SECONDA CLASSIFICATA
“L’ultima Partita” di dirkfelpy
Grammatica e stile: 7,5/10
Dal punto di vista grammaticale non ho trovato tanti errori, ma ho comunque notato qualche piccola sbavatura che, seppur isolata, ha assunto un certo peso perché si tratta effettivamente di errori di grammatica. Ora, potrei anche sbagliarmi e si potrebbe trattare semplicemente di errori di battitura o sviste, e soprattutto in un caso penso sia proprio così. Ti riporto ciò che ho notato:
“Si, lo so, Lore” -> qui il “sì” affermazione è scritto senza accento, il che è un errore; tuttavia, andando avanti nella lettura, ho trovato altri casi in cui l’accento era presente, quindi sono più propensa a vedere questa come una semplice svista ^^
“Ecco il mio campione di Tennis” -> in questo caso non credo sia necessaria la maiuscola nella parola “tennis”, dal momento che i nomi degli sport generalmente si scrivono con la lettera minuscola – e visto che tu stessa in questa storia hai utilizzato la T maiuscola solo in questa occasione.
“che fa sù e giù” -> “su” preposizione non va mai scritto con l’accento, mentre invece è corretto in “giù”.
“rimaniamo distesi uno vicino all'altro” -> essendo riferito a una scena che racconta di un uomo e una donna, sarebbe più corretto dire “l’uno vicino all’altra”; nella formulazione da te adottata, sottintendi che ci si sta riferendo a due uomini.
Questi sono gli errori grammaticali che mi sono saltati all’occhio. Non sono molti, come vedi, ma non posso nemmeno del tutto ignorarli, soprattutto in uno scritto relativamente breve. Comunque immagino, come ti dicevo anche sopra, che alcuni siano semplicemente delle sviste ^^
E a proposito di errori di battitura/distrazione, ne ho trovato giusto un paio che ti segnalo qui sotto, in modo che tu li possa correggere nel testo:
“me ne accorgo nel terzo game.:” -> qui c’è un punto in più subito prima dei due punti ^^
“prendono una pallina e faccio per lanciarla” -> qui c’è un “prendono” al posto di “prendo”.
Ci sarebbe in realtà un altro errore, che penso sia sempre di distrazione, che ha inficiato un po’ il senso di una frase:
“portandomi sul 4-5 e nel set successivo mi esalto, giocando un ottimo tennis che distrugge le patetiche difese di Andrea. 4-6” -> hai scritto “nel set successivo”, ma penso che intendessi “nel game”, visto che il primo set non era ancora concluso. È una piccola svista, ma ammetto che mi ci è voluto un po’ per capire il senso della frase, per un attimo sono rimasta un po’ spaesata XD
Prendo questa citazione dal testo anche per segnalarti una cosetta un po’ più tecnica (perché sì, sono pignola AHAHAH ma la verità è che mi piace dire tutto ciò che noto nella speranza di aiutare gli autori): generalmente, quando si parla di punteggi di tennis, li si appunta scrivendo prima quello del vincitore (in questo caso del set) e poi quello del perdente. In questo caso, a maggior ragione, la storia è raccontata dal punto di vista del vincente e sarebbe stato più corretto scrivere “6-4” invece di 4-6.
Passiamo ora allo stile!
Prima di addentrarmi nel discorso della punteggiatura, che dovrò affrontare sicuramente in larga scala, vorrei segnalarti alcune piccole sbavature e periodi formulati in una maniera non troppo chiara.
“Quindi non rompermi i coglioni e fatti da parte, vorrei dirgli” -> quando ho letto questa frase, ho pensato che il pensiero di Marco sarebbe dovuto essere differenziato dal resto del discorso indiretto, magari con delle virgolette o, in alternativa (visto che le virgolette erano già in uso per i dialoghi), con una formattazione in corsivo. Generalmente è un modo molto efficace per tenere i pensieri del personaggio e narrazione separati!
