Recensioni per
Non ti avevo mai visto davvero
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 35 recensioni.
Positive : 35
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/03/22, ore 20:39

Buon pomeriggio, carissima Sett.! Potevo mai mancare? Ho praticamente letto un capitolo al giorno perché sin dall'inizio, meglio ancora, da quando mi sono approcciata alla tua scrittura, sapevo che avrei voluto assaporare ogni momento. Credo sia stupefacente il modo in cui ogni volta mi dico "no, ma non può essere più brava di così! e poi, come fa? si pone le stesse domande che mi sono posta io e ha un modo di rispondere così perfetto", per poi venire puntualmente smentita.
Credo che questo magico trio sia quello più introspettivo e quello che più affonda le proprie mani all'interno della psiche e del sentire dei personaggi. Ciò che mi lascia sempre tanto soddisfatta è il modo in cui tu svisceri emozioni e sentimenti: c'è una grande conoscenza della storia originale dietro, questo è certamente vero, ma ciò che proprio colpisce è la sconfinata sensibilità con cui racconti il tutto.
Mi è piaciuto leggere nei tuoi tempi narrativi dilatati - passami il termine -in cui il cuore ha il tempo di godersi l'attimo o di caracollare martellante fuori dal petto.
Insomma, non intendo tediarti troppo, la tua scrittura è un qualcosa di meraviglioso e la sento sempre molto vicina a quella che è la mia sensibilità.
Se penso al primo capitolo e al crescendo cui hai dato vita fino a questo, definitivo, epilogo, trovo tutto magistralmente dosato e calibrato. Mi è piaciuta da matti la scelta di mostrarci André sempre attraverso lo sguardo altrui, senza che lui stesse potesse esprimersi o lasciar trapelare la sua visione. La decrescente cecità e la sempre più appagata conoscenza di Oscar, tortuosamente, pezzettino dopo pezzettino, mi ha commossa e con lei ho spesso annaspato e brancolato davanti ad interrogativi persistenti e che lei non ha saputo soddisfare pur davanti a gesti di lapalissiana interpretazione.
Trovo perfetta questa introduzione dalle note oniriche, come scrive la Yoshimoto, spesso le cose più vere e inconfessabili/inaccettabili vengono a galla di notte. Personalmente mi trovo d'accordo e per questo ho visto nella tua scelta, e nel modo in cui fai in modo che i ragionamenti e i pensieri sgorghino da lei quasi involontari, la perfezione assoluta e se ci aggiungi come la luce del giorno riesca poi a far notare ad Oscar le differenze tra André e Bernard, converrai con me che non ho abusato affatto dell'espressione! Mi inchino davanti alla tua bravura :).
Il secondo capitolo penso sia stato per me tra i più interessanti da leggere: la prospettiva dei compagni, non solo di Alain, con elementi che rimandano innegabilmente alla storia, e ti danno una visione credibile e inedita, è una vera chicca. Qui il lavoro è sbalorditivo perché sei riuscita a dare corpo a pensieri di personaggi diversissimi tra loro, ho amato in modo particolare l'attrazione del compagno verso André (che potenza l'immagine della rasatura, ho sentito proprio un brividino! e che meraviglia le riflessioni sul modo di nutrirsi di André: è un uso del quotidiano così immediato da essere perforante e da giungere con prepotenza fino a noi!) e il disprezzo dell'energumeno sfregiato - il nome non mi sovviene, ti chiedo scusa - era così tagliente da farmi salire una punta d'odio (per quest'ultimo) di riflesso.
Credo che il lavoro di prospettiva più bello, tolta Oscar, ovviamente, per me sia stato quello del colonnello: è un personaggio per cui ho sempre sentito un moto incondizionato di empatia e dolcezza. Mi è strapiaciuto il tuo renderlo muto spettatore e attentissimo osservatore: hai in poco indagato anche la sua figura e motivato questo slancio verso i nostri, quanta bellezza tutta insieme!
Vogliamo parlare dei gesti attenti di André? Io sono rimasta colpita in particolare dal suo celare a lei Diane, è veramente fortissima la descrizione e credo che tu abbia dato voce così bene al momento - che è poi stato un po' anche il pensiero che ho avuto anche io sin dalla prima visione vista con un minimo di analisi - che mi sono veramente figurata il tutto. Inoltre è incredibile un'altra cosa: di solito davanti alla morte di qualcuno c'è sempre qualcosa che rimane imperituro tra i ricordi: la scena del vestito che - assurdamente svolazza - mi ha proprio messo il magone.
Infine, ma non ultimo, ma tu lo sai quanto mi hai fatta piangere con gli ultimi e concitatissimi istanti? Credo di aver perso ogni freno davanti all'aleggiare della chiarezza: "Tu sei André" e "André, io non ti lascio più" credo siano stati il coronamento di una trilogia di capitoli splendida. Mi riservo il diritto di tornare a rileggere, se non ti dispiace, scrivere così non è da tutti e trovo che tu sia a dir poco bravissima!
Ti rinnovo i complimenti e ti mando un abbraccio, grazie infinite per questa lettura così vivida,
A.

