Recensioni per
La memoria del cigno
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/08/22, ore 13:41

Ciao Greta ❤

Termino questa lettura con un sorriso sul volto: quando incontro una tua storia incontro certezza e sono felice. Felice perché la storia mi è piaciuta anche e soprattutto per il finale che rimane in bilico. Voglio dire, io sono fatta per i finali allegri, per i sorrisi e le risate.
Gilderoy qui però non ride, avrà solo il ricordo di quello che è stato. Ho trovato molto toccante il suo avvicinarsi all'orecchio per sussurrare il suo nome: ho pensato, ho pregato anche io che Kingsley si svegliasse e lo tenesse stretto. Perché hanno una chimica straordinaria: uno è tanto lento, mentre Gilderoy vorrebbe il fuoco. Forse però serviva la lentezza, ché adesso si mette a piangere e pensa che un amore così lo vorrebbe. Pensa a tutti gli effetti che Kingsley è uno sconosciuto che non può essere dimenticato, che è l'eccezione che rompe la monotonia e che fa tremendamente male.
Ti ringrazio per questo dolore e per il modo lento con cui hai raccontato questa storia. L'ho trovata davvero bellissima,

Sia ❤

Recensore Master
29/08/22, ore 13:26
Cap. 1:

Ciao cara ❤

Torno su EFP da un sacco di mesi e ho pensato di guardare quali storie avessi lasciato nella lista di quelle da recensire. Spunta la tua e, memore della mia promessa di scoprire Gilderoy e Kingsley, mi sono fermata. Ho letto. E non ho più staccato gli occhi.
Come sempre, il tuo modo di scrivere è una calda carezza e ho il sentore di ritrovarmi a casa. Te l'ho sempre detto, che amo il tuo modo di scrivere, ma amo tanto anche come tu riesca a rendere i movimenti tanto naturali. Così come naturali, perfetti, sono i sentimenti.

Amo lo sfidare di Gilderoy, il modo in cui firma il contratto e subito si nasconde in un locale proibito. Almeno per quello che fa. Ma ci sta per poco, giusto il tempo di prendersi una notte e poi cancellarla. Amo che lui sia sempre stanco, che tu riesca a descriverlo con una perfezione pungente: i libri che non sono suoi, il violetto dell'acquaviola che non gli piace ma che dà colore ai suoi occhi, i divanetti e la carta da parati che è un affronto rispetto alla sua eleganza. Lo rendi vero, e mi piace tanto.

Ho apprezzato in particolare il finale e l'accenno alle eccezioni. Corro a leggere il prossimo capitolo,
Sia ❤

Recensore Master
08/12/21, ore 11:38
Cap. 1:

Ciao Greta,
ho questa storia in lista da leggere da non so quanto tempo e con il mio immancabile ritardo eccomi qui a recensirla! Sono veramente affascinata dal tuo studio del personaggio di Gilderoy, come lo hai dissezionato e analizzato in ogni sua sfumatura senza renderlo una macchietta, ma dandogli spessore e personalità. Perché Glideroy è difficilissimo da trattare, il rischio è di renderlo una macchietta, un po' come è nei libri agli occhi di un Potter dodicenne, ma noi poi scopriamo quanto sia tragica la sua vita. E qui ci sono dei temi veramente interessanti che tu metti sul piatto, primo fra tutti la fama in un mondo magico conservatore dove l'omosessualità, anche laddove venisse accettata, non fa vendere copie, specie se il tuo pubblico di riferimento è composto da signore che sospirano per i tuoi occhi turchesi e tu hai fatto del sorriso e del tuo fascino, della possibilità di sognare di avere un po' di Gilderoy, il tuo marchio. E questo vale anche per alcune star dello showbiz, come ogni tanto ci capita di leggere o vedere nei film, quindi sono molto interessata nel vedere come evolverà il tutto.
Poi, amo il modo studiato di ogni movimento, il cinismo e il freddo controllo su ogni cosa, dimostra che lui è un vero Corvonero, perché ogni cosa che fa ha una sua razionalità. Ad eccezione di quell'inciampo finale, quello sguardo che lo spiazza e che rende vano ogni suo copione e che lo fa sentire nudo e inadeguato come mai avrebbe voluto sentirsi.
Complimenti per questo capitolo, ci vediamo nel prossimo.
Un abbraccio,
Sev

