Milady, arrivo da te con grande ritardo. Perchè ci sono periodi in cui si desidera bandire qualunque contatto di anime. Forse incastrati negli ingranaggi della vita. Forse affogati in contatti fasulli. Forse annientati da sofferenze fisiche e morali.
E come sempre rimango colpito dalla pulizia della tua pagina, dalla lucida patinatura che la caratterizza. Attratto dal fascino delle trasparenze della tua anima. Creatrice di scorrevoli letture, perchè capace di sapienti scritture.
Questa volta riesci a immergerti completamente nella mente di lui.
Ti descrivi attraverso gli occhi suoi, con estrema naturalezza. Ammantandoti di elegante sensualità.
E descrivi magistralmente le ore passate insieme.
TI inventi o rivivi una storia tremendamente struggente.
Una porta che si chiude. Non sbatte, non cigola, si chiude.
Lei se ne va, trascinandosi lontano il suo dolore.
Lui, però, con quel suo carattere letteralmente inconcludente, rimane lì, incapace di allontanarsi, in attesa di un niente: spifferi, sospiri.
Sapiente il gioco dei pronomi. Lei è lei, ma lui è tu, quasi un foglio ripiegato che lei fa passare da sotto la porta chiusa. Uno spiffero anche quello, imprevisto, senza seguito.
Complimenti come sempre. Per la prosa come sempre ricercata ("non riesci a elargirti risposta" :) ). Per l'introspezione, perfetta.
P.S.
"lei che prodigava per te" non dovrebbe essere un "si prodigava"?
"ti ho voluto un bene nell'anima" non dovrebbe essere un "bene dell'anima" (come titola Jovanotti)? |