Recensore Master
05/10/21, ore 09:56

Ciao settembre17. Eccomi per commentare l'ultimo capitolo di questa tua storia. Oscar si perde nei suoi pensieri pensando a quante volte lei e André hanno rischiato di morire. È proprio così, fino a pensare alla differenza nell'ultimo assalto. Mi è piaciuto molto quanto scritto riguardo il colonnello. Le parole "Tu sei André" ben esprimono il senso di tutto quello che sente Oscar nel suo profondo. Bella nel finale l'unione di quelle mani, nell'amore eterno. Mi è piaciuto molto che abbia ringraziato chi legge e recensisce citando Seneca. Ho davvero apprezzato questa citazione, in questo viaggio che abbiamo fatto insieme. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 05/10/2021 - 10:01 am)

Recensore Master
02/10/21, ore 10:19

Ciao settembre17. Mi ha colpita abbia scritto "percorso interiore così difficile, esprimendo quello che abbia sentito nello scrivere. Mi sono immersa in questo contesto, tra i soldati della Guardia, del tutto diverso da quello del primo capitolo. Ho riflettuto nel leggere "ideale o reale?" e riguardo quanto letto in generale, dove mi è piaciuta nel finale quella "lucciola che illumina un filo d'erba." Mi affascina il titolo dell'ultimo capitolo, "uscire dal limbo." Come concluderai questo tragitto dalle diverse sfumature? A presto. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 02/10/2021 - 10:20 am)

Recensore Master
27/09/21, ore 10:20

Ciao settembre17. Interessante questo percorso in tre tappe, al quale corrispondono tre capitoli. Nel primo troviamo, all'inizio, il punto di vista di Girodelle. Mi ha colpita l'espressione "non aveva vita propria." Come scritto nell'introduzione è tutto un parlare di André, ma la sua prospettiva non c'è. Qui si mostra questo attraverso le vicende del cavaliere nero e sarò curiosa di leggere il seguito, con i soldati della Guardia. Mi è piaciuto leggere della differenza nelle fattezze fisiche di André e del cavaliere nero. Suggestive le ultime parole, con Oscar con il freddo dei suoi pensieri. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 27/09/2021 - 10:22 am)

Recensore Junior
21/09/21, ore 23:00

Cara Settembre,

Tutto il capitolo è un percorso meraviglioso tra i pensieri di Oscar che poco a poco riesce a fare chiarezza nel suo cuore prima con il corpo, poi con l’istinto ed infine con la ragione e che finalmente cede ad esso senza compromessi. E per istinto non intendo la semplice attrazione fisica ma quell’intuizione priva di razionalità che fa comprendere ad Oscar che ama Andre’ semplicemente perché è Andre’ e non esiste e mai esisterà nessuno sulla faccia della terra esattamente come lui. E quest’unicità non vuol dire perfezione ma semplicemente che solo e soltanto lui è in grado di comprenderla appieno, di renderla una persona viva e vera. Lui è l’unico in grado di farla sentire completa.

