Fa male questo tuo nuovo componimento, cara Beeble.
C'è tanta non-poesia, non-serenità.
Eppure non potrebbe essere scritto sotto forma di prosa. I versi formano come delle pause, che aiutano a seguire il ragionamento. Le immagini sono forti.
Io, lettore, rimango… sicuramente molto coinvolto, assistendo a questa specie di interminabile serie di whatsapp con se stessi, trasparenti e cristallini, sofferti e sofferenti.
Ma anche… perplesso… A partire dal termine "imega", mai sentito prima. Trovo in rete che fa parte del dialetto veneto, come "slacagn". Non riesco a risalire però all'etimologia.
Perplesso nel vederti avvicinare a questi molluschi che praticamente non si muovono; striscianti ("ho continuato a strisciare"); bavosi ("la scia di lacrime").
Fanno persino ribrezzo, se ripenso alle chiocciole col guscio schiacciato, in un ammasso di cocci e muco, oppure alle "imeghe" che friggono nel sale (sono dannose agli ortaggi).
La cattiva notizia è che non penso proprio che una chiocciola col guscio fratturato possa sopravvivere. Da chiocciola a imega: è una metamorfosi impossibile, contro natura. Un po come una metamorfosi inversa da farfalla a bruco, strappandole le ali. Metamorfosi impossibile.
Ti sono vicino. Tutti noi abbiamo avuto e abbiamo le nostre CRepe e i nostri CRolli. Gli aiuti più efficaci mi sono arrivati da CRono, CReato, CRoce: lo scorrere del tempo, la contemplazione della natura, il messaggio (lontano) di CRisto.
Giochi di parole? Aiutano pure quelli, quando tutto sembra perduto.
Un abbraccio. |