Recensioni per
L’Oeuvre au noir
di Callie_Stephanides

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
30/09/23, ore 01:31

Devo ammettere di non sapere nemmeno da dove iniziare per scrivere una recensione di senso compiuto: mi sembra quasi di dover recensire il manga in sé, perché, oltre la trama orchestrata magistralmente e abbastanza complessa da dover farmi tornare indietro per non perdere i pezzi, in tutto e per tutto sembra qualcosa uscito dalle mani di Asagiri. Come preambolo posso comunque dirti che ho iniziato a leggere la fic alle dieci del mattino e l'ho finita alle otto, senza interruzioni. L'ho praticamente letta tutta la giornata e quasi quasi mi verrebbe voglia di rileggere alcune parti solo per afferrarle meglio. Lo stile è un incanto: le descrizione riescono a sposare lirica e squallore, qualsiasi ambiente viene dipinto come un quadro, i dialoghi sono realistici, i battibecchi secchi e senza appello di Chuuya (Dio, il tuo Chuuya è stato un pugno nello stomaco) con i suoi fantasmi e con Dazai, i discorsi impossibili da decifrare di Mori, Madame de Steal, Verlaine, addirittura le risposte piccate di Elise. Mi sono ritrovata catapultata in un Bungo Stray Dogs forse anche più estremo e tagliente di quello che si poteva immaginare l'autore stesso. Probabilmente ciò che mi ha più colpito è stata la dedizione nel costruire i personaggi non canon: il doppio nero originale, per esempio, è una genialata. La loro caratterizzazione, ciò che le spinge a combattere (per entrambe, comunque, l'ossessivo amore misto a vendetta, che in ogni caso è il carburante di quasi ogni personaggio presente), gli scambi di battute, il loro passato da nemiche a partner, l'intelligenza emotiva - almeno loro - di riconoscere di non odiarsi davvero. Per non parlare del personaggio della Madame: la diplomazia, la scena dell'invito per il tè con Agatha Christie e Goethe, il suo ascendente su Hugo. Personaggi ricchi di particolari e interessanti da lasciarmi stregata a ogni parola, gesto, macchinazione. E la dedizione e l'impegno che hai messo per ogni abilità di ognuno: giuro di aver letto tutte le note sempre più stupita di quanta attenzione avessi posto ad ogni particolare. Tutta l'organizzazione si è piano piano dipanata all'interno della storia e nemmeno completamente. Questa storia ha del magico!!!
Se personaggi mai visti prima mi hanno fatto rimanere col fiato sospeso, potrai immaginare cosa mi ha fatto sentire invece personaggi visti e conosciuti da tempo. Scritti da te sembrano prendere una vita totalmente diversa. Sono ICissimi, li hai fatti a pezzi e analizzati e rimessi insieme, a nudo, in tutte le loro sfaccettature. In questa storia nessuno è mosso da un solo obiettivo: i desideri, i rimpianti, i ricordi, i legami si intrecciano gli uni con gli altri come una ragnatela e tutti rimangono bloccati come mosche. E cadrebbero pure come mosche se non fossero dei completi scoppiati. (Detto col cuore, ovviamente.)
Il tuo Chuuya, come ho detto già prima, ha fatto male. Peggio del Chuuya di Stormbringer, perché il tuo Chuuya lo ricorda e lo rimpiange e prova a dimenticare il sé sedicenne e allo stesso tempo vuole ancora vivere nella sua pelle. Il tuo Chuuya pensa agli anni peggiori della sua vita e /li rimpiange/, perché quel dolore era stabilità (quel dolore era anche Dazai.) Inutile dire che l'ultimo capitolo è stato come le montagne russe: mi ha fatto salire un groppo alla gola e mi ha sollevato l'idea di un possibile lieto fine. Chuuya è fedele, piange, ama, visita la tomba di Rimbaud, guida la moto di Albatross, sa di essere usato da Mori e da Dazai; Chuuya è tra i personaggi più umani che abbia BSD. E tu gli hai dato una vitalità incredibile. Già mi piaceva da impazzire e non mi bastavano mai le briciole che ci buttava Asagiri, ma tu me l'hai fatto amare follemente. Non c'è niente di più umano di qualcuno che vuole come un disperato /appartenere/ a una persona, a un luogo. Il caro vecchio tiro alla corda del cane e del padrone: Chuuya non dice mai a Dazai di non chiamarlo cane. Nei primi capitoli pensa schifato all'idea di loro due come amanti - e nella storia non lo sono mai nel senso fisico e reale del termine, ma l'intimità di quello che hanno condiviso va oltre ogni possibile descrizione. (Il Doppio Nero dovrebbe dire abbastanza.) Sono morta per tutta la parentesi di Cosette con Albatross - e mi ha straziato quando Chuuya ha descritto la morte delle bandiere come il giorno più triste della sua vita. Non il tradimento di Shirase, non l'abbandono di Dazai, nemmeno il giorno in cui ha realizzato di poter non essere realmente umano. Nella light novel le bandiere mi hanno lasciato l'amaro in bocca: spariti subito e ricordati solo sul finale. Invece qui sono i protagonisti indiscussi dei suoi sensi di colpa. Non fa un passo che pensa ad Albatross o a Doc, non può evitare che la mente vaghi e arrivi a loro. Perché la cosa più umana che abbia mai fatto Chuuya è continuare ad amare e a farsi male. Dopo le Pecore si sarebbe potuto fermare; invece ha amato le bandiere, Kyoko, Rimbaud e perfino Verlaine. Il tuo Chuuya ama anche Tsujimura - il che ha perfettamente senso. Lui non può non amare. Altrimenti avrebbe già mandato tutti al diavolo perché qualcuno di potente come lui non avrebbe alcun giovamento ad essere un sottoposto di Mori. (Non so come spiegare quanto abbia ADORATO l'analisi spietata e attenta del rapporto tra i due: Mori è Dio finché Chuuya vive. Le due persone più potenti sia fuori che dentro la Port Mafia dipendono da lui. La faccenda si fa ancora più divertente perché il diretto interessato queste sottili trame di potere non le afferra del tutto. Anzi, non sa di essere tanto fondamentale!)
Mori fa di tutto per salvare la sua arma finale, Mori ama Yosano nella sua maniera perversa e sudicia e fa di Elise una sua copia, Mori ha reso Chuuya il cane di Dazai e Dazai il figliol prodigo che torna a casa, Mori anche pensa a Fukuzawa come a un partner ma gli taglierebbe la gola in qualsiasi momento, Mori ha regalato Chuuya a Kyoko per incatenarla a sé. Di nuovo, sei riuscita a mettere in luce le caratteristiche salienti di questi personaggi spezzati, complicati, complessi e decisamente complessati. Mori che non ha bisogno di alzare la voce, che lancia sguardi glaciali, che convince Dazai a stare con Chuuya, è la mano del fato che orchestra ogni cosa. La rete di affetti si infittisce ma è logica e immediata: lui ama Yosano, Fukuzawa ama Yosano e Ranpo ama Yosano ("Non anche lui, Dio... Non proprio mio figlio" pazzia pura, mi stavo sentendo male) ma i loro sentimenti non sono della stessa natura. E finché tu non l'hai messa nero su bianco, io la dinamica così chiara e coincisa non l'avevo proprio afferrata nella sua interezza.
Ciò vale anche per la figura di Kyoko. La sorella maggiore, la madre mancata, la morte senza sesso - l'insicurezza del Chuuya quindicenne sulla propria sessualità e sulla propria apparenza??????? Meraviglioso - è colei che ha plasmato Chuuya. Perché addestrarlo? Perché era bello come una bambola, perché era innocente, perché Kyoko vuole vedere la bellezza nell'oscurità. L'unica persona nella Port Mafia che vede ancora Chuuya come bello e puro è lei. Che lo rende avvezzo al lusso e all'artigianato, ai vini pregiati, che va a scovare un demone dall'inferno per salvarlo. Avendo letto di Verlaine già nella scena iniziale del primo capitolo, mi sarei aspettata una partecipazione forse più concreta. Ma come le bandiere, lui è presente nell'assenza. Penso che Chuuya vada alla tomba di Rimbaud più per Verlaine che per Arthur stesso. Perché non c'è nemmeno un corpo su cui Chuuya posso piangere sopra. Quando lo chiama "mon petite frère" ho sentito un vuoto nel petto. Verlaine sotto terra che aspetta la tempesta. Verlaine che alla fine come aveva predetto è davvero l'unico in grado di capire Chuuya. Verlaine salvato in punto di morte da Rimbaud e Chuuya che parla ad alta voce della possibilità di una famiglia con loro due.
Chiaramente senza Dazai - la mina vagante di tutta questa fic. Dazai che ha manipolato Chuuya al punto che la sua voce è l'unica che sente nella testa, che ha giocato fin dal primo giorno al bastone e la carota, che ha preteso il monopolio sulla sua altra metà. Lui gli fa male e lui lo cura - è altamente manipolatorio, nella sua umanità Chuuya è la vittima di uno psicopatico che non riesce a lasciarlo andare. Geloso delle amicizie e degli amori, inginocchiato in un bar a farneticare "mio mio mio", Dazai non è poi più lucido di altri. Il tuo Dazai attraverso gli occhi di Chuuya è un rompicapo, eppure dal punto di vista di Mori è un ragazzetto prevedibile, forse capace di reggere il passo. Dazai dagli occhi di Mori è manipolato e manipolabile quanto Chuuya è agli occhi di Dazai, in un circolo che non si spezza, dove chi raggiunge prima la fragile mente di Chuuya vince. Sei stata fenomenale nel tratteggiare le linee di una famiglia feroce e disfunzionale, di un covo non di serpi ma di ragni. Tessono e tessono e tessono - mi hai tenuta incollata allo schermo del telefono per ore perché appena si sbrogliava un nodo ne compariva un altro. (il finale. IL FINALE. YOSANO. Ti prego dimmi che avremo delle risposte. E che vedremo di nuovo Simone e Adriene.) Affronti, come è ovvio, anche il tema pulsante del personaggio di Dazai: la morte. Dazai non si uccide perché ha scoperto Chuuya a cui invidia l'attaccamento umano alla vita. Odasaku è il padre che si è scelto, il suo peccato originale, però Chuuya è /il resto/. Odasaku è la parte umana e Chuuya quella mostruosa e Atsushi con Akutagawa diventa la sua redenzione. Non hai indorato la pillola: Atsushi /è/ il regalo per Ryonosuke. Akutagawa è l'ultimo grande giochetto mentale di Dazai (che avrà pensato o la va o la spacca, o questo si spezza o si piega) lasciato in regalo a sua volta a Chuuya. Chuuya vi si vede riflesso se stesso - e lo allena, e vuole esorcizzare Dazai a suon di pugni perché sa quanto fa male averlo dentro. Altra ottima scelta anche dal punto di vista narrativo.
Gli scambi che in assoluto ho adorato sono quelli che forse sembra meno probabile vedere nell'opera originale (però chissà, magari col tempo): quelli tra Atsushi e Akutagawa.
I "ma sei cretino?", "cadresti pure da fermo", "... Nell'armadio??", "Smetti di guardare le gambe di mia sorella", "Non ho niente. Hai me". Splendidi. Ryo che ringrazia Dazai. Atsushi che gli stringe la mano al capezzale di Chuuya. Al quarto (!!!) tentativo c'è un doppio nero che funziona. Perché sono stati spezzati da altri e provano ad aggiustarsi tra di loro. Perché per la prima volta non sono due diamanti costretti a cozzare l'uno con l'altro. Ci sono altre centinaia di ragioni per cui ho amato questa storia, soprattutto per i dettagli. Kyoka che prende il tè con Atsushi su tovagliette leziose, che litiga con Lucy e dorme fuori al posto di dividere la casa con Akutagawa. Gin allenata da Verlaine, inflessibile, che serve a convincere Kaito, che abbraccia il fratello e che a sangue freddo è disposta a uccidersi pur di non tradirlo. Chuuya che potrebbe rientrare nella famosa lista di Kunikida.
ADAM!!! Adam che alla fine di Stormbringer mi ha distrutto. Adam portato in vita da Verlaine (nella storia c'è sempre quello sottofondo ironico, come Chuuya con l'occhio bendato come il vecchio Dazai), con le sue battute ridicole e il grande esempio lasciato a Chuuya che l'umanità non la decide la tua nascita.
Se ci pensassi un altro po' avrei sicuramente altro da dire, quindi meglio fermarsi. Una storia bellissima e curata fino ai minimi dettagli!