In questo appassionato e profondo viaggio sono però i tanti piccoli incisi da te immaginati a brillare e a lasciare il segno e due mi rimarranno nel cuore.

Il colonnello D’Agout, così simile ad Oscar nella sensibilità e descritto con una profondità ed intensità di sentimenti tale da rivelare tutto quello che l’anime cela dietro poche frasi e due occhi velati di lacrime. Il suo silenzioso suggerimento ad afferrare questo amore perché il tempo corre e non bastano quarant’anni insieme per saziare il bisogno di vivere chi amiamo è struggente e terribilmente vero.

Oscar che va a Versailles per la morte del delfino tanto amato e che immagina Andre’ seguirla con lo sguardo come fa suo padre, come fa uno sposo, intuendo che casa è dove ti aspetta la persona amata, casa è tornare da lui.

Grazie e al prossimo emozionante viaggio.

Recensore Master
19/09/21, ore 21:57

Gentilissima Settembre 17 scusa il ritardo, questa volta volevo rimanere una lettrice silenziosa . Silenziosa perché è un racconto che si commenta da solo.
Piace o non piace;(e a me è piaciuto molto)poi ho letto tutte le altre recensioni,e anche quelle mi hanno catturato il cuore ; alla fine ciò che mi colpisce e annienta è l' introspezione, il focus sui personaggi , davvero notevole (e penso soprattutto alla descrizione del colonnello D' Agout), l' immedesimarsi in Oscar, una Oscar voluta e desiderata.
Una Oscar che alla fine ha il coraggio di "uscire dal limbo" e dire ad André quella breve frase " André io....non ti lascio più".
Così finalmente l' episodio 35 ha un senso, un significato profondo che và al di là degli eventi e segna una sorta di confine fra il prima e il dopo che non rimane imprigionato nella mente di Dezaki ma esplode e si rivela in tutta la sua potenza.
Ero interdetta a recensire, perché, a mio avviso, e spero tu non voglia risentirti, come già sostenevo nel precedente capitolo, faccio difficoltà a separare, scindere situazioni, eventi, sentimenti, evocazioni. Tanto contenuto riunito in un unico capitolo, peccato!
Hai chiuso in 3 capitoli una storia che valeva la pena assaporare in altro modo non con tutta quest' ansia, questa foga e questo schianto finale (bello sì) ma la lettura nel suo insieme andava valorizzata di più.
In mezzo a tanta fulgida bellezza emerge un passaggio da brividi come questo
" il mondo esterno le chiedeva azione, lei agiva: concentrata, precisa, pronta nelle decisioni e convinta delle sue idee. Ma nel suo mondo interiore c’era una strana quiete, i giorni precipitavano uno dopo l’altro e lei si sentiva sempre più forte, più decisa, più consapevole e libera dalle catene del passato, quelle che l’avevano incatenata per anni alla maledizione del suo essere donna, alla sua appartenenza alla nobiltà, a un amore che, ora se ne rendeva conto, non era amore".
Buttato la' alla rinfusa ,mentre le cose belle e soprattutto vere e realistiche di Oscar devono essere evidenziate, valorizzate al massimo.
Non so quando e se tornerai, ma ti prego non scrivere come un post su Facebook, le fiction lì alcune sono meravigliose altre banali e ripetitive.
Con un programma di scrittura al PC puoi osare di più, spero di rileggerti ancora. Non ti dimentico.
Buona serata Sett.

