Sei attenta! Pensavo che la mia recensione tardiva ti sfuggisse.
Incoraggiato dal tuo apprezzamento ai miei commenti e dalla tua rapida risposta, mi permetto di dedicare dell'altro tempo su altre tue opere.
Non ti nascondo che a una prima veloce lettura ero rimasto indifferente, a questa.
Eppure il concetto è estremamente interessante: un qualcosa che rimane dentro di noi e permea tutte le percezioni future.
Non leggere oltre se i miei personalissimi appunti puntuali ti danno fastidio. Lo faccio per mio esercizio personale, perchè amo leggere, scrivere e confrontarmi.
"Di quella primavera". Le stagioni passano rapide; forse ci vorrebbe un cenno all'amore come suggerisci nell'intro. "Di quell'amore primaverile" (estendendo il significato di primaverile, magari, anche alla primavera della vita) sarebbe stato più suggestivo?
"Che mi circondano": lievemente prolisso nel contesto ridotto all'osso. "Intorno"?
"Come fosse": carina la ripetizione, martellante, ma forse lievemente prolissa pure questa. Provare a toglierli da entrambi i versi?
"La sostanza delle cose": trovo il termine lievemente banale, per noi esseri umani diseducati dalla "cultura" del ventunesimo secolo a leggere tutto in termini scientifici, atomi ed elementi chimici. "Quintessenza delle cose"?
Perdonami se sono stato pignolo, pedante, analitico.
Dimmelo e ti prometto che non lo farò più.
Sei libera comunque, sempre e ovunque, di non condividere neanche una virgola di quello che scrivo.
Le tue opere mi spingono spesso al confronto. Sarà per l'affinità dei gusti e dei sentimenti. Sarà perchè quando il brano è breve si dà più peso a ogni singola parola.
Un abbraccio. |