Recensore Junior
15/04/22, ore 00:11

Non so assolutamente niente di Bungou Stray Dogs, ma non importa.
Ho passato gli ultimi anni leggendo giusto qualcosina su Efp, di tanto in tanto, senza impegno.
Ho chiacchierato con qualche autrice, scambiato pareri su qualche virgola di troppo e cose così.
Non ricordo l'ultimo commento che ho lasciato, o forse si credo di ricordarlo in questo momento, mentre scrivo.
Erano mesi e mesi che non aprivo una pagina su Efp.
Ti ho conosciuta nel lontano 2011, con l'Ossimoro del Biancospino.
All'epoca facevo il militare, le mie giornate erano dure e mi piaceva leggere qualcosa di leggero per svagarmi, nei momenti liberi.
Sfogliavo le varie storie per decidere cosa leggere, quando vidi quel titolo e pensai che...beh che chiunque usasse la parola Ossimoro legandola a quel preambolo meritasse una possibilità.
E da allora non ho più smesso di leggerti, letteralmente.
Ho letto tutte le tue storie, immergendomi in mondi che non conoscevo e che probabilmente non avrei mai conosciuto.
E quando lasciavo un commento, un papiro lungo dodici metri, tu non solo rispondevi quasi in tempo reale, ma mi dedicavi buona parte del tuo tempo rispondendo anche a quattro o cinque miei commenti di fila.
E poi i Re-re-re-re-re per discutere della storia di turno con cui mi hai tenuto compagnia meglio di chi era di stanza con me.
Senza tirarla troppo per le lunghe, quel periodo della mia vita non è stato facile, ma tu lo hai reso più piacevole e per questo voglio ringraziarti di nuovo, anche se a distanza di tanti anni.
Probabilmente (sicuramente) non ti ricordi più di me, ma sentivo il bisogno di ringraziarti ancora una volta.
Quando ho cliccato sugli autori preferiti e ho visto la nuova storia ho pensato subito ad un bel regalo di Pasqua, pazienza se non capirò niente perchè non conosco nulla di questo Stray Dogs.
Mi fa piacere sapere che stai bene e sono felice che tu sia tornata a scrivere, che sia una One Last Time o qualcosa di più non posso che essere contento.
Leggerò questa ff con la consapevolezza che trattandosi di te non potrà che piacermi.

Di nuovo Callie, grazie di cuore.
Un tuo affezionato lettore.
(Recensione modificata il 15/04/2022 - 12:13 am)

Recensore Veterano

Ciao, credo di esser diventata un incubo per te, non tanto per la quantità delle mie recensioni ma per la lunghezza… e ti darei anche ragione, non credo di aver mai scritto così tanto in una sola recensione come è accaduto nella scorsa e vorrei poter promettere che quella rimarrà un caso isolato… vorrei ma non credo sarà possibile.
In ogni caso, iniziamo subito. Non so ancora in che modo recensirò questa (se paragrafo per paragrafo o commentando ogni storia singolarmente), scopriamolo insieme.

Germaine mi piace. È un personaggio intrigante e con una forte coscienza di sè. Detto in parole molto spicce, è figa. Mi sorprende che i due tizi siano sopravvissuti all’incontro con Arahabaki, non ci avrei mai scommesso.

A cosa si riferisce la voce di Oda quando parla di ciò che ha scritto Dazai? E perchè Dazai avrebbe dovuto usare la sua carne? Questo pezzo mi ha alquanto confusa, sinceramente.
Per chi ha incontrato la Colpa Dazai?
Un dettaglio che non ho aggiunto nella scorsa recensione (come un miliardo di cose ma non potevo farla più lunga di quanto ho fatto): la frase di Dazai sul fatto che lui non sappia aggiustare, sa solo rompere, mi piace un sacco. Ed è per questo che la frase nello scorso capitolo di “insieme possiamo aggiustarlo” mi sembrava così strana. Forse è proprio però la parola “insieme” la chiave. Dazai da solo non ce la farebbe, è solo con Chuuya che può farcela? Non so se sono io che voglio vedere la ship anche dove non vuole esserci o se è effettivamente così.
Concordo fortemente con il pensiero di Dazai sul fatto che ha venduto Chuuya ad un prezzo fin troppo conveniente, avrebbe dovuto portarselo via con se perchè Chuuya è ancora roba sua, in fin dei conti.
Lo scambio di battute con Fukuzawa mi piace, sopratutto la parte del “perso, e ancora vaghi”, chissà se alla fine la troverà, una strada da seguire.
Continuo a esser interdetta sull’uso del possessivo relativo a Chuuya, da parte di Dazai (anche se sinceramente vorrei tanto urlare: “non è un cane, è una persona”). Non so se è perchè ne sta parlando con Mori ma continua a ribadire che non è più il “suo” cane ma che la proprietà è passata di mano nonostante poi lo chiami “proprio”. Perchè? Abitudine e ragione che si scontrano? Personalmente vorrei consigliare a Mori di non scommettere, come vale che Chuuya è ancora vivo perchè a Dazai importa è vero pure il contrario. Dazai vive non solo perchè è un suicida fallito ma grazie a una graziosa testolina rossa che non teme la morte per salvarlo.
Ancora, Fukuzawa si dimostra un buon interlocutore che espone argomenti che mi piacciono.

Mizuki. Devo dire che ho dovuto fare un notevole sforzo di memoria per ricordarmi chi fosse, non credevo avrei avuto il piacere di approfondire una conoscenza che è stata appena una comparsa in “Death Apple”. Ancor di più a sorprendermi è la presenza di Chuuya nell’ Hokkaido.
Mi è piaciuta molto la descrizione che dai dell’Hokkaido in autunno.
Per il resto concordo con la linea di pensieri di Mizuki.
Ecco, da qua devo cominciare a prestare più attenzione al tempo che passa perchè si va avanti e indietro.
E Ane-san mi da la risposta al quesito del perchè Chuuya è lontano: riposare. Non che Chuuya ascolti davvero il suggerimento che il viaggio implica.
E finalmente, la presenza di una delle frasi che più ho sto amando della storia intera: “Chūya è il guinzaglio con cui Ōgai ha assicurato alla propria mano il destino di un’assassina in fuga, di un demonio ingovernabile. Finché Chūya vivrà per la Port Mafia, Kōyō obbedirà e Dazai non potrà morire.
Finché Chūya esiste, Ōgai Mori è Dio.” Mi piace, mi piace tantissimo.
Il pensiero che Koyo porta all’affermazione di Chuuya di “levare dalla pelle Dazai ad Akutagawa” quando lui stesso è il primo che non ci riesce mi piace: “ai bambini, però, devi mentire, quando la verità fa troppo male.” Apprezzo molto anche la “responsabilità” che Chuuya si è preso nei confronti di Akutagawa nel volerlo liberare dai lacci che lo legano a Dazai, cosa che lui per primo, e credo che comunque ne sei a consapevole, non riesce e non riuscirà a fare mai.
Quel “Maman” e la successiva risposta di Koyo sono stati adorabili.
Ora, sono di nuovo confusa. In che senso Dazai è tornato alla Mafia? Intendi come collaboratore dal pezzo in cui torna dalla Francia fino alla sconfitta di Fukuchi o (parlando per il futuro) è ancora là ai fatti dell’ultimo capitolo? Per quanto riguarda il resto della parte del flashback nulla di rilevante da dire, eccetto che qualcuno (Mori) dovrebbe insegnare a qualcuno altro (Chuuya) i pericoli di ingollare blister interi di antidolorifici per poi mischiarli con l’alcol. Aggiungo anche il fatto che non hanno fatto un bel lavoro nel proteggerlo, sapendo che è stato rapito, torturato e poi “rotto”, lasciando libero Arahabaki.
E qua c’è una frase che apprezzo anche se la riscopro leggendola ogni volta “La vita non è soffice, né dolce, né gradevole al palato. La vita è un osso rotto che duole senza requie, e tu devi imparare a sopportarlo.” “La vita è scorretta, sorprendente, feroce. Capita pure, nondimeno, che abbia gli occhi blu e un sorriso fragile. Bellissimo.”
Ad esser sincera non mi sarei aspettata la cortesia di Chuuya di offrire un dango a Mizuki ma è un gesto carino, e in questo momento, vista la conclusione, si può dire che è il pensiero che conta dato che il dopo non è stato molto apprezzato. Dato che viene nominato l’episodio del drago, quanto tempo è effettivamente passato tra i due avvenimenti?
Del successivo discorso dove viene nominato Ango mi rimane il pallino di curiosità per capire come Chuuya sia finito in debito con Ango.
Mi dispiace deludere Mizuki, ma Chuuya non è stato progettato per essere brutto (anche se Dazai giurerebbe il contraria pure con una pistola puntata alla testa, tutto pur di non dare soddisfazioni a Chuuya). Mi chiedo se è la noia a portare Chuuya a intrattenersi con lei o se ne è già attratto.

E con Mori e Fukuzawa arrivano anche informazioni preziose: Doppio Nero originale. Quanti doppio nero esistono? Praticamente, se vogliamo contare anche Mori e Fukuzawa, con Akutagawa e Atsushi siamo a quattro generazioni di doppio nero? Di cui solo due (Chuuya e Dazai e l’originale) vengono effettivamente chiamati così (da quel che ho capito per ora solo Dazai e Chuuya considerano Akutagawa e Atsushi come Doppio nero, correggimi se sbaglio).

Ritroviamo ora Germaine e Victor Hugo. Detto sinceramente: è un discorso così fitto che è impossibile per me inserire tra le varie frasi un commento ed è così pieno di informazioni e retorica che bisogna far lavorare il cervello. Volendo provare a inserire qualche commento… mi piace la considerazione che Germaine ha degli uomini, creature incapaci di evolvere.
Se solo sapessero che Verlaine (Black 12) è ancora vivo credo non ne sarebbero felicissimi.
“Stretto controllo del ministro giapponese”… she… direi molto stretto, tanto stratto che è sotto le direttive del Boss della Port Mafia e crea abbastanza grane al ministero. Meno male che c’è chi sa la realtà dei fatti.
Sōseki. Ecco un personaggio che di cui ho più sentito parlare che visto. Credevo fosse solo il mentore/protettore/sensei di Mori e Fukuzawa ma a quanto pare ha un bel retroscena da mostrarci.
Che bello, informazioni sul precedente Doppio nero. Quindi: Adriene è la più sanguinaria tra le due mentre Simone è la più… riflessiva? Chi sono i Trascendenti?