P.S. Grazie del gentile riscontro, non tutti rispondono.
Purtroppo hai dato un' accezione molto negativa alle mie impressioni sulla storia ma sei fuori strada, comunque spero che chi ha letto ha capito cosa invece intendevo davvero dire. Buon inizio settimana ciao
(Recensione modificata il 20/09/2021 - 05:47 pm)

Recensore Veterano
19/09/21, ore 07:32

Quello che mi colpisce, soprattutto, di quest'ultimo capitolo, è un aspetto di Oscar, del suo comportamento e del suo modo di fare, che è impossibile che non ci resti impresso, e, anche , diciamolo un po' dolorosamente incastrato da qualche parte del nostro sentire. Sto parlando di quel suo immobilismo, di quella sua impossibilità di agire, di parlare, a volte anche solo di pensare a ciò a cui avrebbe voluto, a ciò a cui avrebbe dovuto. Questa suo prendere tempo, questo rimanere in attesa, è qui non soltanto descritto con delicatezza e precisione, ma anche chiarito nelle sue più intime e dolorose motivazioni.
Sono immutate, rispetto ai capitoli precedenti, la cura e l'attenzione con cui sono tratteggiati i mille piccoli particolari che rendono il loro legame inscindibile.
Il momento finale è potente e catartico.
Mi piace molto.
Grazie e a presto.
Octave

Recensore Veterano
18/09/21, ore 22:47

Mia cara Settembre, se dovessi elencare tutte le cose che mi sono piaciute di questo capitolo che sembra l'anime a cui è stata tolta la pellicola superficiale per mostrare ciò che davvero ci sta sotto, finirei con lo scrivere un altro capitolo!
Tanto per dirne qualcuna: delicato e struggente quel " piccolo principe che aveva smesso di sognare le stelle"; la saggezza di d'Agout (Ogni giorno perso è un giorno sprecato che non avrai più, non aspettare); la descrizione di Andrè "inerme ma potentissimo".
E quelle due parole vicine a cui viene tolta la patina di insicurezza e indecisione per mostrarle in tutta la loro potenza; il significato intrinseco che racchiudono da tutta la vita.
Bellissimo!
Un abbraccio

Recensore Veterano
18/09/21, ore 22:22

Ammiro la tua capacità di analisi dei personaggi e di introspezione; nella scena del generale ho avuto la netta sensazione di guardare la puntata, mentre qualcuno ogni tanto metteva in pausa l’episodio e, sul fermo immagine, analizzava tutto quanto stava accadendo!
Mi ha emozionato il personaggio del colonnello, che in fondo è l’unico che si accorge dei sintomi di Oscar nell’anime, e che qui quasi presagisce quella pallottola vagante che spezzerà i sogni dei nostri eroi. La scena del generale de Jarjais confesso che non l’ho mai digerita e compresa fino in fondo, forse è troppo giapponese per essere compresa da noi occidentali, il senso estremo del dovere, l’harakiri ecc.
E mi ha sempre deluso l’atteggiamento di Oscar, che sembra quasi accettare passivamente prima di essere uccisa e poi che Andre’ venga fatto fuori… mi piace invece che sia proprio nel momento in cui lui è di spalle, di schiena, che Oscar lo vede, o per meglio dire ne intuisce l’essenza, al di là delle sue mille sfaccettature. Giusto immaginare che sia stato quello il momento in cui Oscar acquisisce piena consapevolezza dei propri sentimenti per Andre’, anche se dopo quell’ “Andre’ , io” non riesce ad aggiungere nulla. Chissà che cosa si dicono davvero su quella balaustra, certo è che da quell’istante non si lasciano più….

Recensore Master
18/09/21, ore 16:21

André dimostra qui tutta la sua nobiltà d'animo e di cuore, che vale molto di più dei titoli e del rango; e Oscar sta iniziando a trovare il coraggio di leggere il proprio cuore.