Recensore Master
19/11/21, ore 15:51

Aaaaaaaaw, ma questo secondo capitolo è meraviglioso, mi si è stretto il cuoricino, Greta, non si fanno queste cose, voglio piangere çç.
Già dall'inizio avevo le lacrime agli occhi perché è verissimo, il Natale è una festa profondamente legata alla famiglia, e se una famiglia non l'abbiamo, non esiste periodo dell'anno che ci faccia sentire altrettanto soli. Nell'immaginarmi Gilderoy costretto a passarlo senza compagnia mi son sentita male per lui. Ed ecco che nuovamente arriva l'imprevisto, ma questa volta con un esito completamente opposto rispetto alla prima volta. Grazie a un piccolo incidente (non tutti i mali vengono per nuocere, pare) i due finalmente parlano e sembra scattare qualcosa. Qualcosa di diverso, di profondamente diverso, se il nervosismo di Gilderoy è da considerarsi un sintomo affidabile. La voce roca di Kingsley l'ho proprio sentita chiaramente, mamma mia, e non hai idea di quanto mi sia scaldata nel leggere di quell'abbraccio pre smaterializzazione ♥ e di come Gilderoy si senta al sicuro e protetto contro il petto dell'altro, al punto che non avrebbe problemi a perdere la lucidità.
La casetta di Kingsley è bellissima, mi ha proprio dato le vibes da cottage inglese un po' perso nel nulla, che meraviglia!
E che dolcezza la scena della seduzione, erano così alla pari, così a loro agio l'uno con l'altro che davvero volevo solo squittire. E ci ho sperato, ho davvero sperato fino all'ultimo che Gilderoy cogliesse questa occasione per non essere più solo, per cominciare qualcosa di serio con una persona che ne vale la pena, che accantonasse i suoi vuoti sogni di gloria che lo lasciano ancora più vuoto. Invece purtroppo quell'incantesimo, seppur a malincuore, lo ha fatto davvero çç.

Malinconica, struggente, bellissima.
Grazie di averla condivisa con noi!
un bacione,

Bennina

Recensore Master
19/11/21, ore 15:34
Cap. 1:

Hellooo, finalmente riesco a passare da questa storia :) ero veramente curiosissima, come lo sono ogni volta che pubblichi su questa coppia. Questo primo capitolo è un gustosissimo antipasto che si è interrotto sul più bello e che mi ha lasciata in preda a una gran bramosia di divorarmi anche il secondo **, cosa che spero di riuscire a fare in giornata.
Con quello stile pulito ed elegante che ti contraddistingue hai presentato un quadro completo e profondo sia della società che della figura di Gilderoy al suo interno: il nuovo idolo delle folle, che ha raggiunto il successo non per meriti personali ma perché, lo sappiamo, privo di scrupoli e dotato di una grandissima furbizia. Più in alto si arriva (specialmente imbrogliando) più si ha paura di cadere, e questo terrore di Gilderoy lo hai reso secondo me in maniera perfetta, mediante le descrizioni delle sue manie di controllo, del suo cercare di pianificare sempre tutto nei minimi particolari. E' lui quello che impugna la bacchetta, che ha il controllo della situazione, non beve, sceglie i posti e si premura di cancellare ogni traccia. Ci si potrebbe chiedere perché prendersi tanto distubo e la risposta a ben vedere è struggente: Gilderoy è tanto famoso quanto solo e per combattere quella solitudine farebbe di tutto. Si è costruito una routine facile da tenere sotto controllo ma l'imprevisto, per definizione, arriva quando meno ce lo aspettiamo ♥
E così basta uno sguardo profondo e una bocca che non si piega in un sorriso a far precipitare tutto **
Adesso non vedo l'ora di leggere la seconda parte ♥
a fra poco, se riesco!