Ammettiamo tutti che, se Mori è il primo a tremare, agli altri non rimane che pregare.
Mi piace la riflessione che Mori prima, Dazai dopo, hanno fatto sul “doppio nero”. Entrambi hanno cercato di creare una versione migliorata, qualcosa che avrebbero, forse, voluto per se ma che hanno cercato nei propri successori.
Ho adorato l’affermazione di Mori: “«Sono due donne e, credimi, una volta incontrate, persino a te le bambine sotto i dieci anni parrebbero le uniche femmine frequentabili».” C’è da pensare che lo abbiano traumatizzato più di quanto si direbbe.
Chi sono gli Immortali?
Quindi, in soldoni: Adriene può passare la propria abilità assassina a terzi (la perde momentaneamente quando la passa o ne crea tipo un doppione?) mentre Simone acquisisce l’abilità di chi ferisce (e la ruba o è tipo un doppione?)
Il flashback si riferisce agli anni della guerra suppongo. A sto punto mi viene da chiedermi quanti anni effettivamente siano passati da tutto questo agli eventi attuali.

Devo comunque fare un apprezzamento a come il pov si sposti tra i due fronti che si alternino. Mi piace molto come le parti si scambino per dare più informazioni su questo nuovo duo, che promette di essere il più pericoloso tra tutte le versione “aggiornate” che ne sono susseguite.

Per la prima volta in assoluto su questa storia, non ho molto da dire su questo pezzo con Chuuya. Parlano di quanto Ango sia competente in più su rispetto a Mizuki e della sospensione della licenza e delle minacce/promesse di Chuuya sull’eventualità di sgozzare Akutagawa. Do ragione a Chuuya nel non definire Mizuki un genio.

“Kunikida si chiede quante maschere indossi d’abitudine; quante ne dovranno cadere, perché possa incontrare (conoscere) Osamu Dazai.“ Ahimè credo (anche se mi piacerebbe dire il contrario) che nessuno abbia mai conosciuto il vero Dazai, neppure Chuuya.

“No, la tua specialità è indossare una corazza di sarcasmo, quasi basti a parare i colpi della vita.
La tua specialità è sostituire a un dolore di sottofondo una sofferenza ogni volta più acuta, perché tutta la tua intelligenza non ti è servita ad afferrare una verità evidente: le fratture non si curano rompendo un altro osso.
La tua specialità è convincermi a tirarti un pugno, quando dovrei abbracciarti; a urlare, anziché capire. Lo fai per paura di quello che potrebbe accadere? Perché sai che ti sbricioleresti, lasciandoti toccare come un essere umano qualunque.” Queste, nondimeno, sono le frase che ho apprezzato di questo paragrafo e uscite da Kunikida. Credo che Chuuya le condividerebbe in pieno, forse un po’ meno la parte dell’abbraccio, se non altro per orgoglio.

Devo dire che questo paragrafo mi ha fatto apprezzare molto Kunikida. In genere lui è un personaggio che non amo particolarmente,; mi piace, ha la mia simpatia per non essersi ancora macchiato dell’omicidio di Dazai, ma, come forse poi immaginare, il fatto che prenda il posto di “partner” a fianco di Dazai non me l’ha mai reso totalmente simpatico. C’è da dire che sarei curiosa di vederli interagire, quei due. Mi chiedo se andrebbero d’accordo o no. Hanno come punti in comune la voglia di strangolare Dazai ma allo stesso tempo lo salvano costantemente, hanno entrambi una propria morale ma Chuuya è molto più sciolto, sia nei modi che nel linguaggio di Kunikida, e hanno due modi di vivere diversi. Sarebbe interessante vederli alle prese l’uno con l’altro. Secondo Dazai potrebbero benissimo sposarsi a breve ma io ho le mie riserve.


I flashbacks di Chuuya sono stati in assoluto i miei momenti preferiti. Sono pezzi di passato che amo, per quanto crudi siano. La parte della carogna lo ammetto, è stata un poco disgustosa ma non eccessivamente orrida. Cruda.
Il fatto che cerchi con le dita il collare mi piace tantissimo. L’unico regalo Dazai gli abbia mai fatto. E ha contintinuato a indossarlo per anni, prima e dopo la defezione di Dazai, tolto solo dopo gli ultimi avvenimenti che l’hanno portato a non fidarsi più di Dazai.
La voce di Dazai nella sua mente è di una crudeltà unica.
“Era tiepido il mare, il giorno in cui Shirase gli ha lavato di dosso il mostro e trovato Chūya.
Ci sono io, non c’è nulla da temere. È bellissimo, vedi? E… Wow, hai i capelli d’oro!“ questo passaggio mi è piaciuto tantissimo. È bello vedere dei ricordi anche con Shirase, considerando che per Chuuya lui è quasi un fratello, o almeno lo era prima del tradimento e prima delle Bandiere. Speriamo solo che Shirase stia effettivamente bene.

Concordo appeno sul giudizio su Mizuki come personaggio secondario veloce da dimenticare, infondo è proprio quello che ho fatto io, rimuoverla appena iniziata la lotta tra Chuuya e il Drago. Qua non credo di aver il lusso di dimenticarla tanto preso.
Non credo proprio che lei sua più tosta di Chuuya. Anzi, ringrazia perchè tra te e la solitudine la necessità di muoversi l’ha portato a passeggiare, correre, vicino alle parti del tuo tamponamento.
Ed eccola: LA MOSSA.

Considerazioni finali. Bel capitolo, sono contenta contenta e triste al contempo che il capitolo sia diviso in due. Contenta perchè è più veloce da leggere (e la mia recensione sebbene lunga non è eterna), triste perchè amo i capitoli lunghi (anche se questo non è decisamente corto) e se fossi in pari e questo fosse l’ultimo uscito la curiosità mi starebbe uccidendo (ora sono in pari e la curiosità mi uccide comunque, ma è più tollerabile dato che è un altro file e non la seconda parte dello stesso).
E dopo un tempo che è decisamente imbarazzante pubblico finalmente questa recensione, morendo un po’ dentro all’idea di farne altre, ma non con meno voglia.

Kiss Zaffy.

Recensore Veterano

Dovrei fare la recensione dei vecchi capitoli? Si.
Metterò tutto in pausa per fare la recensione di questo? Esattamente.
Da dove iniziare? Inizio con il dire che questo è stato un capitolo che ho percepito diverso dagli altri. Anche mentre si cambiava punto di vista l’atmosfera, almeno per come l’ho percepita io, era pervasa costantemente del dolore di Chuuya, come una patina che velava tutto.
Chuuya: fin dall’inizio del capitolo l’unica cosa che volevo è che qualcuno andasse ad abbracciarlo, povero cucciolo.
In questo capitolo devo dire che non ci sono state molte frasi singole che mi hanno conquistata, più vari blocchi di frasi, interi paragrafi, a catturarmi davvero è stata però l’atmosfera. Sono una brutta persona se trovo più interessanti le scene in cui Chuuya soffre che quelle in cui è sereno?
Nel primo paragrafo mi è piaciuto tantissimo il paragone con Arahabaki quando era ancora in provetta. Inutile aggiungere quanto abbia amato la parte del ricordo.
Pensavo che già in questa scena per Chuuya fosse nato il Soukoku invece poi si scopre esser nato dopo l’ufficializzazione del nome, per così dire. È sempre sbalorditivo vedere come Chuuya ignori se stesso per assicurarsi che Dazai sia bene, ed è assurdo vedere in quanti modi Dazai riesca a ferirlo. Come riesca sempre a superare l’immaginazione di Chuuya ferendolo in altri modi, in questo specifico, ignorarlo, liquidarlo con niente, l'ha ferito più che un nuovo insulto. È incredibile come le maschere di Dazai si posino sul suo volto senza lasciar ombra del passaggio della precedente. Tra i pensieri di Dazai, negli scorsi capitoli, avevamo trovato, se non della reale preoccupazione, almeno un misero interesse sulla fine grama che supponeva esser toccata ai sottoposti di Chuuya, ragionando sul fatto che questo lo avrebbe di nuovo spezzato. Ora, lo Sgombro sa per certo che sono morti tutti, sa quanto può esser stata profonda la ferita patita da Chuuya e, se non riesce a capirne il sentimento, gli dovrebbe esser bastato vedere Arahabaki spezzare le catene solo grazie al dolore emotivo provato dal suo contenitore, eppure non riesce, non vuole, spendere mezza parola, o gesto, per alleviarne la sofferenza, perchè davanti a se c’è Oda, e Oda vale, ai suoi occhi, più di tutto ciò che Chuuya è e potrà mai essere.

Era ora che quei due si decidessero ad andare da Dazai, anche se prima vanno a fare rifocillamento.

Questa parte, la scelta sul come avvelenarsi, cosa usare per lenire, soffocare il dolore, il modo in cui ha vissuto l’addio di Dazai, di come a seguito si sia intossicato come non ha mai fatto, neppure dopo le Bandiere, è meravigliosa. È bello sapere che Chuuya ha conservato sempre delle medicazioni pronte all’uso, nel caso Dazai si fosse fatto rivedere. Conservale è anche un atto di fede e speranza che Chuuya in qualche modo fa: sa (crede, spera) che in caso di necessità Dazai andrebbe da lui per leccarsi le ferite, perchè è l’unico di cui Dazai si fidi davvero, l’unico che forse permetterebbe di aiutarlo nel momento di estremo bisogno, perchè sa che su di lui può sempre contare, anche se Chuuya non può fare altrettanto.Il motivo più banale? Dazai sa sempre dove trovare Chuuya, Chuuya non sa dove possa finire Dazai.
Sarebbe stato bello vedere almeno un paio di ricordi sulle notti sul tetto, credo sarebbe stato davvero carino.

Ringraziamo Ango per aver recapitato il messaggio.
Questo nuovo paragrafo mi lascia interdetta su un paio di punti: quale ulteriore strumento di ricatto potrebbe dare Dazai a Mori? Ricatto contro chi, contro Dazai? Per ancorarlo più saldamente alla Port Mafia?
Quel “lui” ("Lui meritava altro”) a chi è riferito esattamente? Oda? Suppongo di si, ma non ne sono certa al 100%.
Qua, nondimeno, c’è la risposta alla mia domanda, quella che mi tormenta di più: “perchè non te lo sei portato dietro, maniaco suicida?” Perchè Chuuya è al sicuro solo sotto l’ala del boss, capace di custodirne il segreto e proteggerlo. La domanda ora è: non crede riuscirebbe a proteggerlo altrettanto bene? Non sa se vivrà abbastanza da proteggerlo? Ha delle riserve sul riuscire a eludere sia Mori (se volesse riprendersi Chuuya) sia il governo? Resta il fatto che, personalmente, non riesco a perdonargli l’averlo abbandonato nel silenzio, senza uno straccio di parola, lettera, indizio.
Come per i ricordi sul tetto, mi piacerebbe saperne di più anche sul passato che Dazai ha cambiato.
Comunque è bello vedere come il fantasma di Chuuya infesti i pensieri di Dazai. Anche se in questo caso è più la reminescenza di un ricordo che non una voce ad assillarlo.

