Recensioni per
ROSA DI COMPLEANNO
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/03/22, ore 01:41

Indovina un po'? Mi ero ripromessa di leggere prima l'altro tuo scritto ma, come testimonia l'orario indegno, non ce l'ho fatta coi tempi e il sito che fa le bizze non aiuta affatto.
Però, però, ecco: ancora una volta mi hai conquistata e rapita con questo racconto così dolce e intriso d'amicizia e malinconica fanciullezza. Sono stata così assorbita dalla lettura che neanche ho pensato di sbirciare gli elementi di collegamento con gli altri racconti.
Mi è piaciuto tantissimo come hai descritto il pragmatismo di Alain, così diverso dal piglio più dolce e sempre segretamente speranzoso di André. Trovo tu abbia costruito un momento che non solo affonda le radici nel rapporto di Oscar e André ma anche un momento di tacita comprensione e grande empatia tra quest'ultimo ed Alain.
Posso confessarti una cosa? Credo tu abbia intrappolato in questa OS tutta la tenerezza di una Oscar bambina - che ancora si vede bambino e quindi non ancora intaccata dai conflitti circa lo stile di vita- e tutta la nobiltà d'animo di André e io? Io mi sono sinceramente commossa, hai rispettato pienamente le caratteristiche che arricchiscono i nostri personaggi e hai fornito un missing moment a me, che adesso l'ho già classificato come "assolutamente accaduto". La rosa tra le pieghe del biglietto è bellissima e per me rappresenta un po' la cristallizzazione di quel momento così semplice ma d'impatto. Hai uno stile che non manca mai di rapirmi e sono assolutamente felice di aver recuperato anche questo prezioso scritto. Nulla da dire, se non che sei semplicemente bravissima! Ti assicuro che il mio amore per questo Alain - segretamente emotivo - non ha a che fare con la bellezza del momento, è proprio ogni singolo dettaglio ad avermi conquistata: che si tratti di André che incassa i colpi e sceglie di tacere per i suoi compagni o per Alain che nota ciò che lo distingue dall'amico (mi ha fatta sorridere di tenerezza un Alain adolescente che si approccia alla scrittura e alla lettura e non so perché ma nella mia testa l'ho immaginato anche più incerto e "infantile", passami il termine, di una Oscar bambina che - giustamente vista l'epoca e la classe di appartenenza - già procede con disinvoltura. Di lei, come sempre, mi ha stretta in una morsa emotiva l'imprescindibilità inconsapevole da André e la premura che gli dedica), non c'è nulla che sia meno di perfetto. Complimenti, complimenti e mai abbastanza complimenti! Un saluto,
A.

Recensore Master
27/12/21, ore 07:49

Ho letto la tua one, è davvero bella.
La lettera di Oscar bambina è molto deliziosa, si preoccupa del suo amico e si sente fortunata per avere una famiglia mentre Andrè non ce l'ha.
Ti auguro buone feste e alla prossima!

Recensore Veterano
11/11/21, ore 18:42

Eh si, non solo Alain si è commosso nel leggere la lettera della piccola Oscar!
Una bambina tanto tenera quanto sola che ha solo bisogno di affetto e compagnia.
I pensieri di Alain si fanno più dolci e cercano di sbirciare un pochino la vita passata di Oscar e Andrè per capire il legame che li unisce.
Molto bello, leggerò sicuramente anche le altre OS!

Recensore Master
09/11/21, ore 09:23

Ciao Dorabella. Leggendo l'introduzione non posso che essere d'accordo riguardo il fatto che abbia fatto bene a scrivere quello che sentivi, seguendo l'ispirazione. Amo leggere i missing moments e ho letto con interesse i pensieri di Alain, riguardanti André. Ben caratterizzato quest'ultimo in questo momento della sua vita attraverso Alain. Molto bello leggere quel foglietto d'infanzia, dove Oscar parla di sé al maschile, con quel fiore. Alain si è commosso, anche io, con la speranza nel finale che i sogni del suo amico possano avverarsi. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 09/11/2021 - 09:24 am)

Recensore Veterano
08/11/21, ore 16:53

Eccomi, carissima Dorabella,
mi associo ai complimenti delle altre recensioni per questo tuo lavoro, molto dolce, sulla scoperta da parte del ruvido Alain di ciò che il libro di André cela tra le sue pagine. E quello che cela è un ricordo lontano che ha la freschezza della genuinità e dell'innocenza, conservato da André insieme a una rosa, forse per ricordare un tempo in cui tra lei e lui tutto era meno complicato.
Certo che riempire i vuoti dell'infanzia dei nostri amati ti riesce proprio bene, carissima!
Ancora complimenti e un caro saluto a te,
Sett.

