Recensioni per
L'ultima Partita
di dirkfelpy89

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/12/21, ore 13:38

SECONDA CLASSIFICATA

“L’ultima Partita” di dirkfelpy




Grammatica e stile: 7,5/10


Dal punto di vista grammaticale non ho trovato tanti errori, ma ho comunque notato qualche piccola sbavatura che, seppur isolata, ha assunto un certo peso perché si tratta effettivamente di errori di grammatica. Ora, potrei anche sbagliarmi e si potrebbe trattare semplicemente di errori di battitura o sviste, e soprattutto in un caso penso sia proprio così. Ti riporto ciò che ho notato:
“Si, lo so, Lore” -> qui il “sì” affermazione è scritto senza accento, il che è un errore; tuttavia, andando avanti nella lettura, ho trovato altri casi in cui l’accento era presente, quindi sono più propensa a vedere questa come una semplice svista ^^
“Ecco il mio campione di Tennis” -> in questo caso non credo sia necessaria la maiuscola nella parola “tennis”, dal momento che i nomi degli sport generalmente si scrivono con la lettera minuscola – e visto che tu stessa in questa storia hai utilizzato la T maiuscola solo in questa occasione.
“che fa sù e giù” -> “su” preposizione non va mai scritto con l’accento, mentre invece è corretto in “giù”.
“rimaniamo distesi uno vicino all'altro” -> essendo riferito a una scena che racconta di un uomo e una donna, sarebbe più corretto dire “l’uno vicino all’altra”; nella formulazione da te adottata, sottintendi che ci si sta riferendo a due uomini.
Questi sono gli errori grammaticali che mi sono saltati all’occhio. Non sono molti, come vedi, ma non posso nemmeno del tutto ignorarli, soprattutto in uno scritto relativamente breve. Comunque immagino, come ti dicevo anche sopra, che alcuni siano semplicemente delle sviste ^^
E a proposito di errori di battitura/distrazione, ne ho trovato giusto un paio che ti segnalo qui sotto, in modo che tu li possa correggere nel testo:
“me ne accorgo nel terzo game.:” -> qui c’è un punto in più subito prima dei due punti ^^
“prendono una pallina e faccio per lanciarla” -> qui c’è un “prendono” al posto di “prendo”.
Ci sarebbe in realtà un altro errore, che penso sia sempre di distrazione, che ha inficiato un po’ il senso di una frase:
“portandomi sul 4-5 e nel set successivo mi esalto, giocando un ottimo tennis che distrugge le patetiche difese di Andrea. 4-6” -> hai scritto “nel set successivo”, ma penso che intendessi “nel game”, visto che il primo set non era ancora concluso. È una piccola svista, ma ammetto che mi ci è voluto un po’ per capire il senso della frase, per un attimo sono rimasta un po’ spaesata XD
Prendo questa citazione dal testo anche per segnalarti una cosetta un po’ più tecnica (perché sì, sono pignola AHAHAH ma la verità è che mi piace dire tutto ciò che noto nella speranza di aiutare gli autori): generalmente, quando si parla di punteggi di tennis, li si appunta scrivendo prima quello del vincitore (in questo caso del set) e poi quello del perdente. In questo caso, a maggior ragione, la storia è raccontata dal punto di vista del vincente e sarebbe stato più corretto scrivere “6-4” invece di 4-6.
Passiamo ora allo stile!
Prima di addentrarmi nel discorso della punteggiatura, che dovrò affrontare sicuramente in larga scala, vorrei segnalarti alcune piccole sbavature e periodi formulati in una maniera non troppo chiara.
“Quindi non rompermi i coglioni e fatti da parte, vorrei dirgli” -> quando ho letto questa frase, ho pensato che il pensiero di Marco sarebbe dovuto essere differenziato dal resto del discorso indiretto, magari con delle virgolette o, in alternativa (visto che le virgolette erano già in uso per i dialoghi), con una formattazione in corsivo. Generalmente è un modo molto efficace per tenere i pensieri del personaggio e narrazione separati!
“Paola mi sta aspettando e se non mi muovo capace che quella neanche me la dà.” -> quel “capace che quella neanche me la dà” è una formulazione – almeno credo – di origine dialettale e che si usa nel parlato, ma nell’italiano narrativo non è proprio corretta. Ci avrei sicuramente chiuso un occhio nel caso fosse stata inserita in un discorso diretto, perché adoro e premio i dialoghi realistici, ma visto che è nel mezzo della parte narrativa ho voluto segnalartela.
Tuttavia colgo l’occasione per complimentarmi con te perché, in linea di massima, hai utilizzato un lessico che si addice perfettamente alla storia: il tuo modo di raccontare con termini colloquiali e informali non solo rende credibile il racconto, ma ci dice tanto anche del protagonista, del suo modo di pensare e di esprimersi. Sicuramente non saresti riuscita a ottenere lo stesso risultato se avessi narrato la storia in terza persona, quindi ho trovato la tua scelta di adottare la prima molto azzeccata e furba. Questo – e ne riparleremo anche nel prossimo parametro – ti ha fatto guadagnare un enorme vantaggio per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi!
“Paola, 25 anni, moglie di un mio collega piuttosto stronzo” -> generalmente nei testi letterari, quando si parla dell’età dei personaggi, si dovrebbe scrivere il numero in lettere e non in cifre. In realtà sono davvero rari i casi in cui si trovano cifre, se non per le date o per segnare dei dati particolari. Non posso comunque definirlo un errore vero e proprio, ma solamente un consiglio per rendere il tuo testo esteticamente più “letterario” (non so se sono riuscita a spiegarmi, e ancora una volta perdona la mia pignoleria ahahah).
“"Sei davvero convinto che domani subirò un'umiliazione pubblica? Ma come cazzo ti permetti?" Chiedo” -> qui la c di “chiedo” dovrebbe essere minuscolo, perché in un certo senso è come se il discorso indiretto fosse legato – un continuo – del discorso diretto. Generalmente questo avviene sempre quando, dopo le virgolette, vi è un verbo che implica il parlare (chiedo, dico, rispondo, ecc…). È qualcosa che hai saputo gestire bene presso i dialoghi, ma questa maiuscola deve esserti scappata ^^