Bennina

Recensore Master
17/11/21, ore 21:51

Ciao!
Eccomi a leggere la conclusione di questa one-shot in due parti prima di quanto avessi preventivato, e ne sono contenta.
Voglio dirti subito che mi è piaciuto trovare Gilderoy e Kingsley in una presentazione un po' diversa da quella delle altre tue storie che ho letto, in cui si conoscono e si avvicinano a Hogwarts. Qui sono due sconosciuti, eppure li hai avvicinati ugualmente in maniera naturale, coerente con il modo che hai di scrivere di loro, che poi io trovo anche vicino al canon. Mi ha colpito questa descrizione di Kingsley ("parlava pochissimo ma viveva di sguardi capaci di abbattere ogni barriera"), perché è una costante, il suo andare oltre le maschere che Gilderoy confeziona per il pubblico, anche quando la sua intima essenza in realtà in questa storia non ha occasione di conoscerla.
C'è la conclusione inevitabile di ogni loro interazione, un rapporto destinato a terminare, l'angst che inevitabilmente mi attrae. "Gilderoy avrebbe ricordato tutto" fa malissimo, dillo che lo fai apposta!
Però, rispetto ad altre storie in cui Kingsley affascina e approfondisce, qui c'è solo l'immagine di un uomo che Gilderoy vorrebbe poter avere la possibilità di provare a tenere accanto. Qui Kinglsey affascina soltanto, ma non ha modo di scoprire Gilderoy. È la storia di un uomo che non ha alcuna occassione di vivere per come è realmente, accanto a chi desidera davvero. Il tema dell'omosessualità nel Mondo Magico, e nel campo professionale di Gilderoy poi, è predominante su quello che è destinato a restare un incontro singolo, come tutti quelli privi di significato che l'hanno preceduto. E insomma, l'ho trovato davvero interessante, come ti ho accennato già nella precedente recensione, qualcosa che mi è piaciuto vedere approfondito anche un po' a discapito della ship. Gilderoy emerge come il vero protagonista e mi ha colpita.
Grazie per avere scritto ancora di loro, mi è piaciuta tanto anche questa storia!
Alla prossima!

Recensore Master
16/11/21, ore 19:19
Cap. 1:

Ciao!
Come ormai saprai, mi piace molto leggere di questa coppia. Questa storia infatti è in lista da quando l'hai pubblicata, ma io arrivo purtroppo sempre con la mia lentezza.
Mi piace molto il contesto di questa one-shot in due parti! Il Mondo Magico, come quello Babbano, avrà avuto i suoi periodi storici in cui l'omosessualità non veniva accettata alla luce del sole e quindi ho trovato molto credibile la presenza di un posto del genere, noto per le sue frequentazioni. Mi è piaciuto molto trovarci proprio Gilderoy come avventore, perché, come scrivi tu stessa nel suo punto di vista, la sua carriera appena iniziata avrebbe solo da essere danneggiata da pettegolezzi del genere, quando si tratta di un autore che vende bene soprattutto tra il pubblico femminile. Questi incontri che non lasciano conseguenze e neanche ricordi sono i momenti in cui il protagonista è più vero, quelli in cui dà spazio ai propri desideri e mette alla prova i talenti (utlissimi anche in questo campo, gli incantesimi di memoria!).
Sono molto curiosa di continuare, perché questa prima parte si conclude con uno scambio di sguardi mooolto significativo, e insomma, io sono prontissima a leggere di più su questo mago sconosciuto (qualcosa mi dice che io invece lo conosco...) in grado di spiazzare Gilderoy.
Spero di riuscire a passare presto dalla seconda parte della storia!
Un abbraccio,
Legar