“Paola mi sta aspettando e se non mi muovo capace che quella neanche me la dà.” -> quel “capace che quella neanche me la dà” è una formulazione – almeno credo – di origine dialettale e che si usa nel parlato, ma nell’italiano narrativo non è proprio corretta. Ci avrei sicuramente chiuso un occhio nel caso fosse stata inserita in un discorso diretto, perché adoro e premio i dialoghi realistici, ma visto che è nel mezzo della parte narrativa ho voluto segnalartela.
Tuttavia colgo l’occasione per complimentarmi con te perché, in linea di massima, hai utilizzato un lessico che si addice perfettamente alla storia: il tuo modo di raccontare con termini colloquiali e informali non solo rende credibile il racconto, ma ci dice tanto anche del protagonista, del suo modo di pensare e di esprimersi. Sicuramente non saresti riuscita a ottenere lo stesso risultato se avessi narrato la storia in terza persona, quindi ho trovato la tua scelta di adottare la prima molto azzeccata e furba. Questo – e ne riparleremo anche nel prossimo parametro – ti ha fatto guadagnare un enorme vantaggio per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi!
“Paola, 25 anni, moglie di un mio collega piuttosto stronzo” -> generalmente nei testi letterari, quando si parla dell’età dei personaggi, si dovrebbe scrivere il numero in lettere e non in cifre. In realtà sono davvero rari i casi in cui si trovano cifre, se non per le date o per segnare dei dati particolari. Non posso comunque definirlo un errore vero e proprio, ma solamente un consiglio per rendere il tuo testo esteticamente più “letterario” (non so se sono riuscita a spiegarmi, e ancora una volta perdona la mia pignoleria ahahah).
“"Sei davvero convinto che domani subirò un'umiliazione pubblica? Ma come cazzo ti permetti?" Chiedo” -> qui la c di “chiedo” dovrebbe essere minuscolo, perché in un certo senso è come se il discorso indiretto fosse legato – un continuo – del discorso diretto. Generalmente questo avviene sempre quando, dopo le virgolette, vi è un verbo che implica il parlare (chiedo, dico, rispondo, ecc…). È qualcosa che hai saputo gestire bene presso i dialoghi, ma questa maiuscola deve esserti scappata ^^
“D’accordo, cagasotto?" sento una rabbia che non mi appartiene invadermi i pensieri.” -> qui invece è il caso inverso: il periodo fuori dalle virgolette è totalmente slegato da quello contenuto al loro interno, è come se si stesse cominciando una frase totalmente diversa e quindi ci vorrebbe la lettera maiuscola nella parola “sento”.
Veniamo quindi al discorso riguardante la punteggiatura, come ti accennavo prima. Ho trovato in generale un po’ di disordine, che in certi momenti ha avuto l’effetti di rallentare la scorrevolezza e fluidità del tuo stile: ho trovato periodi con troppe virgole, altri che invece ne avevano troppo poche, in altre sarebbe stato più corretto sostituirle con qualche altro segno di interpunzione.
Ti riporto giusto alcuni esempi dal testo:
"Ehi, fermo non andare via, avrei una proposta da farti," -> qui indubbiamente ci dovrebbe essere una virgola tra “fermo” e “non andare via”. Aggiungendola si creerebbe però un altro problema: un periodo davvero molto breve sarebbe costellato da virgole, il che rischierebbe di appesantire la frase. Il mio suggerimento è quindi quello di sostituire la virgola dopo “via” con un punto o un punto esclamativo. La frase risulterebbe così in conclusione:
“Ehi, fermo, non andare via! Avrei una proposta da farti.”
Non credi anche tu che suoni più naturale? ^^
“Insomma ti alleno da qualche mese ma non abbiamo mai avuto occasione di parlare un po' più approfonditamente.” -> qui sarebbe più opportuno inserire una virgola subito dopo “insomma”.
“Sì ma… insomma, la mia prima scelta, da ragazzo tanto viziato quanto ricco, fu di vendere la società di mio padre, e fanculo le responsabilità, avrei continuato a inseguire il mio sogno, il tennis!” -> la prima cosa che mi salta all’occhio è che manca una virgola dopo il “sì”, all’inizio. Quando si deve confermare qualcosa col “sì” e aggiungere qualcos’altro col “ma”, ci vorrebbe sempre una virgola tra le due parole.