“D’accordo, cagasotto?" sento una rabbia che non mi appartiene invadermi i pensieri.” -> qui invece è il caso inverso: il periodo fuori dalle virgolette è totalmente slegato da quello contenuto al loro interno, è come se si stesse cominciando una frase totalmente diversa e quindi ci vorrebbe la lettera maiuscola nella parola “sento”.
Veniamo quindi al discorso riguardante la punteggiatura, come ti accennavo prima. Ho trovato in generale un po’ di disordine, che in certi momenti ha avuto l’effetti di rallentare la scorrevolezza e fluidità del tuo stile: ho trovato periodi con troppe virgole, altri che invece ne avevano troppo poche, in altre sarebbe stato più corretto sostituirle con qualche altro segno di interpunzione.
Ti riporto giusto alcuni esempi dal testo:
"Ehi, fermo non andare via, avrei una proposta da farti," -> qui indubbiamente ci dovrebbe essere una virgola tra “fermo” e “non andare via”. Aggiungendola si creerebbe però un altro problema: un periodo davvero molto breve sarebbe costellato da virgole, il che rischierebbe di appesantire la frase. Il mio suggerimento è quindi quello di sostituire la virgola dopo “via” con un punto o un punto esclamativo. La frase risulterebbe così in conclusione:
“Ehi, fermo, non andare via! Avrei una proposta da farti.”
Non credi anche tu che suoni più naturale? ^^
“Insomma ti alleno da qualche mese ma non abbiamo mai avuto occasione di parlare un po' più approfonditamente.” -> qui sarebbe più opportuno inserire una virgola subito dopo “insomma”.
“Sì ma… insomma, la mia prima scelta, da ragazzo tanto viziato quanto ricco, fu di vendere la società di mio padre, e fanculo le responsabilità, avrei continuato a inseguire il mio sogno, il tennis!” -> la prima cosa che mi salta all’occhio è che manca una virgola dopo il “sì”, all’inizio. Quando si deve confermare qualcosa col “sì” e aggiungere qualcos’altro col “ma”, ci vorrebbe sempre una virgola tra le due parole.
La seconda cosa che noto è che la frase è costellata di virgole, che in alcuni casi sono utili alla sua formulazione ma in altri sono d’intralcio o potrebbero essere sostituite con dell’altra punteggiatura. In primis io eviterei quella di “e fanculo le responsabilità”, visto che appunto è già presente la “e” congiunzione e la frase non è così lunga da dover essere ulteriormente frammentata. In secondo luogo, la virgola subito prima di “avrei” si potrebbe tranquillamente trasformare in un punto e virgola.
“"Ti ringrazio, ma ora devo andare quindi, se hai finito di leccarmi il culo... " -> qui la punteggiatura va quasi del tutto bene, ma ho l’impressione che manchi un punto, magari subito prima del “quindi”.
“Questo, Andrea il tuo prossimo avversario” -> questo mi sembra più che altro un errore di battitura: è come se avessi inserito la virgola prima di “Andrea” piuttosto che dopo, come dovrebbe effettivamente essere perché la frase abbia senso.
“Questa può essere la tua ultima occasione per vincere un torneo di tennis e devi darmi retta, così come sei messo non puoi andare molto lontano.” -> la frase “devi darmi retta” andrebbe racchiusa tra virgole, essendo una specie di inciso, quindi qui manca la virgola prima di “devi”.
"Marco ma che cosa combini là fuori?” -> anche qui, come nel caso del “sì, ma”, ci vorrebbe una virgola tra “Marco” e “ma”.
“La vista mi si annebbia ulteriormente, vorrei fare qualcosa, cazzo non mi sto sentendo bene, ma allo stesso tempo sono come in trance, non sento fatica solo questa dannata morsa al petto.” -> questo periodo è intervallato da virgole, anche se non sempre le frasi sono attinenti l’una con l’altra e sarebbe stato meglio separarle con dei punti fermi. Anzi, questa è pure una possibile tecnica narrativa per conferire ancora più suspense alla narrazione: suddividere dei pensieri così “veloci” e confusi in frasi brevi, magari mandandole anche a capo di continuo, dà un effetto di pensieri “frammentati” che rende ancora meglio la sensazione di spaesamento del personaggio.
Inoltre mancano delle virgole dove ci vorrebbero: “cazzo, non mi sto sentendo bene” e “non sento fatica, solo questa dannata morsa al petto”.
“La palla rimbalza veloce sul lungolinea.
Scatto, allungando il braccio il più possibile, cercando la giusta traiettoria per uno dei miei letali diretti, ma mi sono mosso troppo lentamente, in ritardo, e la pallina rimbalza beffarda sotto il mio braccio destro. Maledizione!” -> altro esempio di periodo esclusivamente intervallato da virgole che ne minano la scorrevolezza. Ne approfitto per segnalarti, in questo caso, anche la ripetizione di “rimbalza” a una distanza molto ravvicinata.
So che magari ora ti sembrerà che io abbia voluto solo avanzare delle “critiche” a livello stilistico e sia andata a sottolineare gli aspetti negativi, ma in realtà ho notato anche molti punti di forza che, al di là di tutte queste sbavature, hanno reso la lettura godibile!
Già ti ho fatto i complimenti per il lessico adottato e per l’effetto sortito all’interno del testo. Un altro aspetto che voglio sottolineare è in grande equilibrio in cui si alternano dialoghi, narrazione, introspezione e descrizioni. I pensieri dei personaggi non mancano, ma sono perfettamente amalgamati nelle scene d’azione e anzi, spesso emergono dal loro atteggiamento e dal loro modo di esprimersi. E a tal proposito, i dialoghi risultano sempre naturali, credibili e la loro presenza importante all’interno del testo rende sia le scene sia i personaggi più vividi.
Il fatto che i periodi non siano né eccessivamente lunghi e articolati né eccessivamente brevi rende la storia semplice e piacevole da leggere, la fa scorrere davanti agli occhi con semplicità e naturalezza, e posso dire che ho complessivamente gradito la gestione stilistica – a parte nei casi che ti ho segnalato qui sopra.
Insomma, in linea di massima ci sono davvero delle ottime basi, il testo non presenta nessun problema così grave che non possa essere corretto con una semplice revisione. Mi è piaciuto leggere questa storia!