Recensore Master
18/09/21, ore 15:52

Mia cara Settembre sta diventando sempre più difficile trovare le parole giuste per commentare i tuoi scritti. Perfetti, puliti, lucidi, commoventi, pieni di sentimento, di amore, di comprensione, carichi dell’intimo tormento che sta vivendo la nostra eroina, sopraffatta dalle mille e una domanda che le si affacciano alla mente e che il suo cuore ha deciso, prima di lei, quale sia la risposta più consona per ciò che dentro di lei si agita da troppo tempo, e che forse è sempre stato lì, ma lei ha fatto di tutto per non ascoltarlo.
Il tuo prologo è già un primo passo di questa sua continua introspezione: è un colloquio fatto direttamente con il suo cuore, un dialogo muto a cui la mente ha soltanto donato l’imput migliore per fare in modo che il cuore cominciasse ad incamerare sensazioni ed emozioni. I fatti di Sain Antoine costituiscono un vero e proprio spartiacque fra il prima e il dopo, con quella paura di perdere qualcosa, o meglio qualcuno di estremamente importante, anche se la domanda assillante “chi sei tu?” persiste; però ora, in questi frangenti altamente drammatici, qualcosa invece si realizza plasticamente dinnanzi al suo sguardo che mette a fuoco una persona, e solo dopo la fisicità le giungono anche le parole della persona stessa, che lei finalmente derubrica a semplicemente “lo svedese”. Una indifferenza assoluta verso colui che aveva sempre pensato e creduto di amare, il conte di Fersen, il quale si sta preoccupando per lei, perché qualcun altro stava occupando stabilmente sia il cuore che la mente, con quella angosciosa preocccupazione di conoscerne la sorte, di voler vedere spuntare i suoi capelli neri in mezzo a tutta quella ferocia. Ma anche in questa occasione durante la quale ha quasi potuto toccare con mano l’esperienza della perdita, ecco che la sua incapacità di accettare l’evidenza dei fatti si fa avanti e prende ancora una volta il sopravvento non permettendole tutta una serie di gesti e parole rivolte a lui verso il quale la tenerezza non riesce però a rimanere nascosta.
Persino in caserma i sentimenti nutriti dalla donna comandante verso quel giovane dai capelli scuri, che la segue sempre come un’ombra protettiva, sono palesi al Colonnello d’Agoult, il quale ravvisa nei loro comportamenti, nel loro essere insieme ma distaccati, una sorta di legame indissolubile, che niente e nessuno potrebbe mai tagliare. Lui comprende quanto grande sia l’amore che li unisce prima ancora che lei lo capisca nel profondo e si dispiace che tanto del loro tempo venga letteralmente sprecato anziché essere giustamente condiviso, recando all’animo di entrambi quel giusto tributo che gli è dovuto. Molto intenso il suo rammentare l’amore per la moglie morta, il sentirne giornalmente la mancanza, ma non potendo esternare ad alcuno il suo dolore, vuoi per la posizione sociale, vuoi per l’etichetta rigida. In questo frangente hai tratteggiato un momento veramente commovente che mi ha particolarmente emozionato e mi è parso di udire la voce del colonnello mentre incitava con il pensiero André a non perdersi d’animo e rivelare alla donna che amava tutto il suo amore, perché il tempo scorre inesorabile, e ciò che si è lasciato andare resta perduto per sempre e non si può più recuperare.
Poi, anche tu, hai descritto mirabilmente l’episodio a casa di Alain, distrutto insieme alla madre, dal dolore per la morte della piccola Diane. Anche in questo caso è pervenuta una marea di sensazioni e nuovamente André che sembra voler proteggere Oscar da quella ennesima bruttura, in quel mondo che sta cambiando troppo velocemente, mentre ancora lei è lì a farsi domande su domande, sondando i suoi pensieri e talvolta perdendocisi in mezzo, con sempre il dilemma su chi sia davvero André, ma probabilmente sta cominciando a vederlo davvero e anche se però non è mai il momento buono per cedere alle consapevolezze che si fanno sempre più evidenti.
E infine nell’epilogo ecco che tutte le domande trovano le relative risposte, o forse solo una è quella veramente importante: André è André e basta, è sempre stato così ma lei non è mai stata in grado di squarciare quel velo che aveva davanti agli occhi che ottundeva i sensi e la ragione. Ora non ha neanche più bisogno di guardarlo direttamente negli occhi, poiché sa tutto ciò che deve sapere. E’ dinnanzi a suo padre pronto a morire pur di non assistere alla morte della donna amata. Lei lo osserva di spalle “in ginocchio ma non piegato, inerme ma potentissimo”, come se ci fosse una forza in lui che sovrasta tutto e tutti. E finalmente riesce a vederlo in tutta la sua grandezza, la sua umanità, la sua fierezza mai venuta meno nel corso di tanti anni passati insieme, tra alterne vicende e parecchi dolori e difficoltà.
Bellissimo il finale che riempie anche i cuori dei lettori, poiché con “André io non ti lascio più” finalmente si chiude un cerchio fatto mediante un cammino fra le consapevolezze che sono divenute certezze e che ora, forse, lasceranno il posto ai momenti da vivere insieme.
Anche questa volta, mia cara Autrice, mi sono lasciata prendere la mano, seguendo il filo dei pensieri, mossa dalla forza che le tue parole sono state in grado di regalare, trasformandosi in immagini potenti capaci di lambire il cuore con tutto ciò che, personalmente, avrei ambito vedere realizzato.
Non posso che complimentarmi con te e sperare tu voglia nuovamente prenderci per mano, con la tua bravura e sensibilità, e condurci in un altro stupefacente viaggio in questo fantastico mondo che tanto ancora può regalarci, pronto per essere esplorato.
Un ringraziamento e un affettuoso saluto e a presto…. spero!

