora, ad un passo dalla morte, sente di doverle ricordare quanto sia stata importante per lui e quanto l’abbia amata e che senza averla avuta vicino la vita per lui aveva perso di significato. Una strana missiva da consegnare niente meno che nelle mani del comandante delle Guarde reali, il quale a quella richiesta accorata non aveva potuto fare altro che dare corso. Insieme a lei, sempre al suo fianco André, colui che ne osserva discretamente i gesti, l’atteggiamento a cui si predispone, mentre la neve bianca cade e lei ha i guanti sporchi del sangue del visconte. L’incontro al convento mostra Oscar che, con una delicatezza tutta particolare nel riferire le ultime parole del visconte, regala una carezza a quella donna che potrà così accomiatarsi dalla vita forse un po’ più serena. Uscendo dal convento sentono risuonare le campane a morto e ammutoliscono per tutto il resto del tragitto. La riflessione di Oscar che pensa che, in capo a pochi giorni, sarebbe stato il suo compleanno e che avrebbero potuto trascorrerlo insieme in quel di Arras, pone il racconto in fase di attesa, come se dovesse esserci un seguito, grazie anche al pensiero che ha esplicitato André, la cui speranza è che quel Natale avrebbe potuto essere, forse, veramente diverso e perché no, memorabile, essendo frutto di un desiderio espresso dalla sua Oscar toccata dalla vicenda appena condivisa.
Un missing moment che potrebbe benissimo collocarsi nelle pieghe della vicenda originale, un cross over con un’altra storia molto ben riuscito, grazie soprattutto alla bravura della tua penna nel creare una ambientazione consona a far muovere in concerto tutti i protagonisti, con quella neve bianca che continua a scendere che si contrappone con il rosso del sangue del duellante.
Davvero un ottimo lavoro. Complimenti sinceri.
Spero che vorrai dare un seguito a questa one shot, cla quale potrebbe aprire nuovi scenari per i nostri amati personaggi, e poi anche perché la storia canonica offre molteplici spunti, essendo piena di buchi narrativi, che ogni autore può cogliere e sviluppare secondo il suo personalissimo sentire.
Un caro saluto e a presto! |