Recensore Master
08/11/21, ore 03:52

Alain ha ben compreso l'animo di André anche se i due si conoscono da poco tempo.
Non credo che Oscar possa essere considerata precoce per avere scritto il biglietto a meno di sei anni. A parte che, anche oggi, ci sono bambini che vanno in pima elementare a cinque anni, in passato, le famiglie organizzavano l'istruzione dei loro figli come e quando volevano. Il limite dei sei anni è convenzionale ed è moderno, probabilmente legato a una certa autosufficienza del bambino che non deve essere accudito e pulito dai maestri, ma soltanto controllato.
Un tempo, c'era chi, a tre anni, leggeva e scriveva. Leopardi, a nove anni, scriveva in latino.

Recensore Veterano
07/11/21, ore 14:18

È inutile, quando li descrivi da piccoli, riesci sempre a commuovermi, Oscar che scrive una lettera dolcissima, per il primo compleanno trascorso da André a palazzo Jarjayes. Si percepisce la sua felicità per aver trovato il miglior amico possibile, qualcuno che di certo, l'ha aiutata a diventare la donna che è oggi.
Alain che scopre pezzi del loro passato, imparando a comprendere il rapporto e il sentimento che esiste tra i due. André che custodisce questi ricordi come un tesoro prezioso. Hai una delicatezza narrativa rara e la capacità di emozionare raccontando le cose semplici. Bravissima!

Recensore Master
06/11/21, ore 12:00

Molto tenera e dolce questa shot missing moment. E sì, Oscar può benissimo essere stata una bambina molto precoce.

Recensore Master
06/11/21, ore 11:26

Dorabella carissima, un altro dei tuoi scritti che scivola dolcemente fino ad arrivare al cuore del lettore.
Ti sei immersa, per interposta persona, in quelli che sono ricordi e momenti privatissimi, senza intaccarne la sacralità, attraverso questo tuo Alain il quale ha compreso, da parecchio tempo, sia il suo nuovo amico sia il Comandante donna posta alla guida della Guardia Parigina.
Sono pensieri liberi quelli di Alain che si avventura a pensare come André, con la sua empatia innata, la sua compostezza e la sua moralità, fosse entrato così tanto nelle sue corde. Era impressionato dal comportamento di quell’uomo che portava dentro di sé un dolore insieme ad una speranza che le situazioni potessero mutare per sé e per tutti. Lui era un uomo che si era adeguato alla vita dura del soldato, pur avendo avuto la possibilità di continuare a vivere più serenamente e al riparo a Palazzo Jarjayes dove aveva prestato servizio. Un uomo che si era acculturato grazie alla sua innata curiosità e sensibilità e aveva maturato pensieri propri e profondi che, quando erano insieme di ronda, portava a conoscenza di Alain condividendoli. Ma c’era qualcosa che restava relegato nel suo privato più profondo, tanto che dopo gli attacchi subiti da parte di alcuni commilitoni ai suoi danni, gli era stato tributato il rispetto che si deve ad un uomo di carattere.
Di ritorno dal suo turno di guardia, Alain pensa che avrebbe trovato André nuovamente immerso nelle letture e invece eccolo, finalmente addormentato in quella branda di quella caserma pulciosa, a trovare il suo giusto riposo e magari a sognare con l’auspicio che i suoi sogni potessero diventare realtà.
Dal libriccino nelle mani di un André dormiente è scivolato un pezzetto di carta che racchiude un bocciolo di rosa e che sembra essere il tesoro privato del suo amico.
E’ una lettera tenerissima che il Comandante Oscar aveva scritto ad André in occasione del suo primo compleanno a palazzo. Una letterina tenerissima di quella che doveva essere stata una bimba dal cuore gonfio di affetto per aver trovato finalmente un bambino con il quale poter condividere le sue giornate e magari combattere la solitudine cui il padre l’aveva obbligata con la scelta fatta di crescerla come un uomo. Da quelle poche righe, Alain immagina l’impegno profuso, e sorride comprendendo il forte legame tra il suo amico e la donna della lettera.
Quello era il tesoro di André e lui inconsapevolmente si era intromesso, con la sua lettura, in quel filo invisibile che univa le due creature allora come oggi.
Anche questa volta hai avuto la capacità di rendere visibile il comportamento di Alain sia con i gesti sia con i pensieri che si sono materializzati fra le sue mani.
Complimenti per la tua narrazione che accompagna il lettore alla scoperta del mondo sconosciuto e privato dei nostri beniamini, i quali, in questo caso, hanno lasciato il campo interamente alla figura di Alain, quanto mai ben descritta, ma insieme a lui diventano protagonisti tramite quella lettera che racconta di un percorso iniziato tanti anni prima e che sta ancora continuando.
Bravissima! Ti attendo al secondo step e ti auguro un sereno fine settimana. A presto!