Recensore Master
06/11/21, ore 17:15

Eccomi qui!
Ho letto questa seconda parte appena hai pubblicato, ma riesco solo ora a recensire – e di certo non avrei mai potuto non recensire!
Neanche questa volta so come iniziare, temo sia sempre così quando un racconto mi emoziona tanto, quindi temporeggio chiamando in causa la risposta all'altra recensione per dirti che a mio parere hai fatto benissimo a non inserire la nota OOC, perché questo Gilderoy è il Gilderoy della saga, ma lo è oltre le apparenze. Se nei libri siamo vincolati al punto di vista di Harry e dunque di tanti personaggi non vediamo che la facciata, qui il punto di vista privilegiato su Gildeory ti ha permesso di andare al di là, di interrogarti su questa figura di mago bugiardo che trascorre la vita a mentire a tutti – la sua stessa vita è una grande menzogna – e che di conseguenza non può avere affetti, non può avere una vera vita. Su uno sfondo simile, concordo che di lui non può che emergere la profonda solitudine. Insomma, tutto questo giro di parole per ribadire quanto apprezzi il lavoro che hai fatto sulla caratterizzazione e sull'introspezione del tuo protagonista, che resta in piedi dall'inizio alla fine, credibile e coerente alla sua controparte cartacea – perché se è vero che tendi a redimere (!) il personaggio negativo scrivendone, è anche vero che non cedi mai totalmente la presa e i difetti e le scelte moralmente discutibili di Gilderoy non vengono mai minimizzati né banalizzati.
Ecco, ora devo parlare di loro, di questa coppia di cui scrivi con tanta naturalezza da convincermi che sia canon, che un incontro tra questi due uomini così diversi, nel carattere e nelle scelte di vita, sia davvero avvenuto.
Sino ad ora ho parlato solo di Gilderoy, ma io amo tantissimo anche il tuo Kingsley, che è sempre tremendamente saldo e deciso nel modo di porsi che non posso fare a meno di trovarlo identico a quello cartaceo. Il tuo è un Kingsley giovane e con una carriera avviata da poco, ma nel suo sguardo fermo, nelle sue parole sicure, nella sua calma tipica di chi sa esattamente cosa vuole e come ottenerlo ci sono già i semi dell'uomo che abbiamo conosciuto nella saga – un uomo abituato a essere padrone della situazione, a comprendere in silenzio, a non forzare niente e nessuno.
Ho amato tanto il secondo incontro tra i due, il modo in cui Gilderoy perde la presa sulla bacchetta, il modo in cui Kingsley lo rassicura e dà voce ai desideri di entrambi. E lo sapevo, lo sapevo!, che neanche questa volta avrei dovuto affezionarmi, perché l'epilogo per questi due non può che essere quello che scrivi, ma questa volta ha fatto un po' più male. Perché Gilderoy era presente a se stesso e ha vacillato tantissimo, così tanto da lasciargli ombre di se stesso nella mente e da fingere una promessa in cui era il primo a voler credere.
Però questa non è una favola, non lo è mai stata, e allora piombano come fardelli le scelte compiute dal tuo protagonista nell'arco di tutta la sua vita, la società ingiusta in cui tutto deve avere un prezzo e la diversità non è tollerata, le festività trascorse in solitudine perché se vivi una menzogna non puoi permetterti il lusso di avere affetti, gli scrupoli per aver fatto un'eccezione e aver vissuto un momento con l'uomo capace di farlo barcollare. Sono piombate sul racconto e su Gilderoy tutte le premesse di questa trama e la meravigliosa introspezione di una vita costretta nell'ombra – e l'ho capito prima che pronunciasse l'incantesimo, che anche questa volta sarebbe fuggito, che non avrebbe messo in discussione la fama guadagnata né avrebbe scelto di avere una vera vita.
C'è tanta amerezza in queste pagine, e se c'è è perché tu hai scritto ancora una volta un racconto vivido e capace di emozionare.
Sono ripetitiva, ma tu sei sempre bravissima.
Un abbraccio!

Recensore Master
02/11/21, ore 22:24

Ehm...per caso nella prima recensione avevo detto che Gilderoy era un essere mostruoso? Ehm...bè...diciamo che ora come ora vorrei prenderlo a schiaffi, abbracciarlo e poi prenderlo a schiaffi di nuovo in un loop infernale.
Ed è colpa tua! Tua, che smonti i miei sentimenti uno a uno e che mi fai provare pietà per questo povero disgraziato che nella vita ha solo del tacchino di rosticceria e una montagna di menzogne a fargli compagnia.
E vogliamo per caso parlare degli occhi larghi come piattini da caffè che mi sono comparsi in volto, nel leggere il nome di quel gigante buono di Kingsley?! Ma come ti è venuto in mente? Ma poi, come sempre, il tuo modo di scrivere mi fa apparire buona e giusta ogni tua idea e mi ritrovo ad annuire davanti all'evidenza che non sarebbe potuta andare altrimenti.
Credo che a questo punto sia una sorta di maledizione.
Ed ecco la frase che mai avrei pensato di dire: povero Gilderoy. Che vita meschina.