La seconda cosa che noto è che la frase è costellata di virgole, che in alcuni casi sono utili alla sua formulazione ma in altri sono d’intralcio o potrebbero essere sostituite con dell’altra punteggiatura. In primis io eviterei quella di “e fanculo le responsabilità”, visto che appunto è già presente la “e” congiunzione e la frase non è così lunga da dover essere ulteriormente frammentata. In secondo luogo, la virgola subito prima di “avrei” si potrebbe tranquillamente trasformare in un punto e virgola.
“"Ti ringrazio, ma ora devo andare quindi, se hai finito di leccarmi il culo... " -> qui la punteggiatura va quasi del tutto bene, ma ho l’impressione che manchi un punto, magari subito prima del “quindi”.
“Questo, Andrea il tuo prossimo avversario” -> questo mi sembra più che altro un errore di battitura: è come se avessi inserito la virgola prima di “Andrea” piuttosto che dopo, come dovrebbe effettivamente essere perché la frase abbia senso.
“Questa può essere la tua ultima occasione per vincere un torneo di tennis e devi darmi retta, così come sei messo non puoi andare molto lontano.” -> la frase “devi darmi retta” andrebbe racchiusa tra virgole, essendo una specie di inciso, quindi qui manca la virgola prima di “devi”.
"Marco ma che cosa combini là fuori?” -> anche qui, come nel caso del “sì, ma”, ci vorrebbe una virgola tra “Marco” e “ma”.
“La vista mi si annebbia ulteriormente, vorrei fare qualcosa, cazzo non mi sto sentendo bene, ma allo stesso tempo sono come in trance, non sento fatica solo questa dannata morsa al petto.” -> questo periodo è intervallato da virgole, anche se non sempre le frasi sono attinenti l’una con l’altra e sarebbe stato meglio separarle con dei punti fermi. Anzi, questa è pure una possibile tecnica narrativa per conferire ancora più suspense alla narrazione: suddividere dei pensieri così “veloci” e confusi in frasi brevi, magari mandandole anche a capo di continuo, dà un effetto di pensieri “frammentati” che rende ancora meglio la sensazione di spaesamento del personaggio.
Inoltre mancano delle virgole dove ci vorrebbero: “cazzo, non mi sto sentendo bene” e “non sento fatica, solo questa dannata morsa al petto”.
“La palla rimbalza veloce sul lungolinea.
Scatto, allungando il braccio il più possibile, cercando la giusta traiettoria per uno dei miei letali diretti, ma mi sono mosso troppo lentamente, in ritardo, e la pallina rimbalza beffarda sotto il mio braccio destro. Maledizione!” -> altro esempio di periodo esclusivamente intervallato da virgole che ne minano la scorrevolezza. Ne approfitto per segnalarti, in questo caso, anche la ripetizione di “rimbalza” a una distanza molto ravvicinata.
So che magari ora ti sembrerà che io abbia voluto solo avanzare delle “critiche” a livello stilistico e sia andata a sottolineare gli aspetti negativi, ma in realtà ho notato anche molti punti di forza che, al di là di tutte queste sbavature, hanno reso la lettura godibile!
Già ti ho fatto i complimenti per il lessico adottato e per l’effetto sortito all’interno del testo. Un altro aspetto che voglio sottolineare è in grande equilibrio in cui si alternano dialoghi, narrazione, introspezione e descrizioni. I pensieri dei personaggi non mancano, ma sono perfettamente amalgamati nelle scene d’azione e anzi, spesso emergono dal loro atteggiamento e dal loro modo di esprimersi. E a tal proposito, i dialoghi risultano sempre naturali, credibili e la loro presenza importante all’interno del testo rende sia le scene sia i personaggi più vividi.
Il fatto che i periodi non siano né eccessivamente lunghi e articolati né eccessivamente brevi rende la storia semplice e piacevole da leggere, la fa scorrere davanti agli occhi con semplicità e naturalezza, e posso dire che ho complessivamente gradito la gestione stilistica – a parte nei casi che ti ho segnalato qui sopra.
