Dimostri di essere una poetessa a 360 gradi.
Passi con estrema disinvoltura da poesie che condividono momenti, sensazioni, emozioni, a poesie come questa.
Questa è tosta. Nasce probabilmente da qualche episodio autobiografico, ma non usi la prima persona, e proponi a tutti un potente stimolo alla meditazione.
Da leggere in posizione orizzontale, al buio, come sto facendo adesso.
La prima meditazione è che la vita è tutto un alternarsi di alti e bassi, più o meno in parti uguali. Dopo la gioia c'è il dolore, che sembra lungo quanto una quaresima ("quanto c'è voluto"); dopo il dolore c'è la gioia, che già inizia a fare capolino ("si intravedono sogni / leggiadri").
La seconda meditazione è che tendiamo a starcene nel dolore, o nella semplice abulia, come se fosse quella la nostra casa. Finchè qualcosa o qualcuno non ci sveglia, e ci mette le ali; o, meglio, ci fa capire che siamo esseri alati.
E solo allora, dal'alto, come da un drone, da un fantomatico "cielo delle eterne possibilità", riusciamo a vedere come eravamo prima, a vederci "camminare a terra / per paura di cadere".
È una bella poesia astratta, tutta spirito, dall'elegante verseggiare, che lascia addosso un po' di energia positiva in più.
Un caro saluto. |