Sono contenta che finalmente la pausa al bar sa finita e quei due arrivino finalmente a parlare con Dazai. Amo l’innocenza di Atsushi: in questi ultimi paragrafi è stato il mio preferito. Non che non apprezzi Akutagawa, solo che l’ignoranza sul soprannome con cui Dazai si riferisce a Chuuya (o semplicemente il fatto che lui non vedrebbe mai qualcuno come una cane?) e il voler (star per) mordere Dazai per non voler andare subito da Chuuya mi portano ad apprezzarlo maggiormente. (Ma prima di parlare del paragrafo in cui Atsushi dimostra di esser il più umano dei tre aspetterò un po', perchè prima c’è altro e bisogna andare in ordine, il più possibile perlomeno, e perchè ho un po’ da dire su Dazai, in ciò che verrà).
Mi piace, mi fa soffrire, la considerazione che ha Dazai del nuovo Doppio Nero, perchè si, vibrano allo stesso ritmo, ed è magnifico, ma è come guardare l’affresco di un’artista esperto e osservare poi con noia e rimprovero il cartone, il disegno di prova, su cui il disegno è stato realizzato.
“Eravamo invincibili e magnifici anche noi, Sgombro.
No, noi no. Ero troppo buio, per te. Ora l’ho capito”
Forse si, era troppo buio per Chuuya, nondimeno, quando nelle loro dissonanze intercalavano momenti di armonia nessuno può dire che non fossero magnifici anche loro.
Che poi, la fiducia rende cechi, e a Chuuya non importava quanto fosse buio finchè c’era Dazai.

Oddio, ma quanto può essere carino Ranpo?
Akiko mi fa una tenerezza assurda, poverina.

E si torna a Chuuya, e una delle cose che mi ha più… “rattristata” è la morte della speranza del domani. Domani non è più il luogo dell’”andrà meglio” ma un protrarsi della stessa miseria. Questo credo sia il picco della sofferenza (almeno per ora) di Chuuya, il momento dove anche la speranza lo ha abbandonato perchè non c’è modo che le cose vadano meglio.
Il discorso con il fantasma di Albatross mi è piaciuto tantissimo, finalmente qualcuno di amico che lo aiuta, piuttosto che deriderlo. Grazie Albatross.
Questo paragrafo, come tutti quelli di Chuuya fino ad ora, dall’inizio di questo capitolo, sono tutti venati della stessa disperazione, dello stesso dolore viscerale, e sono fantastici. Sono proprio una brutta persona ad amare la sofferenza dei miei personaggi preferiti.

Di nuovo, quanto può essere adorabile Ranpo?
E ora vediamo anche entrare in scena il Doppio Nero originale.
Mi dispiace ma per questi paragrafi, non ho quasi mai molto da dire.

Su questo paragrafo, ci sono delle frasi che ho preferito, o meglio, alcune in particolare perchè questo ha tutto un bel significato. (riporterò solo alcune frasi anche se meriterebbe di più)
“Chuuuya è pieno di cose belle e dell’insicurezza delle bestie orrende, non è forse vero?
E anche se fosse, faccia di merda? Almeno non faccio il possibile per disgustare chi ho intorno.
Sotto le mie bende troverebbero comunque un essere umano, Lumaca. A grattarti la pelle, chi vedremmo, se non il muso feroce di Arahabaki?” Quanto mi manca Albatross.
“È la febbre, la febbre, la febbre, bello. Lui non c’è. Lui è uscito dalla tua vita e devi cacciarlo dalla tua testa, o continuerà a farti male.” Eppure non ne avrà il tempo, tempo che se avesse non basterebbe comunque, e il suo ultimo pensiero razionale sarà il ricordo di un’età fragile e feroce, un parco, dei pattini e dita tiepide. Perchè infondo Dazai è il dolore che gli ricorda di essere umano. Perchè “le cose non soffrono” e lui soffre.
Ultima riflessione su questo paragrafo, mi piace come i pensieri di Dazai e Chuuya si inseguano come cani che si mordono la coda. Dazai non cerca l’impressione dei vestiti perchè (parafrasò io così, e non so se sia corretto) lui non si reputa umano, quindi non ha un motivo per vestirsi come gli uomini, cosa che secondo Chuuya più fare solo perchè lui è un essere umano mentre lui si veste di quegli abiti per assomigliarvici il più possibile, proprio perchè ha paura di non esserlo. “Indossava (ostentava) la sciatteria come un tight, rinunciando alle convenzioni della società cui sapeva d’appartenere per sangue e per diritto, ché solo un uomo può scegliere di non essere tale.” bellissima frase. Davvero molto bella.

È magistrale il modo in cui Simone riesce a rigirarsi Akiko per portarla a fare quel che vuole. Ha colto, inconsciamente, il momento più adatto, dove l’equilibrio è più precario. Qua mi sorge un dubbio, però: è il momento che è propizio, le fragilità più sensibili o è sempre così instabile la terra su cui poggia la stabilità di Akiko?

E qua abbiamo il ricongiungimento “padre-figlio”, e capiamo che non si vedono praticamente dalla comparsa di Atsushi a Yokohama, tecnicamente, anche perchè è con il suo arrivo che le cose cominciano a prender velocità, in un crescendo che porta al caos più totale.
“ […] È come se fosse cambiata la gravità»”
Non so, mi piace un sacco quando la “gravità” viene citata, come nella frase del primo capitolo “la gravità sta già salendo” o la fase di Micchan qualche capitolo fa "La follia è come la gravità: basta una piccola spinta...". Già, per qualche motivo mi piacciono un sacco ste frasi.
Chuuya qua è molto sincero con se stesso, più che con se stesso forse è meglio dire con Arthur, più che in altre parti, probabilmente: ammette che con la mancanza di Dazai in lui qualcosa ha smesso di lavorare come prima; ammette che la cosa che l’ha più ferito è stato che Dazai lo abbia sostituito, abbia sostituito tutto e tutti, come una delle tante maschere di cui si adorna, più che l'abbandono in sè. Parla di Micchan, di cui si illude gli sarebbe bastata l’amicizia, alla fine. Mente, a mio parere, e forse non lo sa. È difficile rimanere amici di chi si è amato, alle volte.
Mi sarebbe piaciuto che sentire la confessione andare avanti ma a quanto pare è arrivato il momento di avviarci verso la fine. Mi piacciono un sacco gli ultimi tre punto-a-capo., sopratutto l’ultimo, perchè è l’urto di Chuuya e l’urto della guivre.
"Io sono Arahabaki e non conviene a nessuno mostrare i denti, se ho la luna storta di mio. È chiaro, maledetti stronzi?"

E qua passiamo finalmente al punto che mi preme, che punge la mia psiche da che l’ho letto: Dazai.
“[..] Ha registrato. Ha tremato: la sua espressione, però, non è mutata mai.” Mi piacerebbe sapere per cosa ha tremato: preoccupazione e paura (sa dell’abisso sotto i piedi di Chuuya e teme per lui?)od odio e gelosia (per quella donna che per lui è speciale?)? Quali emozioni lo stanno agitando ora?
Come già detto avrei voluto assecondare Atsushi, ma Dazai è riuscito quasi a convincer anche me, con quella frase sul rispetto, perchè quello in realtà è semplice egoismo mascherato: “Perché è forte, è orgoglioso e ha il fegato d’accettare tutto il dolore del mondo, dunque gli devo rispetto.” Chuuya annegare da solo nel mare della disperazione e della tristezza e nel mentre si affoga con l’alcol perchè l’alcol ha un sapore migliore del sale che lo circonda. Dazai lo sa, sa che Chuuya non è mai stato più fragile di ora, lo sa eppure non riesce ad andare a tendergli una mano, perchè si, forse Chuuya non può perdonagli la quasi-morte di Akutagawa, il sangue sulla scacchiera, il bersaglio sulla schiena alla sua famiglia, forse tenterebbe di scacciarlo via, probabilmente lo insulterebbe ma alla fine è Dazai, è il padrone a cui apparteneva il guinzaglio che ancora cerca con le dita. E Chuuya aveva solo bisogno di sapere di non essere solo.
“E rispettarlo, Atsushi-kun, è scegliere di non raccogliere le lacrime che non merito.“ Non sarà suo compito raccogliere lacrime non sue ma c’è differenza tra rispetto e abbandono.
“Sarò cauto, Odasaku, te lo prometto. Seguirò il tuo esempio e lo disarmerò, come tu hai addomesticato me. Lascerò da parte tutte le parole sbagliate, finché non si accorgerà che lo guardo da sempre e ora, finalmente, lo vedo.” Sono belle le intenzioni, lo ammetto, bello il pensiero, ma è come andare a mettere dei sostegni su un palazzo che ormai è crollato o, se vogliamo, che senso ha tendere una mano, un aiuto a rialzarsi, a qualcuno che sta già tornando a barcollare sulle proprie gambe?
'Ora lo vedi Dazai? E cosa vedi, di grazia?' Ecco un’altra domanda che mi ronza in testa.

Il ricordo con Oda mi è piaciuto tanto. Tanto, tanto tanto.
“«Le parole pesano, Dazai, e bisogna usarle bene. A volte contano più delle intenzioni».” Parole sante Oda, parole sante.

“«Io non voglio l’amicizia di nessuno».
Ha gridato? Possibile. Sta tremando – sì. Oda se n’è accorto di sicuro.” Questa parte mi ha lasciata un poco confusa. Sta mentendo? È solo indignato per l’affermazione, perchè si ritiene superiore all’amicizia? Ha paura che Oda abbia ragione o ha paura di Chuuya, che è l’unico di cui abbia mai voluto l’amicizia? Perchè trema?

“Però sono le parole di Oda a fargli compagnia, mentre segue le tracce del Gremlin sino a Yamaguchi e poi a Hiroshima, per raccoglierne i resti sfatti. È a Oda che pensa, quando Chūya gli si sbriciola tra le braccia e lo costringe a riflettersi nell’abisso del dolore degli esseri umani. Sono di Oda i gesti che imita per non chiamarli suoi – ripulirlo, metterlo a letto, restargli accanto, persino se preferirebbe sparire.
L’ha visto piangere e pretende che non accada più – non davanti ai suoi occhi.”
Questa parte è quella che mi ha portato a non credere al “rispetto” che Dazai riserva a Chuuya. Lui non lo rispetta, lui ha paura delle lacrime di Chuuya, lui non vuole vederle, non vuole essere più testimone del dolore dell’altro. Sebbene si autoconvinca d'imitare i gesti di Oda, resta il fatto che sono suoi quei gesti e ce l’ha fatta, allora, a raccogliere i pezzi di Chuuya, è riuscito a tenerne assieme i bordi senza lasciare che si disfacesse del tutto. Non l’ha riparato ma gli è stato di sostegno nel momento giusto, perchè ora no?

“È tutta lì, l’amicizia che può dargli, se la vuole.
Chūya ne fa la propria casa e diventa il suo rifugio.”
Non credo di dover dire che amo 'ste due frasi.

“… Per questo, quando raggiunge la tomba di Rimbaud e non trova che una lapide divelta e detriti e sangue, Dazai inghiotte la parola che accarezza da ore come un amuleto (partner) per sputarne in terra un’altra, intrisa di passato e del solo futuro che cerca – vendetta. […] Non un’altra volta, mormora. Non anche lui.” Vorrei che ora ci fosse la voce di Atsushi a rimproverarli che se fosse arrivato prima, se non avesse detto “ora no”, forse sarebbe arrivato in tempo, forse sarebbe già stato là, per aiutare quel partner che per lui c’è sempre stato ma che ha tradito. E spero che la sua vendetta sia letale, letale abbastanza di far rimpiangere a chi ha rapito Chuuya, e a chi lo sevizierà, di aver anche solo mai carezzato l'idea di partecipare a questa operazione.