Recensore Master
01/11/21, ore 16:05
Cap. 1:

Mi sono molto piaciute...le note finali! Perché la pensò esattamente come te!
A parte gli scherzi questa storia mi è piaciuta molto, veramente. Inutile negare che Gilderoy rappresenta per me tutto ciò che disprezzo nell’essere umano, ma la tua versione dei fatti me lo rende se non simpatico, almeno meno sgradito. Anzi no, mi è sempre sgradito, ma la tua capacità narrativa sarebbe capace di farmi amare anche il peggiore dei mostri. Il modo in cui hai descritto le sue incertezze travestite da assiomi, la sua solitudine, la falsità che circonda la sua vita e alla quale si aggrappa per non sparire è semplicemente giusto.
Brava, come sempre.

Recensore Master
01/11/21, ore 15:12
Cap. 1:

Io se potessi ti farei una statua.
Immagino che questo discorso sia stato in qualche modo già affrontato, non lo so; questo però non mi impedisce di farti comunque i proverbiali 92 minuti di applausi. Perché sì, puoi rilasciare tutte le interviste che vuoi e dire il cavolo che vuoi, ma questo serve a poco se tutto quel che hai fatto in sette libri e dieci film (quasi undici) è dimostrare il contrario. Anche a prescindere da considerazioni estemporanee, è il modo stesso in cui è concepita la società magica a dare ben poco spazio a qualsiasi tipo di inclusione, dato che essa stessa è per sua natura esclusiva e abilista: ci si rientra solo se si possiede un determinato requisito (la magia, se non ce l’hai, sei fuori), conditio sine qua non che, guarda caso, si tramanda principalmente attraverso sangue. Per la stessa sopravvivenza di questa società, ogni condotta che non contribuisca attivamente alla nascita di “nuovi” maghi e streghe è come minimo da biasimare, se non da condannare esplicitamente. Tutto questo per dire che ovviamente ha ragione, alla fine mondo babbano e mondo magico sulla questione omosessualità non divergono – non lo fanno per ragioni sia interne che esterne alla storia stessa, il che lascia un bel po’ di amaro in bocca, perché le occasioni per essere incisivi su questo punto c’erano e sono state buttate tutte quante bellamente alle ortiche. Continuano a essere buttate alle ortiche, perché adesso di nascondere la polvere sotto il tappeto se ne potrebbe fare tranquillamente a meno. E invece. Credo che tu possa immaginare il perché la tua annotazione finale mi tocchi così da vicino. Il discorso comunque merita ulteriori approfondimenti, ma ora è meglio che ci dia un taglio, per il bene di entrambe ^^'
Perdona dunque lo sproloquio, ora torno alla tua storia, perché ogni volta che Gilderoy prende di nuovo corpo e voce attraverso la tua penna io non posso non esserci (se sono molesta però dimmelo). È sempre un’esperienza incredibile osservare come tra le tue mani questo personaggio – che nel canon in effetti è poco più che una macchietta – assuma una profondità e una nitidezza di contorni disarmante. Alla fine empatizzare con lui è inevitabile, pur con tutti i difetti e le condotte scorrette che mette in atto. La sua solitudine fa male, fa male a noi e fa male a lui, che si riempie la vita di tutto ciò che il successo e la celebrità gli possono dare (e intendiamoci, è quello che vuole, è questa la strada che si è scelto), solo che a volte il silenzio di una casa vuota è difficile, è impossibile da sopportare, e allora si cerca un po’ di calore altrove. Ho amato l’introspezione di Gilderoy, il modo in cui da una parte scende a patti con ciò che è e con i suoi desideri, imparando a non considerarli sbagliati, e dall’altra (con gran senso pratico, perché tutto si può dire tranne che Gilderoy viva in una sorta di paese delle meraviglie incantato e non sia dotato d’intelligenza), s’impone di tenere ben separati questi due ambiti della sua vita, quello privato e quello pubblico, perché se è vero che uno scandalo può dare una fiammata improvvisa alla sua notorietà, dall’altro è al contempo perfettamente consapevole che dopo un incendio non rimane altro che la cenere, e lui vuole che il fuoco rimanga acceso, ma che sia ben controllato, e alimentato a dovere per durare il più a lungo possibile. Solo che. Solo che a volte basta un niente per ritrovarsi senza la terra sotto i piedi, senza più punti di riferimento, a incespicare nel buio della notte dopo essere stati travolti da uno sguardo destinato a restare e a non perdersi tra i tanti altri che lo hanno preceduto. A volte semplicemente si perde il controllo, perché anche Gilderoy è un essere umano, anche Gilderoy è fatto di carne e sangue.
Attendo con estrema impazienza la seconda parte di questo racconto <3
Lo sai, vero, che leggerti è sempre un'esperienza meravigliosa?
Ti abbraccio e ti bacio forte :*

