L’esperienza della pallavolo di Oikawa è stata sempre appassionante da leggere, ma ha avuto un’amarezza di fondo che me lo faceva sentire più vicino di tutti gli altri da questo punto di vista.
Oikawa è un grande. È uno che si è fatto il culo il quintuplo degli altri per arrivare dove è arrivato. La sua è bravura, è passione, ma non è un genio come Kageyama e questo Furudate l’ha reso chiarissimo e ovvio. L’ha praticamente detto.
Lui non ha sfondato come hanno fatto gli altri, e non parlo di Hinata perché lui ha iniziato la pallavolo praticamente dal primo anno di liceo, quella vera. Non è riuscito mai ad arrivare ai Nazionali, all’Interhigh, a niente. È sempre stato fermato prima, dalla Shiratorizawa, sempre dalla Shirtorizawa, poi dalla Karasuno. Il suo era un girone sfortunato perché, essendo una città con pochi elementi, era ammesso solo un vincitore, a differenza di Tokyo con tre e poi due candidati.
In patria non è stato riconosciuto da nessuno e se ne è andato in Argentina, lì ha trovato la sua strada.
L’amarezza è dovuta dal vedere un setter magnifico andare altrove perché non preso in considerazione. Ma ha avuto la sua rivincita.
Non ho visto la fanart (girala!!!), ma questa storia è un’ottima rappresentazione di ciò che è potuto succedere alle olimpiadi. E sono stata contentissima per lui, davvero.
Un bronzo è un bronzo, è un terzo posto a livello globale, è uno schiaffo in faccia a chi, di lui, si rifiutava anche di riconoscere il nome. Una vittoria professionale e personale, un’emozione unica e indescrivibile ed è stato bellissimo leggere di quel momento, del suo rapporto con Iwaizumi, che in Oikawa ci ha sempre creduto e continuerà a farlo, insieme a chi sa di razza di persona si tratta e che in questa storia non c’è ma comunque è sempre presente, a partire dai suoi ex compagni di squadra (perché non riesco a dimenticare quei dementi a tifare per l’Argentina XD) a finire con l’odiato/amato Ushijima, che ha sempre riconosciuto il suo valore.
Bellissima!
Un bacione!!! |