Trama e personaggi: 9/10

Per quanto riguarda la trama, l’ho trovata abbastanza lineare e ben strutturata: la vicenda procede in ordine cronologico, si articola senza grandi colpi di scena ma allo stesso tempo è in grado di creare suspense. Non è tanto il dubbio su come agirà Marco (è abbastanza semplice intuire che alla fine si doperà, troppo orgoglioso e pieno di sé per rischiare di perdere), ma ciò che succederà durante la partita: gli basterà quell’iniezione per vincere? Non ce la farà comunque? Avrà degli effetti collaterali? Se sì, si manifesteranno durante la partita o subito dopo? Devo essere sincera: la questione mi ha intrigato un po’ come se stessi guardando una vera partita di tennis, il che non è affatto scontato, visto che trasporre queste emozioni in una storia lasciando inalterato il loro effetto non è affatto semplice.
Tutto ciò è stato possibile perché, giustamente, hai saputo dare il giusto rilievo e il giusto spazio a ogni scena: hai raccontato ogni parte delle due giornate con un ritmo incalzante ma mai troppo rapido, ti sei presa il tempo per far emergere ogni dettaglio che è andato a incastrarsi perfettamente col quadro generale. Una cosa apprezzabile, per esempio, è la scena di Marco con l’amante: può sembrare un’aggiunta quasi fuori contesto, che non era fondamentale raccontare e che può addirittura rubare spazio prezioso alla questione principale, ma in realtà è una scena importantissima perché ci dice molto di Marco, del suo atteggiamento e della sua vita – per nulla soddisfacente, motivo per cui tenta di rifugiarsi in una vittoria facile che possa riscattarlo e farlo uscire dalla mediocrità.
Ho potuto cogliere l’importanza di ogni momento, di ogni gesto raccontato, il che ti ha permesso di creare una trama ricca seppur semplice. Quando sono arrivata alla fine, infatti, non mi pareva di aver letto un testo di tremila parole; mi è sembrato più lungo, forse proprio per via della sua completezza.
Ci sono però alcune cosette che mi hanno fatto storcere il naso durante la lettura e che, seppur si tratti di piccoli dettagli, rappresentane delle incongruenze a livello di trama.
La prima di queste riguarda la frase che ti ho copiato nel parametro di grammatica e stile, in cui hai sostituito la parola “game” con “set”. Nonostante io abbia capito il senso della frase, ci sono arrivata solo dopo e questo mi ha un po’ scombussolato a livello di trama.
Ti segnalo altre due piccole cose:
“Nel quarto riesco, con estrema fatica, a vincere ma ecco che i primi acciacchi, i primi segni di affaticamento si fanno sentire e perdo il quarto game: 3-1.” -> qui Marco perde i primi tre game, vince il quarto e a quel punto il punteggio dovrebbe essere 3-1. Tuttavia dici che perde un altro game (che tu definisci “quarto” ma dovrebbe teoricamente essere il quinto). Il punteggio alla fine di questo periodo dovrebbe quindi essere 4-1. Questo errore si è verificato perché hai parlato di due quarti game, in pratica XD
Per fortuna la frase successiva è abbastanza vaga da non compromettere l’intero senso della storia, ma qui vi è comunque una piccola incongruenza.
“La mia proposta fa breccia nella mente di Lorenzo che va nel suo ufficio e poco dopo torna con una siringa che lascia accanto a me per poi correre fuori.” -> qui ci sono due cose che mi lasciano perplessa. La prima è: Lorenzo ha un ufficio? Lì, nella sede in cui si tiene il torneo? A meno che non si svolga nel club in cui Lorenzo allena, o magari un club di sua proprietà, non credo che gli allenatori possano avere degli uffici tutti per loro… poi magari mi sbaglio, ma leggere questa frase mi ha lasciato un po’ basita!
In secondo luogo, mi dà da riflettere il fatto che Lorenzo abbia una seconda siringa nel suo ufficio, quando per procurare la prima ha dovuto chiamare il suo amico spacciatore. A meno che non gli abbia comprato più dosi per averle in più, dubito che potesse rintracciare la droga così facilmente, ma questo non viene specificato.
Questi sono i motivi che mi hanno portato ad abbassare un po’ il punteggio della trama. Magari poi si tratta di semplici errori di distrazione, ma mi sembra comunque doveroso segnalarteli ^^
Per quanto riguarda i personaggi… fattelo dire, hai fatto un lavoro SPLENDIDO! Mi è capitato raramente di trovare storie così brevi in cui però i personaggi emergessero in una maniera così nitida e completa, sei riuscita a tracciare alla perfezione ogni dettaglio del carattere non solo del protagonista, ma di ogni personaggio apparso.
Marco è detestabile, sei riuscita a renderlo tale facendo emergere tutti i suoi difetti: non ha perso il suo fare capriccioso e viziato da figlio di famiglia borghese, nonostante la vita non gli abbia mai riservato chissà quali gioie. È pieno di sé, non accetta le critiche o i suggerimenti altrui, le insinuazioni di Lorenzo che gli fa notare che non ha più l’età per battere i più forti lo feriscono nell’orgoglio, e la sua voglia di brillare e riscattarsi è talmente forte che lo porta a compiere un gesto sconsiderato, facendosi addirittura due iniezioni di fila. Visto che nel tennis ha fallito e non ha raggiunto i risultati che sperava, trova altri modi per dimostrare la sua supremazia e tenere alto il suo ego: conquistando una donna dietro l’altra come fossero trofei.
Si percepisce che, al di là del suo atteggiamento da spaccone, è un uomo insoddisfatto e pieno di fragilità. Questo, almeno ai miei occhi, non lo rende meno detestabile XD
Lorenzo è il classico partner in crime (non so più cosa sto scrivendo AHAHAH) cospiratore, che mette la pulce nell’orecchio e che cerca di portare l’acqua al suo mulino. Non gli importa granché di Marco in realtà, o almeno mi dà quest’impressione nel momento in cui gli concede di farsi un’altra dose senza battere ciglio. Lui voleva solo che il suo allievo vincesse, gli ha proposto la strada del doping ma poi non voleva responsabilità su di sé. Alla fine i due hanno due caratteri simili alla fine.
Ciò che rende la caratterizzazione veramente forte sono i dialoghi, che, come ti dicevo in altre occasioni, sono resi credibili da un lessico colloquiale, e i pensieri di Marco, in cui ti sei potuta sbizzarrire grazie all’utilizzo della prima persona. Conosciamo il mondo attraverso gli occhi del protagonista e ciò ci dice qualcosa sia del mondo attorno a lui, sia del suo modo di vederlo. Davvero, hai fatto un lavoro strepitoso, penso che non mi dimenticherò tanto facilmente di questi personaggi!