Dirò solo che odio Mishima, e spero che Mori lo accoppi.

Per il combattimento non ho molto da dire (e arrivati a questo punto direi che probabilmente ne sarai felice). Mi soffermerò solo su un paio di frasi, quelle che hanno avuto più rilevanza ai miei occhi.
“Dazai è quanto gli manca quando è stretto alle corde, perché l’ansia di proteggerlo diluiva la tensione, trasformando ogni conflitto in una giostra, in una scusa per farsi guardare – ammirami, stronzo. Sono o non sono il tuo perfetto cane da combattimento?” Chuuya sa che a Dazai piace guardarlo e si lascia guardare, si mette in mostra per lui.
“Dazai non c’è, però. Dazai l’ha lasciato una vita fa e Chūya combatte solo, ora e sempre.”

Le ultime righe non hanno bisogno di grandi descrizioni, spero solo che come tipo di dolore prediligeranno la tortura, piuttosto che l’uccidere persone a cui Chuuya è affezionato. Spero che non sappiano che il dolore della perdita per Chuuya è peggio del dolore fisico, perchè i lividi guariscono, le unghie ricrescono ma le ferite dell’animo sono più profonde e taglienti. In questi giorni mi è balenata in mente l'immagine di Shirase (dato che sta a Londra e Adam sa chi è per Chuuya avrebbe senso che possano rintracciarlo e rapirlo), preso in ostaggio e ucciso davanti a Chuuya.

Piccola considerazione che mi è tornata in mente: speravo si incontrassero, Chuuya e Dazai, prima del rapimento. Non so cosa si sarebbero potuti dire, certo non quattro chiacchere amorevoli davanti un tè caldo, ne confessioni o altro, ma mi aspettavo una discussione. A pensarci non si parlano praticamente dal primo File (escludendo forse due parole nel secondo?), quindi da quando è iniziato tutto. È quasi poetico: si sono parlati all'inizio e si parleranno alla fine, forse si chiariranno, forse no, forse litigheranno e basta, o ci saranno solo poche frasi commemorative (spero tanto in un dialogo un po' più lungo di quel che potrebbe essere frase-insulto-insulto-frase). Potrebbero parlare di Micchan, di Oda, di come hanno vissuto questi ultimi anni, potrebbero rispondere (Dazai) a delle domande che non sono mai state fatte. Potrebbero persino prendere un tè caldo assieme, se Dazai riuscirà davvero a salvarlo. Voglio credere che non ucciderai davvero Chuuya, che resisterà ad Arahabaki ma, se io, personalmente, volessi creare più angoscia e far soffrire tutti, sacrificherei Chuuya (ma io sono una persona cattiva, quindi non ascoltarmi).

Ci ho messo un’ eternità e mezza a scrivere questa recensione, ci ho riflettuto molto, e sicuramente nel mentre che scrivo ho dimenticato qualcosa, ma per ora è tutto.
Ora manca un File, sono emozionata, non vedo l’ora di leggerlo.

Kiss Zaffy
(Recensione modificata il 09/03/2022 - 01:19 pm)
(Recensione modificata il 09/03/2022 - 05:14 pm)

P.S. Ieri ( un mese e passa dall'uscita del capitolo e ancora più tempo dopo la prima volta che ho iniziato a leggere questa storia) mi sono resa conto di una cosa che salva Shirase da tutti i miei cattivi pensieri e rimette tutto quello che è avvenuto nel File 0 e cio che accadrà nel prossimo sotto una nuova luce ovvero: è Chuuya a liberare Arahabaki. Non sono stati gli scienziati, non è stato il dolore (non certamente fisico, sia in stormbringer che qua è stato fatto notare più volte quanto non sia il dolore fisico a far cedere Chuuya, anzi di come sia in grado di sopportarne a iosa senza crollare) non è stato il Dio a rompere le catene o altro, è lui stesso a scatenarsi, come ultima risorsa a qualcosa, al doppio nero originale suppongo. O almeno, ciò mi viene da pensare dopo aver pensato al fatto che Chuuya si scatena dopo aver lasciato un testamento orale (per così dire) a Jinko, che era là, era presente con Akutagawa, in modo cosciente. Era padrone di se mentre lo diceva, sapeva quel che stava facendo. Inoltre la presenza di quei due, del nuovo doppio nero, mi fa pensare che fossero a un passo da recuperare sia lui che Josano, che sia successo qualcosa e che il recupero si sia trasformato in una lotta all'ultimo sangue.
Sinceramente? Mi sento abbastanza stupida per non averci pensato prima (di indizi per capire che Chuuya tollera il dolore fisico in maniera straordinaria ne hai messi un bel po' all'interno dei vari capitoli) ma allo stesso tempo molto orgogliosa per esserci arrivata prima delle battute finali. Ora devo solo sperare che tutto questo ultimo ragionamento non sia stato l'ennesimo tiro mancino dato dalla mia fantasia ma che abbia dei validi argomenti a supportarne la tesi.
Detto questo concludo dicendo che rileggendo la novel di Stormbringer mi sono ricordata chi fossero (più o meno) i trascendentali (suppongo sia solo un modo per chiamare una divisione composta da soli dotati).
Rinnovo i miei saluti e spero di leggere presto i prossimi capitoli.
(Recensione modificata il 14/04/2022 - 05:20 pm)

Recensore Veterano
11/02/22, ore 19:15

Ed eccomi con la seconda recensione (terza, se contiamo anche il primo capitolo che ho recensito).
Parto subito con il dire la prima cosa che ho pensato arrivata circa a metà capitolo: “oddio, ma quanto è lungo ancora?” E dopo aver dato una veloce sbirciata: “Seriamente?”. Quando poi ho effettivamente finito il capitolo e mi sono imbattuta nelle note ti lascio immaginare la mia espressione. Se proprio devo essere onesta son state le note di questo capitolo a rendere il tutto più interessante ai miei occhi, il vero pregio di questa storia, le note ad esser la parte più incredibile e inaspettata. Perchè? Per più motivi. Per prima cosa, danno un’idea della cultura che l’autore di questa storia possiede, qualcosa che travalica la semplice conoscenza dell’opera a cui stai dedicando una fanfiction. Ho letto tantissime fan fictions, amo immergermi nei piccoli mondi che i fan creano per amor dell’universo creato da qualcuno, amo vedere come le persone riescono a interpretare in modo tanto differente personaggi in comune, e ho recensito tante storie, commentandone, senza un effettivo riscontro scritto, ancora di più, sopratutto ora, recensisco solo ciò che mi lascia qualcosa. In pochissime storie però ho trovato un così vasto “angolo” in cui l’autore ho riversato tante energie per render la comprensione più profonda al lettore. Questo credo sia stato il vero punto di forza della storia, perchè da questo spazio si capisce l’impegno che hai dedicato, la cura nei dettagli, la ricerca e la fantasia, la voglia di rendere questa storia qualcosa di più di un idea, una fantasia da condividere.
Qui voglio anche aggiungere una cosa alla quale volevo risponderti rispetto alla risposta che mi hai dato alla prima recensione che ho lasciato, ma colgo l’occasione e te lo dico qua: non credo tu abbia il vizio di non pensare ai lettori perchè questa piccola enciclopedia di annotazioni sono l’esempio esatto di come un autore tenga sia ai propri lettori, sia alla propria storia.
Sempre per amor del vero aggiungo che non ho letto tutte le note. Come già accennato ho la tendenza a trascurare le annotazioni, soprattutto alla prima lettura, quando sono preda della frenesia da lettura.

Andiamo avanti e parlare del capitolo, il più lungo e il mio preferito di tutta la storia, eguagliato solo da un altro capitolo, anche se è ancora troppo presto per parlarne.
Sarà che è praticamente un capitolo solo su Chuuya (di cui abbiamo già appurato sia il mio preferito)? Certamente se è il mio capitolo preferito una grossa parte del merito va a questo.
Sarà perchè scopre importanti dettagli della vita di Chuuya con una Bandiera in particolare? Amo venire a conoscenza di frammenti di passato di Chuuya, siano essi veri o inventati (e qua forse puoi intuire quale altro sia il mio capitolo preferito)
Sarà per la presenza del mio adorato Soukoku, per gli scambi di battute che Chuuya intrattiene con se stesso e il Dazai nella sua mente, per le frasi bellissime sparse in tutto il capitolo, per i retroscena psicologici nella mente di Dazai e i tuffi nell’animo di Chuuya? Si, si si si e sì!
Non scherzo per davvero quando dico che amo questo capitolo con tutta me stessa e che credo me lo ricorderò per molto tempo. Se questo capitolo fosse stato su carta potrei giurare di averne consumato l’inchiostro con lo sguardo tanto sono le volte che ho riletto determinate parti.
Detto questo andiamo con ordine.
Subito dopo aver iniziato il capitolo ero confusa. “Chi è sta gente? Chi è Taroo Tominaga? Chi sta andando dove? Che succede? Dov’è Chuuya e che fine ha fatto Arahabaki? Ho bisogno di risposte”. Mi ci è voluto anche un momento per capire che il prostituto d’alto borgo fosse Chuuya, e sinceramente l’ho capito una quando sono arrivata alla parte della giacca con il reverse leopardato (forse l’unica recriminazione che ho da fare su Chuuya è il suo gusto nel vestire, in alcune circostanze). Una volta capito ho dovuto rileggere comunque il capitolo per cercare di capire che stesse succedendo, poi ho abbandonando relegando ad un “capirò più tardi chi è Taroo e che c’entra Francoforte” e mi sono fiondata su una frase ben più comprensibile che iniziava con “Chuya Nakahara”. Quindi devo ammettere che il primissimo pezzo è stato quello che mi è piaciuto di meno, e di cui, quando rileggo, mi sorprendo sempre di trovare perchè ne dimentico costantemente la presenza.
Passato però questo piccolo pezzo tutto il resto era in rapida ascesa.
Essendo estranea a quello che stava succedendo nel manga e nelle novel (con il manga ho recuperato alla “bell’emeglio” con la novel sono ancora in altissimo mare) ero confusa su ciò che stesse succedendo ma anche qui ho preferito andare avanti e appuntarmi le domande a cui cercare risposte man mano che andavo avanti.
Ed è infatti a poche righe dell’inizio che c’è una delle mie frasi preferite di Chuuya:
"Va tutto bene? Dormi?: quante volte gliel’ha chiesto Kōyō, per capire se l’incontro – ah! Ah! – con Verlaine gli avesse lasciato qualcosa in più di un mucchio di rancore e ossa rotte?
Sarebbe bello, Ane-san, se avessi qualche incubo, avrebbe voluto risponderle, perché significherebbe che ho imparato a sognare. Che sono un essere umano autentico” e via fino a “Chūya Nakahara si emoziona, s’incupisce, s’incazza. Ama con trasporto, odia con parsimonia, protegge con lealtà. Il suo male, però, Chūya Nakahara non te lo dà, perché conosce il peso delle lacrime. Un peso tale da spezzare la terra stessa.”
Questo è uno dei miei riferimenti preferiti perchè è il l’impronta indelebile del dilemma che infesta i pensieri di Chuuya dalla comparsa di Verlaine.
E a poche righe da lì ritrovo l’altro argomento che gravita costantemente attorno a Chuuya, sopratutto quando Dazai entra nell’orbita dei suoi pensieri: il tradimento e abbandono verso quest’ultimo nei confronti del suo partner e della mafia (argomento di cui si nutrono il 90% delle fanficions sulla Soukoku). E nonostante questo continuo sentimento di abbandono vediamo come Dazai l’esistenza definisca una forma importante della mente di Chuuya. E qua troviamo una delle miei espressioni preferite da te usate in tutta la storia: “la cifra”. La cifra del Doppio Nero, le cifre di Osamu Dazai, la cifra di un dolore assoluto. È un’idiozia, sono due parole, ma sono un’espressione molto concisa e secca per identificare l’essenza di qualcosa, è mi è piaciuta davvero tantissimo.
(Andando di seguito dovrei interrompere questo discorso per soffermarmi sul paragrafo di Koyo ma preferisco tralasciare gli altri pov ad un secondo momento e concentrarmi un’ attimo sul filone principale di questo capitolo senza troppi stacchi. )
Si passa quindi a uno dei frammenti di passato più dolorosi, quelli che portano su incisi i nomi delle Bandiere, a cui non ho avuto neppure il tempo di affezionarmi i davvero durante Stormbringer che erano già incisi su delle lapidi.
Qua ho anche avuto il primo sentore di una cosa che mi ha un po’ destabilizzata, lasciandomi sospesa tra tristezza e amarezza: Dazai. Finora i pezzi con lui (o la sua voce) erano troppo pochi e concisi ma qua riesco a intuire che il Dazai che hai descritto è più rude, più tagliente, di quello a cui l’anime mi aveva abituata. C’è più livore nel modo in cui Dazai (o almeno, per ora, la sua voce) interagisce con Chuuya, sopratutto nel modo in cui continua ad apostrofarlo con quel “cane”. Più che il nomignolo in se a sorprendermi è stato il modo in cui viene usato, più serio che scherzoso, più dispregiativo che ilare.
Ma come ci sono pezzi un cui si legge disprezzo poi arrivano frasi come queste: “Dazai arriva qualche ora dopo a raccogliere le macerie di un giorno sbagliato, di un anniversario orribile, di un’età fragile: gli salva la vita e non chiede niente in cambio – né allora, né mai.” che sono piccole chicche che mi danno gioia e riportano tutto in una dimensione di “ti odio, ma per te ci sono”, la loro dimensione.
E come il loro rapporto questo capitolo è un sali e scendi di sentimenti per me, perchè dove quella frase ha riportate le cose in sincrono si torna a sprofondare nel pantano dell’ amarezza con il punto che Chuuya mette alla fiducia che pone su Dazai.
Aggiungo che il particolare del tatuaggio, del marchio, impresso è un'idea molto carina.
Se continuerò a commentare riga per riga però questa recensione si farà più lunga del capitolo quindi cercherò di condensare dove serve anche se continuerò a perdermi tra le mie frasi preferite.
Elise è crudele.
Altra frase preferita? “…se non abbia ereditato, oltre alla moto di Albatross, anche la maschera di Lippmann – se morendo per la sua felicità, le bandiere non abbiano preteso in cambio carne e ossa (la sua carne, le sue ossa).