Insomma, in linea di massima ci sono davvero delle ottime basi, il testo non presenta nessun problema così grave che non possa essere corretto con una semplice revisione. Mi è piaciuto leggere questa storia!
Trama e personaggi: 9/10
Per quanto riguarda la trama, l’ho trovata abbastanza lineare e ben strutturata: la vicenda procede in ordine cronologico, si articola senza grandi colpi di scena ma allo stesso tempo è in grado di creare suspense. Non è tanto il dubbio su come agirà Marco (è abbastanza semplice intuire che alla fine si doperà, troppo orgoglioso e pieno di sé per rischiare di perdere), ma ciò che succederà durante la partita: gli basterà quell’iniezione per vincere? Non ce la farà comunque? Avrà degli effetti collaterali? Se sì, si manifesteranno durante la partita o subito dopo? Devo essere sincera: la questione mi ha intrigato un po’ come se stessi guardando una vera partita di tennis, il che non è affatto scontato, visto che trasporre queste emozioni in una storia lasciando inalterato il loro effetto non è affatto semplice.
Tutto ciò è stato possibile perché, giustamente, hai saputo dare il giusto rilievo e il giusto spazio a ogni scena: hai raccontato ogni parte delle due giornate con un ritmo incalzante ma mai troppo rapido, ti sei presa il tempo per far emergere ogni dettaglio che è andato a incastrarsi perfettamente col quadro generale. Una cosa apprezzabile, per esempio, è la scena di Marco con l’amante: può sembrare un’aggiunta quasi fuori contesto, che non era fondamentale raccontare e che può addirittura rubare spazio prezioso alla questione principale, ma in realtà è una scena importantissima perché ci dice molto di Marco, del suo atteggiamento e della sua vita – per nulla soddisfacente, motivo per cui tenta di rifugiarsi in una vittoria facile che possa riscattarlo e farlo uscire dalla mediocrità.
Ho potuto cogliere l’importanza di ogni momento, di ogni gesto raccontato, il che ti ha permesso di creare una trama ricca seppur semplice. Quando sono arrivata alla fine, infatti, non mi pareva di aver letto un testo di tremila parole; mi è sembrato più lungo, forse proprio per via della sua completezza.
Ci sono però alcune cosette che mi hanno fatto storcere il naso durante la lettura e che, seppur si tratti di piccoli dettagli, rappresentane delle incongruenze a livello di trama.
La prima di queste riguarda la frase che ti ho copiato nel parametro di grammatica e stile, in cui hai sostituito la parola “game” con “set”. Nonostante io abbia capito il senso della frase, ci sono arrivata solo dopo e questo mi ha un po’ scombussolato a livello di trama.
Ti segnalo altre due piccole cose:
“Nel quarto riesco, con estrema fatica, a vincere ma ecco che i primi acciacchi, i primi segni di affaticamento si fanno sentire e perdo il quarto game: 3-1.” -> qui Marco perde i primi tre game, vince il quarto e a quel punto il punteggio dovrebbe essere 3-1. Tuttavia dici che perde un altro game (che tu definisci “quarto” ma dovrebbe teoricamente essere il quinto). Il punteggio alla fine di questo periodo dovrebbe quindi essere 4-1. Questo errore si è verificato perché hai parlato di due quarti game, in pratica XD
Per fortuna la frase successiva è abbastanza vaga da non compromettere l’intero senso della storia, ma qui vi è comunque una piccola incongruenza.
“La mia proposta fa breccia nella mente di Lorenzo che va nel suo ufficio e poco dopo torna con una siringa che lascia accanto a me per poi correre fuori.” -> qui ci sono due cose che mi lasciano perplessa. La prima è: Lorenzo ha un ufficio? Lì, nella sede in cui si tiene il torneo? A meno che non si svolga nel club in cui Lorenzo allena, o magari un club di sua proprietà, non credo che gli allenatori possano avere degli uffici tutti per loro… poi magari mi sbaglio, ma leggere questa frase mi ha lasciato un po’ basita!