Attinenza al tema: 5/5

Trovo che il tema del contest sia trattato a tutto tondo… eccome!
Non ti sei limitata a parlare del tennis con relativi allenamenti e tornei, ma hai affrontato una serie di tematiche relative allo sport che hanno una grandissima importanza: il doping, in cui troppi atleti delle più diverse discipline cascano ogni anno per l’ambizione di avere sempre di più, e la decadenza corporea con l’avanzare degli anni. Roger Federer, a cui io e Kim abbiamo dedicato questo contest, ne è un chiaro esempio: a una certa età non si è più in grado di competere (o almeno, non si è più in grado di farlo a livelli così alti) e non è una cosa facile da accettare, soprattutto perché a quaranta/quarantacinque anni non si è “vecchi”, ma lo si è per il tennis.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai raccontato il gioco di Marco, la partita e il rapporto con l’allenatore, ma in particolare il modo in cui hai gestito la tensione, la competizione, le emozioni che l’atleta prova durante una partita e di conseguenza le emozioni che noi spettatori/lettori proviamo.
Un’altra cosa che per esempio mi ha colpito è stato leggere della strategia che Marco ha adottato in campo durante la partita; ha illuso il suo avversario che sarebbe stato tutto sommato semplice batterlo, poi ha cominciato ad alzare il livello del suo gioco e ha recuperato con semplicità i game di svantaggio. Può sembrare una sottigliezza, ma è una cosa che nel tennis ho visto fare diverse volte e mi fa piacere notare che hai prestato attenzione anche a questi piccoli dettagli.
Davvero, sei riuscita a curare ogni singolo aspetto del mondo del tennis e hai reso questa storia unica e approfondita. Questa è una storia che parla di TENNIS e di nessun altro sport, ed è questo che mi è piaciuto davvero. Complimenti, punteggio pieno meritatissimo!
E poi, diciamocelo… i tennisti, soprattutto quelli professionisti, sono tutti un po’ delle teste calde come Marco, non sopportano la sconfitta e non sopportano che qualcuno che ritengono “inferiore” gli dica ciò che devono fare XD a un certo punto ho davvero sperato che spaccasse la racchetta, sarebbe stata l’apoteosi del tennis AHAHAH!