Recensore Master
18/09/21, ore 10:54

Cara Settembre,
ma io dove stavo, mentre tu scrivevi queste meraviglie?
Ero persa nei miei meandri pranalcolico-ferroviari, di certo.
Ma adesso, recuperate le tre parti di questa tua ff, partendo, sicut meus est mos, rigorosamente dal fondo, ti esprimo tutta la mia ammirazione, per l'inventio, direbbe Marco Tullio, la disposito e l'elocutio di questo racconto.
E poi, aggiungo io, per scrivere come fai tu, per padroneggiare la scrittura come sai fare, serve una dote che fa difetto a tanti: la finezza, l'occhio insieme delicato e con la vista da rapace per cogliere le sfumature, i mezzi toni. Da urlo, e da Oscar, lasciamelo dire!, "le moment" in caserma, mentre André si rade: mi hai fatto VEDERE quelle mani, quel movimento attorno al pomo d'Adamo, hai dato voce a quello che il giovane soldato non può e non vuole nominare. Strepitoso, semplicemente strepitoso.
Complimenti ancora, e grazie, grazie per aver condiviso con noi questo frutto della tua fantasia.
D.

Recensore Veterano
17/09/21, ore 23:55

Cara Settembre17,
grazie per questo splendido capitolo che rileggerei mille volte e anche di più, pubblicato proprio oggi, nel Tuo giorno (e' un caso?). 
Sei riuscita a ricostruire il tortuoso percorso interiore di Oscar, il tribolato viaggio verso l'acquisizione della sua personale consapevolezza, attraverso una stupenda rappresentazione dei fatti salienti dall'episodio 32 al 35.
Fersen nel prologo e' ridimensionato e diviene banalmente lo "svedese".
La parte centrale si apre con la prospettiva del saggio Colonnello D'Agoult: un personaggio 'di contorno', ma molto intenso e a cui tu hai reso giustizia (così come ai soldatacci). D'Agoult ha molto sofferto per la moglie ed è ben consapevole della fugacità del tempo e, nelle poche scene in cui compare, e più paterno del Generale in tutto l'anime. 
Mentre la prima parte dell'anime copre un arco di tempo piuttosto vasto, gli ultimi dieci episodi riguardano un lasso di tempo veramente breve, dove la successione degli eventi sembra travolgere i protagonisti.
Oscar e sempre più se stessa, ma continua a procrastinare e, come purtroppo vedremo, se ne pentirà amaramente alla fine.
La grandezza di Andre' emerge nei gesti semplici, ma al contempo potenti, com'è nella sua indole: garantire un po' di refrigerio con la propria ombra, celare la vista del cadavere di Diane. Il suo corpo fa sempre da scudo alla donna amata.
Oscar riesce a inquadralo completamente, per la prima volta, quando lo scorge "di schiena" di fronte al padre, pur con la consapevolezza che c'è molto ancora da conoscere di lui. Una perfetta descrizione dell'amore.
I miei più sentiti apprezzamenti per questo capitolo magnifico e intenso.
Un abbraccio, Galla