Recensore Veterano
06/11/21, ore 11:19

Cara Dora, premettendo che la tua scrittura pulita, ma ma allo stesso tempo mai banale e ricca di sfumature, può essere adatta ad ogni genere, per gusto personale ti preferisco in sfumature diverse dal rosso. Anche perchè ritengo che il rapporto Oscar/Andrè sia caratterizzato da un arcobaleno di colori, ciascuno prevalente sull'altro in base al tempo e al luogo. Qui ci riporti ai colori dolci (pastello?) dell'infanzia, quando la spontaneità la vince su tutto.
E quale sentimento profondo può essere mai racchiuso in un biglietto stropicciato che ha attraversato i decenni? L'immagine di quella rosa bianca non può non riportare a quella rosa di stoffa dell'ultimo episodio ma vedremo...
Mi è piaciuta molto la descrizione di Alain, disincantato e sprezzante di tutto ma non dei sentimenti veri.
Sono d'accordo con te che Oscar, nella sua eccezionalità, doveva esser stata una bimba precoce. Poi, se non bastasse, ti garantisco che esistono bambini che a tre anni leggono ;-)
Un caro saluto e buon fine settimana!

Recensore Veterano
06/11/21, ore 11:04

Ho sempre pensato che la cosa che più profondamente noi tutti desideriamo, alla fine, sia l'essere compresi. Per come siamo, per quanto strano, discutibile ed incomprensibile possa essere ciò che siamo.
Questa storia ci mostra, con garbo ed eleganza, cosa significhi "comprendersi", per Oscar ed André, ancora bambini, come, a distanza di tanti anni, per Oscar e André che, indipendentemente l'uno dall'altro, scoprono in Alain una persona in grado di comprenderli per quello che sono, cioè un amico .
Esiste una definizione precisa per definire il gesto di Alain che "ripiegò allora il biglietto, avendo cura di sistemarvi la rosa, maneggiandola con tutta la delicatezza che le sue mani grandi come vanghe gli consentivano; quindi, rimise il foglio tra le pagine del libriccino, che ripose con cura sotto il cuscino del suo amico." Si chiama nobiltà d'animo. E riconoscersi ed apprezzarsi, tra coloro che ne sono dotati, lo sappiamo bene, è praticamente inevitabile. Per fortuna.
Grazie Dorabella e a presto.
Octave