Non è quello che fanno tutti i fratelli maggiori, però? Ti spolpano e ti modellano e ti scorrono sotto la pelle, che tu lo voglia o meno.”
Non mi aspettavo che Chuuya potesse mai chiedere della droga ma ammiro la sua dedizione alla causa.
E di nuovo, frase che mi è piaciuta tantissimo: “Il futuro è l’unico tempo che conta. Il passato, lo sa meglio di chiunque altro, una terra straniera buona solo a farti inciampare.” Te lo avevo detto che questo capitolo è stracolma di frasi che ho adorato?

Un attimo di respiro da Chuuya. Nuovi personaggi. Suppongo li abbia messi tu qua di sana pianta. Sono fantastici, sopratutto Chourmo, e concordo con il suo parere sul caffè. Mi piacciono gli spezzoni in francese. Mi piacciono ancora di più i retroscena, e quelli con le Bandiere sono tra i migliori.
Ecco un’altra cosa su cui mi hai lasciato stupita: la fallibilità di Chuuya. È una cosa con cui, tralasciando la vicenda con Rampo, non avevo mai fatto i conti. Qua si vede un ragazzo alle prese con le sue prime missioni in solitaria, l’inesperienza e l’umanità più cruda, perchè umano è il fallimento. Poi si è rialzato, è migliorato e non ha più rifatto gli stessi errori.
Tutta la parte del racconto e del flashback in se è un concentrato di nostalgia, una vena di felicità e umorismo. È bello e caro ed è proprio per questo che è doloroso. E infatti ecco un’altra frase bellissima “… Sorride, Chūya, e non immagina nemmeno quel sorriso sia la ragione per cui Dazai Osamu l’ha odiato, invidiato, temuto, voluto. Di tutte le emozioni che il Demone Prodigio della Port Mafia ha imparato a simulare, quella che incurva ora le labbra di Nakahara è l’unica gli sia rimasta preclusa. Bisogna avere un cuore vivo – un cuore umano – per sorridere con tanta tristezza: Dazai lo sa da sempre. Chūya vuole crederci.” Il mio cuoricino palpita a queste frasi.
Inoltre è bello vedere come Chourmo abbia un così basso senso di autoconservazione unita ad un cameratismo incurante. È divertente vedere un ventenne vergognoso delle sue bravate giovanili e non il dirigente della mafia sempre incazzato.
Una frase che mi ha messo su un sacco di hype?
“Non importa cosa posso o cosa devo fare. Voglio e tanto basta.
Mai senza di me, Lumaca.
Mai senza di te, Sgombro. Perciò tieniti pronto: la gravità sta già salendo.” Questo “la gravità sta già salendo” è fantastico.
Adoro Albatross, lo adoro davvero un sacco. E sopratutto adoro il suo essere un fratello maggiore, come le altre Bandiere, per Chuuya.
Tutta la parte dell’ infiltrazione a Meursault, per farla breve, mi è piaciuta, e sono fiche le scene di lotta, mi piace come Chuuya non venga più definito come Cosette ma come Guivre, mi piace un sacco.
Come già detto fino allo sfinimento amo come Chuuya interagisca con il Dazai nella sua mente, amo tutti le stoccate che si rivolgono a vicenda perchè si, sono crude, spietate e letali, ma sono la rappresentazione di “loro” e del loro rapporto.
È cattivo, ma mi è sfuggita una risata dal “è un mortorio” di Chuuya dopo aver ucciso tutti.

È passiamo al pezzo forte, il momento tanto atteso: l’incontro tra lo Sgombro e la Lumaca.
Parlando onestamente, senza mezzi termini: sono così contenta che il cervello di Dazai venga punto dal comportamento di Chuuya, vorrei tanto che capisse quanto cazzo di male gli ha fatto subire, un’azione dietro l’altra, una parola dietro l’altra, fino a colmare il vaso e poi assestandogli, con l’ultima macchinazione, un colpo tanto forte da rompere quel vaso. Sono felice che tutti i suoi campanelli d’allarme comincino a suonare mentre Chuuya lo ignora anche se quell’ ignorare fa male anche a me che li vorrei tanto vedere insieme ma che è così giusto da esser inattaccabile. Chuuya non è cattivo, Chuuya è solo allo stremo, in tutti i sensi.
Ecco, qui invece c’è una frase che mi ha lasciata mooooolto confusa perchè è un ossimoro a tutto quello che ho appena letto: “Non capisco cosa sia successo, però insieme possiamo aggiustarlo. Siamo invincibili, no?”, più che altro mi da delle vibes da amicizia, complicità e volontà di collaborazione che non vedo proprie a Dazai, non per come si sta comportando ( o è il Dazai nella testa di Chuuya che non si comporterebbe così e mi ha messo addosso dei pregiudizi sul Dazai reale?)
E poi eccola. La frase in giusta, più dolorosa di un’accoltellata a tradimento o più sorprendente della neve ad Agosto: «Be’, non provarci. L’unica persona di cui ti sia mai fregato qualcosa l’hai sepolta, no? Io vorrei durare almeno un altro paio d’anni».
Fantastica. Bellissima. Giustissima. Verissima e dolorosissima.

Altra frase che mi è rimasta nel cervello? “… altri sono i cani che latrano alle sue spalle – i cani neri del rancore e del rimorso.”
Un’ altra bellissima? Che so recitare a memoria tante volte l’ho letta?
“«Chūya… Come puoi farti usare così?»
E me lo chiedi? La mia anima era neve fresca, prima che ci pisciassi sopra. Mi hai costretto a diventare un lupo, un assassino, mi hai dato un collare, premesso un possessivo. A me stava bene, però, perché volevo solo appartenere a qualcuno.” Perchè questa è la cifra di Chuuya ( e sì, ho usato quelle due paroline bellissime). C’è comunque da dire che Chuuya assassino lo era già da prima di conoscere Dazai, non credo che il tizio sull’aereo che Chuuya ha abbattuto prima degli eventi di Arthur sia sopravvissuto. Dazai l’ha solo messo in un posto dove si ammazza dal giorno alla notte.
Ancora una frase bellissima che segna la desolazione di tutto?
“… L’ultimo miglio spetta a me solo».

Ci sono anch’io, Lumaca.
Appunto: sarò solo, come sempre.” Tutto il sentimento di abbandono e solitudine, tutta la fiducia persa, tutto il dolore condensati in tre righe.

Ancora una volta Chourmo si riconferma il migliore, e sua madre con lui. “Soleà” un soprannome carinissimo per Chuuya.

E qua abbiamo lo sfogo del nostro povero mafioso. E la voce di coloro che gli abbiamo mai voluto un minimo di bene dal non voler che si autodistrugga con le sue stesse parole.

E qua, qua, la parte che mi è rimasta più impressa, più di tutte le altre frasi in questo capitolo:
“… prima di vomitare sull’asfalto gli ultimi sette anni di vita – quelli densi. Quelli di Dazai-e-Chūya. Quelli terribili e bellissimi e contaminati. Un conato dopo l’altro, li vede scivolare via e non sa se gioire o morirne, perché sono veleno, sì, ma anche la polpa tenera di un ragazzino che gli piaceva. Un ragazzino illuso e felice.”
Questa, per me, è pure e semplice poesia, a dispetto di cosa chiunque possa dirmi. Bellissimo, semplicemente perfetto. C’è tutto qua, tutto, tutto il mondo di Chuuya è qua.

A seguire il tuffo nella mente di Dazai è spettacolare, di quei tuffi fatti di pancia che sono uno schiaffo addosso e ne senti il riverbero per minuti interi e ti lasciano il segno per giorni. È bellissimo, è angosciante, sono mani tra i capelli e esasperazione e cuore in gola.

Un’altra frase che poi ha bisogno di chiarezza da parte tua è il fatto che Arahabaki è la “seconda abilità” di Dazai ma è una frase che poi ritratta da solo successivamente e io sono confusa ( arrivata a questo punto della recensione mi permetto di fare un piccolo spoiler perchè non credo esisterà lettore a parte te, se non sei già scappata, abbastanza coraggioso da addentrarsi in questa recensione che è più una lettera all’autore).

Eccola, eccola. “Ridammeli” la cifra del dolore di Chuuya, la cifra più bella è più dolorosa di tutte.

