Recensioni per
Prigioniera n. 280
di innominetuo

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/01/22, ore 12:17

Sono in ritardo, come spesso accade, ma finalmente sono riuscita a leggere questa piccola perla.
Con poche parole e nessun fronzolo, in maniera asciutta, ci hai dato un'immagine viva e chiara di una donna ormai vinta dagli eventi, sopratutto di una madre a cui hanno già strappato il cuore, ma che ha mantenuto intatta la sua dignità, anche se è stata umiliata in quasi tutti i modi possibili. Bellissima la riflessione tagliente, ma anche in un certo senso confortante, quella di una donna spezzata ma non piegata che finalmente, nella morte, ritroverà se stessa e la sua quiete.
Sono felice tu sia tornata a scrivere e spero davvero di poter leggere ancora nuove tue, ma attendo anche fiduciosa la continuazione di Naginata. Comunque scrivi, scrivi, scrivi che leggerti è sempre appagante!
(Recensione modificata il 24/01/2022 - 12:20 pm)

Recensore Master
24/10/21, ore 22:35

Eccomi qua!
Lasciati dire prima di tutti che e' un vero piacere, leggere e recensire un tuo nuovo lavoro.
Sulla povera Maria Antonietta posso dire di essermi fatto una certa idea sin da ragazzino, grazie anche a cartoni come "Lady Oscar" e "Il Tulipano Nero".
E non esagero se affermo che sulla rivoluzione francese mi hanno insegnato piu' quelli che molti libri scolastici.
Testi che si limitano a riportare la fredda cronaca e basta.
I nobili sperperavano senza ritegno, i poveri pativano la miseria e la fame. Poi ad un certo punto persero la pazienza e li decapitarono tutti quanti. Fine.
E ovviamente tutti dalle parti del terzo stato, e guai a sollevare obiezioni.
Certo, avevano le loro ragioni.
Continua ad ignorare le richieste di aiuto del popolo e non ti stupire se poi quello ti scatena una carneficina.
Gli Stati Generali che finirono in un nulla di fatto, e Necker licenziato per aver detto l'unica cosa sensata. E cioe' che anche i nobili dovevano pagare le tasse.
E oggi c'e' gente che non si capacita del fatto che non scoppi la rivoluzione qui da noi.
Ragazzi, la' c'era gente che crepava di fame in mezzo alla strada!
Qui, per quanto male ce la si passi, a quei livelli non ci siamo arrivati.
E per fortuna, aggiungo.
Per l'incolumita' di chi ci governa, mi auguro per loro che non arrivino mai a livelli di incapacita' tali da farci arrivare alla stessa situazione.
Ma ora basta divagare.
Quando l'eco della rivoluzione ed il successivo periodo del cosiddetto "Terrore" iniziarono a smorzarsi (e per spegnerli ci vollero torrenti di sangue), a mente fredda iniziarono a parlare della vicenda.
E anche da parte mia, negli anni successivi ho iniziato a documentarmi meglio con libri che parlavano del processo.
Ad uno, in particolare, sono legato. E lo tengo tuttora con me.
E' il lascito di una mia zia che oggi non c'e' piu'.
Me li lascio' in prestito qualche mese prima di morire. E i suoi figli svuotarono letteralmente la sua casa, buttando via tutto.
E' l'unica cosa che mi e' rimasta di lei.
E parla del processo alla "Vedova Capeto", come la chiamavano.
Che idea mi sono fatto, io?
La stessa che si fecero decine di storici.
E' cioe' che fu una farsa. E una delle pagine piu' nere e vergognose della storia di Francia.
Era davvero necessario, tutto questo?
Una povera donna trascinata alla gogna e al pubblico ludibrio, di fronte ad una folla sadica. Che aveva come unico scopo quello di sfogare rancori e vendette personali.
La umiliarono in ogni modo possibile. Le portarono via tutto. Marito, figli (con l'erede al trono ridotto ad un alcolizzato semi - demente, con la scusa di educarlo come un vero figlio del popolo) e anche la dignita'.
Ma non riuscirono mai a privarla della compostezza. Nemmeno nelle ultime e piu' tragiche ore.
Ripeto...c'e ne fu davvero bisogno, di una simile barbarie?
E' innegabile, purtroppo. Gli ex - monarchi erano diventati il nemico giurato di parigino. Soprattutto lei, la straniera, l'Austriaca, venuta ad affamare la gente coi suoi capricci e frivolezze.
L'esilio sarebbe potuto bastare. Ma per qualcuno no.
La loro morte fu un bell'esempio di infame compromesso politico. Per avere l'appoggio delle frange piu' oltranziste ed estremiste, che volevano le loro teste.
Poi, il tentativo fallito di fuga con l'aiuto del Duca di Fersen fu il colpo di grazia, che li privo' anche dell'ultimo barlume di credibilità che gli era rimasto.
E Re Luigi non voleva. In cuor suo, sapeva che se li avessero presi sarebbe stata una condanna a morte.
"Un Re che scappa..." continuava a ripetere.
Poi si sa come ando' a finire.
Riportati indietro a forza, e quasi linciati dai cittadini che assaltarono la loro carrozza con urla e bestemmie lanciate con la bava alla bocca.
Che triste spettacolo. E fu da allora che i capelli della povera sovrana deposita si incanutirono per lo choc subito.
Una cosa orrenda. Quasi quanto furono le sevizie e i maltrattamenti psicologici riservati all'imputata.
E le ingiurie. Come quando la accusarono persino di rapporti incestuosi col suo primogenito. A cui replico' con un lapidario "Non vi rispondo perche' il mio orgoglio e amore di madre non me lo permettono."
Che donna.
Persino una grossa fetta di rappresentanti femminili all'interno dell'aula si ribellarono segnate, di fronte a quelle accuse cosi' infamanti e senza alcun senso.
Uno dei rari gesti di civilta' in mezzo ad un mucchio di autentiche bestie.
E' probabile che gli ex - regnanti fossero l'imbarazzante residuo di un vecchio mondo ormai finito in frantumi.
Ma a cosa porto' la loro morte?
Gente come Robespierre, Marat, Danton, Saint - Joust finirono per sbranarsi tra loro come un branco di cani rabbiosi, resi pazzi e folli dal potere. Ed ebbero in molti casi la medesima sorte che riservarono a tanti altri prima di loro.
Qualche ex - nobile sopravvissuto commento' maligna ente che se per i nobili e' dura gestire un intero paese, per i plebei e' assolutamente impossibile.
Il potere non e' per la gente comune. Ne finiscono consumati.
E cosa accadde, dopo?
Un vuoto di potere che non porto' a niente. Se non ad aumentare la fame e la miseria, coi bottegai che non vendevano piu' nulla a nessuno e i prodotti che raggiunsero prezzi da mercato nero.
Non c'era piu' nemmeno il pane. Altro che la celebre battuta, che poi fu tutta un'invenzione...
E da li', da una pseudo - repubblica fantoccio, si passo' direttamente alla dittatura con l'ascesa di Napoleone.
Che era si' di umili origini. Ma che preferi' occuparsi della politica estera (ricordatevi sempre una cosa. Quando si dice che un governo si e' distinto per una vivace politica estera, vuol dire che non ha fatto nulla!) piuttosto che risolvere i problemi interni, lanciandosi in guerra con mezza Europa.
Gia', proprio un bell'affare.
Sei stata davvero bravissima a rappresentare lo stato d'animo di Maria Antonietta nelle sue ultime ore su questa terra.
Ormai e' rassegnata. E le importa solo di raggiungere suo marito. E quel che le sta accadendo e che le e' accaduto ha gia' minato irrimediabilmente quel poco che le restava della sua salute.
Gia', Madama Ghigliottina non serve piu'. L'hanno gia' uccisa.
Davvero bravissima. Un racconto emozionante. E straziante.
Complimenti e alla prossima.
E...trovo sia davvero bello, aver ritrovato qualcosa di tuo da leggere, dopo tanto tempo.
Nell'attesa, mi rileggero' qualche tua vecchia opera, che me ne sono rimaste alcune in sospeso.
Ci sentiamo, e...in gamba, mi raccomando.
Sempre.