Gradimento personale: 5/5

Questo parametro, seppur sia l’unico totalmente soggettivo, mi ha dato un po’ da riflettere. Da una parte le piccole sbavature che ti ho segnalato nel parametro della grammatica e stile, che hanno rallentato un po’ la lettura perché disseminate un po’ per tutto il testo; dall’altra, una trama e dei personaggi che mi hanno davvero catturato. Ma alla fine sai cosa? Ho adorato troppo la storia, per le tematiche trattate e per il modo in cui le hai trattate, quindi non potevo non assegnarti il punteggio pieno!
Innanzitutto: il finale. IL FINALE. Mi ha lasciato completamente senza parole! Certo, qualche effetto collaterale del doping me l’aspettavo, ma mai mi sarei immaginata che Marco andasse in overdose nel bel mezzo del match e ci lasciasse addirittura le penne! È successo tutto così in fretta che, nonostante io sia ormai alla fine della valutazione, sto ancora metabolizzando quello che ho letto!
In secondo luogo: generalmente non sono una grande amante dello sport, seguo solo ed esclusivamente il tennis, ma se c’è una tematica di questo mondo che mi affascina è quella del doping. Forse sono sadica e forse ho una leggera (leggeriiiissima) predilezione per il dramma, ma ti basti pensare che in passato ho aperto un contest interamente dedicato alle droghe e alle dipendenze. Tu hai preso una delle mie tematiche preferite, l’hai unita al mio sport preferito e, insomma, hai fatto centro! Potrei leggere seimila storie come questa e non mi stancherei mai!
I personaggi, come già ti dicevo, sono una forza: tra Marco e Lorenzo non so chi sia peggio XD e io ho un debole per i personaggi così, fragili, al limite tra il giusto e lo sbagliato, che sbagliano e così facendo dimostrano tutta la loro umanità. I tuoi protagonisti hanno mille sfaccettature e mille difetti, proprio come le persone reali, e il fatto che abbia provato simpatia o antipatia per loro è un ottimo segno: significa che ho empatizzato con loro e che tu sei riuscita a renderli veramente umani.
Ma ciò che forse mi ha convinto più di tutto è l’atmosfera che si respira nella storia: hai parlato di tennisti, di tornei, di allenamenti e di competizione in una maniera così naturale e vivida che è come se avessi quasi visto questa partita e tutto il suo prologo. Infatti mentre leggevo ho provato le stesse emozioni e la stessa curiosità che proverei vedendo un vero e proprio match, quindi… complimenti, davvero!


TOTALE: 26,5/30




Premio speciale “Roger Federer”:
Come riportato nel bando, avrei assegnato questo premio speciale alla storia che avrebbe centrato maggiormente il tema del contest. Ho speso già tantissime parole a riguardo e sai quanto mi è piaciuto il tuo lavoro in proposito; il tema è stato affrontato con credibilità ma soprattutto con completezza, grazie all’introduzione di dinamiche che realmente popolano il mondo del tennis. Nessuno più di te merita questo riconoscimento!

Recensore Master
24/12/21, ore 19:54

SECONDA CLASSIFICATA - "L'ultima Partita" di dirkfelpy


Grammatica e stile: 7/10

Ciao dirkfelpy, innanzitutto grazie per aver partecipato al nostro contest ^^
Cominciamo con il parametro su cui credo di avere più cose da dire, perché purtroppo mi sono imbattuta in diverse imprecisioni che hanno fatto sì che io mi fermassi più volte durante la lettura.
Alcune di queste imprecisioni riguardano semplici errori di battitura – che non mi sento di penalizzare perché sono pochi – o vere e proprie frasi formulate in un modo a me poco chiaro.
Ho inoltre trovato alcuni problemi di punteggiatura, ma andiamo con ordine.
Una cosa che ho notato in un paio di occasioni e che ti segnalo giusto per completezza, è che il “sì” affermazione fosse scritto senza l’accento, come in questo caso: "Si, lo so, Lore,".
Ma in altre occasioni ho visto che l’accento era al suo posto, quindi immagino sia stato soltanto un errore di distrazione e nulla più ^^
Parlando, invece, della formulazione delle frasi, vorrei portare alla tua attenzione la prima parte del tuo testo:
La palla rimbalza veloce sul lungolinea.
Scatto, allungando il braccio il più possibile, cercando la giusta traiettoria per uno dei miei letali diretti, ma mi sono mosso troppo lentamente, in ritardo, e la pallina rimbalza beffarda sotto il mio braccio destro.

Qui, oltre alla ripetizione della palla che rimbalza, ho notato una massiccia presenza di virgole che ha appesantito un po’ la frase, a mio parere, impedendole di scorrere liscia come avrebbe potuto se formulata diversamente.
Un’idea potrebbe essere:

Un rimbalzo veloce sul lungolinea.
Scatto, allungando il braccio il più possibile e cercando la giusta traiettoria per uno dei miei letali diretti, ma mi sono mosso troppo lentamente e la pallina rotola beffarda sotto il mio braccio destro. Ho agito in ritardo, maledizione!


Questo, ovviamente, è soltanto un suggerimento, ma sicuramente anche tu potresti trovare degli espedienti per rendere meglio il concetto che volevi esprimere ^^
Un altro esempio potrebbe essere il seguente:

"Ehi, fermo non andare via, avrei una proposta da farti,”

Potrebbe scorrere meglio se, per esempio, la punteggiatura fosse inserita in modo da renderla più incisiva. Mi viene in mente qualcosa come:

"Ehi, fermo! Non andare via, avrei una proposta da farti."