Nuovo recensore
06/11/21, ore 10:28

Amo questo omone che forse non è dotato di grande cultura, ma è dotato di una intelligenza interpersonale con un quoziente decisamente alto, che può rivaleggiare con quello di André. Amo questo Alain che formato un rapporto di amicizia con un Grandier che pare esser il suo esatto opposto, sta pian piano permettendo il fiorire di sentimenti di stima e ammirazione per quella che è/era il concentrato di tutto quello che detesta (una aristocratica parassita e oltretutto una donna che per capriccio vuol fare un mestiere da uomo). Amo che il percorso che intraprende Soisson verso la comprensione del valore di Oscar passi anche attraverso il cuore e gli occhi (l'occhio quasi omniveggente) di André in cui ha deciso di riporre fiducia, nonostante sia evidente che gli nasconde molto.
Amo questa bimba bionda che si preoccupa per il suo compagno e amico e gli fa il più bel regalo: l'affetto. Non certo una cosetta da poco un biglietto e una rosellina, considerando che probabilmente il resto del tempo gli fa vedere i sorci verdi. Mi piace pensare che quella meraviglia di carattere che si ritrova André adulto non sia dovuto solo alla genetica, ma anche alla esposizione al Jarjayes, elemento radioattivo. (Nulla di strano (credo) che una seienne del settecento, se educata da maschio in una famiglia nobile, sappia scrivere più che decentemente, a quell'età secondo me se fosse nata in una famiglia contadina sarebbe stata dietro al camino ad aiutare a preparare la cena o in un campo ad aiutare a legare i covoni di grano...)
Amo che si ricordi anche il resto della famiglia. André è davvero uno dei personaggi con cui la sorte (e Ikeda) si è accanita di più, ma è anche uno di quelli più baciati dalla dea Fortuna (oltre che da Oscar), mi piace che si faccia accenno a gesti gentili da parte di future suocera e cognata. Dei gesti del generale non è necessario parlare: gli ha dato l'opportunità di una vita ed educazione che gli permette di leggere Rousseau e soprattutto capirlo. Gli ha dato l'opportunità di vivere una vita degna, di vivere Oscar, leggerla e soprattutto capirla.
Amo che tra le righe finalmente si tolga dalle spalle di Oscar quell'accusa di freddezza alla vista di André pestato a sangue. Alain l'ha capito che il comandante ha fatto quel che ha potuto per offrirgli appoggio...
Adoro quel geniale, delicatissimo e bellissimo rimando alla rosa bianca che Alain non dimenticherà mai. "Ma André avrebbe di certo detto 'bianco'". La rosa bianca è l'alpha e l'omega della loro storia. Perchè il bianco è tutto. Come Oscar. E' l'insieme di tutti i colori e le loro sfumature. La rosa che racchiude l'anima di Oscar è blu di tristezza, rossa di passione, gialla di energia, porpora di coraggio, avorio di purezza, indaco di onestà, a volte può essere rosa di tenerezza verso Rosalie e il delfino, verde di rabbia verso il Malvagio Baffone o la Scaldaletto Reale, arancione di protezione verso la madre o i bambini bisognosi, grigio antracite (mai nero) di involontaria crudeltà verso André, di un caldo marrone di amore e amicizia verso la regina, Fersen e chiunque sia degno di suscitarle tali sentimenti, viola di integrità morale e verso i propri ideali, azzurro di dolore, quanto azzurro alla fine... E' la rosa bianca quella che la piccola Oscar regala al piccolo André ed è la rosa bianca che rappresenta la sua anima, la rosa di un colore che non è colore perché è la fusione di tutti gli altri, l'interezza di tutti i sentimenti, emozioni e i lati caratteriali che fanno di lei l'essere eccezionale che André non potrà e vorrà fare a meno di amare con tutto il proprio essere. -Ma André avrebbe di certo detto "bianco"-... dice Alain ad una Rosalie che tiene in mano una preziosissima rosa fatta di carta velina bianca. Mentre ripensa a quel fiorellino secco trovato in una letterina che non avrebbe dovuto leggere...
Ah ora smetto di blaterare, volevo dire solo che il racconto mi è piaciuto. Punto
(Recensione modificata il 06/11/2021 - 10:34 am)
(Recensione modificata il 06/11/2021 - 10:39 am)

Recensore Master
06/11/21, ore 07:22

Gentilissima Dorabella, buongiorno.