In secondo luogo, mi dà da riflettere il fatto che Lorenzo abbia una seconda siringa nel suo ufficio, quando per procurare la prima ha dovuto chiamare il suo amico spacciatore. A meno che non gli abbia comprato più dosi per averle in più, dubito che potesse rintracciare la droga così facilmente, ma questo non viene specificato.
Questi sono i motivi che mi hanno portato ad abbassare un po’ il punteggio della trama. Magari poi si tratta di semplici errori di distrazione, ma mi sembra comunque doveroso segnalarteli ^^
Per quanto riguarda i personaggi… fattelo dire, hai fatto un lavoro SPLENDIDO! Mi è capitato raramente di trovare storie così brevi in cui però i personaggi emergessero in una maniera così nitida e completa, sei riuscita a tracciare alla perfezione ogni dettaglio del carattere non solo del protagonista, ma di ogni personaggio apparso.
Marco è detestabile, sei riuscita a renderlo tale facendo emergere tutti i suoi difetti: non ha perso il suo fare capriccioso e viziato da figlio di famiglia borghese, nonostante la vita non gli abbia mai riservato chissà quali gioie. È pieno di sé, non accetta le critiche o i suggerimenti altrui, le insinuazioni di Lorenzo che gli fa notare che non ha più l’età per battere i più forti lo feriscono nell’orgoglio, e la sua voglia di brillare e riscattarsi è talmente forte che lo porta a compiere un gesto sconsiderato, facendosi addirittura due iniezioni di fila. Visto che nel tennis ha fallito e non ha raggiunto i risultati che sperava, trova altri modi per dimostrare la sua supremazia e tenere alto il suo ego: conquistando una donna dietro l’altra come fossero trofei.
Si percepisce che, al di là del suo atteggiamento da spaccone, è un uomo insoddisfatto e pieno di fragilità. Questo, almeno ai miei occhi, non lo rende meno detestabile XD
Lorenzo è il classico partner in crime (non so più cosa sto scrivendo AHAHAH) cospiratore, che mette la pulce nell’orecchio e che cerca di portare l’acqua al suo mulino. Non gli importa granché di Marco in realtà, o almeno mi dà quest’impressione nel momento in cui gli concede di farsi un’altra dose senza battere ciglio. Lui voleva solo che il suo allievo vincesse, gli ha proposto la strada del doping ma poi non voleva responsabilità su di sé. Alla fine i due hanno due caratteri simili alla fine.
Ciò che rende la caratterizzazione veramente forte sono i dialoghi, che, come ti dicevo in altre occasioni, sono resi credibili da un lessico colloquiale, e i pensieri di Marco, in cui ti sei potuta sbizzarrire grazie all’utilizzo della prima persona. Conosciamo il mondo attraverso gli occhi del protagonista e ciò ci dice qualcosa sia del mondo attorno a lui, sia del suo modo di vederlo. Davvero, hai fatto un lavoro strepitoso, penso che non mi dimenticherò tanto facilmente di questi personaggi!
Attinenza al tema: 5/5
Trovo che il tema del contest sia trattato a tutto tondo… eccome!
Non ti sei limitata a parlare del tennis con relativi allenamenti e tornei, ma hai affrontato una serie di tematiche relative allo sport che hanno una grandissima importanza: il doping, in cui troppi atleti delle più diverse discipline cascano ogni anno per l’ambizione di avere sempre di più, e la decadenza corporea con l’avanzare degli anni. Roger Federer, a cui io e Kim abbiamo dedicato questo contest, ne è un chiaro esempio: a una certa età non si è più in grado di competere (o almeno, non si è più in grado di farlo a livelli così alti) e non è una cosa facile da accettare, soprattutto perché a quaranta/quarantacinque anni non si è “vecchi”, ma lo si è per il tennis.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai raccontato il gioco di Marco, la partita e il rapporto con l’allenatore, ma in particolare il modo in cui hai gestito la tensione, la competizione, le emozioni che l’atleta prova durante una partita e di conseguenza le emozioni che noi spettatori/lettori proviamo.