See ya!!


Roberto
(Recensione modificata il 24/10/2021 - 10:37 pm)

Recensore Master
17/10/21, ore 22:45

Innanzitutto, bentornata! Sono molto felice di ritrovare le tue storie sempre impeccabili, sotto ogni punto di vista!

Questa mi ha fatto venire letteralmente i brividi! Mi sono sentita trasportata anch'io in quella lurida cella, a condividere la disperazione e la rassegnazione di questa donna ormai rimasta sola, sofferente e a un passo dalla sua esecuzione, con l'angoscia di lasciare i due figli superstiti in mano ai suoi stessi aguzzini. Che è forse per una madre è una punizione ancora peggiore della morte. Di qualunque colpa si sia macchiata, non si può non provare pietà per lei.
Poi, come sempre, le vicende vanno sempre inquadrate nel loro contesto storico, prima di dare dei giudizi frutto della mentalità moderna. Tempo fa lessi una bella biografia di Maria Antonietta, che restituiva una persona completamente diversa dall'immagine stereotipata che tutti abbiamo in mente... non certo una santa, ma nemmeno un mostro. Nessuno del suo rango aveva la minima idea dei problemi della gente comune... sovrani e nobili vivevano in una bolla dorata, da cui non era facile uscire, anche volendo. Anche lei ne era vittima e succube, e ha pagato un prezzo altissimo.
Nella tua storia, hai ridato una dimensione tutta umana a un personaggio controverso, caduto dal trono alla polvere, privato di ogni cosa e affetto, che però cerca di preservare un ultimo barlume di dignità e rispetto per se stessa.
Mi hai davvero commossa, brava!
Spero di rileggerti presto!