Recensore Master
17/09/21, ore 23:19

Caspita Settembre! Mi è sembrato de rivedere l'anime con una voce parlante che spiegasse tutti gli sguardi e i silenzi di determinate scene!
Come negli altri capitoli abbiamo anche qui un osservatore esterno (questa è la parte in cui tu prendi personaggi poco più che comparse nell'anime e dai loro voce), il colonello D'Agoult, che vede il legame tra Oscar ed Andrè e tutta la possibile felicità che ancora rimane come sospesa, tra loro. Hai ragione quando contrapponi l'agitazione di Oscar nel suo periodo alla corte di Versailles, dove non c'erano altro che complotti e ripicche intestine, alla calma e solidità che assume nel suo momento alla Guardia Nazionale, dove il mondo attorno a lei è in fermento e lei si muove con calma e sicurezza.
Ho apprezzato che il momento in cui capisce definitivamente chi sia Andrè avvenga quando lui si dichiara senza lacrime, di schiena, "inginocchiato ma non piegato", pronto a morire con una pacatezza che lascia allibiti. E nel manga, effettivamente, è questo il momento della dichiarazione d'amore di Oscar.
La tua storia mi è piaciuta molto, non si conclude con l'anime, è centrata sul percorso interiore di Oscar, che hai reso credibile, svelandolo in modo coinvolgente e profondo.
Mi macherà leggerti....torna presto!

Recensore Junior
13/09/21, ore 17:34

Nel verificare di persona il “Teorema di Settembre”, per adesso assioma non dimostrato, lascio due righe (ma io in due parole non so fare nulla) di ringraziamento.

Ragiono, prima di tutto, sul punto di vista. Il narratore eterodiegetico mi sembra fondersi senza soluzione di continuità con i singoli, chiunque siano i “singoli”.

Splendida la parte iniziale, l’attenzione riservata ai soldati e, come in un gioco di specchi, quella che i ragazzi riservano al nuovo – i pensieri di tutti, ognuno convinto di aver compreso, punti di debolezza e punti di forza.

E negli incisi, nelle parole buttate là all’apparenza casuali, il ritratto di ogni uomo, e tutti meritano almeno un rigo, come lo meritavano un tempo coloro che cadevano in guerra, quando gli aedi cantavano e il mondo era ancora giovane.

Emerge il ritratto di André Grandier attraverso occhi estranei, e il lettore, che sa benissimo di chi si parla e già ha un’idea propria, integra, apprezza, medita.

Interessanti i sogni di Oscar. Si diceva una volta, prima di imbrigliare il sono in parole come ‘inconscio’, che fosse il sogno fosse una Porta fra il reale e il possibile. The Doors, direi.

A proposito: sai qual è il colmo per un sognatore? Essere ricoverato per calcoli.

La battuta, non pronunciata, del “Ti piace” è efficacissima e di tempistica perfetta.

E poi tante altre cose, Settembre, ma ridondo, quanto ridondo.

Grazie per aver colto “le moment”. E pure lo scopo del tutto.

Sacrogral, devoto, devotissimo

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