“«Quella», sospira Dazai. «Non resta altra scelta, Chūya».
E non vorrei, te lo giuro. A queste condizioni – alle condizioni di Mori – non vorrei mai. Ma se non liberiamo Arahabaki, moriremo e l’idea del doppio suicidio con te mi disgusta ancora.” Diglielo Dazai, non tenerlo come pensiero, esprimi sti maledetti sentimenti essere umano stitico. Dazai è la causa della mia frustrazione. Vuoi provare a risolvere le cose con lui come hai detto prima? Prova ad aprir bocca per non dire le solite cattiverie e dì invece ste cose. Maledetto aspirante suicida fallito.

Detto questo, piccolo elogio al motto di Chuuya, grande accompagnatore per questo e i capitoli a venire: “Presto sarà domani e domani andrà meglio per forza.”

Pochissime righe per commentare gli altri spezzoni del capitolo.
Per quanto riguarda il primo spezzone di Koyo: bello, con frammenti di informazioni sul passato di Dazai e altre conferme sull’amore di Ane-San per Chuuya e sulla forma che ha questo amore.

Dazai durante la partita con Dostoevskij: anche qua, bellissima introspezione su come Dazai abbai vissuto il suo rapporto con Chuuya, e sulle sue speranze per la tigre mannara e il cane della mafia. E no, Dazai, Chuuya non ti ha perdonato, ha solo fatto buon viso a cattivo gioco, provando ad andare avanti anche da solo, anche se “solo” con la tua voce in testa non la chiamerei proprio una benedizione (non so se si è notato ma ho un certo livore nei confronti della scelta di Dazai di abbandonare la mafia. Non tanto per la mafia in se, ma per il fatto che non si è portato dietro Chuuya dopo che è stato lui a buttarlo dentro a tutto questo. Chuuya probabilmente lo avrebbe seguito, o se ne sarebbe fatto una ragione, con una scelta autonoma da poter compiere).
Il ricordo che rivive Dazai dei giorni dopo Paul è dolce amaro. Vorrei che Dazai al tempo avesse saputo chiamare le emozioni per nome. (Sinceramente nonostante sia un ricordo in comune con Chuuya non voglio spendere troppe parole, per il semplice fatto che ho già detto tanto, forse troppo per tutto il capitolo.) Questo ricordo comunque è un’altalena di emozioni perchè si passa dall’indifferenza al disgusto alla preoccupazione alla “gioia” al bisogno. Anche qua ho però una mia frase preferita.
“E Dazai urlerebbe di gioia, se solo fosse in grado di provarla, perché Chūya è ancora Chūya, uno stupido cane emotivo che conta i caduti. Il suo stupido cane tanto umano da ricordargli il senso d’ogni fine.” Non è la sola, si va a pacchi, come per tutte le frasi precedenti, e potrei aggiungerne pure un’altra, che è davvero una sola frase: “«No, tu non puoi. Tu sai di essere nato»” ch’è il verme che logora e logorerà l’esistenza di Chuuya.

Eccoli qua i “cattivi, che in realtà dovrebbero essere i buoni, della storia. Se posso, ho riso tantissimo. “Meurasault è una prigione d’eccellenza”, 30 secondi dopo “Meursault sta cadendo” (per opera di un sol uomo con qualche comparsa se volessimo proprio esser precisi). Esilarante, davvero.
C’è da dire che è interessante trovare nomi noti ma non sapere come verranno usati all’interno della storia.


Io non so su che limiti senti di cozzare ma sinceramente? Se questo è frutto di una scrittura ordinaria personalmente ti faccio tutti i complimenti che posso elargire in una vita.
Detto questo, per oggi ho finito (scrivo sta recensione da 5 ore, direi che arrivato il momento dei saluti. (Spero di non aver fatto troppi orrori ortografici))
Alla prossima,


Kiss, Zaffy
(Recensione modificata il 11/02/2022 - 07:58 pm)
(Recensione modificata il 12/02/2022 - 02:11 am)
(Recensione modificata il 04/03/2022 - 02:23 am)

Recensore Veterano
11/02/22, ore 15:03

Ciao, diamo inizio alle mie recensioni in arretrato con questo primo capitolo (prologo, a voler esser precisi).
Parto con il dire che devo ringraziare la curiosità che mi hai messo addosso che ho deciso di continuare (solitamente evito le storie “in corso” in quanto ho avuto fin troppe esperienze di storie belle, a cui mi affezionavo, lasciate a metà e mai più riprese).
Sono stata molto felice di rivedere fin da subito Paul tra i personaggi di questa storia in quanto, secondo me, non viene abbastanza considerato, sopratutto dopo le vicende di Stormbringer. Mi ha lasciato per un secondo solo straniti la presenza di Katai, il quale è comparso solo una volta, se non ricordo male, nel manga ma mi è piaciuto, sopratutto per il ritorno della sua “pura bellezza giapponese”. Vedere Gin vestire panni differenti da maschera e impermeabile è sempre una sorpresa gradita, il rovescio della medaglia che ci ricorda che si, sono tutti agenti della mafia, esperti assassini o agenti dell’ADA ecc ma sono anche degli adolescenti e giovani adulti. Poi Gin sembra cambiare totalmente carattere quando veste i panni della civile.

Personalmente, dato che tu per prima suddividi il capitolo in vari paragrafi, ognuno visto dal punto di vista di qualcuno in particolare, voglio rendergli giustizia commentando ogni paragrafo, perchè ognuno di loro secondo me ha qualcosa che merita un pensiero a se stante. Ovviamente inizio dal primo, anche se ho già spoilerato qualcosa nella prima parte della recensione.
Già partendo dal riferimento temporale inizia “l’ansia”. Sembra quasi di sentire il ticchettio dell’orologio che scandisce il tempo che manca alla fine (per ironia lo sento anche ora che manca un solo capitolo alla fine). Vedere Paul e Koyo, due personaggi che in modo diverso sono i più legati a Chuuya, incontrarsi, trovare nella preoccupazione per Chuuya un terreno comune e discutere mi è piaciuto un sacco, anche se i termini dell’incontro non sono esattamente dei più pacifici e, se devo essere sincera, credo che questo primo paragrafo sia anche il mio preferito di questo capitolo, sopratutto per la frase di Koyo (Se Chūya muore, vivrai molto più d’una stagione all’inferno), viva l’amore feroce e possessivo di Koyo che trovo fantastico.
Non ho molto da dire sullo spezzone di Kunikida-Katai anche se, vedere la presenza che ha Dazai nella psiche di Kunikida è stato molto interessante.
Sinceramente mi sarebbe piaciuto fosse più lungo, o non unico, questo pezzo con Dazai. È stato conciso ed essenziale. Carina il paragone con gli scacchi.
Mi è piaciuta molto questa interazione tra Gin e Paul e il modo in cui lui “usa” Gin un po’ come uno specchio distorto per ritrovare il contatto con Arthur.
Per il resto, dalla parte di Kunikida, non lo avevo capito bene, ma qua diventa ben chiaro che Chuuya e Yosano sono nello stesso posto e questo mi dà da sperare che Chuuya abbia una chance in più per sopravvivere ad Arahabaki.
Come già anticipato, vedere il ritorno della “pura bellezza giapponese” a far capitolare Katai è stato molto divertente.
Ecco, questo, insieme al primo, sono i miei due pezzi preferiti di questo capitolo (più il sentimento generale del prossimo paragrafo). Mi son piaciute tantissimo le frasi “Suo è il lascito più pesante del testamento di Chūya Nakahara – portalo via. Portalo in salvo: ora i gemelli neri siete voi e se non rompete il culo a quelle due stronze, tornerò a pestarvi pure da morto.” e “Sua la parte dell’ultimo testimone – ricorda quanto ti odio, Sgombro. Vedi di raggiungermi all’inferno il più tardi possibile.” Stupenda anche lo scambio di battute mentali che ha fatto Jinko con Akutagawa.
Dell’ultimo paragrafo, come detto, ho adorato il sentimento generale di urgenza e disperazione che prova Verlaine, sentimenti così umani provati per l’unica persona che ritiene sua simile e di significato per lui.

Non credo di avere qualcos’altro di impellente da dire su questo capitolo in particolare, è il prologo e l’epilogò al contempo, promette tanto e mi rende incredibilmente curiosa. Non è un capitolo particolarmente lungo ma lo è abbastanza per dare la giusta idea di come sarà strutturata tutta la storia, dal punto di vista della scrittura e personalmente a me è piaciuto, è diverso ed è interessante, e tanto mi basta per cercare con impazienza la freccia per aggiornare la sessione sul nuovo capitolo ( di nuovo, perchè non è la prima , ne sarà l’ultima, volta che rileggo le stesse frasi per quanto mi son piaciute (anche se, piccolo spoiler, nei prossimi capitoli ho trovato quelle che sono, per ora, a tutti gli effetti, le mie parti preferite di tutta la storia).

Devo aggiungere che credo questa sia la prima recensione che mi prende così tanto tempo per esser scritta. Perchè? Principalmente perchè avrei tante cose da aggiungere ma che voglio riservare per gli altri capitoli, dove effettivamente hanno ragione di esser annotate, secondo perchè fare recensione a partire dall’inizio, dopo essermi messa in pari con la storia, mi toglie sempre un po’ di motivazione e perchè richiede un po’ più di impegno (non voglio rischiare di fare spoiler e vorrei cercare di scrivere nel modo più innocente possibile, come fosse la prima volta che leggo il capitolo e quindi con un’opinione incontaminata dalle conoscenza degli altri capitoli). E poi c’è da mettere in conto che sono un po’ pigra e procrastinare è un vizio a cui, lo ammetto, sono assuefatta.
Ecco spiegato perchè questa recensione è uscita più tardi di quanto avrei voluto. Spero di far meglio per i prossimi

Kiss, Zaffy
(Recensione modificata il 11/02/2022 - 08:36 pm)

Recensore Veterano
04/02/22, ore 00:12

Allora... che dire? È circa da una settimana che mi scervello se recensire capitolo per capitolo o fare un mega pippone esageratamente lungo quindi (dato che c'è l'aggiornamento) ho deciso che farò una sorta di recensione generale qua e poi farne uno per uno, perchè questa storia merita di avere di avere recensioni e merita ancor più di esser letta. Quindi iniziamo.
Non esagero nel dire che quando ho visto l'aggiornamento ero al settimo cielo, ero troppo curiosa di sapere cosa sarebbe successo a Chuya (più che a tutti gli altri, onestamente, ma questo è imputabile al fatto che lui è il mio preferito tra tutti) dato che, appunto, ci sarebbe stato il confronto con Koyo su Micchan. Sono rimasta molto contenta di come siano andate le cose, anche se mi dispiace per Chuya, quello che sta più a soffrire emotivamente e fisicamente in tutto questo è sempre lui, e questo dal capitolo 1 (uno dei miei due capitoli preferiti tra l'altro).
Ora la mia più grande curiosità è se Chuya e Dazai avranno un altro momento per loro prima che tutto degeneri.

Tralasciando per un secondo la storia in se volevo spendere due parole per complimentarmi per il tipo di scrittura: è più ricercata e complessa di quelle a cui sono abituata e mi piace un sacco. Ci sono molte frasi che mi si sono inculcate dentro per la loro forma e il significato.
Piccola autodenuncia: ho letto le note dell'autore dopo la terza volta che rileggevo il prologo e ti voglio ringraziare per quel primo "e se" perchè altrimenti questa storia non ci sarebbe e sarebbe un peccato. Non ne ho il diritto, e forse non dovrei proprio dirlo (per non mettere pressione, se non altro) ma spero che si saranno altri "e se" per quanto riguarda la storia di Chuya (come già detto, sono estremamente di parte) perchè mi piace come scrivi, mi piace come scrivi di lui e mi piacerebbe sapere che altre storie tu potresti scrivere di lui.