Leggendo la lettera che Oscar scrisse al piccolo André e vedendo la rosa avvizzita fra le pagine del suo libro, persino un omone burbero e rude come Alain non pote' far a meno di intenerirsi ; forse un' occasione mai così propizia per lasciarsi conquistare dalla fiera, intrepida comandante , riscoprendo un' umanità e una sensibilità ben celate.
Per quanto riguarda l'età, anche secondo me Oscar fu precoce nell' apprendimento rispetto ai bambini della sua età, va detto però che l' infanzia nelle generazioni passate era molto diversa dalla nostra, non so se c'erano insegnanti, precettori in grado di insegnare a leggere e scrivere a bambini di 3/4 anni. I bambini piccoli hanno una soglia di attenzione molto bassa.Per scrivere così bene e correttamente, lunghe frasi di senso compiuto ,Oscar in teoria avrebbe dovuto iniziare ad usare la penna d'oca prima dei quattro anni, a mio avviso.
Sono lontani i ricordi quelli della mia infanzia, ma fino agli otto anni, da noi si componevano solo " pensierini" e alcuni compagni un po' più lenti, non sapevano leggere bene nemmeno a dieci anni!
Rimango dubbiosa,ma certamente se tu hai deciso così vuol dire che ti sei documentata in merito.
Una cosa però la piccola Oscar non avrebbe mai fatto , parlare di sé al femminile. A cinque anni e presumibilmente fino agli 8/9 anni , lei riteneva di essere un maschio!
Sarebbe stata ancora più dolce una letterina declinata al maschile, non trovi?
Bellissime come sempre le tue storie, sono contentissima di leggerti, a proposito di scrittura,scrivi divinamente.
Buon weekend e alla prossima;).
Grazie Dorabella , ora Oscar è molto più riconoscibile. Ciao
(Recensione modificata il 06/11/2021 - 08:48 am)

Recensore Veterano
05/11/21, ore 23:08

Carissima Dorabella,
grazie per averci regalato questa meravigliosa "rosa di compleanno". 
E' la prima volta che trovo il mitico Alain in una delle tue storie e devo dire che hai reso magnificamente giustizia al personaggio: un uomo con le mani "grandi come vanghe" (semplicemente mitica!!!), ma dotato comunque di empatia e  di una spiccata sensibilità.
Mi è molto piaciuta la rappresentazione di Andre' attraverso agli occhi di Alain: intelligente e colto, ma sempre umile; di carattere allegro, ma spesso malinconicamente pensoso; cresciuto tra gli agi di una famiglia nobile, ma disposto a sacrificare tutti i privilegi per amore.  
Nei suoi pensieri emergono tutto l'affetto per l'amico e la stima per il suo comandante, "all'apparenza fredda come il ghiaccio", ma con il fuoco nelle vene.
E che cos'altro poteva leggere Andre' se non Rousseau?
Con la lettera/augurio di compleanno di una piccola Oscar quasi  seienne sei riuscita davvero a commuovermi, insieme ad Alain. Come poteva essere diversamente?!
Non vedo l'ora di leggere la seconda storia del trittico, perché la prima mi è davvero piaciuta tanto.
Grazie per averci regalato questa piccola perla (o meglio, questa dolcissima rosa)!
Un forte abbraccio 🌹, G.

Ps. Nonostante Oscar non avesse nemmeno sei anni, non stona per nulla il fatto che sapesse già scrivere. Nel manga cercava già in Andre' un compagno di scherma. Del resto Oscar e' sempre stata una persona eccezionale! 😉

Recensore Master
05/11/21, ore 23:08

Ciao Dora, hai fatto bene a seguire l'ispirazione! Questa tua one shot/parte prima ha il calore e il colore della festa, come la si vive da bambini. Oscar sembra un po' più espansiva e spontanea nell'esprimere i sentimenti, proprio come si è da bambini, non la trovo incongruente con il suo personaggio da adulta. E' bello come Andrè e Oscar, e il loro legame così particolare, siano i protagonisti di questa storia pur non apparendo mai direttamente. i vediamo attraverso gli occhi di Alain, e sei davvero superlativa nel tratteggiare loro e anche lui, che non rimane immune al loro modo di essere.
Ho solo una brutta sensazione...ed è legata alla rosa bianca...ma spero di sbagliarmi!
Alla prossima <3