Recensore Master
17/10/21, ore 19:45

Sono contenta di ritrovarti, carissima. Mi mancava la tua penna e mi mancava la tua sensibilità, sempre così fine nell'indagare l'animo umano, specialmente quello femminile. Qui, ahimé, non stiamo parlando di un personaggio di fantasia, ma di una donna in carne e ossa che è stata travolta dalla storia, diventando vittima sacrificale per inaugurare col suo sangue, in una esecuzione tanto oltraggiosa quanto inutile, una nuova era e un nuovo regime. Hai avuto molto coraggio a provare a immedesimarti in Maria Antonietta mentre si prepara a salire al patibolo. Quali pensieri hanno mai attraversato la sua mente in un momento tanto fatidico? Io non lo so, ma provo grande pena per lei, e anche grande ammirazione per la forza d'animo con la quale ha affrontato la sua caduta e la sua prigionia, perfino mentre veniva infangata dalle accuse più infamanti durante un processo farsa di nemmeno 48 ore il cui verdetto era già ampiamente deciso. Ho apprezzato molto il finale della tua flashfic, perché fin dal preciso momento in cui ha messo piede in Francia Maria Antonietta ha smesso di appartenersi, venendo esposta, in ogni momento della sua esistenza - perfino i più intimi -, agli occhi indiscreti dei cortigiani. Accadeva nei sontuosi appartamenti di Versailles, e accadeva nella lurida cella della Conciergerie. Ogni singolo istante della sua giornata era passato al vaglio di decide di testimoni impietosi e pettegoli. Credo che le tue poche righe rendano pieno merito al grande orgoglio e senso di dignità con cui questa donna ha affrontato un destino molto più grande di lei, a testa alta fino all'ultimo istante, quando sul patibolo si è scusata col boia che stava per ucciderla per avergli pestato un piede.
Spero di leggerti nuovamente al più presto!
Un abbraccio
S.

Recensore Master
17/10/21, ore 06:38

Buongiorno,
grazie per essere tornata, è un piacere leggere di nuovo qualcosa di tuo, scritto da te con il cuore!
Gli ultimi pensieri di una persona sfinita, costretta a vivere di tutto... dalle stelle alle stalle, una vita di impennate tra il lusso fastoso di una corte in rovina e la rovina in una società nuova. Una società che avrà costi drammatici in tutti i sensi... ma in fondo da questa rivoluzione inizierà un rapido cambiamento dell'Europa e del mondo.

Recensore Master
17/10/21, ore 00:02

Louuuu!!! Sei tornata!!
Ahaha, che bello, non posso crederci!
Allora, tutto bene?
Quindi... oggi è l'anniversario della morte della regina Maria Antonietta?
Purtroppo non è stata una buona regina, ma è stato troppo crudele punirla così.
Con la morte, ma anche con quello che le hanno fatto con il suo bambino... è veramente orribile.

Addirittura ormai non la chiamavano più nemmeno con il suo nome?

' Da domani sarò solo una cosa ', mi ha fatto gelare il sangue nelle vene.

Ma per ora è ancora sua, appartiene a se stessa, già...

Nessuno dovrebbe mai essere privato della vita, è una cosa troppo ingiusta e crudele, ma purtroppo la realtà è ben diversa da quella che sogno io...

Allora ben tornata, spero di leggerti di nuovo presto, ben tornata in lizza!

Recensore Master
16/10/21, ore 22:30

Ciaoo!!!!
Oddio cosa vedono le mie fosche pupille, sei tornata!!
Sono contentissimo!
Ma veniamo a noi.
Un breve frammento per ricordare una persona che fu calunniata come pochi nella Storia.
Tu ce la dipingi come una donna sola e stanca, che però non rinuncia ad una compostezza e una nobiltà d'animo encomiabili. Viene fatta oggetto di ogni genere di oltraggio e umiliazione, le vengono tolti nome, figli e futuro, ma di certo l'orgoglio e la compostezza non possono venire tolti da nessuno.
Chissà chi era veramente, Maria Anotnietta, al di là di tutti gli appellativi che hai elencato. Di certo sappiamo che non era come una certa storiografia surrettizia ce l'ha sempre voluta presentare.
Complimenti, come sempre sai tratteggiare mirabili figure di donne, tragiche e composte nel dolore.
Bentornata di nuovo, mi sei mancata tantissimo!