Detto questo, eccola parte di un mio piccolo disappunto, due se proprio vogliamo essere precisi: primo, il fattore temporale. L'unico disagio effettivamente che ho riscontrato andando avanti è c capire in che effettivo momento temporale è ambientato il paragrafo in quanto cambiano nomenclatura a seconda dell'evento a cui fanno riferimento, e la cosa mi manda un po' ai matti il cervello (infatti ora per lo più guardo più la location che la data perchè a meno che non si riferisca all'evasione di Dazai le altre non ho idea di che momento si riferiscano). Questo in ogni caso è più un problema mio ma volevo comunque comunicarlo.
Secondo: ora che so che mancano 20K caratteri sono depressa perchè sta storia mi piace e non voglio finisca, vorrei che fosse più lunga ma so anche che prima o poi ci dovrà essere un punto finale, speravo solo mancasse di più.
Un ultimo appunto che è più un commento che altro, ne buono ne cattivo: ogni tanto ho bisogno di rileggere più volte le frasi per comprenderle nel modo giusto ma sono contenta di ciò perchè mi costringe ad usare di più il cervello e restare ben concentrata sugli eventi.

Ora voglio tornare un attimo sul capitolo in questione e esprimermi sugli altri protagonisti della storia presenti.
Tutta la schiera di personaggi europei: loro, tra il fatto che sono in tanti, il fatto che sono abituata ai personaggi principali della storia, faccio un po' di difficoltà a metterli a fuoco, soprattutto il Nigredo, faccio fatica a identificarle ( ne attribuisco la colpa anche al fatto che non erano proprio al centro della mia concentrazione mentre leggevo). Qua entra in gioco una delle mie curiosità più grandi essendo che non ho letto ancora il manga e le novel (eccetto storm bringer). Tutti questi personaggi entrano in gioco nella storia o alcuni sono stati aggiunti da te?
Koyo: il senso possessivo che prova nei confronti di Chuya mi piace, sono curiosa di vedere come reagirà a questo allontanamento improvviso e del tutto giustificato del suo pupillo. Per la prima volta in vita sua Chuya le si è "rivoltato contro".
Chuya: siamo arrivati al momento in cui la scelta era invitabile e ha perso tutto. Ha perso Micchan per proteggerla, suppongo, e ha perso Koyo. Credo invidi Akutagawa per Atsushi e questo è estremamente triste. Ed è estremamente triste il fatto che si sarebbe fatto uccidere dalla ragazza di cui si sta innamorando. Una cosa non ho capito: la parte in cui si fa il discorso mentale sul bendaggio di Dazai che avrebbe dovuto sciogliere lui. Come è nato sto pensiero esattamente. Altra cosa... quando parla tra se e se in francese, lo fa con la voce di Paul?
Micchan: mi dispiace per lei ma non tanto per la separazione in se ma per il modo, in mezzo ad un conflitto in cui sta rischiando la pelle anche se, almeno, si può consolare nell'ultimo gesto di Chuya: dare l'ordine di non torcerle un capello o li avrebbe uccisi senza remore. La frase che ha rivolto a Koyo col pensiero è stata fantastica, mi è piaciuta tantissimo anche se credo che l'ultima cosa di cui Ane-san possa esser gelosa sono le scapate di Chuya.
Atsushi e Akutagawa: ne parlo insieme perchè sono costantemente insieme dallo scorso capitolo. Mi piace come stanno andando le cose tra di loro, sono carucci. Akutagawa è riuscito a rovinare anche questo momento di Chuya oltre che l'occhio ma ok, grazie per averlo salvato, maledetto per averlo sfregiato. In realta sulla tigre mannara non ho molto da dire. è un po' più a lingua sciolta di come sono abituata a vederlo e questo lo rende meno.. palloso ecco, quindi è super good. Mi sto chiedendo cosa stia aspettando ad avvisare Dazai che Chuya è in ospedale, dato che suppongo che la missione affidatagli da Dazai sia controllare/pedinare Chuya.
Per quanto riguarda il resto della Port mafia non ho granché da dire, non è che la loro sottotrama al momento mi interessi granchè, soprattutto in questo momento, neanche Mori in realtà, anche se è lui che ha dato il via all'esecuzione di Chuya.

Ok credo di aver scritto abbastanza, spero per te (e un po' per me) che le prossime recensioni siano più corte (mi rendo conto di aver scritto tantissimo ma era la prima recensione e ho cercato di scrivere il più possibile)
Per lo più spero di non averti annoiata o spaventata con tutto sto pacco di roba.

Come ultimissimissima cosa volevo farti nuovamente i complimenti per il tuo modo di scrivere e per la trama e ringraziarti per aver dato inizio a tutto. Non vedo l'ora del prossimo capitolo, sperando non sia l'ultimo.

Kiss, Zaffy

P.s. Devo fare un post scriptum in quanto ho dimenticato di dire alcune cose (e molte altre ne dimenticherò sicuramente) (è la seconda volta che lo scrivo perchè la sessione si è aggiornata senza salvare nulla, quindi devo ricominciare da capo, mannaggia)
Credo che se dovessi scegliere, tra le mie parti preferite in questa storia, comune in tutti i capitoli, sono le scene in cui Chuya ha dei dialoghi (per lo più dei botta e risposta) con se stesso o con i fantasmi di coloro che sono stati importanti per lui, sopratutto Dazai.
Ranpo e Akiko: sono felice che Ranpo abbia trovato il coraggio di fare la prima mossa con Akiko, e spero per lui he le cose vadano bene, se la meritano entrambi un po’ di serenità. Per quanto riguarda Akiko so molto poco sul suo passato, pochi frammenti che derivano da elementi comuni tra le varie storie di efp che credo, spero, siano basati su informazioni contenute nella novel. In ogni caso sono curiosa di saperne di più su di lei e sui suoi incubi per poterla conoscere meglio.
Devo dire che lo scorcio di passato che ci hai regalato di Koyo mi ha alquanto sorpresa, non mi sarei immaginata un prologo del genere della sua storia, un inizio così rude per lei. Mi chiedo come possa immaginare che Chuya possa mai ringraziarla per avergli dona l’ennesimo lutto, lui che di persone amate ne ha più sepolte che a fianco. Sia lei che Dazai avevano notato che una nuova scintilla era riapparsa nel suo sguardo, qualcosa che lo aveva fatto tornare ad esser un po’ più felice, un po’ più umano. Li ha accumunati l’istinto di spegnere quella nuova luce ma almeno Dazai ha avuto, per la prima volta in vita sua suppongo, la decenza di non rovinare quel qualcosa di bello che il mafioso aveva trovato. Mi rattrista che Koyo pur di avere l’esclusiva su Chuya sia arrivata a rovinare quel qualcosa di bello, soprattutto lei che bene a Chuya ne vuole come a un figlio, un fratello e un amico.
(E con questo ho finito di riscrivere, a mio parere in modo peggiore, quello ache avevo già scritto prima che la sessione si aggiornasse)

Credo che l’ultima cosa che mi ero dimenticata di scrivere la prima volta sia questa: tranquilla hai fatto un buon lavoro finora. Per come la sto leggendo io questa storia riesco a cogliere quello che credo tu voglia trasmettere. Ovviamente io sono io e non posso esser certa al 100% di quel che vuoi comunicare, ma mi avvalgo della presunzione di poter dire che per molti dei personaggi recepisco ciò che stai provando a trasmettere. Purtroppo per lo stesso fattore, ovvero “io sono io”, potrei aver frainteso tutto ma mi piace pensare che non sia così.
Posso dire una cosa un po’ egoistica? Se percepisci i tuoi limiti significa che puoi ancora migliorare, e per migliorare non c’è nulla di meglio che continuare a scrivere e quindi imprimere su carta (si fa per dire essendo tutto digitale qua) altri magnifici “e se”.
Spero di non ritrovarmi ad aggiungere altri “p.s.”, almeno non in questo capitolo.
(Recensione modificata il 04/02/2022 - 02:39 pm)
(Recensione modificata il 14/02/2022 - 11:01 am)

Recensore Veterano
15/12/21, ore 23:54

Sono una persona stupida che si sta centellinando quasi le frasi di questa storia (ultimo capitolo) in attesa dell'ultimo ultimo (secondo la stima letta su AO3) perché non vuole rimanere in sospeso senza il finale... e nel mentre penso a tutte le cose che vorrei scrivere in un commento corposo per dire quanto amo questa storia. Però, riflettevo, un pre commento a sostegno di questa meraviglia mi sembrerebbe giusto lasciarlo: è la storia di BSD che sto cercando da circa 2-3 anni, da quando sono tornata nel fandom. La storia col world bulding che volevo, con la cura che volevo, lo stile è stato la sorpresa più bella e inaspettata e gradita. Che poi questa storia sia in italiano mi ha quasi commosso non ironicamente. Un sentitissimo grazie per amare così tanto BSD e averci regalato una fanfiction che è un saggio di emozioni e un libro per l'evasione. Sul serio, è la storia che BSD meritava da tanto tempo (o almeno, io altre storie così belle non ne ho trovate per ora UU e ora sarà difficile trovarne di più belle ancora). Grazie grazie grazie! 

Recensore Master
30/09/21, ore 10:00

Allora, sarò sincera: non ho la minima idea di chi siano i Bungo Stray Dogs e sospetto sia esattamente qualcosa che leggerei di mia spontanea volontà, ma morivo dalla voglia di leggere ancora qualcosa di tuo :)
Non so quanto sia un e se, quanto una rielaborazione del Canone, e chi siano i personaggi originali, posso solo dirti che sta in piedi da sola - non è poco.

Tu non lo sai, ma ho cercato di lavorare sul mio stile per togliere e far collassare descrizioni perché alcune cose tue mi piacciono moltissimo e volevo farle un poco mie - ma scrivo diversamente, lo so e non mi lamento ;P A volte ho provato a venire qui e cercare di farmi "contagiare" dal ritmo, sei insomma stata una specie di scuola inconsapevole di scrittura creativa, che non so quanto abbia funzionato, ma che mi ha fatto passare dei bei momenti rubati (mah! rubati?) al lavoro e alla famiglia (si, sono pure io una vecchiarda).

Lascia perdere il piacere di piacere - e te lo dice una che ha passato parecchio tempo a chiedersi ma perché mai le mie storie non piacciono, sarò mica io che sono antipatica, ma possibile che piaccia tanto la storia X e la mia non legga proprio nessuno - non ci riesce la cocacola che è acqua e zucchero, roba che siamo programmati per apprezzare, e spende un botto in pubblicità (pure belle per altro), ci può riuscire un essere umano che è un po' più complicato?
Torna a scrivere e, sopratutto, pensa ad un calendario dell'Avvento!
(Recensione modificata il 30/09/2021 - 10:07 am)

Recensore Master
05/09/21, ore 08:32

Meno male che ci hai ripensato: tante volte mi sono ritrovata e rileggere le tue storie per un po’ di bellezza; il tuo è un ritorno più che gradito.
Efy
Ps: lasciamo perdere il discorso rughe…. sono medaglie pesanti. Spero che fra le tue non manchino mai quelle del sorriso agli angoli della bocca, che le altre sono fin troppe.