Spero che questi suggerimenti possano esserti utili ^^
Un’altra frase che non sono riuscita bene a inquadrare è questa:

Mi gratto il mento, osservo l'orologio: Paola mi sta aspettando e se non mi muovo capace che quella neanche me la dà.

Credo di aver capito il senso, ma non sono sicura che l’espressione da te usata sia del tutto “italiana”. Mi spiego meglio: penso sia un modo gergale di parlare, forse regionale, perché immagino volessi intendere – e correggimi se sbaglio, ti prego – che se Marco non si sbriga ad andare da Paola, è probabile che lei si rifiuti di stare in intimità con lui.
Quello che non mi suona bene è quel capace che.
Qui:

Ma è il migliore allenatore della zona e quindi ingoio amaro.

Immagino intendessi scrivere qualcosa del tipo: mando giù il boccone amaro perché so che lui è competente e ha ragione, anche se mi irrita. È giusto?
Perché ho provato a rileggere varie volte e l’unica conclusione a cui sono giunta è questa. Se così fosse, forse aggiungere il boccone tra ingoio e amaro la renderebbe più chiara e scorrevole ^^
In questa frase:

Ti alleno da alcuni mesi e so che resisteresti molto bene la prima mezz'ora

Immagino che volessi scrivere per la prima mezz’ora, dico bene?
Vorrei portare alla tua attenzione anche un’altra frase che ho segnato mentre leggevo:

Osservo l’orologio e noto che sono arrivato in ritardo quindi sa già che dovremmo saltare i convenevoli e infatti mi aspetta vestita solo in mutandine e reggiseno.

Qui il problema è, secondo me, la mancanza di virgole, oltre alla concordanza del verbo – in questo caso, infatti, sarebbe corretto scrivere al futuro, quindi dovremo, e non al condizionale.
Mi è venuto in mente un modo per rendere la frase più scorrevole, ma come sempre è soltanto una mia idea:

Osservo l’orologio: sono arrivato in ritardo. Paola sa già che dovremo saltare i convenevoli e infatti indossa solo mutandine e reggiseno.

Insomma, penso che azzardare e variare un pochino di più con la punteggiatura ti avrebbe permesso di rendere il testo ancora più incisivo e scorrevole!
Una cosa che ho notato, un po’ durante tutta la durata del racconto, è la massiccia ripetizione del verbo rispondere, anche a distanza di pochissime righe o parole.
Ti riporto qui un esempio che mi è saltato all’occhio:

"Ti ho visto oggi e... insomma sei bravo, per avere la tua età," risponde infine il ragazzo. […] risponde Lorenzo

Anziché rispondere, si potrebbe per esempio utilizzare replicare o ribattere, in modo da non appesantire troppo il tutto.
Ho anche notato che ci sono stati dei momenti in cui volevi evidenziare delle parole in particolare – e in alcuni casi lo hai fatto, come quando hai messo in corsivo il ce la farò pensato da Marco.
Credo sia stato un buon modo per dare il giusto peso a quel suo pensiero, perciò ti suggerirei di fare lo stesso in momenti come questo:

gli abiti "civili" (mettendo civili in corsivo anziché tra virgolette, dato che le virgolette già le usi per i dialoghi)

Quindi non rompermi i coglioni e fatti da parte, vorrei dirgli (mettendo in corsivo Quindi non rompermi i coglioni e fatti da parte, essendo questo un pensiero formulato dal protagonista)

Di seguito, invece, ti segnalo degli errori di battitura che ho trovato:

sono una moglie annoiata e un marito fedifrago (immagino volessi scrivere solo una moglie)

un’orgasmo (l’apostrofo in questo caso non è corretto, perché la parola successiva è maschile)

Vinco tre game consecutivamente, portandomi sul 4-5 e nel set successivo mi esalto, giocando un ottimo tennis che distrugge le patetiche difese di Andrea. 4-6, il primo set è il mio. (qui credo che tu volessi scrivere e nel game successivo mi esalto)

Ma c'è qualcosa che non va, me ne accorgo nel terzo game.: (qui non so se volessi inserire il punto o i due punti ^^)

Queste sono le cose che meno mi hanno convinto, ma ovviamente ci sono stati anche dei punti di forza di cui voglio assolutamente parlare ^^
Intanto, sono contenta che tu abbia scritto il testo in prima persona, perché mi ha permesso di apprezzare molto il personaggio di Marco – anche se di questo parlerò nello specifico nel prossimo parametro.
Il linguaggio da te usato, inoltre, è molto adatto all’uso della prima persona e al tipo di racconto che hai scritto.
Infatti, i toni colloquiali – fatta eccezione per quell’espressione che ti ho segnalato sopra, che mi è parsa un po’ troppo “regionale”, ma potrebbe anche essere che tu l’abbia scelta appositamente e io non l’abbia capito – mi sono piaciuti tantissimo, mi hanno fatto sorridere e mi hanno permesso di sentire il personaggio di Marco più vicino, di empatizzare con lui e di avvertirlo più reale.
Lo stile è stato quindi molto adatto a ciò che volevi narrare, si adatta alle vicende e in un certo senso le rende un po’ meno drammatiche di quanto in realtà sono.
Non ci sono fronzoli in ciò che scrivi: il lessico è semplice e si addice alla narrazione e al personaggio di Marco, e anche i dialoghi sono molto realistici e spontanei. Non ci sono forzatura in ciò che ho letto, non ci sono parole fuori luogo o troppo ricercate che avrebbero spezzato un po’ il ritmo che caratterizza il testo in tutta la sua lunghezza.
C’è un buon ritmo di narrazione, le scene d’azione scorrono bene e nel complesso le frasi non sono troppo lunghe, conferendo al tuo lavoro una certa dinamicità che, a prescindere dai problemi che ti ho segnalato, desta interesse e curiosità in chi legge.
Trovo che questo racconto abbia molto potenziale a livello stilistico, ed è un vero peccato non averti potuto assegnare un punteggio più alto; mi dispiace perché sono sicura che con una maggiore attenzione o con una rilettura più accurata, sarebbe risultato più scorrevole e ancora più piacevole da leggere ^^
Non mi sento di penalizzarti troppo perché, come ti dicevo, ho apprezzato tantissimo le scelte che hai fatto per i dialoghi, per il lessico e il mood con cui hai improntato l’intera storia – e capisco anche che certi errori di battitura possono sfuggire, io non posso certo tirarmene fuori ^^


