Recensioni per
Ma tu non lo sai
di Beeble

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/11/21, ore 14:00

È un componimento un po' meno canto, stavolta, un po' meno preghiera, un po' più difficile come poesia.
Ciò vale soprattutto per i lettori come me, presuntuosi, perché presumono di poter capire tutto: "la vita che non posso avere", "lasciami andare verso quella / che posso avere".
Ma un messaggio di fondo, e neanche troppo nascosto, mi sembra di percepirlo: il dolore - fisico o spirituale che sia - fa sempre maturare, fa crescere.
Ci vuole tempo. Ci vuole forza e voglia di accettare. Ma la sofferenza dà i suoi frutti.

Sembra qui di trovarsi di fronte a una svolta netta, importante, della tua vita. Un cambio di rotta. Una conversione nel senso letterale del termine.
Non tutti ne sono capaci. Parlo per esperienza personale. È molto più facile "ricalcolare" le proprie giornate in modo da non allontanarle da quelle precedenti. Un po' per pigrizia, un po' per viltà. Ma in questo modo il rischio è quello di andare alla deriva. Di prendere direzioni, passettino dopo passettino, non volute, quasi senza accorgersene.

Un minimo di presunzione, però, mi sembra di coglierlo anche in chi scrive: i "giovani anni" di colui a cui ci si rivolge. Colui che non sa. Colui che forse non capisce. Questo spiega l'incomunicabilità. Così si spiega il consueto finale a effetto che dà vita a tutto il componimento: "troverò il modo / per dirtelo".
Il consueto raggio di luce, invece, lo trovo stavolta nel mezzo: "La speranza fiorisce / sopra le tombe".

Recensore Master
10/11/21, ore 05:34

Buongiorno,
poesia che in un certo senso sento molto mia, interiormente... perché ci sono fratture interiori, ferite, cocci da ricomporre... il nostro animo non è solo roccia, ma anche tagli profondi... sì può sistemare tutto, ma con il tempo e la voglia di farlo.

Recensore Master
09/11/21, ore 16:03

Cara Fabiola,
leggendo le tue poesie, sempre più spesso, mi ritrovo ad interrogarmi su quanto letto e soprattutto a rivolgere alla me stessa lettrice quello che tu hai detto tramite i tuoi versi.
Sei fonte di riflessione per scavare nel profondo di se stessi e scoprire che le crepe che si sono formate nel nostro animo ora facciano parte di noi, sono quelle che ci hanno permesso di arrivare dove siamo giunti e di capire che ciò che è stato è, appunto, passato. Ora è il momento di guardare avanti, anche se altri ci fanno notare che la vita che avevamo a loro sembrava migliore di quella ignota a cui consapevolmente andiamo incontro. Difficile far comprendere le proprie ragioni se non si sono attraversati determinati momenti nella vita che obbligano ad un cambiamento di rotta per ritrovare finalmente e veramente se stessi.
Molto belli i versi finali con i quali coloro che ci stanno a fianco potranno fare insieme a noi un tratto di strada, condividendo le nostre esperienze:

“Lasciami andare verso quella che posso avere. Lasciati andare verso quella che puoi avere. Tu non lo sai ma troverò il modo per dirtelo.”

Partecipati e, come già detto, occasione per riflettere, i tuoi componimenti, che ognuno può declinare in base alla propria sensibilità e al proprio vissuto.
Un affettuoso saluto. Elena

Recensore Veterano
09/11/21, ore 13:39

Tutte le crepe, la polvere, tutti questi oggetti che citi sono fisicamente percepibili e perciò rende la tua esperienza di vita concreta e vicina anche al lettore.

Avrai un'altra vita, non puoi dire che ti piacerà o meno, ma è pur sempre meglio di una vecchia che era fin troppo pesante e insostenibile. "Lasciati andare verso quella che puoi avere", è una frase bellissima e secondo me anche la chiave di questa poesia.

Complimenti!
spero di rileggerti presto
Francesca