padme

Recensore Master
01/11/21, ore 12:16
Cap. 1:

Ciao!
Non so bene come iniziare questa recensione, sono rapita e scossa dalla prima parte del tuo racconto, l'ho trovata di una profondità disarmante e tanto attuale (purtroppo).
Parto dalle note dicendo che a mio parere è evidente che il punto di vista dell'editore di Gilderoy non sia il tuo – ma capisco la necessità di sottolinearlo – e che trovo credibile la tua visione dell'omosessualità nel mondo magico.
Proprio in virtù di questa solida credibilità, ho trovato interessantissima la caratterizzazione di Gilderoy in queste pagine. Hai ripreso il suo aspetto più caratterizzante, cioè mentire per vivere e costruirsi un'immagine di sé diversa da quella reale, e l'hai ampliato e approfondito, abbracciando anche un aspetto più intimo e così facendo rendendo ancora più amari la sua vita e il suo vivere perennemente con una maschera.
Mi ha colpita molto che a emergere da questo primo spaccato non sia soltanto una vittima, malgrado di fatto lui patisca una società ingiusta, ma un uomo che ha consapevolmente fatto delle scelte e che le porta avanti nella maniera più lucida possibile. Emergono la sua sicurezza e anche una certa superbia nel suo ritenersi sempre il possessore della bacchetta: perché è lui a decidere gli incontri, lui a decidere i tempi, lui a non perdere mai il controllo.
E d'altra parte come potrebbe non essere così? Un solo passo farlo gli costerebbe tutto, tutto quanto. Ed è proprio in questo, in queste parentesi che lui fatica a lasciarsi sfuggire persino quando è solo con se stesso, che ho visto emergere prepotente tutta l'amarezza e l'ingiustizia della sua scelta – che poi non è stata neanche una scelta propriamente detta, perché o la menzogna o niente, quindi insomma dico scelta consapevole che sia io che Gilderoy ci illudiamo di poter dare una connotazione meno dura all'imposizione dettata da un pessimo contesto sociale.
Mi è piaciuto molto come hai descritto il suo quotidiano e la sua necessità di evadere dalla routine per lenire qualcosa che si agita dentro e che lo getta tra le braccia dell'insoddisfazione malgrado presentazioni, copie vendute e fama. Non c'è serenità nelle sue giornate, non c'è neanche reale ristoro quando si abbandona a degli sconosciuti, perché tutto è sempre troppo ben studiato, lucido, razionale – e a riguardo ho amato la parentesi sugli incantesimi di memoria, dà ancora di più la misura di quanto lui conduca una vita che non concede alcun lusso, neanche quello di commettere un unico, piccolo errore.
Proprio in virtù di questo quotidiano così rigido nelle sue regole, ho sentito forte e chiaro il momento in cui si sgretola ogni cosa: uno sguardo e le sue spalle non sono più dritte, i suoi movimenti non sono più sicuri. Sembra un niente, ma per il tuo Gilderoy è appena crollato il mondo e questo lo evidenzi benissimo, il suo disorientamento è dolorosamente palpabile.
Ovviamente penso di poter immaginare chi sia l'uomo che lo ha colto alla sprovvista, ma non conosco il suo punto di vista (potrebbe averlo riconosciuto), quindi non mi resta che aspettare la seconda parte del racconto e salutarti con tantissimi complimenti, perché la tua scrittura è sempre meravigliosa e le tue introspezioni mi coinvolgono sempre tantissimo.
Scusa per la recensione sconclusionata, temo di aver detto la metà di quanto avrei dovuto, ma spero si evinca quanto mi sia piaciuto questo primo capitolo.
Un abbraccio e a presto!