Trama e personaggi: 9,5/10

Per quanto riguarda i personaggi, beh, non c’è che dire: Marco è stato caratterizzato perfettamente, complice anche la scelta di usare la prima persona. questo ti ha permesso di indagare nei suoi pensieri, nelle sue prime reazioni e ciò che gli passa per la mente non appena Lorenzo gli parla o quando qualcosa succede attorno a lui.
Con le parole che avrebbe voluto dire al proprio allenatore, per esempio, mi hai permesso di entrare in empatia con Marco, mi hai fatto capire che tipo di persona è, così come quando gli hai fatto decidere di “confidarsi con Lorenzo e di raccontargli la sua storia passata nel mondo del tennis.
Questo trovo sia stato un buon espediente per raccontarci di Marco senza però appesantire il testo, inserendo “spiegoni” narrativi che avrei sicuramente trovato meno appropriati. Invece ho apprezzato molto il suo raccontarsi a Lorenzo, in un momento anche abbastanza tranquillo, come spesso succede nella quotidianità delle persone: nei momenti più inaspettati, si finisce per affrontare i discorsi più inaspettati.
Hai saputo tratteggiare Marco come un uomo orgoglioso, ma anche pieno di insicurezze: questo suo continuo ricercare attenzioni e approvazione – dalle sue amanti, dal suo allenatore, da se stesso – lo rendono più fragile di quanto non voglia dare a vedere, fino a portarlo all’epilogo che hai raccontato.
Eppure hai saputo tracciare questo quadro completo senza troppo – e a mio parere ingiustificato – melodramma, ma rimanendo molto fedele alla vita reale che chiunque potrebbe ritrovarsi a vivere.
Anche il personaggio di Lorenzo è stato caratterizzato in maniera interessante, devo dire che l’ho subito inquadrato nonostante non fosse il protagonista: un tipo che bada molto al parere degli altri, a mantenere una certa facciata, a fare bella figura. E il fatto che prima lanci il sasso e poi nasconda la mano – propone a Marco di doparsi, poi però si tira indietro quando lui vuole esagerare, scrollandosi di dosso ogni responsabilità – agli occhi di Marco lo rende codardo, ma a me ha dato soltanto l’impressione di essere una persona a sua volta insicura, che non sa esattamente cosa vuole né come gestire le situazioni più difficili. Non è uno scherzo far dopare un atleta, ma Lorenzo sembra rendersene conto soltanto quando ormai è troppo tardi.
La trama, poi, è qualcosa di fantastico, davvero!
Si parte in maniera molto lineare, con un Marco in allenamento, pronto ad affrontare quello che probabilmente sarà l’ultimo torneo della sua vita – ha già quarantacinque anni e, si sa, la carriera di un tennista non può durare tanto a lungo, non ad alti livelli almeno.
Tutto pare andare in maniera lineare – prima Marco sembra scettico all’idea di doparsi, ma in fondo l’ha già fatto e non ha niente da perdere, ma soltanto da guadagnare; il punto di svolta arriva mentre sta con Paola e si rende conto dello squallore della sua intera vita, così prende la sua decisione e dopo un’iniezione entra in campo.
Solo che poi ne vuole ancora perché non sente più l’effetto della sostanza, ed ecco che arriva il colpo di scena, ciò che svela anche il vero senso del titolo che hai dato alla storia: quella è stata davvero l’ultima partita, in assoluto, per Marco!
Sono rimasta completamente a bocca aperta, non mi aspettavo un finale del genere e devo veramente complimentarmi con te, perché mi hai lasciato senza fiato e alla fine della lettura non sapevo cosa pensare, come reagire, come sentirmi.
Ed è questo che ha reso il tuo racconto interessante: una certa originalità, una trama ben studiata – nonostante sia risultata non troppo elaborata o intrecciata – che ha sortito un certo effetto e sicuramente non lascia indifferente chi ci si imbatte.
C’è un piccolo problema di coerenza che mi ha impedito, purtroppo, di assegnarti un punteggio pieno in questo parametro, e credimi se ti dico che mi dispiace moltissimo doverti penalizzare, seppur in maniera minima.
Mi spiego meglio: durante il dialogo tra Marco e Lorenzo, quando l’allenatore cerca di proporgli di doparsi, Marco continua a dire a se stesso che non riesce proprio a capire dove l’altro voglia andare a parare.
Poi, non appena Lorenzo arriva al sodo, leggo:

Chissà come mai non sono per niente sorpreso da quelle parole, avevo capito dove Lorenzo volesse andare a parare fin da subito, forse.