Un’altra cosa che per esempio mi ha colpito è stato leggere della strategia che Marco ha adottato in campo durante la partita; ha illuso il suo avversario che sarebbe stato tutto sommato semplice batterlo, poi ha cominciato ad alzare il livello del suo gioco e ha recuperato con semplicità i game di svantaggio. Può sembrare una sottigliezza, ma è una cosa che nel tennis ho visto fare diverse volte e mi fa piacere notare che hai prestato attenzione anche a questi piccoli dettagli.
Davvero, sei riuscita a curare ogni singolo aspetto del mondo del tennis e hai reso questa storia unica e approfondita. Questa è una storia che parla di TENNIS e di nessun altro sport, ed è questo che mi è piaciuto davvero. Complimenti, punteggio pieno meritatissimo!
E poi, diciamocelo… i tennisti, soprattutto quelli professionisti, sono tutti un po’ delle teste calde come Marco, non sopportano la sconfitta e non sopportano che qualcuno che ritengono “inferiore” gli dica ciò che devono fare XD a un certo punto ho davvero sperato che spaccasse la racchetta, sarebbe stata l’apoteosi del tennis AHAHAH!
Gradimento personale: 5/5
Questo parametro, seppur sia l’unico totalmente soggettivo, mi ha dato un po’ da riflettere. Da una parte le piccole sbavature che ti ho segnalato nel parametro della grammatica e stile, che hanno rallentato un po’ la lettura perché disseminate un po’ per tutto il testo; dall’altra, una trama e dei personaggi che mi hanno davvero catturato. Ma alla fine sai cosa? Ho adorato troppo la storia, per le tematiche trattate e per il modo in cui le hai trattate, quindi non potevo non assegnarti il punteggio pieno!
Innanzitutto: il finale. IL FINALE. Mi ha lasciato completamente senza parole! Certo, qualche effetto collaterale del doping me l’aspettavo, ma mai mi sarei immaginata che Marco andasse in overdose nel bel mezzo del match e ci lasciasse addirittura le penne! È successo tutto così in fretta che, nonostante io sia ormai alla fine della valutazione, sto ancora metabolizzando quello che ho letto!
In secondo luogo: generalmente non sono una grande amante dello sport, seguo solo ed esclusivamente il tennis, ma se c’è una tematica di questo mondo che mi affascina è quella del doping. Forse sono sadica e forse ho una leggera (leggeriiiissima) predilezione per il dramma, ma ti basti pensare che in passato ho aperto un contest interamente dedicato alle droghe e alle dipendenze. Tu hai preso una delle mie tematiche preferite, l’hai unita al mio sport preferito e, insomma, hai fatto centro! Potrei leggere seimila storie come questa e non mi stancherei mai!
I personaggi, come già ti dicevo, sono una forza: tra Marco e Lorenzo non so chi sia peggio XD e io ho un debole per i personaggi così, fragili, al limite tra il giusto e lo sbagliato, che sbagliano e così facendo dimostrano tutta la loro umanità. I tuoi protagonisti hanno mille sfaccettature e mille difetti, proprio come le persone reali, e il fatto che abbia provato simpatia o antipatia per loro è un ottimo segno: significa che ho empatizzato con loro e che tu sei riuscita a renderli veramente umani.
Ma ciò che forse mi ha convinto più di tutto è l’atmosfera che si respira nella storia: hai parlato di tennisti, di tornei, di allenamenti e di competizione in una maniera così naturale e vivida che è come se avessi quasi visto questa partita e tutto il suo prologo. Infatti mentre leggevo ho provato le stesse emozioni e la stessa curiosità che proverei vedendo un vero e proprio match, quindi… complimenti, davvero!
TOTALE: 26,5/30
Premio speciale “Roger Federer”:
Come riportato nel bando, avrei assegnato questo premio speciale alla storia che avrebbe centrato maggiormente il tema del contest. Ho speso già tantissime parole a riguardo e sai quanto mi è piaciuto il tuo lavoro in proposito; il tema è stato affrontato con credibilità ma soprattutto con completezza, grazie all’introduzione di dinamiche che realmente popolano il mondo del tennis. Nessuno più di te merita questo riconoscimento! |