Visto così, sembra proprio che Marco non sia per niente sorpreso di una simile proposta, nonostante fino a un istante prima affermasse tutto il contrario.
Ecco, questo fattore mi ha lasciato un po’ perplessa e non sono riuscita proprio a passarci sopra, mi dispiace davvero tanto.
Per il resto, ti rinnovo i miei complimenti per quanto riguarda i personaggi e la trama dal finale spiazzante: sono rimasta affascinata.


Attinenza al tema: 5/5

Punteggio pieno, non c’è dubbio: qui si parla di tennis dalla prima all’ultima frase.
E devo anche dire che ne hai parlato in un modo interessante e intrigante. Non hai limitato il racconto a momenti in campo o a descrizioni di una partita, ma hai costruito tutto un background dietro la storia di Marco: il suo passato nel circuito, il motivo che l’ha portato a smettere e la sua passione che l’ha portato a ricominciare nonostante l’età avanzata per un atleta di alto livello.
E, ovviamente, la questione del doping. Una questione che nello sport ha un’importanza incredibile e di cui, a mio parere, si parla fin troppo poco.
Ho apprezzato molto la tua scelta, ciò che hai voluto affrontare con serietà ma senza drammatizzare esageratamente, e credo che questo sia uno dei maggiori punti di forza del tuo racconto.
Molto bello anche il modo in cui hai descritto la partita di Marco contro il temutissimo Andrea, mi hai proprio trasportato su un campo da tennis – ho rivissuto per un attimo la mia recente esperienza da spettatrice e per questo ti ringrazio.
Insomma, il tema del contest l’hai centrato come un ace eseguito ad arte!


Gradimento personale: 5/5

Mi è piaciuta tantissimo, l’ho amata con tutti i suoi pregi e difetti.
La tua storia è stata – giusto per fare un parallelismo tennistico – come guardare una partita di Alexander Zverev: piena di emozioni che vanno dalla sofferenza – nei momenti più critici e in cui si riscontrano più errori o problemi – fino al lieto epilogo di una vittoria lottata e meritata.
E tu, con il tuo finale a effetto, mi hai proprio lasciato senza fiato e mi hai reso felice, proprio come quando Sascha vince dopo aver fatto un sacco di casini, essersi innervosito, deconcentrato e aver perso diverse occasioni per raggiungere il suo obiettivo.
E chi lo dice che un match imperfetto non possa essere bellissimo o appassionante?
Il tuo lo è stato senza alcun dubbio!
Menzione speciale ai nomi che hai scelto per i tuoi personaggi: non ho potuto fare a meno, per tutto il tempo, di ritrovare parallelismi con tennisti che conosco e questo mi ha fatto un sacco ridere!
Leggevo Marco e mi veniva in mente Marco Cecchinato, leggevo Lorenzo e non potevo non pensare a Lorenzo Musetti o Lorenzo Sonego, per non parlare di Andrea che ho ricollegato ad Andrey Rublev o al nostro Andrea Pellegrino!
Perfino l’amante di Marco, Paola, mi ha ricordato la spagnola Paula Badosa… insomma, io non so se tu l’abbia fatto apposta, ma sappi che io ho adorato questa cosa, anche se magari si tratta soltanto di una coincidenza e io ci sto sclerando sopra XD
Come avrai notato, ho adorato la tua storia e non potevo che assegnarti il punteggio pieno in questo parametro: meritatissimo, complimenti davvero!
Spero che la mia valutazione ti sia utile e gradita, e grazie ancora per aver dato un’opportunità a questa nostra idea fuori dalle righe!


TOTALE: 26,5/30



Vincitrice del Premio Speciale “Ace”.
Non potevo non assegnarti questo riconoscimento perché, come ho scritto a più riprese nella valutazione, la storia mi ha sorpreso e il finale è stato senz’altro inaspettato. Mi aspettavo che Marco avrebbe giocato la sua ultima partita – già il titolo lo suggeriva – ma non che sarebbe stata l’ultima in maniera definitiva, per via della sua dipartita per via delle iniezioni. E a rendere il tutto ancora più originale e insospettabile è stata la tua astuta scelta di raccontare il tutto in prima persona: chi avrebbe mai pensato che il protagonista potesse fare una triste fine, se lui stesso stava narrando la vicenda?
Perciò il premio è tutto tuo, hai fatto un Ace che ha superato i 200km/h :D

Recensore Master
27/10/21, ore 16:41

Ciao Dirkfelpy e piacere di conoscerti. Certo che il tuo protagonista è proprio un gran simpaticone: sleale nello sport, sleale in famiglia, sleale a prescindere e pure presuntuosetto... arriva a scambiare l'apparenza per realtà, perché è chiaro che se vinci da dopato vinci solo "per finta". Eppure lui attribuisce un infinito significato a questa falsa vittoria così desiderata. Mah! In realtà il nostro nemmeno ama il suo sport in maniera genuina: se fosse così lo praticherebbe per la pura gioia di praticarlo, magari proverebbe a trasmettere la sua passione ai più giovani, e invece no. Più che del doping Marco è vittima del proprio ego extralarge, e la cosa più triste è che la sua dipartita non suscita nessuna pena, per quanto si è reso antipatico durante l'intero corso della storia. E' proprio il tipico giocatore che se perde butta a terra la racchetta e la spezza, strepitando ai quattro venti...
Che altro dire... in bocca al lupo per il contest!